02/02/2022
BARI: IL DECENTRAMENTO AMMINISTRATIVO È UNA REALTÀ VIRTUALE
La circoscrizione di decentramento comunale è, nell'ordinamento italiano, un organismo di partecipazione, consultazione e gestione dei servizi di base, nonché di esercizio di funzioni delegate, istituito dal comune con competenza su di una parte del suo territorio comprendente uno o più quartieri o frazioni contigui.
Inizialmente esistevano i Consigli di quartiere che erano sorti spontaneamente negli anni sessanta per far recepire le istanze delle periferie; con Legge 8 aprile 1976, n. 278, in materia di "Norme sul decentramento e sulla partecipazione dei cittadini nella amministrazione del comune."
Furono istituite le Circoscrizioni disciplinate dall'art. 13 della legge 8 giugno 1990, n. 142, sull'ordinamento delle autonomie locali, ora confluito nel citato art. 17 del D.Lgs. 267/2000. Mentre la legge del 1976 era particolarmente dettagliata nelle ultime due si esprimono i principi generali demandando ai Comuni le modalità attuative attraverso con lo Statuto e Regolamenti vari. Per tale libertà esse sono indicate come Municipi, Municipalità, Zone, Quartieri.
Va precisato che le circoscrizioni comunali non sono enti locali, in quanto prive di personalità giuridica, ma organi del comune, seppur complessi e dotati di autonomia (e, quindi, di una certa soggettività giuridica, se si tiene questo concetto distinto dalla personalità).
La loro disciplina è ora contenuta nell'art. 17 del D.Lgs. 18 agosto 2000, n. 267 (Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali). Le circoscrizioni devono essere istituite dai comuni con popolazione superiore a 250.000 abitanti, sempre che la popolazione media delle circoscrizioni non sia inferiore a 30.000 abitanti, limiti di popolazione che sono stati più volte modificati nel tempo, da ultimo con l'art. 2, comma 186, lettera b) della legge 23 dicembre 2009, n. 191 (legge finanziaria 2010), successivamente modificato dal d.l. 25 gennaio 2010, n. 2, convertito con modificazioni dalla legge 26 marzo 2010, n. 42.
Nei comuni con popolazione superiore a 300.000 abitanti lo statuto può prevedere particolari e più accentuate forme di decentramento di funzioni e di autonomia organizzativa e funzionale, determinando altresì gli organi, lo status dei componenti e le modalità di elezione, nomina o designazione.
Figure importanti per l’avvio e l’attuazione del decentramento nella vita pubblica barese furono il sindaco Enrico Dalfino e Stefano Bianco, pionieri che si impegnarono con particolare tenacia per far approvare la delibera n°200 (delibera madre) che attribuiva importanti funzioni alle Circoscrizioni.
Nella consiliatura 1995-1999 con il sindaco di Cagno Abbrescia si avvertirono le prime reazioni concrete dei consiglieri circoscrizionali stanchi di non veder attuato il regolamento con l’attribuzione del 30 per cento minimo nelle materie delegate. Ci vollero due ricorsi presentati da alcuni consiglieri circoscrizionali e accolti dal Comitato Regionale di Controllo sulle Pubbliche amministrazioni (CO.RE.CO) che intimò all’Amministrazione comunale di provvedere a colmare “la dimenticanza”.
A distanza di anni. rileggendo quella fase storica anche attraverso la rassegna stampa, avremmo dovuto capire che la questione decentramento non interessava all’intera cittadinanza.
Nella città di Bari nel 2001 fu approvato il nuovo statuto comunale con tre grosse novità:
• Le circoscrizioni acquisivano nelle materie delegate (lo Sport, la Cultura, i Servizi Sociali, i Lavori pubblici) autonomia gestionale e amministrativa;
• Il Presidente ed i Consiglieri acquisivano lo status di amministratori;
• l’elezione diretta del Presidente da parte dei cittadini, dalla successiva consultazione elettorale.
Ad aprile 2001 il CO.RE.CO intimò all’Amministrazione Comunale di predisporre ad horas, in apposita seduta di Consiglio comunale, le variazioni di Bilancio per dare alle Circoscrizioni il dovuto, pena la decadenza dell’Assemblea Comunale e quindi del Sindaco.
Dopo l’adozione del nuovo statuto, sempre nel 2001, si rese necessario redigere un nuovo regolamento sul Decentramento. Su quello allora vigente, infatti, il Presidente veniva eletto all’interno del Consiglio Circoscrizionale per volontà della maggioranza esistente. Fu istituita una Commissione speciale mista tra Consiglieri Comunali e Circoscrizionali, garantendo la presenza della maggioranza e della opposizione oltre quella del Segretario Comunale e di un funzionario, che aveva il compito di riscrivere il nuovo regolamento.
I lavori della Commissione speciale presieduta dalla compianta Maria Maugeri, terminò il proprio compito dopo un anno e rimise la sua discussione ed approvazione al Consiglio comunale. Era la fine del 2002.
Ebbene, per un anno e mezzo la maggioranza del Consiglio Comunale fece venir meno il numero legale ogni volta che si doveva discutere ed approvare il nuovo regolamento. Eppure, si trattava di un atto dovuto. I consiglieri ritenendo che il regolamento vigente negasse i principi dello statuto, si rivolsero all’avv. Luigi Paccione per fare ricorso al TAR Puglia. Va solo ricordato che lo stesso avvocato si era formato nello studio Dalfino che da sindaco di Bari si era molto speso per l’attuazione del decentramento.
All’inizio del 2004 il TAR Puglia si pronunciò in favore dei consiglieri ed intimò la nomina di un Commissario ad acta che completasse l’adozione del nuovo regolamento. Poiché si era prossimi alla fine della consiliatura, non ci sarebbe stato il tempo per attuare la sentenza. L’avv. Paccione trasmise allora la sentenza al prefetto, manifestando l’intenzione di far invalidare le imminenti elezioni se queste non si fossero svolte con la elezione diretta dei Presidenti di circoscrizione.
Quando poi il prefetto emanò l’ordinanza di indizione dei comizi elettorali, indicò oltre la elezione diretta dei presidenti, la nomina del commissario ad acta, qualora la nuova amministrazione non avesse adottato un nuovo regolamento entro 60 giorni dall’insediamento del nuovo sindaco. Fu una vittoria a tutto tondo, che creo un certo panico tra i contendenti alle elezioni del 2004 sia di centrodestra che del centrosinistra.
Qual è il bilancio dello stato di attuazione del decentramento amministrativo, dopo 17 anni? L’elezione diretta non sembra aver responsabilizzato i Presidenti degli ultimi anni, poco propensi a far valere le proprie peculiarità verso le esigenze dei territori.
La democrazia partecipata richiede il coinvolgimento di singoli cittadini, di associazioni
e di movimenti nelle sue varie forme, dei partiti politici attraverso un profondo impegno mirato al recupero ambientale e della legalità nonché della crescita culturale e promozione sociale. Perciò è fondamentale innanzitutto promuovere una politica dei servizi ai cittadini e dei luoghi di aggregazione. I cittadini hanno diritto ad un governo della città più efficiente, più vicino, capace di valutare i problemi dal punto di vista della vita quotidiana delle persone e di portare a soluzione i loro problemi. Occorre modificare il modello di urbanizzazione che genera quartieri invivibili, enormi costi per la collettività, spreco di risorse territoriali, ma anche degrado sociale, devianza e criminalità.
Da gennaio 2015 con la Legge Del Rio è stata istituita la Città Metropolitana di Bari, che in fase iniziale indica il Sindaco della Città capoluogo come Presidente. Si è sempre ritenuto pensato che questa fosse una opportunità per l’intera area metropolitana formata da 41 comuni, per lo sviluppo complessivo della ex provincia di Bari che vedesse i comuni come soggetti attivi di un nuovo protagonismo di ampio respiro. Oggi finalmente dopo sette anni si è legiferato per la elezione diretta del Presidente della Città Metropolitana.
Passando quindi ai Municipi, va precisato che in questi sette anni l’orologio del territorio è stato riportato indietro di molti anni con l’acquiescenza e la responsabilità di tutti i rappresentanti istituzionali dei territori. Il decentramento latita tecnicamente molto sulla parte Lavori pubblici e politicamente sui servizi sociali, lo sport e la cultura.
Non solo, l’Amministrazione Comunale non ha creato nemmeno una piattaforma informatica a supporto della costruzione del Bilancio Partecipato. Per ascoltare i cittadini sulle priorità dei territori sono state convocate assemblee pubbliche alle 15, nei pomeriggi assolati di luglio. Vi partecipavano, ovviamente, pochissime persone. Durante la pandemia è stato chiesto il contributo dei cittadini via mail, ma senza riscontro.
L’impossibilità dei Municipi di poter elaborare autonomamente studio di fattibilità, per mancanza di personale tecnico, rende il Bilancio Partecipato una vera incompiuta. Siamo rimasti basiti nel leggere un Ordine del giorno proposto dalla Commissione Comunale Decentramento, che dimostra un certo strabismo nella lettura dei bilanci civici dal 2017 in poi, ed elude le soluzioni possibili.
E poiché la vera carenza sull’attuazione delle Funzioni proprie si concentra sui Lavori Pubblici, per i quali si è in attesa di poter contare almeno su un tecnico per ciascun Municipio che sia dislocato fisicamente in ogni Municipio e non a mezzo servizio con le ripartizioni centrali.
Le dovute assunzioni di personale tecnico per l’attuazione del PNRR potrebbero contribuire alla soluzione di un problema storico. Ultime cose e non meno importanti sono l’attuazione dell’Art.61 (Gestione del Nucleo di Polizia Municipale) che non potrà più essere ignorato per le ovvie ricadute positive sul controllo del territorio, e l’apertura di una Biblioteca per ogni municipio, con la filosofia della Public Library, in rete tra loro.
Nel 2019 furono avviate 12 Reti Civiche Urbane (RCU) che presentarono i progetti e furono finanziate con Fondi Europei destinati alla Città Metropolitana con circa 100.000 euro a rete. Un’ottima iniziativa per ravvivare dal basso le attività socioculturali nei territori con le diverse Associazioni che avevano aderito.
Cosa hanno fatto i Municipi nel tempo trascorso? Ecco alcuni episodi raccontati dai giornali cittadini:
Municipio 1: parere obbligatorio e vincolante non espresso sulla Lottizzazione di Via Vittorio Veneto per mancanza di personale addetto al protocollo; stando ai verbali delle commissioni di Municipio citati dal Corriere del Mezzogiorno del 12 agosto 2021 si scopre che le discussioni hanno riguardato anche gli effetti del Revenge p**n (!).
Municipio 2: è recentissima la decisione del Municipio 2 di assegnare una delega ai sorrisi agli abbracci ed alle buone maniere data dal Presidente ad una Consigliera, materia assai importante, evidentemente, ma assente nei regolamenti. Va detto infine che in ben sette anni lo stesso Municipio non ha mai fatto sentire la propria voce sulla collocazione del Parco della Giustizia nelle caserme Milano e Capozzi.
L.S.
febbraio 2022