Zero Highways

  • Home
  • Zero Highways

Zero Highways Welcome to my channel! Ride with me on the most beautiful roads and trails around the world.

Sarà la terza o quarta volta (almeno) che lo dico, e forse non sarà neanche l'ultima, ma non è colpa mia:State per veder...
15/02/2025

Sarà la terza o quarta volta (almeno) che lo dico, e forse non sarà neanche l'ultima, ma non è colpa mia:
State per vedere la più bella strada del Marocco. Punto
[Prima parte]

Episodio 20 - prima parteUna giornata epica, attraverso una zona di una bellezza sconvolgente.Si parte da Foum Zguid in direzione Tissint attraverso la valle...

Dopo aver maledetto più e più volte l'ex amico Enrico Zanti durante la prima parte dell'episodio 19 (tranquillo Enrico, ...
12/02/2025

Dopo aver maledetto più e più volte l'ex amico Enrico Zanti durante la prima parte dell'episodio 19 (tranquillo Enrico, non è ancora l'episodio in cui la nostra amicizia si infrange a colpi di madonne e massi da spostare 😁), prosegue l'attraversamento dell'altopiano di Taznakht, che io manco a dirlo ho percorso al contrario di come sarebbe stato meglio fare, anche se alla fine si è rivelata una mossa vincente.

Episodio 19 - seconda parte.L'altopiano di Taznakht, nel Marocco centrale, è un'immensa pianura situata a 1500m di quota tra Ouarzazate e Tissint, circondata...

Mentre aspetto di salire sul traghetto che mi porterà a Freetown, la capitale di una umidissima Sierra Leone, il mio alt...
08/02/2025

Mentre aspetto di salire sul traghetto che mi porterà a Freetown, la capitale di una umidissima Sierra Leone, il mio alter ego digitale si sta ancora divertendo in Marocco.

Episodio 19 - prima parte.L'altopiano di Taznakht, nel Marocco centrale, è un'immensa pianura situata a 1500m di quota tra Ouarzazate e Tissint, circondata d...

Mentre mi riprendo a fatica dallo stupore misto a giubilo per aver scelto un monastero come alloggio in cui dormire stan...
06/02/2025

Mentre mi riprendo a fatica dallo stupore misto a giubilo per aver scelto un monastero come alloggio in cui dormire stanotte, ed essermi ritrovato come unico ospite maschio ad accogliere un intero pullman di turiste francesi, è uscito l'episodio 18.

La giornata parte con 2 chiodi nella gomma posteriore, uno dei quali lungo e molto appuntito. La camera d'aria rinforzata pare che regga, vedremo se col pass...

O' miracolo, sono riuscito a non spezzare in 2 parti un video.Altra giornata caratterizzata da panorami spettacolari, ma...
01/02/2025

O' miracolo, sono riuscito a non spezzare in 2 parti un video.

Altra giornata caratterizzata da panorami spettacolari, ma anche tanta preoccupazione. Un tratto del percorso attraversava montagne molto belle ma dalle quali era palese che si staccassero frequenti frane di enormi massi.
Per cui, a malincuore, ho dovuto accelerare il passo e tagliermi rapidamente da potenziali guai, scatenando tutta l'indomabile potenza dei 28 cavalli della mia sempre più amata Voge.
https://youtu.be/uQyfoAYff-c?si=CwfZ9PYaRECfAA7v


Una giornata densissima di eventi e panorami incredibilmente diversi. Si parte dal Tizi n'Test, famoso passo del Marocco a 2.200m nell'Atlas occidentale, dap...

Episodio 16 - parte 2Tra la milionata di ricordi indelebili che mi porto via dal Marocco, questa giornata occupa sicuram...
30/01/2025

Episodio 16 - parte 2
Tra la milionata di ricordi indelebili che mi porto via dal Marocco, questa giornata occupa sicuramente un posto speciale.

Oltre ai panorami incredibili, cercati e trovati quasi con ossessione, e alla strada da pelle d'oca, non scorderò mai:
La purezza dei due fratelli in moto, che volevano ospitarmi e mostrarmi la bellezza delle montagne attorno al loro villaggio;
La gentilezza dell'omino sulla scavatrice, che mi vede da lontano mentre mi impicco per farmi una foto e scende per ve**re ad aiutarmi;
La serata passata a ridere e parlare davanti al caminetto con due belgi conosciuti in un gelido rifugio a 2.100m.

Grazie 💚

Dopo numerosi tentativi di arrivare a vedere anche le cime innevate che abbondano in quella zona, ecco che i miei angeli custodi arrivano ad indicarmi la str...

Episodio 16 - prima parte.Ormai ho rinunciato a cercare di condensare in un solo video la quantità immane di avvenimenti...
26/01/2025

Episodio 16 - prima parte.
Ormai ho rinunciato a cercare di condensare in un solo video la quantità immane di avvenimenti e/o paesaggi incredibili che una giornata qualunque in Marocco riesce a produrre.

Questa giornata in particolare poi, sebbene partita un pochino in sordina, si è rivelato essere probabilmente la più bella di tutto il viaggio. Totalmente improvvisata e, forse proprio per questo, la più emozionante.

Si comincia con l'attraversamento delle zone più colpite dal terremoto di 2 anni fa, nelle quali mi ritrovo a passare per caso, per finire con una galoppata epica su alcune delle montagne più suggestive e impervie su cui abbia messo le ruote.

In maniera del tutto inattesa mi ritrovo a passare attraverso le zone colpite dal violento terremoto del Marocco nel 2023, raggiungendo addirittura l'epicent...

Il nuovo tormentone dell'estate 2025:Dar Imoughlad 🤟
23/01/2025

Il nuovo tormentone dell'estate 2025:
Dar Imoughlad 🤟

Episodio 15 seconda parte: verso il campo base del Jbel Toubkal, la montagna più alta del Marocco.Giornata spensierata, senza sterrati complicati, e graziato...

A spasso per l'isola di Bubaque  (2)
19/01/2025

A spasso per l'isola di Bubaque (2)

A spasso per l'isola di Bubaque
18/01/2025

A spasso per l'isola di Bubaque

18/01/2025

Ero in dubbio se entrare o meno in Guinea Bissau, e c'è mancato poco che decidessi di girarle attorno.
Sapevo zero di questo paese. A dirla tutta se, 6 mesi fa, prima di cominciare a preparare il viaggio in Africa, avessi dovuto puntare il dito su una cartina senza nomi, forse avrei sbagliato di un migliaio di chilometri. Non escludo che, colto alla sprovvista, avrei sbagliato anche continente.

E invece...

Dopo la delusione del Senegal, solo parzialmente mitigata da quell'angolo di paradiso sulla foce del Fiume Casamance, che io e la moto abbiamo conquistato a bordo di una barchetta tutta gialla, la Guinea Bissau si sta guadagnando con umiltà e determinazione un posticino nel mio cuore.

Non brilla per nulla in particolare, ma ha tante cose al posto giusto.

Le strade, ad esempio: un amabile disastro. Una quantità di buche difficilmente immaginabile, piccole e ravvicinate che non puoi schivare e ti smontano la moto, o così grandi che fatichi a capire se stai entrando in una buca o stai scendendo da una piccola collina. Talvolta le buche più grandi ospitano al proprio interno varie buche di quelle piccole, che a loro volta ospitano della sabbia, che al mercato mio padre comprò.

E la polvere poi. Ah... quella stessa terra che nella stagione delle piogge dà vita a un fango micidiale, ora che è asciutta la ritrovi ovunque sotto forma di polvere. Nell'aria, nei vestiti, tra le dita dei piedi, in ogni meandro della moto... Non ha ancora quel sensuale color ocra rossa della terra nello Tsavo o della sabbia del Wadi Rum, ma ci si avvicina e fa già molto Africa.

Bissau, una capitale africana anomala, garbata, tranquilla, quasi pulita, con i suoi edifici bassi e colorati in stile coloniale, decadenti il giusto, talvola piu del giusto, ricorda vagamente L'Avana. Piuttosto vagamente.
Ci arrivi da uno sterrato che ha messo KO gli ammortizzatori della moto e ti ritrovi all'improvviso su una strada a 3 corsie per carreggiata nuova di pacca, con i lampioni e tutto il resto. Ti aspetti da un momento all'altro che arrivino il traffico infernale e il sudiciume della periferia di Dakar, e invece niente. In 10 minuti sei in centro, con i cestini per l'immondizia lungo i marciapiedi e la gente che sorseggia il cappuccino ai tavolini di una pasticceria.
E 4 dita di polvere a bordo strada.

La corrente va e viene. Più va che viene. E i negozi si fermano, i bancomat vanno off line, la catena del freddo nei frigo e congelatori va a donnine allegre, e tu che dovevi stampare dei documenti, prelevare i soldi e fare un po' di spesa, ti ritrovi a fare il gioco dei quattro cantoni: bancomat-copisteria-bancomat-supermercato-copisteria-bancomat, sperando che almeno uno torni operativo e ti tenga occupato una mezz'ora mentre gli altri via via ripartono.
Dopo 2 ore che giri a vuoto, la guardia davanti alla banca ormai ti riconosce e fa di no da lontano con la testa, così tu puoi restare comodamente davanti alla porta della copisteria a fissare le luci sul soffitto con le braccia dietro la schiena, sapendo che, finché sono spente, niente fotocopie e porte scorrevoli del supermercato bloccate.

E con la corrente spesso va via anche l'acqua, sicché se vuoi farti una doccia ti fai andare bene quella nel secchio, inspiegabilmente 10 gradi più fredda di quella del rubinetto. Altrimenti ti tieni addosso la polvere.

Uno degli highlights della Guinea Bissau, oltre alle buche, sono le isole dell'arcipelago Bijagos. Una ventina di isole tropicali, le più grandi larghe alcune decine di km, le più piccole appena poche centinaia di metri, tutte accomunate da una f***a vegetazione e nomi improbabili.

Sono arrivato al tramonto sull'isola di Bubaque dopo un viaggio della speranza a bordo di una piroga in legno sulla quale erano stati caricati nell'ordine: un camion di blocchetti di cemento, una buona tonnellata di tondini di ferro per cemento armato, un centinaio di casse di acqua, birra e bevande varie, 2 frigoriferi, 1 motocarro a 3 ruote, 2 biciclette, una ventina di passeggeri e 2 cani.

La piroga, non scherzo, si chiamava Esperanza.

Quasi 5 ore di traversata, seduti su spesse assi di legno, con i piedi sospesi a 2m dal fondo dello scafo, visibilmente allagato, tanto che ogni ora due "marinai" si armavano di secchi tirando via centinaia di litri di acqua alla volta.

Per la prima mezz'ora io e i belgi accanto a me siamo rimasti seduti composti, in silenzio, con i giubbotti salvagente addosso e gli occhi puntati sul livello dell'acqua sotto i nostri piedi.

Poi, siccome alla fine ci si abitua a tutto, ci siamo dimenticati che stavamo sfidando la sorte e le leggi della fisica in mezzo all'oceano atlantico, e quindi via i giubbotti, via le infradito, è comparso un karaoke, del vino, ho visto girare anche un paio di canne, non da pesca, e le 5 ore sono volate assieme ai dubbi sulla tenuta della piroga.

In tutto questo la moto è rimasta al Gorila Rooms, dove alloggiavo. Io ho inforcato uno zaino alto poco più di un palmo in cui ho ficcato dentro una serie spero non troppo sconclusionata di robe e mi sono imbarcato senza neanche aver prenotato un alloggio. Per la prima volta da quando siamo partiti a inizio ottobre dormiremo separati.
Domenica o al più tardi lunedì, se la piroga non affonda, torno da lei a Bissau per cominciare a puntare verso dove rimpiangeremo le buche della Guinea Bissau: la Guinea (quella senza Bissau).

Comincia la manovra di accerchiamento al Jbel Toubkal, la montagna più alta del nord Africa (quasi 4.200m) e l'ottava pi...
18/01/2025

Comincia la manovra di accerchiamento al Jbel Toubkal, la montagna più alta del nord Africa (quasi 4.200m) e l'ottava più alta di tutto il continente.
Neanche a dirlo, percorrendo sterrati suggestivi a strapiombo stile Pakistan.

In questo episodio tra l'altro inauguriamo la rubrica "i campi di calcio più improbabili", che ci accompagnerà quasi fino alla Mauritania, lasciandoci con mille domande e ben poche risposte.

Dopo la gaffe dello scorso episodio, in cui ero convinto di essere diretto verso il Jbel Toubkal, la montagna più alta del Marocco e l'ottava più alta di tut...

Dopo la pausa p**ì per cercare di capire dove stessi andando, cosa sarà successo?Sapevatelo, su Rieducational Channel 🤟
16/01/2025

Dopo la pausa p**ì per cercare di capire dove stessi andando, cosa sarà successo?
Sapevatelo, su Rieducational Channel 🤟

Episodio 14 - seconda parte.La giornata comincia con un'interessante visita alla Kasbah Amridil, a Skoura, edificio del 17esimo secolo, presente anche sulle ...

14/01/2025

Ho soggiornato per 4 giorni in un angolo di paradiso sul delta del Fiume Casamance, in Senegal, in una specie di lodge costruito e gestito da una famiglia con 8 fratelli tra i 20 e i 40 anni, ad appena 5km dell'oceano Atlantico.

8 ragazzi semplici, davvero gentili, attenti e molto operosi.
Mohamed il cuoco, Ibrahim il barcarolo, Omar il pescatore, poi... e poi io con i nomi sono un disastro, non ricordo quelli degli altri. C'era un Iffa mi pare, ma non ricordo neppure quale fosse, e poi gli altri. Va detto a mia discolpa che 8 sono tanti.
Credo lo pensi anche la madre...

Tranne alla sera, in cui si riunivano fino a tardi attorno al fuoco a parlare e scherzare, durante il giorno avevano sempre qualcosa da fare. Con calma, ma non quella calma con cui hai quasi sempre anche fare in Africa, che in realtà è flemma, noncuranza, scoglionamento.

A guardare loro, l'africano ero io.
Avevo bucato a Ziguinchor, 2 ore prima di arrivare al porticciolo dove Ibrahim aveva caricato me e la moto e, quando me ne sono accorto, l'unica cosa che ho fatto è stata rimettere il chiodo al suo posto, come se nulla fosse, sperando che nessuno mi avesse visto.

C'ho messo 4 giorni a riparare la gomma. Non perché fosse difficile o avessi altro da fare. Semplicemente mi andava così.

Il primo giorno mi sono limitato a osservare la gomma sgonfiarsi lentamente. È affascinante guardare quanta aria possa uscire prima che sembri davvero bucata. Hai anche il tempo di convincerti che forse non è poi così bucata, magari il suo è solo un vezzo, o un po' di stanchezza.

Il secondo giorno ho smontato la ruota e l'ho poggiata a terra. Ho passato ore a osservare la moto sospesa in equilibrio sul cavalletto e con la punta del forcellone poggiata su un blocchetto di cemento.
Un equilibrio precario ma così affascinante.

Il terzo giorno l'ho riparata, insieme a Omar il pescatore. P
Poi è arrivato quello che parlava anche spagnolo e mi incantava quando parlava francese. Con una sorta di clava ha gonfiato di botte la gomma mentre il compressore andava.
Secondo lui aiutava il ritallonamento.
Secondo me ho dei bozzi sul cerchione che prima non c'erano.

Il quarto l'ho rimontata, dopo aver verificato varie volte durante le 24h che non perdesse.
Che poi a dirla tutta perdeva, ma non così tanto da rismontare il copertone e ricominciare tutto daccapo. 0,3 bar in 24h è un risultato che posso considerare soddisfacente, quasi eccellente. Ce ne preoccuperemo più avanti.

Ho addirittura esteso di 1 giorno la permanenza, perché non volevo mettere troppa carne al fuoco. Troppi input, troppi output, come direbbe Drugo.

Dicevo dei ragazzi.
Ogni sera restavo sorpreso di come questi fratelli parlassero ore e scherzassero tra loro, seduti attorno al fuoco, come una vera comitiva di amici.
È pur vero che, in un paesino di 50 anime che puoi raggiungere solo in barca o in 4x4, o trasformi in amici i fratelli che hai a portata di mano o ti spacchi i marroni e ti butti a mare, però non è così scontato.

Ieri pomeriggio hanno tirato fuori un piccolo drone. Era poco più di un giocattolo, roba che il mio DJI Mini 1 sembra un astronave, ma si sono divertiti molto a farlo volare.
Io ero sul molo di sinistra a godermi il tramonto al fresco con una birra, e li sentivo ridere e vociare.

Quando il sole ormai era sparito alle mie spalle, Omar viene a chiamarmi. Hanno perso il contatto radio col drone e non sanno cosa fare. Sanno che anche io ho un drone e hanno bisogno del mio aiuto.

Afferro il mio Amaro Montenegro. Era arrivato il momento di portare in salvo l'antico vaso. Il maltempo si avvicinava, dovevo raggiungere i miei amici prima che il vento diventasse troppo forte...

Omar e quello che parla spagnolo mi indicano una lucina in lontananza nel cielo ormai scuro.
Perfetto, posizione memorizzata.
Provo a smanettare col telecomando, ma niente, la lucina resta immobile lì. Gli spiego che dobbiamo sbrigarci a raggiungerlo, perché se si scarica la batteria ciaone, e credo non manchi molto.

Partiamo in 4.
Le strade del paesino sono di sabbia morbida e profonda, è difficile anche camminare. Capisco al volo che domani non se ne parla di andarsene in moto via terra. Farei 6m e affonderei.
Poco male, godo all'idea di risalire il fiume in sella alla mia moto, sulla barca di Ibra, con la gomma che si sgonfia lentamente e io che me ne frego.

Camminiamo 10 minuti lungo un sentiero illuminato solo dalla luna, e la lucina è sempre lì. Non sembra neanche 1m più vicina di prima. Strano.
Comincio a pensare che il tempo sta scadendo, impossibile che resti in volo più di 15 minuti.

Ragazzi, acceleriamo il passo.

Nel frattempo quello che parla anche spagnolo è al telefono con un amico, che abita nella direzione del drone. Ci assicura che lo vede ed è ancora lì.

Cio pare rassicurarli, ma il mio livello di perplessità sale alle stelle.
Vorrei chiedegli: ragazzi, ma siamo proprio sicuri che quello sia il drone? Perché a me boh, non tornano troppe cose...

Ma desisto, non vorrei si offendeserro.

Prendo il radiocomando, provo di nuovo a fare qualche manovra ma niente, la luce del drone è sempre inchiodata lì, direzionenord-est. A dir la verità sembra addirittura appena alta di prima.
Caspita che batteria 'sto drone senegalese...

Camminiamo altri 5 minuti durante i quali, da buon ingegnere, comincio a farmi 2 conti.
Impossibile che quel drone stia ancora in aria.
Capisco che i ragazzi sono vittima della mia stessa illusione. Come io non mi rassegnavo alla vista della gomma sgonfiarsi, loro non si rassegnavano all'idea che quella luce fosse una stella.

Prendo coraggio, e ripongo l'amaro Montenegro.

Oggi Federico Zero Angela vi porta alla scoperta della bellissima Kasbah Amridil, la meglio conservata del Marocco.Ma po...
11/01/2025

Oggi Federico Zero Angela vi porta alla scoperta della bellissima Kasbah Amridil, la meglio conservata del Marocco.

Ma poi ci infiliamo di nuovo gli stivali per addentrarci sulle montagne a nord di Ouarzazate, nell'Alto Atlas, dove ci aspetta uno sterrato di quelli yeah 🤟

Episodio 14 - prima parte.La giornata comincia con un'interessante visita alla Kasbah Amridil, a Skoura, edificio del 17esimo secolo, presente anche sulle ba...

"Breve" aggiornamento sulle condizioni della moto che, 2 giorni fa, mi ha lasciato a piedi.L'altro ieri ho passato 5 ore...
09/01/2025

"Breve" aggiornamento sulle condizioni della moto che, 2 giorni fa, mi ha lasciato a piedi.

L'altro ieri ho passato 5 ore in giro per Banjul, Gambia, a cercare un relé di ricambio per sostituire quello che sembrava essere difettoso.

Al rientro si era ormai fatto tardi (qui fa buio abbastanza presto) quindi ho rimandato al giorno successivo la sostituzione.

Ieri ho passato tutta la giornata a ripristinare i cablaggi modificati dai ragazzi Gambiani che mi avevano aiutato a rimettere in funzione la moto, che, per quanto super gentili e piuttosto competenti, avevano lavorato con la consueta "ruvidezza" che ben conosce chi viaggia fuori Europa la con un proprio veicolo.

Sostituisco alla bell'e meglio anche alcuni bulloni che avevo perso per strada, sempre per il motivo di cui sopra. Richiudo tutto e parto per un breve giro di prova.

Faccio 500m e resto nuovamente a piedi. Di nuovo davanti a un posto di blocco. Signori militari, qualcuno ve lo deve dire: portate sfiga.

Spingo la moto indietro fino alla guest house, tra mille bestemmie e un filo di preoccupazione (quando hai un visto e un documento di impostazione temporanea del veicolo, vivi perennemente col conto alla rovescia attivato).

Di nuovo, mancava poco al tramonto, quindi tutto rimandato al giorno dopo.

Stamattina di buon ora mi metto a rismontare la moto e, dopo averla fissata a lungo con aria perplessa ma confidente, inizio a palpeggiarla lungamente, finché non mi accorgo che, toccando tra telaio e filtro dell'aria, la p***a della benzina inizia a gemere.

Anni fa ricordo che qualcosa del genere accadeva con le donne, ma ora ho una moto.

Scopro così che 2 dei cavi di un connettore nascosto lì dietro erano danneggiati. Uno completamente tranciato, l'altro sul punto di fare la stessa fine.

Marco e Inga, i gentilissimi proprietari della guest house in cui ormai ho preso residenza, mi accompagnano in giro per il paesino in cerca dei pezzi di ricambio che mi occorrono.

Torniamo dopo un paio d'ore e comincia il cinema. Dopo oltre 100.000km con la TRK attraverso 35 paesi, preso dalla smania di ridurre il peso dei bagagli a tutti i costi, avevo deciso di lasciare in Italia una di quelle cose che non avevo mai usato.
Il saldatore a 12V.

Naturalmente era esattamente ciò di cui avevo bisogno oggi.

Per miracolo in un negozietto in paese avevo intravisto un rocchetto di stagno usato, prontamente acquistato assieme a del nastro isolante.

Peccato che di saldatori in giro non se ne trovino. Anzi, quando a un'officina chiedi se ce l'hanno, devi fare una grande opera di convincimento per fargli capire che non intendi una saldatrice, ma proprio un saldatore a stagno. Tanto che ti domandi perché vendano lo stagno se poi lo strumento con cui usarlo pare non esista.

Dopo aver fatto una milionata di saldature da ragazzo, e aver visto tutte le puntate di Mc Giver, non mi perdo d'animo e, complice un sempre più divertito Marco, prepariamo della carbonella e dei grossi chiodi da usare come punte di saldatore.

Chi non ha mai saldato penserà che il grosso era fatto. Chi invece ha saldato, sa perfettamente in quale delirio siamo andati a infilarci.

Quando scaldi molto un pezzo di metallo, lo strato di ossido che si forma sulla superficie impedisce allo stagno di attaccarsi, e in parte lo isola termicamente.

Ci sono volute 2 ore e 1 metro di stagno buttato (per lo più sulle mie gambe) per riuscire nell'impresa.

Ultimata la saldatura più br**ta della mia vita, tiro fuori guaina termorestringente, 30/40m di nastro isolante, richiudo tutto e via pronti per la prova del nove.

In uno slancio di ottimismo decido che, per provare la moto, la destinazione ideale fosse il negozio di alcolici che si trova a 4-5 km da qui.

Vado, e incredibilmente torno pure.
Senza spingere.

Nel mentre ricevo anche l'approvazione del visto per la Guinea, nonostante le foto da talebano che ho caricato sul sito governativo, cosa che suona come un ulteriore buon auspicio.

In un tripudio di buone notizie, al rientro mi scrive René, grosso personaggio olandese conosciuto durante il mio peregrinare per tutta Banjul alla inutile ricerca di un relé (ora che ci faccio caso, René, relé... vabbé), che mi aspetta al bar sulla spiaggia a 10 minuti da me.

10 minuti di sabbia durano molto più di 10 minuti, soprattutto al ritorno, ma è filato tutto liscio.

Contro ogni aspettativa siamo di nuovo in pista.
Domani si torna in Senegal, stavolta al sud, direzione Casamance, per 3-4 giorni di pausa lungo l'omonimo fiume.

Dopodiché un veloce salto in Guinea Bissau, prima di cominciare l'avventura quella vera in Guinea Conakry.
🤟

Episodio 13 - seconda parte.Video (relativamente) breve con il quale ci lasciamo alle spalle per qualche settimana gli s...
09/01/2025

Episodio 13 - seconda parte.
Video (relativamente) breve con il quale ci lasciamo alle spalle per qualche settimana gli scenari desertici lungo il confine con l'Algeria, per puntare nuovamente sull'Atlante.

Ci aspettano infatti ancora tutta la metà ovest di questa incredibile catena montuosa e alcuni dei video più clamorosi che abbia mai pubblicato.

La tappa di oggi si conclude con me che indosso le mutande di latta, per evitare di farmi fregare dal vincitore dell'ambíto premio "Il meno ospitale gestore di Riad nella storia del Marocco".

Episodio 13, seconda parte.Lascio Zagora diretto verso M'Hamid, un piccolo e polveroso villaggio alle porte deserto Erg Chigaga, lungo il confine con l'Alger...

07/01/2025

Quando una enorme seccatura, come restare a piedi a 6.000km da casa, si trasforma in un'esperienza umana che da sola vale un intero viaggio 💚

Address


Alerts

Be the first to know and let us send you an email when Zero Highways posts news and promotions. Your email address will not be used for any other purpose, and you can unsubscribe at any time.

Videos

Shortcuts

  • Address
  • Alerts
  • Videos
  • Claim ownership or report listing
  • Want your business to be the top-listed Media Company?

Share