29/08/2024
Visto che nessuno ha il CORAGGIO di analizzare e commentare le parole del Vescovo Paolo Giulietti, sostanziate in una lettera aperta , lo faccio io , con tutto il rispetto dovuto a un così alto ed influente rappresentante del Clero. Se infatti e’ comprensibile la posizione della Chiesa rispetto agli “emarginati” , non necessariamente e’ condivisibile l’intervento della CEI in ambito strettamente “politico” , soprattutto quando si afferma che “ le leggi attuali sono sufficienti” e che “il superiore interesse dei bambini” è quello di “crescere con un papà e una mamma” “Per tali ragioni la nostra condivisione della manifestazione e dei suoi obiettivi non può essere piena”. Che, nel felpato linguaggio ecclesiastico si può tradurre in “Noi non siamo d’accordo con la manifestazione”. Ma le “ragioni” sono strettamente “politiche” e c’è un grande dibattito su quanto è garantito e quanto sia vietato per legge dello Stato. Il dato positivo , alla fine, è la coincidenza tra i sentimenti del Sindaco e del suo Vescovo rispetto a un “Orgoglio Gay” che in pochi avrebbero voluto vedere ostentato in una Città discreta, operosa, conservatrice ; abituata a nascondere sotto il tappeto ogni tipo di polvere .
“Gentilissima signora Marcacci, avendo preso visione della sua dichiarazione sul programma del prossimo Toscana Pride, che avrà luogo a Lucca sabato 7 settembre, ritengo di dover esprimere alcune considerazioni a nome della chiesa cattolica di Lucca. Innanzitutto intendo manifestare vicinanza e solidarietà a tutti coloro che subiscono ingiuste emarginazioni: ogni persona ha diritto ad essere rispettata e accolta, secondo il perenne messaggio del Vangelo e il magistero del Santo Padre; discriminazione e violenze verbali o fisiche non hanno alcuna giustificazione, tanto meno religiosa. Possiamo senz’altro desiderare insieme una società libera da forme di odio legato a pregiudizi razziali, religiosi, relativi all’orientamento sessuale o di ogni altro genere. La stessa consonanza esprimo circa la richiesta della pace – al di là delle soluzioni politiche prospettate – per tutte le popolazioni colpite dalla guerra, in Medio Oriente come in Ucraina e nei tanti paesi della terra dove si moltiplicano le vittime innocenti”.
“Circa la piattaforma rivendicativa in campo legale, invece – prosegue Giulietti -, la posizione della chiesa, espressa in diverse occasioni dalla Cei, è sufficientemente chiara: le leggi attuali sono sufficienti per tutelare le persone rispetto agli atti di odio o di violenza e alle discriminazioni; prima ancora dei desideri degli adulti, va tutelato il ‘superiore interesse’ dei bambini di conoscere i propri genitori biologici e di crescere con un papà e una mamma, negato da talune forme di procreazione assistita, dall’adozione a single e coppie omogenitoriali e dalla pratica dell’utero in affitto; il giusto sostegno da offrire alle persone con problemi di identità di genere, soprattutto in età infantile e adolescenziale, non può consistere nell’assecondare acriticamente e prematuramente delle percezioni di sé che possono essere collegate con problematiche diverse e in molti casi ve**re superate con l’età. Per tali ragioni la nostra condivisione della manifestazione e dei suoi obiettivi non può essere piena“.
“Circa lo stile della medesima, auspico che la libera espressione di rivendicazioni personali e collettive, che è giusto abbia luogo in una società democratica – conclude -, venga esercitata da tutti con attenzione per le sensibilità altrui e per questo possa essere accolta con empatia anche da chi non partecipa e non condivide“.