19/05/2021
Dall'inizio della crisi pandemica due erano le frasi che, più di altre, echeggiavano per le strade e nei discorsi delle persone: "andrà tutto bene" e, soprattutto, "ne usciremo migliori". A dirla tutta ci sarebbe anche l'immancabile "guarda che hai il microfono spento/sei mutato", ma noi oggi vogliamo soffermarci sul secondo di questi proclami: "ne usciremo migliori".
Ma è davvero così? Non è di questo avviso la Commissione Agricoltura e Lavoro della Camera che, nella propria relazione, ci riporta alcuni "trend" non proprio edificanti:
- La pandemia «non ha determinato una diminuzione dello sfruttamento, ma una sua accelerazione e il peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro dei braccianti immigrati, per molti dei quali non è stato possibile accedere alle misure di sostegno predisposte dallo Stato»
- «il lockdown ha comportato una maggiore emarginazione sociale dei lavoratori agricoli irregolari, con aumento dei casi di violenza intraziendale, che, sovente, non sono stati denunciati, così come un sensibile peggioramento della condizione delle lavoratrici immigrate, spesso vittime di violenze e abusi».
- Denunciate anche «criticità riconducibili all'assenza di dispositivi di protezione individuale, al mancato accesso alle informazioni sanitarie per problemi di comprensione della lingua e alle precarie condizioni igieniche degli alloggi, che non consentono il rispetto delle regole comportamentali»
Il tutto accompagnato da numeriche che confermano come, purtroppo, le politiche preventive contro il caporalato e lo sfruttamento dei lavoratori irregolari siano tristemente inefficaci.
E intanto il resto dell'Europa ke fa?!11! Beh in Spagna, per esempio, si sta approvando una legge che obbligherà le società che si occupano di consegne a domicilio a stipulare contratti da dipendenti e non più da lavoratori autonomi con i rider (link all'articolo nei commenti). Quindi...sangria per tutti!
L'indagine conoscitiva sul caporalato condotta dalle Commissioni Agricoltura e Lavoro della Camera