Anarres

Notizie, appuntamenti, narrazioni da Torino e dintorni
Ogni venerdì – dalle 11 alle 13 – in onda sui 105.250 delle libere frequenze di radio Blackout di Torino.

25/07/2024

Tramandare il fuoco. Per un approccio libertario alla questione palestinese

É uscito “Tramandare il fuoco. Per un approccio libertario alla questione palestinese. Una critica a nazionalismo e essenzialismo”

L’opuscolo è frutto della riflessione e del dibattito tra le compagne e i compagni dell’Assemblea Antimilitarista di Torino e della Federazione Anarchica Torinese.

É nostro auspicio che possa scaturirne un confronto a tutto campo.

Il pdf è liberamente scaricabile sul blog di Anarres a questo link:https://www.anarresinfo.org/wp-content/uploads/2024/07/2024-07-23-tramandare-il-fuoco-4-col.pdf

Chi ne volesse leggere/diffondere copie cartacee, può farcene richiesta.
Non effettuiamo spedizioni ma lo distribuiamo sui nostri banchetti e possiamo farlo girare in occasione degli incontri e delle iniziative di movimento.
Ovviamente sentitevi liberi di stamparvi in autonomia il pdf.

Assemblea Antimilitarista – Torino
Federazione Anarchica Torinese

Riunioni – aperte agli interessati – ogni martedì dalle 20 (escluso agosto) in corso Palermo 46

ogni martedì (escluso agosto) dalle 18 alle 20 in corso Palermo 46
(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro
SeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte
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Anarres del 12 luglio. Il Cpr di Torino verso la riapertura. Taser, armi non letali che uccidono. La nuova base militare...
20/07/2024

Anarres del 12 luglio. Il Cpr di Torino verso la riapertura. Taser, armi non letali che uccidono. La nuova base militare di Pisa…

ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.
Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.

Ascolta e diffondi l’audio della puntata:

https://www.anarresinfo.org/anarres-del-12-luglio-il-cpr-di-torino-verso-la-riapertura-taser-armi-non-letali-che-uccidono-la-nuova-base-militare-di-pisa/

Dirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:

Il CPR di Torino verso la riapertura
I lavori di ristrutturazione del CPR sono iniziati il 5 febbraio. Ad oggi sono state ripristinate l'area rossa e quella blu. Il 9 luglio la prefettura ha lanciato la gara di appalto per la gestione, che si concluderà il 18 agosto, termine per la presentazione delle domande. A questo punto è probabile che il CPR riaprirà in autunno con i 70 posti delle aree rossa e blu.
Il CPR di Torino è chiuso dal marzo del 2023, quando le rivolte dei reclusi lo resero del tutto inagibile. In questo anno e mezzo si sono susseguiti diversi rumores sul destino della struttura di corso Brunelleschi, attiva dall’estate del 1999.
Voci davano per certa la costruzione di un nuovo Cpr in terreno del demanio militare in provincia di Torino, altre parlavano di ricostruzione su nuove basi del CPR esistente.
Il bando lanciato dalla Prefettura scioglie alcuni dubbi ma non tutti.
Il CPR riapre con solo due sezioni agibili, segno forse della difficoltà del governo a gestire una questione che ha un ruolo chiave nella propaganda di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia.
Ce ne ha parlato l’avvocato Gianluca Vitale

Taser. Le armi non letali che uccidono
La vicenda dell’uomo morto in Sud Tirolo, dopo essere stato colpito dai carabinieri con un taser, riporta all’attenzione di tutti l’estrema pericolosità di questa arma “non letale” della quale sono state dotate le forze dell’ordine nel nostro paese.
Un’occasione per fare il punto sulle tante “armi non letali” in uso alle forze di polizia in Italia e non solo. Armi che hanno ucciso e mutilato decine di persone.
Ne abbiamo parlato con Robertino Barbieri

La nuova base dei carabinieri a Pisa. Soldi e devastazione
Il Governo ha messo nero su bianco l’investimento complessivo per la costruzione della base militare e le strutture collegate.
520 milioni di euro, 10 anni di cantieri, un’opera che devasterà il parco spingendosi fino al comune di Pontedera, a 26 km dal Cisam, dove si prevede la costruzione di un Poligono di tiro a cielo aperto.
Tutto in mano al commissario straordinario Sessa, con le semplificazioni previste dal cosiddetto “sblocca cantieri”. Pisa, nei loro piani, deve diventare la piattaforma logistica per la guerra con un sistema di infrastrutture militari ormai incalcolabile, tutte connesse le une alle altre.
Il movimento No Base non molla, consapevole che bloccare quest’ingranaggio della guerra dipende dalle lotte.
Ne abbiamo parlato con Dario Antonelli del Coordinamento Antimilitarista

Appuntamenti:

Da martedì 3 settembre
dalle 18 alle 20
in corso Palermo 46
riapre
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Anarres, il vostro viaggio nel pianeta delle utopie concrete. Ogni dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze d...
12/07/2024

Anarres, il vostro viaggio nel pianeta delle utopie concrete. Ogni dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Potete ascoltarci anche in streaming

In questa puntata:

Il CPR di Torino verso la riapertura
I lavori di ristrutturazione del CPR sono iniziati il 5 febbraio. Ad oggi sono state ripristinate l'area rossa e quella blu. Il 9 luglio la prefettura ha lanciato la gara di appalto per la gestione, che si concluderà il 18 agosto, termine per la presentazione delle domande. A questo punto è probabile che il CPR riaprirà in autunno con i 70 posti delle aree rossa e blu.
Il CPR di Torino è chiuso dal marzo del 2023, quando le rivolte dei reclusi lo resero del tutto inagibile. In questo anno e mezzo si sono susseguiti diversi rumores sul destino della struttura di corso Brunelleschi, attiva dall’estate del 1999.
Voci davano per certa la costruzione di un nuovo Cpr in terreno del demanio militare in provincia di Torino, altre parlavano di ricostruzione su nuove basi del CPR esistente.
Il bando lanciato dalla Prefettura scioglie alcuni dubbi ma non tutti.
Il CPR riapre con solo due sezioni agibili, segno forse della difficoltà del governo a gestire una questione che ha un ruolo chiave nella propaganda di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia.
Ne parliamo con l’avvocato Gianluca Vitale

Taser. Le armi non letali che uccidono
La vicenda dell’uomo morto in Sud Tirolo, dopo essere stato colpito dai carabinieri con un taser, riporta all’attenzione di tutti l’estrema pericolosità di questa arma “non letale” della quale sono state dotate le forze dell’ordine nel nostro paese.
Un’occasione per fare il punto sulle tante “armi non letali” in uso alle forze di polizia in Italia ma anche in Francia. Armi che hanno ucciso e mutilato decine di persone.
Ne parliamo con Robertino Barbieri

La nuova base dei carabinieri a Pisa. Soldi e devastazione
Il Governo ha messo nero su bianco l’investimento complessivo per la costruzione della base militare e le strutture collegate.
520 milioni di euro, 10 anni di cantieri, un’opera che devasterà il parco spingendosi fino al comune di Pontedera, a 26 km dal Cisam, dove si prevede la costruzione di un Poligono di tiro a cielo aperto.
Tutto in mano al commissario straordinario Sessa, con le semplificazioni previste dal cosiddetto “sblocca cantieri”. Pisa, nei loro piani, deve diventare la piattaforma logistica per la guerra con un sistema di infrastrutture militari ormai incalcolabile, tutte connesse le une alle altre.
Il movimento No Base non molla, consapevole che bloccare quest’ingranaggio della guerra dipende dalle lotte.
Ne parliamo con Dario Antonelli del movimento No Base

Appuntamenti:

Da martedì 3 settembre
dalle 18 alle 20
in corso Palermo 46
riapre
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Anarres, il vostro viaggio nel pianeta delle utopie concrete. Ogni dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze d...
05/07/2024

Anarres, il vostro viaggio nel pianeta delle utopie concrete. Ogni dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Potete ascoltarci anche in streaming

In questa puntata:

Digitale e militare. Tra alti profitti e bassa occupazione, dual use e impatto ambientale
La rivoluzione digitale ha modificato su scala globale i rapporti sociali e gli equilibri internazionali.
L’evoluzione tecnologica, specie nel settore degli armamenti, ha modificato la catena di produzione, indirizzandola sempre più al digitale e sempre meno al tradizionale comparto dell’industria meccanica e siderurgica, che aveva caratterizzato la produzione bellica dei due secoli precedenti. La realizzazione di tale progetto implica la formazione in ambito scolastico, sia a livello medio che universitario, di personale sempre più specializzato, ed una collaborazione sempre più stretta tra ricerca, università, ed apparato industriale militare.
Sostenere un utilizzo sempre più ambivalente dei prodotti sia in campo militare che civile: il cosiddetto dual use. Le invenzioni a doppio uso sono identificate ogni volta che un'innovazione nel campo della difesa trova una successiva applicazione civile, vale a dire quando un brevetto della difesa è citato da almeno un'invenzione non militare.
Ne parliamo con Daniele Ratti

L’Italia in guerra. I droni di Sigonella guidano l’attacco a Sebastopoli
Domenica 23 giugno alle 12 ora locale, l’Ucraina ha attaccato la Crimea lanciando 5 missili Atacms di produzione statunitense. Secondo quanto ufficialmente dichiarato da Mosca, quattro missili sarebbero stati neutralizzati dalla contraerea mentre il quinto è caduto su una spiaggia di Sebastopoli causando la morte di 5 persone di cui 3 bambini, mentre altre 120 persone sarebbero rimaste ferite.
Secondo gli analisti l’attacco è stato guidato da droni-spia partiti da Sigonella.
Ne parliamo con Antonio Mazzeo

L’Italia in guerra. Marina ed Aeronautica verso l’Australia per l’esercitazioni nell’indo-pacifico.
L’Aeronautica Militare va nell’Indo-Pacifico con un consistente numero di aeromobili e personale per partecipare all’esercitazione Pitch Black 2024 in Australia, alla Rising Sun 24 in Giappone, nonché per addestrarsi insieme alla Marina Militare in mare aperto.

L’Italia in guerra. 550 nuovi carri armati
Il 3 luglio è stato siglato l’accordo tra Italia e Germania per l’acquisto, da parte del governo italiano, di 550 carri armati e mezzi blindati prodotti dalla Rheinmetall. Il costo? L’astronomica cifra di 20 miliardi di euro da saldare nel giro dei prossimi dieci anni.
Roberto Cingolani, amministratore delegato di Leonardo (che per il 30% è controllata dal Ministero dell’Economia italiano), ha già firmato il memorandum d’intesa con il Ceo del colosso tedesco degli armamenti con sede a Düsseldorf, Armin Papperger, dando così il via alla più consistente commessa mai stipulata tra i due paesi.

Prigionieri di guerra
Nelle galere per migranti, i CPR, da mesi si susseguono le rivolte.
La decisione di prolungare la detenzione amministrativa a 18 mesi, nei fatti una vera pena detentiva comminata senza processo, è stata il detonatore che ha fatto divampare ovunque le proteste.
Da Gradisca d’Isonzo a Milano, da Macomer a Ponte Galeria, da Trapani Milo a Caltanissetta ci sono state ribellioni, fughe e durissima repressione.
Nel frattempo si esternalizza il sistema concentrazionario con due CPR in Albania.
Il governo considera i CPR un tassello della sicurezza nazionale, della difesa dei confini: i prossimi saranno costruiti in aree militari, sotto il controllo del ministero della Difesa. Chi vi è rinchiuso diventa a tutti gli effetti un prigioniero di guerra.

Appuntamenti:

Sabato 6 luglio
CPR, stragi in mare, campi di concentramento
ore 11
punto info contro frontiere e CPR
al Balon

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Anarres del 28 giugno. Da Rafah al Libano. Autonomia differenziata o centralismo autoritario? CPR: prigionieri di guerra...
01/07/2024

Anarres del 28 giugno. Da Rafah al Libano. Autonomia differenziata o centralismo autoritario? CPR: prigionieri di guerra...

ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.
Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.

Ascolta e diffondi l’audio della puntata:

https://radioblackout.org/podcast/anarres-del-28-giugno-da-rafah-al-libano-autonomia-differenziata-o-centralismo-autoritario-cpr-prigionieri-di-guerra/

Dirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:

Da Rafah al Libano: il fronte si sta allargando?
Netanyhau pare deciso ad allargare il fronte di guerra anche al nord, pur di garantire al proprio governo di sopravvivere alle sempre più forti pressioni interne. Solo uno stato di allarme bellico permanente può consentire ad un esecutivo già traballante un anno fa di andare avanti, con un crescente carico di morti e distruzioni.
Una scelta rischiosa, perché sebbene l’Iran, il principale sponsor degli Hezbollah libanesi, abbia ampiamente dimostrato una scarsa propensione a farsi coinvolgere nel conflitto in corso, è certo che sosterrà ampiamente i propri alleati. Questo nuovo fronte potrebbe costare molto ad Israele.
Sul piano interno si moltiplica il numero dei refusenik alla guerra a Gaza e rischia di aprirsi una stagione di turbolenze dopo la decisione di obbligare anche gli hassidici a fare il militare.
Ne abbiamo parlato con Lollo

Cpr in Albania e nelle aree militari
Nell’estate appena iniziata potrebbero condensarsi molte delle iniziative governative in materia di detenzione amministrativa. Dal CPR in Albania ai nuovi CPR in aree militari il quadro che si delinea è quello di una progressiva trasformazione delle prigioni per migranti in campi di concentramento, rendendo più che mai tangibile, che chi vi è rinchiuso è un prigioniero di guerra.
Analisi e prospettive di lotta

Autonomia differenziata o centralismo autoritario?
Premessa. Non ci sono dubbi che la legge sull’autonomia differenziata favorirà le regioni ricche a discapito delle altre, una prospettiva decisamente poco allettante L’elogio dello stato madre e nutrice, padre e tutore, lo stato “etico” tipico dell’approccio della sinistra autoritaria non è certo una prospettiva seducente. Il classico salto dalla padella alla brace.
Proveremo ad affrontare la questione da un altro punto di vista: quello del federalismo anarchico
Ne abbiamo parlato con Francesco

Appuntamenti:

Sabato 6 luglio
CPR, stragi in mare, campi di concentramento
ore 11
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Anarres, il vostro viaggio nel pianeta delle utopie concrete. Ogni dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze d...
28/06/2024

Anarres, il vostro viaggio nel pianeta delle utopie concrete. Ogni dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Potete ascoltarci anche in streaming

In questa puntata:

Da Rafah al Libano: il fronte si sta allargando?
Netanyhau pare deciso ad allargare il fronte di guerra anche al nord, pur di garantire al proprio governo di sopravvivere alle sempre più forti pressioni interne. Solo uno stato di allarme bellico permanente può consentire ad un esecutivo già traballante un anno fa di andare avanti, con un crescente carico di morti e distruzioni.
Una scelta rischiosa, perché sebbene l’Iran, il principale sponsor degli Hezbollah libanesi, abbia ampiamente dimostrato una scarsa propensione a farsi coinvolgere nel conflitto in corso, è certo che sosterrà ampiamente i propri alleati. Questo nuovo fronte potrebbe costare molto ad Israele.
Sul piano interno si moltiplica il numero dei refusenik alla guerra a Gaza e rischia di aprirsi una stagione di turbolenze dopo la decisione di obbligare anche gli hassidici a fare il militare.
Ne parliamo con Lollo

Cpr in Albania e nelle aree militari
L’estate appena iniziata potrebbe essere condensare molte delle iniziative governative in materia di detenzione amministrativa. Dal CPR in Albania, alla lista dei nuovi CPR in aree militari il quadro che si delinea è quello di una progressiva trasformazione delle prigioni per migranti in campi di concentramento, rendendo più che mai tangibile, che chi vi è rinchiuso è un prigioniero di guerra.
Analisi e prospettive di lotta

Autonomia differenziata o centralismo autoritario?
Premessa. Non ci sono dubbi che la legge sull’autonomia differenziata favorirà le regioni ricche a discapito delle altre, una prospettiva decisamente poco allettante L’elogio dello stato madre e nutrice, padre e tutore, lo stato “etico” tipico dell’approccio della sinistra autoritaria non è certo una prospettiva seducente. Il classico salto dalla padella alla brace.
Proveremo ad affrontare la questione da un altro punto di vista: quello del federalismo anarchico
Ne parliamo con Francesco

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Anarres del 21 giugno. Scienza, colonialismo e guerra. Avviso orale, fogli di via, sorveglianza speciale. Militari in ci...
25/06/2024

Anarres del 21 giugno. Scienza, colonialismo e guerra. Avviso orale, fogli di via, sorveglianza speciale. Militari in città…

ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.
Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.

Ascolta e diffondi l’audio della puntata:

https://radioblackout.org/podcast/anarres-del-21-giugno-scienza-colonialismo-e-guerra-avviso-orale-fogli-di-via-sorveglianza-speciale-militari-in-citta/

Dirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:

Scienza, colonialismo e guerra
Da qualche anno le connessioni tra ricerca scientifica, colonialismo e guerra sono divenute fulcro delle riflessioni di chi si batte contro la liason dangereuse tra università, industria, controllo sociale.
Si tratta di relazioni che costitutivamente caratterizzano alcune discipline ma da cui nessuna è realmente esente.
Il ruolo delle scienze dure è facilmente percepibile ma, in realtà molte discipline apparentemente distanti dalla logica del profitto e del dominio hanno avuto e continuano ad avere origini strettamente connesse con la guerra e la conquista.
Antropologi e geografi hanno preceduto ed accompagnato militari, preti e mercanti nell’azione colonizzatrice, favorendo con le loro ricerche sia l’azione militare, sia l’insediamento dei colonizzatori.
Prendendo le mosse dalla critica al positivismo per approdare alla Standpoint theory sino alla responsabilità morale di chi fa ricerca analizzeremo la questione assumendo il punto di vista di uno studioso di geografia critica.
Ne abbiamo parlato con Federico Ferretti dell’Università di Bologna

Avviso orale, fogli di via, sorveglianza speciale
La scorsa settimana i carabinieri hanno notificato ad un compagno di Trieste un provvedimento di “avviso orale”.
Di seguito alcuni stralci de comunicato del gruppo anarchico Germinal:
“L’avviso orale è una misura preventiva – o meglio - propedeutica all’applicazione di misure preventive quali il foglio di via o la sorveglianza speciale. Inoltre, il provvedimento può comportare prescrizioni o divieti, quali ad esempio il ritiro della patente o l’interdizione a frequentare determinati luoghi o persone.
La storia delle misure preventive, comminate cioè non a seguito di una specifica condanna, inizia nell’Ottocento con la repressione “degli oziosi e dei vagabondi”. È evidente quindi fin da subito come non si tratti tanto di punire un’azione quanto di sanzionare una condotta o una scelta di vita.
Tali misure hanno ovviamente larga diffusione negli anni del fascismo storico, quando ne viene accentuato il carattere di strumento volto a colpire gli oppositori politici.

Con la nascita della Repubblica italiana poco cambia, le leggi si susseguono e i provvedimenti preventivi restano, fino a venir di fatto inglobati nel cosiddetto Codice Antimafia nel 2011; ivi si indicano, molto genericamente, i destinatari dell’avviso orale come “coloro che debbano ritenersi, sulla base di elementi di fatto, abitualmente dediti a traffici delittuosi; coloro che per la condotta ed il tenore di vita debba ritenersi, sulla base di elementi di fatto, che vivono abitualmente, anche in parte, con i proventi di attività delittuose; coloro che per il loro comportamento debba ritenersi, sulla base di elementi di fatto, comprese le reiterate violazioni del foglio di via obbligatorio di cui all’ articolo 2, nonché dei divieti di frequentazione di determinati luoghi previsti dalla vigente normativa che sono dediti alla commissione di reati che offendono o mettono in pericolo l’integrità fisica o morale dei minorenni, la sanità, la sicurezza o la tranquillità pubblica”.
(…)
In ambito politico, sempre più il diritto amministrativo va a sommarsi – quando non a sostituirsi – al diritto penale come strumento repressivo.
Fra tutte, l’avviso orale forse è la misura più “semplice” ed “economica”, volta palesemente e unicamente a minacciare e intimidire i/le compagn* più attiv*.
Inoltre, essendo un atto amministrativo, ribalta l’onere della prova sulla persona colpita e le possibilità di difendersi sono molto minori rispetto ai procedimenti penali. A questo va necessariamente aggiunto che il diritto amministrativo non contempla, a differenza di quello penale, l’istituto del gratuito patrocinio, nel solco di una cosiddetta giustizia sempre più classista.

Per tutte queste ragioni le misure preventive vengono usate sempre più spesso contro i/le militanti delle varie aree del movimento: solo nella nostra regione questo è il quinto avviso nel giro di poche settimane, cui si sommano vari fogli di via e decine di denunce, arrivate anche a seguito di episodi di ben poco conto.
E poco importa se poi queste denunce finiscono molto spesso – fortunatamente - in assoluzioni o non luoghi a procedere: intanto si sono tenut* fuori gioco per anni compagn* e le realtà collettive devono investire cospicue forze per difendersi dalla repressione e per raccogliere fondi per le spese legali.
Sappiamo che, quando si lotta al di fuori e contro le istituzioni, la repressione arriva; ma balza agli occhi quanto il livello repressivo si innalzi costantemente, mettendo in discussione ogni giorno che passa gli spazi di agibilità politica e sociale di tutt*. Ormai qualsiasi episodio, anche il più minuscolo, viene perseguito con accanimento, con sprezzo tanto del ridicolo quanto dello sperpero di risorse pubbliche sottratte costantemente a ben più utili fini.
Anche l’avviso arrivato al nostro compagno farebbe ridere se fossimo in una candid camera: si basa su un paio di condanne risalenti ad oltre vent’anni fa e su presunte violazioni da accertarsi in un processo che deve appena iniziare, alla faccia della certezza del diritto.

È ben chiaro l’intento: silenziare tutte quelle realtà che non ci stanno a vedere la nostra città ridotta ad un parco giochi per turisti, a spese dell’ambiente e delle condizioni di vita dei ceti popolari.
Anche se la rassegnazione e la delega sono ancora realtà maggioritarie nella nostra società, le istituzioni temono che, con l’inasprirsi della crisi sociale e ambientale, le contraddizioni prima o poi siano destinate a esplodere.
Di fronte a scenari di guerre sempre più devastanti, in un mondo in cui la catastrofe ecologica incombe e i ricchi sono sempre più ricchi mentre le risorse si vanno esaurendo, crediamo fermamente che ribellarsi sia non solo giusto, ma indispensabile per provare a invertire la rotta.
Occorre respingere ogni tentativo di criminalizzazione e isolamento dei compagni e delle compagne colpite dalla repressione, allargando le reti sociali di lotta, moltiplicando gli spazi di autogestione e sostenendo tutte le strutture collettive di autodifesa che i movimenti si sono dati. (...)
Ne parliamo con Federico, il compagno “avvisato”

Satnam Singh. Ucciso da stato e padroni
Lavorava in nero in un’azienda agricola di Borgo Santa Maria, frazione di Latina. É morto all’ospedale San Camillo di Roma dopo che un macchinario per stendere e riavvolgere il nylon sulle serre gli aveva staccato un braccio.
Lasciato ad agonizzare per oltre due ore è stato caricato con la moglie, anche lei operaia della stessa azienda, su un un furgone che lo ha lasciato davanti alla sua casa, il braccio mozzato in una cassetta della frutta. Solo allora i suoi familiari hanno potuto chiamare i soccorsi. Ma era ormai troppo tardi per salvargli la vita.
Una storia tragicamente normale nei campi del Belpaese, dove i braccianti senza documenti sono merce a poco prezzo e di nessun valore, perché costantemente ricambiabile.
I responsabili diretti della sua morte sono il padrone e il caporale, ma i mandanti siedono in parlamento.
Ne abbiamo parlato con Simone Bisacca, avvocato del lavoro

Militari in città. La trovata del sindaco
Da gennaio alcune aree della nostra città sono sottoposte a controllo militare quotidiano. In un primo tempo i soldati dell’operazione “Strade Sicure” sono stati inviati solo in Barriera di Milano: da aprile le pattuglie interforze sono anche a San Salvario e Aurora.
Sono presidi molto scenografici con esibizione di soldati in mimetica, mitra spianati, e blindati Lince con il supporto di polizia e carabinieri.
Tutte le suppellettili necessarie ad alimentare un clima di guerra sono state messe in campo.
In questi giorni il sindaco di Torino ha dichiarato che chiederà al prefetto che i presidi fissi siano sostituiti da un controllo diffuso sul territorio, meno visibile ma, a suo avviso, più “efficace”. Lo Russo vuole cambiare la cartolina delle periferie torinesi.
In questi mesi gli antimilitaristi hanno contestato in più occasioni i presidi di “Strade Sicure”, ed ogni volta i militari se ne sono andati: la governance metropolitana teme che l’opposizione all’occupazione militare si allarghi.
Il sindaco prova a correre ai ripari rendendo meno visibile, sul piano simbolico e materiale, la presenza dei militari nel quartiere.
Nella sostanza cambierebbe ben poco.

Appuntamenti:

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Anarres, il vostro viaggio nel pianeta delle utopie concrete. Ogni dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze d...
21/06/2024

Anarres, il vostro viaggio nel pianeta delle utopie concrete. Ogni dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Potete ascoltarci anche in streaming

In questa puntata:

Scienza, colonialismo e guerra
Da qualche anno le connessioni tra ricerca scientifica, colonialismo e guerra sono divenute fulcro delle riflessioni di chi si batte contro la liason dangereuse tra università, industria, controllo sociale.
Si tratta di relazioni che costitutivamente caratterizzano alcune discipline ma da cui nessuna è realmente esente.
Il ruolo delle scienze dure è facilmente percepibile ma, in realtà molte discipline apparentemente distanti dalla logica del profitto e del dominio hanno avuto e continuano ad avere origini strettamente connesse con la guerra e la conquista.
Antropologi e geografi hanno preceduto ed accompagnato militari, preti e mercanti nell’azione colonizzatrice, favorendo con le loro ricerche sia l’azione militare, sia l’insediamento dei colonizzatori.
Prendendo le mosse dalla critica al positivismo per approdare alla Standpoint theory sino alla responsabilità morale di chi fa ricerca analizzeremo la questione assumendo il punto di vista di uno studioso di geografia critica.
Ne parliamo con Federico Ferretti dell’Università di Bologna

Avviso orale, fogli di via, sorveglianza speciale
La La scorsa settimana i carabinieri hanno notificato ad un compagno di Trieste un provvedimento di “avviso orale”.
Di seguito alcuni stralci de comunicato del gruppo anarchico Germinal:
“L’avviso orale è una misura preventiva – o meglio - propedeutica all’applicazione di misure preventive quali il foglio di via o la sorveglianza speciale. Inoltre, il provvedimento può comportare prescrizioni o divieti, quali ad esempio il ritiro della patente o l’interdizione a frequentare determinati luoghi o persone.
La storia delle misure preventive, comminate cioè non a seguito di una specifica condanna, inizia nell’Ottocento con la repressione “degli oziosi e dei vagabondi”. È evidente quindi fin da subito come non si tratti tanto di punire un’azione quanto di sanzionare una condotta o una scelta di vita.
Tali misure hanno ovviamente larga diffusione negli anni del fascismo storico, quando ne viene accentuato il carattere di strumento volto a colpire gli oppositori politici.

Con la nascita della Repubblica italiana poco cambia, le leggi si susseguono e i provvedimenti preventivi restano, fino a venir di fatto inglobati nel cosiddetto Codice Antimafia nel 2011; ivi si indicano, molto genericamente, i destinatari dell’avviso orale come “coloro che debbano ritenersi, sulla base di elementi di fatto, abitualmente dediti a traffici delittuosi; coloro che per la condotta ed il tenore di vita debba ritenersi, sulla base di elementi di fatto, che vivono abitualmente, anche in parte, con i proventi di attività delittuose; coloro che per il loro comportamento debba ritenersi, sulla base di elementi di fatto, comprese le reiterate violazioni del foglio di via obbligatorio di cui all’ articolo 2, nonché dei divieti di frequentazione di determinati luoghi previsti dalla vigente normativa che sono dediti alla commissione di reati che offendono o mettono in pericolo l’integrità fisica o morale dei minorenni, la sanità, la sicurezza o la tranquillità pubblica”.

(…)
In ambito politico, sempre più il diritto amministrativo va a sommarsi – quando non a sostituirsi – al diritto penale come strumento repressivo.
Fra tutte, l’avviso orale forse è la misura più “semplice” ed “economica”, volta palesemente e unicamente a minacciare e intimidire i/le compagn* più attiv*.
Inoltre, essendo un atto amministrativo, ribalta l’onere della prova sulla persona colpita e le possibilità di difendersi sono molto minori rispetto ai procedimenti penali. A questo va necessariamente aggiunto che il diritto amministrativo non contempla, a differenza di quello penale, l’istituto del gratuito patrocinio, nel solco di una cosiddetta giustizia sempre più classista.

Per tutte queste ragioni le misure preventive vengono usate sempre più spesso contro i/le militanti delle varie aree del movimento: solo nella nostra regione questo è il quinto avviso nel giro di poche settimane, cui si sommano vari fogli di via e decine di denunce, arrivate anche a seguito di episodi di ben poco conto.
E poco importa se poi queste denunce finiscono molto spesso – fortunatamente - in assoluzioni o non luoghi a procedere: intanto si sono tenut* fuori gioco per anni compagn* e le realtà collettive devono investire cospicue forze per difendersi dalla repressione e per raccogliere fondi per le spese legali.
Sappiamo che, quando si lotta al di fuori e contro le istituzioni, la repressione arriva; ma balza agli occhi quanto il livello repressivo si innalzi costantemente, mettendo in discussione ogni giorno che passa gli spazi di agibilità politica e sociale di tutt*. Ormai qualsiasi episodio, anche il più minuscolo, viene perseguito con accanimento, con sprezzo tanto del ridicolo quanto dello sperpero di risorse pubbliche sottratte costantemente a ben più utili fini.
Anche l’avviso arrivato al nostro compagno farebbe ridere se fossimo in una candid camera: si basa su un paio di condanne risalenti ad oltre vent’anni fa e su presunte violazioni da accertarsi in un processo che deve appena iniziare, alla faccia della certezza del diritto.

È ben chiaro l’intento: silenziare tutte quelle realtà che non ci stanno a vedere la nostra città ridotta ad un parco giochi per turisti, a spese dell’ambiente e delle condizioni di vita dei ceti popolari.
Anche se la rassegnazione e la delega sono ancora realtà maggioritarie nella nostra società, le istituzioni temono che, con l’inasprirsi della crisi sociale e ambientale, le contraddizioni prima o poi siano destinate a esplodere.
Di fronte a scenari di guerre sempre più devastanti, in un mondo in cui la catastrofe ecologica incombe e i ricchi sono sempre più ricchi mentre le risorse si vanno esaurendo, crediamo fermamente che ribellarsi sia non solo giusto, ma indispensabile per provare a invertire la rotta.
Occorre respingere ogni tentativo di criminalizzazione e isolamento dei compagni e delle compagne colpite dalla repressione, allargando le reti sociali di lotta, moltiplicando gli spazi di autogestione e sostenendo tutte le strutture collettive di autodifesa che i movimenti si sono dati. (...)
Ne parliamo con Federico, il compagno “avvisato”

Satnam Singh. Ucciso da stato e padroni
Lavorava in nero in un’azienda agricola di Borgo Santa Maria, frazione di Latina. É morto giovedì all’ospedale San Camillo di Roma dopo che un macchinario per stendere e riavvolgere il nylon sulle serre gli aveva staccato un braccio.
Lasciato ad agonizzare per oltre due ore è stato caricato con la moglie, anche lei operaia della stessa azienda, su un un furgone che lo ha lasciato davanti alla sua casa. Solo allora i suoi familiari hanno potuto chiamare i soccorsi. Ma era ormai troppo tardi per salvargli la vita.
Una storia tragicamente normale nei campi del Belpaese, dove i braccianti senza documenti, sono merce a poco prezzo e di nessun valore, perché costantemente ricambiabile.
I responsabili diretti della sua morte sono il padrone e il caporale, ma i mandanti siedono in parlamento.
Ne parliamo con Simone Bisacca, avvocato del lavoro

Appuntamenti:

Via i militari! Per una città libera e solidale!
Sabato 22 giugno
ore 10,30
punto info antimilitarista
al Balon
Smilitarizziamo la città!

Sabato 6 luglio
CPR, stragi in mare, campi di concentramento
ore 10,30
punto info contro frontiere e CPR
al Balon

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dalle 18 alle 20 in corso Palermo 46

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