Liberiamo l'acqua dalla Borsa

Liberiamo l'acqua dalla Borsa favorire la partecipazione alla manifestazione del 9 dicembre 2021 e lo scambio di informazioni

21/03/2024

Il Manifesto per il diritto all'acqua di Anybal Faccendini Il manifesto dei diritti e le dichiarazioni sull’acqua implicano una sfida profonda che è ancorata alla protezione di una delle trascendenze fondamentali nella genesi e nel potenziamento della vita: l’acqua. Questo cibo e questo diritto umano fondamentale che ci costituisce come specie vivente e che anche noi costituiamo ci mostra la necessità di ascoltare l’acqua e il suo contesto. Il manifesto dei diritti e delle dichiarazioni sull’acqua è un’enunciazione che apre ampiamente la strada al biocentrismo e realizza così l’esilio dell’omocentrismo. Il problema che dobbiamo porci è come soggettiviamo l’elemento vitale nel diritto. Ciò che consente le trasformazioni sono le soggettivazioni materializzate e quindi la materialità soggettivata. Ci sono molti esempi nelle scienze.

Possiamo quindi menzionare i diritti degli animali, il potere loro conferito ed esercitato dagli esseri umani sugli altri esseri umani. A questi esseri viventi un tempo concedevano diritti, un tempo consideravano le cose e oggi sono soggetti di diritti. Il cui obiettivo giuridico è proteggere gli animali dagli abusi umani. Ma chi difende questi diritti e la soggettività giuridica? Ovviamente, una persona contro l'autore del reato che è un altro essere umano. Tale protezione contro i conflitti con altri animali non viene applicata normativamente. Oppure, se l’umanità pone dei limiti alla protezione degli animali, nel caso degli animali, la scienza fa appello a una situazione necessaria di concessione di diritti che saranno difesi da altri esseri umani. Ciò segnala la sostituzione dell’antropocentrismo con il biocentrismo dell’ambientalismo inclusivo. Questo processo dialettico ha la sua sintesi superante in un umanesimo che attribuisce diritti alla vita del pianeta e lo rende sovrano e indipendente dalla volontà dell'uomo. È un salto di qualità di grande essenzialità.

L'orgoglio dell'uomo deve essere sconfitto e rovesciato. Non c'è via d'uscita dal paternalismo dell'uomo sulla Terra, solo predazione e furto della vita. L’acqua è la bandiera più grande accanto all’aria, che si sostiene non possa essere soggetta a mercificazione o finanziarizzazione. È giunto il momento, vista l’evoluzione dell’ambientalismo inclusivo, che l’acqua abbia i propri diritti come gli animali. Saranno gli esseri umani a difendere i diritti umani riconosciuti all’acqua.

I diritti e le dichiarazioni dell’acqua sono:

1-Ogni acqua ha il diritto di essere rinnovata e purificata secondo i cicli armoniosi della natura.

2-L'acqua ha il diritto di esigere la pace con essa, di essere rispettata dalle diverse convinzioni religiose, filosofiche, spirituali e politiche.

3- Rivendica la gentilezza tra gli esseri viventi per accedervi.

4- Diritto delle Fraternità. Pace e fratellanza planetaria per l’acqua. Cessazione immediata delle guerre contro l’acqua. Dal 1950 al 1983 ci sono state 1800 guerre per l’acqua e negli anni dal 2020 al 2022 duecento guerre per il cibo essenziale.

5-Diritto all'autorità mondiale dell'acqua. L’acqua è un bene comune pubblico essenziale, trasversale a tutta la vita e a tutto il corpo. È l’alimento fondamentale, inalienabile e insostituibile per gli esseri viventi. L'autorità deve risiedere presso l'Assemblea delle Nazioni Unite.

6-Ha il diritto di preservare, proteggere ed espandere naturalmente.

7-L'elemento vitale non deve essere contaminato o alterato artificialmente nei suoi cicli di purificazione e feedback.

8- È disponibile alla vita di tutte le specie e agli elementi inerti. Purché siano rispettati i criteri di giustizia sociale ambientale e di società armonizzata.

9- Va protetta dal consumismo, l'acqua sprecata è acqua colpita da danni ambientali.

10- L'acqua è l'essenziale sovranità alimentare della Terra, come tale deve essere protetta e dosata rispetto al 70% del suo consumo da parte delle attività agricolo-zootecniche e al 20% dall'industria. L’acqua, pena un grave danno ambientale, non dovrebbe essere sottoposta in senso lato a processi di sfruttamento minerario, né ad attività legate ai combustibili fossili, nonché alla deforestazione e/o alla depredazione delle zone umide.

11- Rifiutare ogni appropriazione indebita dell'uomo, perché l'acqua è vita, è un bene pubblico comune come l'aria e la luce del sole.

12- L'acqua ha il diritto sostanziale ed imprescrittibile di respingere qualsiasi concezione e/o preventivo commerciale e finanziario.

13- Ha il diritto di essere riconosciuta come sostanza vitale, essenziale e prioritaria per la vita sulla Terra e per l'accesso all'acqua per ragioni fondamentalmente economiche e secondariamente climatiche, nei paesi sottosviluppati.

14-Rivendicare il diritto per sé, ai principi ambientali inclusivi di incertezza, prevenzione e precauzione che ci permettono di vedere che l'acqua deve essere protetta, conservata e distribuita equamente.

15-L'acqua ha il diritto di avere la sua gestione, distribuzione e consumo sostenibile in mano pubblica. Il suo sostegno economico deve essere basato sulla comunità, come l’istruzione e la sanità pubblica.

16- Il diritto di non manipolazione, questo diritto stabilisce che non può essere utilizzato come elemento di dominio, sfruttamento, discriminazione, tortura e/o qualsiasi crudele sottomissione tra esseri viventi.

17- L'acqua si dichiara democratica, egualitaria, pacifista, non discriminatoria e non classista. Proclama anche la liberazione dell'acqua nel mondo: donne e ragazze, che dedicano 200 milioni di ore al giorno alla ricerca dell'acqua, il 70% dei raccoglitori sono donne e ragazze. L'elemento vitale deve essere fonte di incontro, di armonia, delle arti e delle scienze ambientali.

18- Acqua dichiara che qualsiasi perturbazione dell'equilibrio dell'ecosistema acquatico deve essere considerata un grave danno ambientale.

19- L'elemento vitale è la maternità di tutti i corpi viventi e inerti, che colpisce con la sua versatilità essendo liquido, umido, solido (ghiaccio), neve, rugiada e vapore.

20- L'acqua, fiamma viva della Terra, rifiuta che il suo utilizzo da parte dell'attività umana generi l'impossibilità del suo consumo sano da parte di altri esseri viventi.

21-Dichiara che la sua scarsità sociale è un danno ambientale di fronte ai 4.000 bambini che muoiono ogni giorno per non avere accesso all'acqua in modo sicuro. Dei 2,1 miliardi di persone nel mondo che non hanno accesso alla sostanza essenziale, si stima che 200 milioni siano dovuti alla scarsità climatica. Il resto è dovuto alla mancanza di investimenti pubblici.

22- Il diritto a rubinetti o rubinetti adeguati è un diritto all'acqua e un dovere delle autorità pubbliche, affinché l'acqua entri nelle case attraverso rubinetti o rubinetti con acqua potabile sicura e non attraverso porte e finestre con allagamenti. Le inondazioni devono essere anticipate con una pianificazione ambientale urbana con prospettive di cambiamento climatico.

23- Proclama il diritto alla non responsabilità per le inondazioni, conseguenza della crisi climatica generata dall'uomo e anche per le sue opere nelle urbanizzazioni, nelle deforestazioni e nelle aree rurali che depredano gli ambienti. Dichiara inoltre il diritto all'irresponsabilità dovuta alle inondazioni di fronte a scarichi improduttivi e illeciti che alterano l'ecosistema e danneggiano gli altri e quindi la natura.

24- L’acqua rivendica il diritto che la sua esistenza debba essere liberata dal calcolo sistemico dell’utilità e del plusvalore. La vita non dovrebbe essere soggetta ad alcuna quotazione finanziaria né a New York né a Chicago né in qualsiasi altro luogo della Terra.

25- Il diritto alla meritata rilevanza. Implica che non esiste clima se non esiste l’elemento vitale. La sfera accademica, pedagogica e politica deve riconoscere il diritto alla meritata rilevanza dell'acqua. Occorre riparare i processi di vampirizzazione e secondarizzazione che ha subito ad opera di altri temi scientifici e tecnici. Non c'è vita, non c'è corpo o oggetto vivente che non abbia l'acqua nella sua piena versatilità.

26 - Diritto di preferenza per chi è privo di acqua. La Terra soffre di povertà planetaria: più di 3 miliardi di poveri (compresi i senzatetto) vivono con meno di 7 dollari al giorno, 2,1 miliardi di persone non hanno accesso all’acqua potabile e 4,2 miliardi non hanno accesso ai servizi sanitari. Dove c’è povertà non ci sono acqua né servizi igienici. Senza giustizia sociale e ambientale, è distopico pensare di risolvere ciò che proponeva il rapporto di Albuquerque del 2015 e la stessa cosa sta accadendo attualmente con l’agenda 20230. In America Latina ci sono 161 milioni di persone che non possono bere acqua potabile e 431 milioni non vi accedono. servizi sanitari. Proclama inoltre che il diritto alle brocche e alla legge 13935 generato dalla gestione della Cattedra dell'Acqua dell'UNR è un contributo alla collaborazione sul piano idrico con l'urbanità della società.

27 - Diritto alla tutela dell'ambiente. L’acqua in tutte le sue forme ha il diritto di configurarsi come persona non umana soggetta a diritti e che rientra definitivamente nell’intero ambiente inclusivo in termini di uguaglianza con tutti gli elementi della Terra. Sul piano scientifico esistono numerosi esempi parziali di approcci diversi in Colombia, Spagna, India, Nuova Zelanda e Rosario (Argentina).

Il manifesto dei diritti e delle dichiarazioni dell'acqua è un modo per allontanarsi definitivamente dall'alienazione che esiste nei confronti dell'elemento vitale. Questo cibo e diritto umano essenziale non dovrebbe esserci estraneo, perché l’acqua è al centro dell’intera comunità planetaria, prima ancora dell’esistenza umana.

(*) Direttore della Water Chair e CIA UNR. Master e Specialista in Ambiente e Sviluppo Sostenibile. Dottore in Scienze Giuridiche e Sociali. Coordinatore dell'AHT Argentina.

10/02/2024

Domenica 18 febbraio 2024 ore 15.30 | "Pioggia di stelle e di bombe" incontro con l'autore Claudio Tamagnini| Monastero del bene comune Via Mezzomonte 28 Verona

20/10/2023

Quello che sta succedendo negli ultimi giorni é inaccettabile. Solidarietà e vicinanza a Sigfrido Ranucci e a tutti i giornalisti di Report.
Dopo l’inchiesta di Report dell’altra sera, che ha parlato della famiglia La Russa, Ignazio La Russa prima é andato lunedì sera da Bruno Vespa su Rai 1 dove ha etichettato Ranucci e la sua squadra come ”calunniatori seriali” (senza che Vespa dicesse nulla in difesa dei suoi colleghi giornalisti, cosa molto grave a parere mio) e poi ieri sera La Russa è andato su Rete 4 da Cartabianca dove ha rincarato la dose definendo la squadra di Report come dei “calunniatori schifosi” (con Bianca Berlinguer che per fortuna è intervenuta in difesa del lavoro giornalistico d’inchiesta di Report e della libera informazione).
Comunque il punto è semplice: se Ignazio La Russa ritiene che ciò che è emerso dall’inchiesta sia falso o sbagliato ha tutto il diritto di procedere a querela nei confronti di Report per tutelare la sua immagine e quella della sua famiglia.
Però secondo me non può succedere ed è inaccettabile che Ignazio La Russa, visto il suo ruolo da seconda più alta carica dello Stato, si permetta di etichettare giornalisti del servizio pubblico che hanno fatto un’inchiesta come “calunniatori seriali” e “calunniatori schifosi”.
Probabilmente se fossimo stati in un qualsiasi altro Paese Ignazio La Russa si sarebbe dovuto dimettere per queste gravi parole nei confronti del giornalismo d’inchiesta di un programma come Report.
Perché ne va della difesa della libertà d’informazione di un Paese.

22/04/2023

Mangiamo, ci avveleniamo di Pfas e nessuno ce lo dice. Nell’Italia dell’inquinamento, dove la colpa non sembra mai essere di qualcuno, non sarebbe difficile trovare i nomi, i cognomi e le ragioni sociali di chi saccheggia direttamente l’ambiente o impedisce che ciò avvenga, solo perché evita...

Articolo di Claudia Marcolungo docente presso l'università di Padova con il corso DIRITTO E PROGETTAZIONE EUROPEA PER L'...
22/04/2023

Articolo di Claudia Marcolungo docente presso l'università di Padova con il corso DIRITTO E PROGETTAZIONE EUROPEA PER L'AMBIENTE E IL TERRITORIO 2022-2023

"Parlo di sostanze chimiche persistenti, che si insinuano nel cibo, nei corpi, causando patologie cliniche ed effetti ignoti. Si parla di ingerenze nella sfera più intima di ciascuno, senza consenso"

19/01/2023

ACQUA. IN ITALIA DISCRIMINIAMO LE FASCE DISAGIATE DELLA POPOLAZIONE. L'APPELLO DI MOVIMENTOBLU

26/08/2022

I suoi risultati sono allarmanti: “Non l’ho presa bene, ma continuo la mia battaglia”

01/08/2022

Emergenza idrica: la falda in comune di Lonigo sarebbe stata vitale, ma è inquinata e verrà dismessa. Una perdita incalcolabile

01/08/2022

🆘️ Mentre le famiglie faticano a pagare ed imprese si piegano sotto l'aumento dei costi anche superiodi al 140%, 💰💰💰Eni ha guadagnato +6,2 miliardi (+670%) in sei mesi

🙅‍♀️ E per l'AD di Eni, questi soldi "Ci consentono di migliorare la remunerazione degli azionisti", in primis il Ministero dell'Economia e Cassa Depositi e Prestiti.

Basterebbe questo per dirci che c'è l'ennesima ✖️INGIUSTIZIA SOCIALE che colpisce tutti✖️, ma non ci vede uniti nell'esigere azioni concrete. Non solo promesse.

Si tratta di speculazioni e i dati di Eni ce la mostrano senza veli: in 6 mesi da 1,1 miliardo nel 2021 a 7,3 miliardi nel 2022 di extraprofitto.

🌻Noi di Europa Verde siamo chiari: restituire questi Extraprofitti ad imprese e famiglie. Non è accettabile far finta di niente, mentre sono aziende e famiglie numerose a pagare di più.

Perchè è proprio il bilancio di ENI a confermare come ‼️la tassa sugli extraprofitti decisa dal Governo e da applicare da settembre 2021 a marzo 2022, NON sia stata mai prelevata!

✔️ Dobbiamo essere decisi per rimettere al centro il senso delle aziende a partecipazione statale e nel rimettere al centro il Bene Collettivo, di tutte le famiglie e le imprese, per non schiacciarle di costi enormi ma evitabili come questi.

01/08/2022

Meditazione Domenica XVIIa C
Ricordiamo, O Signore, davanti a te
Sono migliaia ad Haiti le persone bloccate da giorni, nei quartieri della capitale Port au Prince, senza acqua cibo e medicine a causa degli scontri giornalieri tra gruppi rivali. Il Paese, soprattutto le città, sono nelle mani di gruppi criminali senza scrupoli, in lotta tra di loro, che per finanziarsi rapiscono, uccidono e controllano il territorio.
Emergenza cibo e acqua in Kenya, Etiopia e Somalia.
Aumento del prezzo dei prodotti alimentari, siccità, conflitti armati e conseguenze della pandemia di Covid-19 stanno trascinando alcuni Paesi più poveri dell'Africa orientale nella carestia. In particolare, solo in Kenya sono oltre 940 mila i bambini sotto i cinque anni che soffrono già di malnutrizione grave. Il 27% della popolazione soffre fame e sete e oltre 1,5 milioni di capi di bestiame sono morti per la grave siccità.
Il conflitto contro gli islamisti e il cambiamento climatico nella regione africana del Sahel occidentale hanno spinto quasi cinque milioni di persone a fuggire dalle proprie case. Alla fine di giugno, 4,8 milioni di persone risultano sfollate in Burkina Faso, Ciad, Mali, Mauritania e Niger.
È salito a 19 il bilancio delle vittime di due sparatorie avvenute in Sudafrica. A Soweto, vicino Johannesburg, 15 giovani, tra cui due donne, sono stati uccisi da diversi assalitori che hanno sparato in un bar con armi di grosso calibro contro la folla. Le vittime avevano un'età compresa tra i 19 e i 35 anni.
Undici persone sono morte in Pakistan a causa delle inondazioni provocate dalle piogge monsoniche. Il bilancio sale così a 175 vittime, tra cui 51 bambini, a partire dall'inizio della stagione monsonica, alla metà di giugno.
Ecuador. È di un morto, vari danni materiali di non grave entità, e molta paura nella popolazione di tutto il Paese il bilancio provvisorio del terremoto di magnitudo 6,1 Richter nell'Ecuador meridionale.
Continua a prenderti cura di noi, o Signore: Kyrie eleison

Aiutaci a riconoscere e a coltivare i semi di speranza
Le vacanze per i piccoli pazienti del Policlinico di Milano: gioia inimmaginabile. Torna l'iniziativa promossa dalla Fondazione De Marchi per vivere un’esperienza di condivisione e svago, sempre accompagnati da medici, personale sanitario e volontari. Il direttore della Fondazione: "Abbiamo molto da imparare da questi bambini". Vacanze “protette” e sicure per i bambini costretti a convivere con malattie lunghe o croniche. Circa quaranta giovani pazienti vivono questa esperienza,
In tempo di guerra, il papa propone l'obiezione di coscienza ai giovani europei.
«L’idea di un’Europa unita è sorta da un forte anelito di pace dopo tante guerre combattute nel Continente, e ha portato a un periodo di pace durato settant’anni. Ora dobbiamo impegnarci tutti a mettere fine a questo scempio della guerra, dove, come al solito, pochi potenti decidono e mandano migliaia di giovani a combattere e morire. In casi come questo è legittimo ribellarsi!». È la sollecitazione che papa Francesco ha rivolto ai partecipanti alla “EU Youth Conference”, svoltasi a Praga fra l’11 e il 13 luglio 2022). Non si è limitato a questa frase, il pontefice, ha voluto indicare la necessità dell’obiezione di coscienza in una situazione concreta. «Vorrei invitarvi – ha detto – a conoscere una figura straordinaria di giovane obiettore, un giovane europeo dagli “occhi grandi”, che si è battuto contro il nazismo durante la seconda guerra mondiale, Franz Jägerstätter, proclamato Beato dal Papa Benedetto XVI. Franz era un giovane contadino austriaco che, a motivo della sua fede cattolica, fece obiezione di coscienza di fronte all’ingiunzione di giurare fedeltà a Hi**er e di andare in guerra. Franz era un ragazzo allegro, simpatico, spensierato, che crescendo, grazie anche alla moglie Francesca, con la quale ebbe tre figli, cambiò la sua vita e maturò convinzioni profonde. Quando venne chiamato alle armi si rifiutò, perché riteneva ingiusto uccidere vite innocenti. Questa sua decisione scatenò reazioni dure nei suoi confronti da parte della sua comunità, del sindaco, anche di familiari. Un sacerdote tentò di dissuaderlo per il bene della sua famiglia. Tutti erano contro di lui, tranne sua moglie Francesca, la quale, pur conoscendo i tremendi pericoli, stette sempre dalla parte del marito e lo sostenne fino alla fine. Nonostante le lusinghe e le torture, Franz preferì farsi uccidere che uccidere. Riteneva la guerra totalmente ingiustificata. Se tutti i giovani chiamati alle armi avessero fatto come lui, Hi**er non avrebbe potuto realizzare i suoi piani diabolici. Il male per vincere ha bisogno di complici».
Il papa ha esortato i giovani a «non lasciarsi trascinare in ideologie miopi che vogliono mostrarvi l’altro, il diverso come un nemico. L’altro è una ricchezza. L’esperienza di milioni di studenti europei che hanno aderito al Progetto Erasmus testimonia che l’incontro tra persone di popoli diversi aiuta ad aprire gli occhi, la mente e il cuore. Fa bene avere “occhi grandi” per aprirsi agli altri. Nessuna discriminazione contro nessuno, per nessuna ragione. Essere solidali con tutti, non solo con chi mi assomiglia, o mostra un’immagine di successo, ma con coloro che soffrono, qualunque sia la nazionalità e la condizione sociale. Non dimentichiamo che milioni di europei in passato hanno dovuto emigrare in altri continenti in cerca di futuro. Anch’io sono figlio di italiani emigrati in Argentina».
Per la bontà che abita nei cuori e per coloro che si dedicano alla causa del bene: A te la lode e la gloria, O Signore: Gloria in excelsis Deo

Il tuo Spirito, Signore, ci doni un cuore da discepoli e discepole per distinguere ciò che vale da ciò che non vale, e non prendiamo per importantissime cose di nessuna importanza. Ci doni un cuore calmo e sereno, che sia ancora capace di ascoltarti.

Gen 18,1-10 Col 1,24-28

Lc 10,38-42

Mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò.
Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi.
Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».
***
Il primo pensiero che suscita l’ascolto di questi testi è che l’agire di Dio emerge attraverso i frammenti di vita quotidiana, quasi nascosta.
Noi diciamo: “Una persona la si conosce da come mangia”. Vale a dire che non sono i suoi discorsi rivelare ciò che ha nel cuore e nella testa, ma il suo esprimersi in concreto nelle azioni quotidiane.
Ebbene, ci sono presentati due quadretti di vita quotidiana: Abramo alle querce di Mamre e Gesù nella casa di Marta e Maria.
L’autore sacro incornicia la narrazione della prima lettura dentro la coordinata temporale dell’ora più calda del giorno. Abramo è assopito, stordito dalla calura. Del resto il caldo ti impedisce di agire, di far preparativi o districarti in qualsiasi faccenda. La presenza del Signore risulta così essere una realtà che ti viene incontro in modo assolutamente sorprendente, al di là dei preparativi umani.
E, d’altra parte, Abramo esprime l’ospitalità l'accoglienza passando da uno stato di immobilismo, di assopimento ad un movimento coinvolgente prima la moglie e poi lui stesso, tutto preso nell’ordinare alla moglie di preparare 23 chili di farina scelta (3 sea!) e nel recuperare un vitello per la preparazione di un pasto che va ben oltre un semplice “boccone di pane”. Terminato questo movimento, eccolo ancora in piedi ed immobile per onorare il momento del pasto dei tre. In altre parole la scena a momenti movimentata e in altri, a rallentatore, esprime la condizione spirituale dell’uomo che ospita, ovvero che lascia spazio all’altro e a Dio. La conclusione chiara del brano è che questa offerta di disponibilità alla sorpresa dell’Altro è sempre portatrice di un dono, un dono eccedente di vita: “Sara, tua moglie, avrà un figlio”.
Veniamo così aiutati ad introdurci in nella comprensione del brano evangelico. Credo che sarebbe fuorviante esaurire il senso di questi pochi versetti intorno al tema, un po’ stantio, della ricerca di equilibrio tra azione e contemplazione. Gesù non avrebbe sprecato parole per dire delle ovvietà.
Anche qui ci troviamo di fronte ad una scena di carattere familiare quotidiano in cui vengono espresse modalità d’essere.
Gesù sta camminando verso Gerusalemme. Ovvero sta percorrendo con i suoi una strada di formazione. Durante il cammino avvengono diversi fatti e si parla di parecchie cose.
Il nostro brano, 10,38-42, appartiene alla “sezione del viaggio” ed infatti inizia proprio col rilevare la dimensione itinerante “Mentre erano in cammino”. Più precisamente, è collocato tra l’istruzione del farsi prossimo (parabola del samaritano) e quella sulla preghiera (il Padre Nostro). Abbiamo così la trilogia secondo la descrive le caratteristiche della comunità:
L’amore di Dio nell’amore per il prossimo (ecco la parabola del Samaritano)
Primato dell’ascolto della Parola (ecco il racconto di Marta e Maria)
La preghiera (ecco l’istruzione sul come pregare: il Padre Nostro e l’insistenza nella preghiera).

In un primo momento, verrebbe da individuare nel racconto di Marta e Maria la tematica superflua del confronto tra vita contemplativa e vita attiva, oppure se si debba dare precedenza all’amore di Dio piuttosto che all’amore per il prossimo. Se questa fosse l’intenzione del racconto, esso risulterebbe una clamorosa smentita di quanto detto nel brano precedente attraverso la parabola del Samaritano o, quanto meno, sembrerebbe insinuare che in essa non siano stati dati sufficienti chiarimenti circa questo problema.
In realtà non si parla del come farsi prossimo, né della preghiera, ma di ASCOLTO DELLA PAROLA.
Ora, è necessario sganciarsi dall’idea di un fatto di cronaca per comprendere l’istruzione che Gesù vuole indirizzare ai discepoli e alle discepole, cioè alle comunità cristiane di tutti i tempi.
Nel dialogo che intercorre tra Gesù e Marta, Gesù è chiamato col titolo di Signore. Ora, con questo titolo la chiesa delle origini professava la sua fede in Gesù risuscitato. In dissolvenza, questo racconto lascia intravvedere la situazione della chiesa attraverso le figure di Marta e Maria. In altre parole, Marta e Maria sono icone di due stili di vita comunitaria ecclesiale. Marta esprime un modo di essere comunità cristiana e Maria un altro.
Marta rappresenta la chiesa che agisce e si pre-occupa senza partire dal primato della Parola, l’ascolto. Maria è icona della Chiesa che comprende se stessa e le cose a partire dall’ascolto.
A ben riflettere, se l’ascolto non sta alla base delle relazioni e del comprendere, c’è spazio solo per la sopraffazione e la violenza distruttiva. Anche una chiesa che prescinde dall’ascoltare può diventare una chiesa violenta e oppressiva. L’ascolto è un’arte assai difficile. Talvolta il non ascolto può trovare un alibi dietro le molte cose da fare, i molti impegni, i molti ruoli ecc…

Maria “Sedette ai piedi del Signore e ascoltava la sua parola” (il testo originale fa pensare che Maria, anche con la sua postura, faceva eco dentro di sè a ciò che ascoltava).
La Mishna dice di sedersi ai piedi del maestro per assorbire anche la polvere della sua sapienza. Ma tutto ciò è ovviamente destinato agli uomini, non a donne. Qui Maria è discepola donna!
Di Marta, invece, si dice: “…stando davanti disse: Signore non ti curi…”.
I cristiani possono ascoltare e con la vita fare eco alle parole del Signore, quindi essere discepoli/e, oppure possono “stargli davanti”, quasi per insegnare a lui come deve agire.
Perciò Marta è chiunque si agita e si pre-occupa e si affaccenda ed infine gira a vuoto
Maria è il discepolo/a che accoglie le parole del Signore, ne riconosce il primato e a partire da esse compie scelte di vita conseguenti.
Marta quindi è tutta presa e lei non c’è posto per altro.
Maria, avendosi scelta una parte prioritaria, in lei ci sarà spazio per accogliere anche il resto
A Maria non verrà sottratta la parte che si è scelta. Alla comunità che sceglie la Parola e secondo la Parola, possono toglierle tutto ma nessuno potrà mai privarla della sua vera ricchezza: Gesù Cristo, Parola vivente di Dio.

Salmo 14

Colui che cammina senza colpa,
pratica la giustizia
e dice la verità che ha nel cuore,
non sparge calunnie con la sua lingua.

Non fa danno al suo prossimo
e non lancia insulti al suo vicino.
Ai suoi occhi è spregevole il malvagio,
ma onora chi teme il Signore.

Non presta il suo denaro a usura
e non accetta doni contro l’innocente.
Colui che agisce in questo modo
resterà saldo per sempre.

01/08/2022

In occasione della Giornata del diritto umano all'acqua parliamo con Claudia Marcolungo, Luca Cecchi; Riccardo Petrella, Roberto Musacchio, Anibal Faccendini.

30/07/2022
29/07/2022

Medicare for All would take the profit motive out of insurance; public manufacturing of prescription drugs would take it out of providing care.

29/07/2022

“Ieri era già l'overshoot day" sentiamo dire. Ma che significa? Esattamente cosa è successo?

È quella data che segna il momento in cui l’umanità esaurisce il budget di risorse naturali per quell’anno. È - in altri termini - il giorno in cui gli esseri umani consumano più di quanto la Terra sia in grado di produrre. In inglese lo chiamato “overshoot day”: giorno del superamento.

Facciamo un esempio per capire meglio.
Se l’overshoot day cadesse il 31 dicembre, vorrebbe dire che in quell’anno l’umanità avrebbe consumato esattamente tante risorse quante il pianeta è in grado di produrre per quell’anno. Nel 2022 la giornata cade il 28 luglio, e vuol dire che da oggi al 31 dicembre tutte le risorse che utilizzeremo non saranno più “sostenibili” ma andremo in sovrasfruttamento. Stiamo praticamente cominciando a sfruttare le risorse del 2023!

Storicamente questo trend è andato peggiorando con il passare del tempo: quello del 28 luglio è il nuovo record, dopo il 29 dell'anno precedente. Nel 1970 cadde il 29 dicembre, il 10 ottobre nel 1990 e il 6 agosto nel 2010. Cosa comporta questo? Le ormai note problematiche ambientali di cui si parla da anni: cambiamento climatico, perdita della biodiversità ed eventi meteo estremi, solo per dirne alcuni. Consideriamo poi una cosa: il 28 luglio è la data media a livello globale...ma l’Italia ha già raggiunto questa data il 15 maggio! Se tutti vivessero come noi italiani, a fine 2022 avremmo usato 2,8 Terre.

È possibile posticipare la data?
Sembra molto complicato invertire il trend - fatta eccezione per il 2020 che a causa della pandemia ha registrato l’Overshoot al 22 agosto - ma qualche soluzione esiste. Secondo le osservazioni della no-profit Global Footprint Network - quella che si occupa proprio del calcolo di questa data - se riuscissimo a dimezzare le emissioni di lo sposteremmo di ben 93 giorni.

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