22/04/2023
Sono spesso non menzionati o citati velocemente nei manuali di storia, nella realtà il contributo che gli anarchici diedero durante la guerra di liberazione fu molto importante.
Il loro numero non è chiaro perché non esistevano brigate partigiane anarchiche ma divisioni autonome che seguivano le brigate più grosse di ispirazione socialista (Brigata Matteotti), comunista (Brigata Garibaldi) e di Giustizia e Libertà.
Tra le formazioni più attive, ricordiamo:
- la Bruzzi-Malatesta a Milano, nella quale militava la giovane staffetta Giuseppe Pinelli;
- la Silvano Fedi che liberò per prima Pistoia,
- la divisione Simone Schirru, la Elio o il celebre battaglion Lucetti in Toscana.
- Le Pisacane e Malatesta a Genova
- la Fratelli Bandiera e la 7° GAP a Bologna.
- A Piacenza, l'anarchico Emilio Canzi fu comandante di ben tre divisioni partigiane, per un totale di circa 10 mila partigiani.
- A Torino la roccaforte anarchica si trovava alle Ferriere FIAT e in genere in tutta la zona della Barriera Milano, dove operava il 33° Battaglione S.A.P. Pietro Ferrero (in onore e in ricordo di Pietro Ferrero).
- A Roma gli anarchici erano presenti in particolare nella formazione comandata dal repubblicano Vincenzo Baldazzi, ex dirigente degli Arditi del Popolo ed amico personale di Malatesta, e tra i numerosi loro compagni caduti si contano anche quattro fucilati per rappresaglia alle Fosse Ardeatine: Aldo Eluisi, Egidio Renzi, Giulio Roncacci e Umberto Scattoni.
La partecipazione anarchica alla lotta partigiana si accompagnò costantemente ad azioni di carattere sociale ed autogestionario, appena le città vennero liberate: ad esempio con la confisca e la distribuzione alla popolazione dei viveri e degli indumenti presi dai depositi militari e dai covi fascisti, la creazione di mense popolari e dei primi servizi di trasporto pubblico, la socializzazione operaia di ditte di proprietà di fascisti. Il tutto nella prospettiva rivoluzionaria e anticapitalista di trasformare i Comitati di liberazione nazionale in Comitati di liberazione sociale.
Prospettiva che, con la fine della fase insurrezionale, fu rapidamente arrestata dalla politica imperialista statunitense e dalla cappa ideologica staliniana, mentre la ricostruzione sociale sarebbe divenuta presto sinonimo di restaurazione politica ed economica.
Questo l'amaro commento di Germinal Concordia, comandante delle "Malatesta-Bruzzi" a Milano:
"L'insurrezione ha sorpreso tutti; ha sorpreso i partiti di destra presenti nel C.L.N. che non si aspettavano tanto rosso; ha sorpreso i socialisti e comunisti i quali si erano accorti che avrebbero potuto fare di più. Avevano perduto un'occasione rarissima per far quello che oggi chiedono lo facciano altri e per favore. Ma soprattutto ha sorpreso gli Alleati che non si rendono conto della nostra inettitudine in quanto ci siamo lasciati sfuggire una di quelle occasioni che si presentano ai popoli una volta ogni qualche secolo".