25/10/2024
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Ma che volto ha la coesistenza?
In Abruzzo, ha quello di Massimo, guardiaparco che confessa come l’orso, a volte entri nei suoi sogni perché è una parte di lui;
Maurizio, per il quale l’orso è nato tra quelle montagne e proteggerlo è una sfida ma anche un dovere;
Serena, che dice di fare il lavoro più bello del mondo, nonostante le cose spesso sembrano non andare come dovrebbero… Ma poi gli orsi escono dalle tane, a primavera, e lei li osserva sul crostone della montagna davanti alla sua finestra;
Angelo di Masso, che dopo aver creato il Pan dell’orso, ha chiesto che a Gemma - “la mamma di tutti gli orsi” - venisse data la cittadinanza onoraria;
È il volto di chi l’orso lo ammira ma non lo comprende, però decide di far parte comunque di un processo comunitario;
Daniela, che crede nel potere della comunicazione e dice che se l’orso dovesse scomparire sarà colpa anche di coloro che hanno pensato di poterlo addomesticare.
Il personale del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e le organizzazioni che lavorano sul territorio, compresi alcuni pastori, come Gregorio, di cui ora rimangono un quadro, tanti ricordi e una famiglia che continua a narrarne la storia.
La coesistenza ha il volto di donne e uomini che credono nella cultura della prevenzione e nel dialogo. Perché, come mi hanno detto seduti ad un tavolo, “queste montagne sono belle perché ci vivono anche l’orso, il lupo, i cervi e gli istrici”.
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