L'Informatore Vigevanese

L'Informatore Vigevanese https://www.informatorevigevanese.it/ - L'informatore: una storia iniziata nel 1945: ogni giovedi 🗞 Nel 1923 decide di tentare la carriera di imprenditore.
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Il fondatore: Carlo Natale
A diciassette anni, quando la prima guerra mondiale sta ormai per finire, Carlo Natale, che è nato nell’anno 1900, è già a Torino ad adempiere ad un precoce servizio militare. Il ritorno a Vigevano nei primi anni venti coincide con gli inizialii successi ottenuti dall’industria calzaturiera nella città lomellina. Carlo Natale comincia così a lavorare nei calzaturifici vi

gevanesi, come dipendente, e si avvicina per la prima volta al mondo della carta stampata lavorando nel giornale La Lomellina sportiva. Fonda la S.A Gibili e successivamente la S.A EnneMi-Calzature in gomma, che sarà l’azienda dell’imprenditore vigevanese fino alla morte. Dopo l’8 settembre 1943 deve dare ospitalità ai graduati dell’esercito tedesco nella villa. E’ in questo periodo che partecipa alle riunioni clandestine organizzate dal Cln di Vigevano. E sarà proprio all’interno dell’esperienza nel Cln che nascerà L’Informatore Vigevanese. In edicola per la priva volta il 25 maggio 1945.

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Indirizzo

Via Trento 42 B
Vigevano
27029

Orario di apertura

Lunedì 08:30 - 12:30
15:00 - 18:00
Martedì 08:30 - 12:30
15:00 - 18:00
Mercoledì 08:30 - 12:30
15:00 - 18:00
Giovedì 08:30 - 12:30
15:00 - 18:00
Venerdì 08:30 - 12:30
15:00 - 18:00

Telefono

+393483208322

Sito Web

https://edicola.informatorevigevanese.it/

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Una storia iniziata nel 1945

L'Informatore Vigevanese Il fondatore: Carlo Natale A diciassette anni, quando la prima guerra mondiale sta ormai per finire, Carlo Natale - che è nato nell’anno 1900 - è a Torino ad adempiere ad un precoce servizio militare. E’ in quel frangente che conosce una delle personalità che contribuiranno a forgiare la sua futura personalità di giornalista. Si tratta del suo capoufficio, Angelo Tasca, che negli anni a ve**re fonderà assieme ad Antonio Gramsci e Palmiro Togliatti il giornale “Ordine Nuovo”. Sarà questa figura di pensatore, più vicina al riformismo dei socialisti che non all’amore rivoluzionario dei comunisti, ad influenzare Carlo Natale nelle proprie future opinioni politiche e nel suo modo di fare giornalismo. Rimarrà sempre in Carlo Natale un antifascismo di fondo unito ad un desiderio di non appartenere ad alcun partito che lo porterà a fare del suo giornale una "tribuna aperta a tutte le posizioni politiche". Nella sua carriera di direttore/editore non scomparirà mai quell’impronta di socialismo che ha ricevuto negli anni del suo soggiorno a Torino. Ma prima dell’esperienza torinese a creare la futura personalità di Carlo Natale sono stati gli anni dell’infanzia trascorsi nella città, Vigevano, nella quale vivrà gran parte della propria esistenza. Di modeste origini famigliari, il padre Emanuele - che sposerà una ragazza di ceppo piemontese, Margherita Manfredi - era un abile intagliatore di legno, ma aveva una scarsissima propensione agli affari. Riuscì ad ottenere un impiego come custode dell’Ospedale civile degli Infermi, che all’epoca occupava l’odierna sede comunale. Comincia così ad alternarsi alla guardiola con la moglie, trovando però il tempo di continuare la propria professione di intagliatore. Con i primi risparmi riesce a comprarsi una "vigna", e la figlia Edvige ricorda ancora la soddisfazione di quell’uomo che era riuscito, in tempi difficili, a rendersi indipendente nel fabbisogno di frutta e verdura. Il trasloco dell’Ospedale nella nuova sede nel 1911 crea un problema alla famiglia Natale, rimasta di fatto senza abitazione. Emanuele Natale si fa costruire una casa per la numerosa famiglia, composta ormai da cinque figli (Maria, Teresa, Carlo, Edvige e Giacinto). La nuova abitazione sarà in via Vittorio Emanuele 7, praticamente in Piazza Ducale. Il piccolo Carlo è un ragazzino molto vivace e trascorre la propria infanzia a capo della banda dei ragazzi del cortile. Dopo le scuole dell’obbligo si iscriverà ai corsi professionali del Collegio Convitto Saporiti, prendendo in seguito la decisione di interrompere gli studi, prima del tempo, per lavorare e portare il contributo alla propria famiglia. All’età di 17 anni andrà a svolgere il servizio militare a Torino, rimanendo per un periodo dopo il congedo nella città sabauda, assieme alla nonna materna. E’ nel capoluogo piemontese, che ha l’occasione di fare le prime esperienze lavorative, anche saltuarie, come la comparsa nelle opere liriche o nei primi film muti. Il ritorno a Vigevano nei primi anni venti coincide con gli iniziali successi ottenuti dall’industria calzaturiera nella città lomellina. Carlo Natale comincia così a lavorare nei calzaturifici vigevanesi, come dipendente, e si avvicina per la prima volta al mondo della carta stampata lavorando nel giornale “La Lomellina sportiva”. Nel 1923 decide di tentare la carriera di imprenditore. Affitta così un ex negozio di vino dove vi instaurerà un’azienda di calzature a gestione famigliare. Con il passare degli anni questa azienda si ingrandisce e cambia sede e vicino a lei Carlo Natale ne fonda un’altra, questa volta nel settore gomma, la S.A Gibili. Nel frattempo nel 1931 Carlo Natale sposa Luisa Marchesi. Nel 1935 viene estromesso dalla S.A. Gibili e si trova di colpo solo a cercare nuovi finanziamenti per rientrare nel settore calzaturiero. Sarà il direttore della Banca di Novara a credere in questo giovane imprenditore e gli concederà i capitali necessari senza nessuna garanzia. Nasce così la S.A EnneMi-Calzature in gomma, che sarà l’azienda dell’imprenditore vigevanese fino alla morte. Dopo l’8 settembre 1943 è costretto a dare ospitalità ai graduati dell’esercito tedesco nella sua villa. Un giorno una spiata: "il Natale ha le pelli nascoste", fa piombare in fabbrica i militi. Dopo una meticolosa perquisizione che non rivelerà nulla, i militi della G.n.r lo invitano a seguirli, ma Carlo Natale riesce ad allontanarsi, con una scusa, scavalca la finestra ed il muretto di cinta del cortile dileguandosi. Dopo qualche mese sarà di ritorno quando l’ambiente sarà più tranquillo. E’ in questo periodo che partecipa alle riunioni clandestine organizzate dal Cln di Vigevano. E sarà proprio all’interno dell’esperienza nel Cln che nascerà “L’Informatore Vigevanese”. Nei mesi di aprile e maggio del 1945 cominceranno a nascere alcuni fogli occasionali come L’Eco del proletario, La voce di Vigevano del Pci, Il bollettino del Cln di Vigevano, Il Giornale di Vigevano, L’indipendente e L’informatore Vigevanese. Questi ultimi due saranno gli unici giornali che resisteranno e continueranno a pubblicare negli anni del dopoguerra. Il primo di questi giornali è stato Il Giornale di Vigevano - Organo del Cln il primo maggio del 1945. Veniva stampato nella tipografia di Angelo Crespi ed era diretto dallo stesso, che nel Cln rappresentava le famiglie dei caduti, avendo avuto il figlio Carlo Alberto fucilato a Varallo Sesia il 3 aprile 1944. Il fondo di apertura di quel giornale era stato affidato a Carlo Natale. In quel periodo Carlo Natale era anche direttore responsabile del bollettino del Cln di Vigevano, stampato dalla tipografia Valvassori, che diverrà l’organo ufficiale degli organi di governo cittadini. Nel primo numero si rivolge ai lavoratori e si dice sicuro che sapranno usare saggiamente la libertà appena riconquistata, mettendo in guardia contro l’uso della violenza e della vendetta e sottolineando parimenti il valore "della giusta punizione". Il 6 maggio nascono, invece, due fogli di partiti della sinistra: il primo riprende l’antica testata socialista vigevanese L’indipendente. Settimanale Lomellino d’informazione a cura del Partito Socialista di unità proletaria e del Partito Comunista Italiano. Questa pubblicazione aveva visto per la prima volta la luce nel 1898 ed aveva sospeso le proprie pubblicazioni nel 1922. Il primo numero riprende da subito l’antica polemica con l’Araldo Lomellino, accusato di essere un giornale fascista. I toni di questa pubblicazione sono molto duri. Addirittura un anonimo, che si firma “Il buon compagno” afferma tristemente che perdura l’oscuramento vedendo "ex repubblichini, briganti neri, gerarconi, che girano indisturbati godendosi i frutti delle passate rapine". Sulla stessa linea combattiva si poneva anche l’Eco del Proletario. Ed è in questo periodo che Carlo Natale fonda L’Informatore Vigevanese. Pur essendo un imprenditore, non è però alla sua prima esperienza come giornalista. Poco più che ventenne aveva, infatti, finanziato ed ispirato, assieme all’amico Guido Rodolfo, un giornale dal titolo La Lomellina Sportiva - settimanale dello sport, e dal numero 11 ne aveva assunto anche la direzione. Il primo numero di questa pubblicazione risale al 29 settembre 1923. Il settimanale uscirà regolarmente, quattro pagine in versione tabloid su carta verde, fino al 21 giugno 1924. L’obiettivo è quella di risvegliare nei vigevanesi l’interesse nei confronti delle attività sportive, proponendo la fondazione di un’unica società sportiva cittadina. Gli articoli sono pieni di brio e descrivono diversi eventi sportivi dell’epoca tra cui il grande afflusso degli appassionati sportivi vigevanesi al Motovelodromo di corso Genova per ammirare il ciclista Costante Girardengo, vincitore di due giri d’Italia. Ospita anche molte notizie spicciole di vita cittadina dove emergono già lo spirito di osservazione e il sarcasmo del Natale. Terminata l’esperienza giovanile con la Lomellina Sportiva, manterrà sempre stretti legami con la stampa cittadina, intervenendo sul Corriere di Vigevano, del cui direttore era stretto amico. La collaborazione durò negli anni che vanno dal 1931 a l934, quando dovette troncare il rapporto a causa di un aggettivo "troppo socialista" usato dal Natale in un suo articolo. In questa nuova testata i suoi interventi sono ben differenti. Si occupa del mondo del lavoro, visto dall’ottica di un imprenditore. Il suo stile è semplice ed incisivo ed è reso più vicino alla realtà vigevanese dall’inserzione di qualche motto o espressione dialettale. Per rivedere Carlo Natale in veste di giornalista bisogna attendere quindi la Liberazione, quando nel gruppo di giornali vigevanesi nati l’indomani del 25 aprile, oltre ai vari fogli ai quali collabora, nasce anche una testata che racconterà i futuri anni della città ducale. Il suo fondatore è proprio Carlo Natale e il nome della testata a quell’epoca era "L’Informatore Vigevanese - Settimanale d’informazione, critica e tutela degli interessi cittadini". E' per la prima volta nelle edicole il 25 maggio 1945.


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