Ombre Corte

Ombre Corte ombre corte è una casa editrice indipendente, fondata nel 1996

Gilles DELEUZE 100
18/01/2025

Gilles DELEUZE 100

IN LIBRERIA DA OGGI E PRESSO L'EDORORE
17/01/2025

IN LIBRERIA DA OGGI E PRESSO L'EDORORE

Venerdì 17 gennaio alla libreria Griot (Roma)Colette GuillauminSesso, razza e pratica del potere. L’idea di naturaPrefaz...
15/01/2025

Venerdì 17 gennaio alla libreria Griot (Roma)

Colette Guillaumin
Sesso, razza e pratica del potere. L’idea di natura
Prefazione e cura di Sara Garbagnoli, Vincenza Perilli, Valeria Ribeiro Corossacz

Dalla fine degli anni Sessanta, la sociologa francese Colette Guillaumin ha rivoluzionato il modo di pensare il sessismo e il razzismo, teorizzandone il carattere sistemico, non accidentale e non innato. Attraverso un’analisi storica e sociologica delle idee di sesso e di razza e dei rapporti sociali che le hanno prodotte, Guillaumin dimostra che le donne e le persone non-bianche sono gruppi oppressi e che è l’oppressione a creare questi gruppi. In altre parole, uomini e donne, persone bianche e persone non-bianche sono categorie che non hanno nulla di “naturale”, e quindi nulla di eterno. Sono gruppi antagonisti prodotti da forme sistemiche di dominio, di sfruttamento, di appropriazione di un gruppo (di sesso, di razza) sull’altro, trasformati in “gruppi naturali” da un’ideologia che fabbrica “l’idea di natura” per nascondere l’origine sociale dell’oppressione. Impensabile, rivoluzionaria, questa è la tesi sostenuta da Guillaumin in questo testo precursore e ormai classico.
Una tale visione caratterizza, più in generale, l’approccio del femminismo materialista, sviluppatosi in Francia a partire dagli anni Settanta. Tale paradigma conta tra le sue principali esponenti, oltre la stessa Guillaumin, Christine Delphy, Monique Wittig, Nicole-Claude Mathieu e Paola Tabet. I testi di Guillaumin hanno il grande pregio di essere vivi, aperti, inesauribili. Da un lato, ispirano senza sosta nuove ricerche (sui processi di razzizzazione, sulla performatività del linguaggio, sulla dominazione adulta), dall’altro, costituiscono un contributo imprescindibile alla prospettiva detta oggi “intersezionale”, che guarda il reciproco riprodursi dei rapporti sociali di oppressione.

Colette Guillaumin (1934-2017), sociologa femminista, è stata ricercatrice presso il Cnrs di Parigi e ha tenuto seminari nelle università di Amiens, Ottawa e Montréal. Ha fatto parte del collettivo della rivista “Questions Féministes” e della redazione di “Le Genre Humain”. Ha scritto numerosi saggi in riviste e opere collettanee, e pubblicato i volumi L’idéologie raciste. Genèse et langage actuel (Mouton, 1972; Gallimard, 2002; L’ideologia razzista. Genesi e linguaggio attuale, a cura di Sara Garbagnoli, il melangolo, 2023) e Racism, Sexism, Power and Ideology (Routledge, 1995).

NOVITA' - in libreria dal 17 gennaio 2025Francesco GerminarioIl testo del crimine.. L’antisemitismo e i Protocolli dei S...
10/01/2025

NOVITA' - in libreria dal 17 gennaio 2025

Francesco Germinario
Il testo del crimine.. L’antisemitismo e i Protocolli dei Savi Anziani di Sion

I Protocolli dei Savi di Sion, il falso più famigerato della letteratura mondiale, è stato il testo fondamentale dell’antisemitismo, non solo di quello nazista. I Protocolli sono suscettibili di diverse chiavi di lettura. Intanto presentano una visione cospirazionista della storia: questa è il risultato di un complotto organizzato dagli ebrei per instaurare la loro tirannide mondiale. Questa visione intercetta il disagio di vasti settori di società davanti a una storia che si abbatte con i suoi disastri (crisi economiche, guerre, rivoluzioni ecc.) sulla vita degli uomini. Compito del testo è quello di trasformare il disagio in angoscia davanti alle vicende storiche. Proprio per questo, il cospirazionismo dei Protocolli può essere interpretato quale visione razziale del pessimismo culturale che ha attraversato il Novecento; ma, al tempo stesso, presenta una risposta alla crisi dei valori e all’affermarsi del nichilismo. Il cospirazionismo antisemita presenta, infine, un’immagine mitica dell’ebreo: come a dire che quel mito è piegato per razionalizzare una storia vista fino ad allora come enigma che schiaccia gli uomini.

Francesco Germinario, ricercatore presso la Fondazione “Luigi Micheletti” di Brescia, ha conseguito in passato le abilitazioni a professore associato in Storia contemporanea e in Filosofia politica. Ha pubblicato numerosi volumi sulla storia della cultura di destra, l’immaginario antisemita, la visione mitica della politica, il fascismo delle origini. Tra i suoi ultimi lavori, Il mito della cospirazione ebraica: nel laboratorio di Urbain Gohier. Un falsario antisemita e le sue teorie (Free ebrei, 2022); Totalitarismo in movimento. Saggio sulla visione fascista della rivoluzione e della storia (Asterios, 2023); «Fascismo eterno» e fascismo storico. Umberto Eco, la destra e la tradizione antifascista (Asterios, 2024); e per i nostri tipi: “Gente malfida”. La critica degli intellettuali nella cultura di destra (1789-1925) (2023).

PRESENTAZIONE - oggo, venerdì 10 gennaio, presso la Biblioteca comunale "E. Fornasari", Comune di Castelmassa, Gianluca ...
10/01/2025

PRESENTAZIONE - oggo, venerdì 10 gennaio, presso la Biblioteca comunale "E. Fornasari", Comune di Castelmassa, Gianluca Gabrielli presenta la nuova edizione di "La scuola fascista", in libreria dal 17 di questo mese.

Oggi su "il manifesto" una bella recensione di  Iain Chambers - che ringraziamo - alla nuova edizione di Cultura, razza,...
09/01/2025

Oggi su "il manifesto" una bella recensione di Iain Chambers - che ringraziamo - alla nuova edizione di Cultura, razza, potere di S. Hall. A dieci anni dalla morte.
Nel primo commento una scheda del libro 👇

NOVITA' - in libreria dal 17 gennaio 2025Gianluca Gabrielli e Davide Montino (a cura di)La scuola fascista. Istituzioni,...
08/01/2025

NOVITA' - in libreria dal 17 gennaio 2025

Gianluca Gabrielli e Davide Montino (a cura di)
La scuola fascista. Istituzioni, parole d’ordine e luoghi dell’immaginario

Organizzato in trentotto voci redatte da dodici ricercatori, il libro cerca di articolare alcune risposte a una domanda solo apparentemente ovvia: è esistita una scuola propriamente fascista? L’indagine si sviluppa da una lato attorno agli elementi istituzionali e organizzativi che caratterizzarono gli interventi del fascismo: le peculiarità della Riforma Gentile, il Liceo Classico, l’Istituto magistrale, le Leggi razziste…; dall’altro attorno la cultura materiale della scuola del Ventennio, che si modificò e subì fortissime torsioni sotto una spinta volta all’indottrinamento e alla socializzazione politica delle nuove generazioni: quindi i paragrafi sugli Elaborati scolastici, la Befana fascista, gli Arredi, la Religione, la Festa degli alberi, l’Educazione femminile, il Razzismo… Ne emerge un quadro che mostra efficacia e limiti del progetto fascista nel formare le mentalità, le aspettative e, cosa forse più importante, l’attitudine etica e civile delle generazioni che sono state destinatarie di quella educazione scolastica ed extrascolastica.
Non più reperibile da anni, si è ritenuto utile rendere nuovamente disponibile questo lavoro nell’intento di fornire alle nuove generazioni, a fronte delle rinascenti retoriche sulla storia nazionale, uno strumento per affrontarne proprio gli aspetti più difficili da elaborare per la coscienza pubblica, convinti che la conoscenza del Ventennio – con la sua scuola – renda sicuramente comprensibile la nascita della Repubblica assai meglio dello studio dell’inno nazionale o della bandiera come prescritto dai nuovi curricoli di Educazione civica.

Davide Montino (1980-2010) ha insegnato Storia delle istituzioni educative presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Genova. Tra le sue pubblicazioni, Le parole educate. Libri e quaderni tra fascismo e Repubblica (Selene, 2005) e Bambini, penna e calamaio. Esempi di scritture infantili e scolastiche in età contemporanea (Aracne, 2007).

Gianluca Gabrielli, tra gli animatori del Cesp, si occupa di storia del razzismo fascista e ha pubblicato Il razzismo (con Alberto Burgio, Futura editrice, 2012), Il curricolo “razziale”. La costruzione dell’alterità di “razza” e coloniale nella scuola italiana (1860-1950) (Eum, 2016) e, per i nostri tipi, Educati alla guerra. Nazionalizzazione e militarizzazione dell’infanzia nella prima metà del Novecento (2016).

NOVITA' - in libreria dal 17 gennaioElisa Ortolani, Politiche dell’antispecismo. Superare lo specismo con un approccio i...
08/01/2025

NOVITA' - in libreria dal 17 gennaio

Elisa Ortolani, Politiche dell’antispecismo. Superare lo specismo con un approccio intersezionale

“Questo lavoro – spiega l’autrice – nasce dall’esigenza di ripercorrere in modo più esauriente possibile la storia filosofica e materiale dello specismo e delle relative risposte antispeciste, con particolare attenzione all’intersezionalità come strumento di analisi e superamento delle strutture oppressive”. Attraverso uno sguardo critico, il libro esplora l’idea, costruita sulla netta separazione tra umano e non umano, di animalità delle società occidentali e analizza le teorie antispeciste classiche e contemporanee alla luce delle riflessioni del femminismo intersezionale. A partire dalle femministe che hanno abbracciato l’antispecismo, si indagano le connessioni fra corpi animalizzati, corpi femminizzati, corpi disabilitati, corpi q***r e corpi razzializzati, mostrando come le diverse forme di oppressione condividano una matrice comune, che richiedono altrettante forme di resistenza comuni. Attraverso le voci di bell hooks, Val Plumwood, Carol J. Adams, Aph e Syl Ko, Sunaura Taylor, Rasmus Simonsen e tante altre pensatrici, l’autrice affronta il problema della frammentazione dell’attivismo, rivendicando un femminismo antispecista e un antispecismo transfemminista.
L’indicazione è quindi che l’attivismo antispecista si intrecci con le lotte contro altre forme di oppressione, promuovendo un approccio che valorizzi la complessità delle vite umane e non umane. In questo senso si impone la necessità di costruire alleanze tra i diversi movimenti sociali: non per perseguire una semplice uguaglianza formale, ma per rivendicare protezione e libera esistenza delle molteplici forme di vita che abitano il mondo.

Elisa Ortolani ha studiato all’Alma Mater Studiorum di Bologna, conseguendo la laurea in Letterature comparate con una tesi sul fiabesco in Calvino. Presso lo stesso Ateneo, si è poi laureata anche in Informazione, culture e organizzazione dei media. È giornalista pubblicista e ha lavorato in diversi ambiti della comunicazione. Da qualche anno è anche Educatrice cinofila con approccio cognitivo-zooantropologico.

Oggi su "il manifesto" Umberto Rossi recensisce il bel lavoro di Giacomo Traina su Viet Thanh Nguyen.Nel primo commento ...
04/01/2025

Oggi su "il manifesto" Umberto Rossi recensisce il bel lavoro di Giacomo Traina su Viet Thanh Nguyen.
Nel primo commento la scheda del libro 👇

Una nuova recensione al libro di Barbara Lanati, The Village Generation. Arte e dissenso nel Modernismo americano (ombre...
03/01/2025

Una nuova recensione al libro di Barbara Lanati, The Village Generation. Arte e dissenso nel Modernismo americano (ombre corte, pp. 236, euro 20).

Il mito Village è nato al primo work pride
Nel 1913 a New York si tenne uno spettacolo di piazza per celebrare uno sciopero
di Stenio Solinas 29 Dicembre 2024

Nel 1913 a New York si tenne uno spettacolo di piazza per celebrare uno sciopero

Karen PinkusCarburanti. Dizionario per un pianeta in crisiUna bella recensione apparsa su L'indice dei libri del meseUn ...
28/12/2024

Karen Pinkus
Carburanti. Dizionario per un pianeta in crisi

Una bella recensione apparsa su L'indice dei libri del mese

Un saggio in veste di dizionario, dalla A di Acqua alla Z di Zyklon B, Carburanti parla di una gran quantità di “cose” capaci di produrre energia, alcune reali e impiegate ogni giorno, altre verosimili o, come il dilitio di Star Trek, appartenenti al puro campo dell’immaginazione. Gli attuali sogni legati all’energia green – rinnovabile, pulita, addirittura gratuita… – e gli incubi di una modernità costruita sullo sfruttamento di carburanti dal devastante impatto sociale ed ecologico sono messi a confronto passando al vaglio una vasta letteratura che comprende testi poetici e narrativi di vari secoli e autori (Omero, Apollonio Rodio, Verne, Zola, Calvino e Pasolini tra gli altri), trattati scientifici, teorie filosofiche (dall’antichità a Hegel, da Bataille ad Agamben e Negri), documenti storici come le gustose proposte che inventori fai-da-te inviavano a Henry Ford per cercare di “vendergli” i loro carburanti prodigiosi.
Un libro sperimentale che ci spinge ad abbandonare false speranze nel futuro delle energie non-fossili, tentando al contempo di immaginare nuove possibili traiettorie di sopravvivenza su un pianeta in forte crisi. Carburanti intende sfidare il lettore invitandolo a ripensare il rapporto tra “sostanze” e “sistemi energetici” nell’età del cambiamento climatico.

Karen Pinkus, Docente di letteratura italiana e comparata alla Cornell University (Ithaca, New York), è autrice di numerosi studi di critica letteraria e cinematografica, scienze umane ambientali (environmental humanities) e arte. In Italia ha scritto su argomenti culturali per “il manifesto” e “Il giornale dell’architettura”. È redattrice della rivista “Diacritics”.

Le politiche del corpo: “Mondi animali. Corpi non umani e binarismo ontologico” di Laura Fernández Aguileradi Manuela Ma...
21/12/2024

Le politiche del corpo: “Mondi animali. Corpi non umani e binarismo ontologico” di Laura Fernández Aguilera
di Manuela Macelloni

Feminoska e Marco Reggio ci regalano un’altra incredibile rarità (ricordo le curatele precedenti del calibro di Bestie da soma e Canti della Nazione Gorilla) traducendo e curando il testo di una brillante filosofa sp****la Laura Fernández Aguilera: Mondi animali. Corpi umani e binarismo ontologico.
Le briglie ontologiche del binarismo
Il ragionamento della filosofa parte dal binarismo e sottolinea il fatto che queste dicotomie non siano solo oppositive, ma come esse pre-interpretino un’ontologia delle cose fissandone differenti perimetri ontologici. Scrive Fernández Aguilera:
È molto interessante come la filosofa parli di Mondo Unico: esso non è infatti da intendersi come mondo inclusivo delle diversità ed alterità, ma come unico modello di mondo possibile imposto dal pensiero capitalista globalizzato, dove il sapere si fonda su una prospettiva eurocentrata e androcentrata. In questo universo dovunque ci si affaccerà, in ogni realtà che si incontrerà sarà possibile trovare sempre e solo la stessa cosa.
La decolonizzazione delle conoscenze
Questo non solo priva di ricchezza la realtà ma spoglia di valore ogni ontologia che non sia quella umana: decolonizzare le conoscenze diviene quindi uno degli aspetti più importanti in vista di un’inclusione attiva dell’Altro corpo. Da questa osservazione è evidente come ella voglia suggerire una differente riflessione anche sulla dimensione animale, spingendo a guardare le altre forme di vita non secondo un’analitica antropocentrica scientifica, ma vedendo nell’animale un portatore di pensiero e soprattutto di mondo, riconsiderandolo a tutti gli effetti un soggetto.
L’animale avente mondo e pensiero
Al contrario di quanto asserisce il filosofo Martin Heidegger nel testo Concetti fondamentali di metafisica. Mondo-finitezza-solitudine secondo cui l’animale è privo di mondo e per questo non può neppure morire ma solo smettere di vivere, ogni essere, secondo Fernández Aguilera è portatore di un mondo e di un pensiero e, nel momento in cui ci affacciamo ad altri viventi, è questo mondo, questo pensiero con cui dobbiamo cercare di confrontarci e metterci in dialogo.
Il corpo. La negazione del somatico
Tuttavia, ciò che per me è risultato particolarmente originale del lavoro di Fernández Aguilera è la connessione che ella crea tra la subordinazione del corpo a quella della mente-anima-spirito, con la condizione di svalutazione ontologica di alcuni precisi corpi.
Il corpo è stato probabilmente l’oggetto più trascurato della tradizione del pensiero occidentale; evidenzia la filosofa come a seconda dei differenti periodi storici, si sia sempre scelto di emarginare una specifica cosa piuttosto che un’altra, mentre il corpo è stato il sempre negato in una negazione del somatico in cui tutt’oggi siamo ancora pesantemente imbrigliati.
La disconnessione che viviamo nei riguardi del nostro corpo è la stessa che si prova nei confronti del corpo degli altri. Un altro filosofo Serres nota come (Non è un mondo per vecchi) le tecniche farmacologiche e mediche abbiano radicalmente cambiato la percezione del nostro corpo: se esso prima aveva modo di farsi sentire per mezzo del dolore, oggi la sua costante armonia performista lo rende ancora più assente di un tempo.
Disconnessi dal corpo disconnessi dal mondo
Secondo quanto teorizzato dalla Fernández Aguilera è proprio questa disconnessione dal corpo che ci fa percepire disconnessi da tutte le altre entità. Alla base di questa percezione sta indubbiamente, come nota la filosofa, la formulazione di Cartesio il quale pone una netta distinzione tra res cogitans e res extensa: l’uomo è sostanza differente dal resto. La nostra sostanza, il nostro essere cosa e pensiero, il nostro stare nel mondo è stare in una dimensione estranea a ciò che siamo realmente. La grande intuizione della Fernandez Aguilera è dunque quella di riconnettere questa distanza dal corpo alla distanza con tutto ciò che ci circonda e proporre come soluzione l’emancipazione del corpo e non dal corpo. Questo sicuramente è uno dei passaggi decisivi del testo: "è proprio a partire da questo punto di incontro corporeo che trascende il sé individuale che propongo questo studio sui corpi".
Il carattere politico della soggettività animale
Il corpo animale è per Fernández Aguilera a tutti gli effetti un soggetto, proprio come aveva anticipato diversi anni prima il filosofo Roberto Marchesini in Etologia filosofica; tuttavia, per la filosofa sp****la il carattere di questa soggettività è principalmente politico.
Detto ciò, la Fernández Aguilera non si ferma a considerazioni astratte sulla corporeità considerando essa un vero e proprio strumento per generare differenze politiche legate all’esercizio del potere.
La capitalizzazione del corporeo
Il capitalismo sarebbe quella forma di potere che produce “verità” che permettono la subordinazione e l’utilizzo dei corpi e la subordinazione e l’utilizzo dei corpi è possibile proprio a partire da dinamiche di pensiero capitaliste, volte alla produzione e alla materializzazione di tutto l’esistente. È quindi come se capitalismo e maltrattamento corporeo – di ogni tipo si stia parlano – rappresentino la stessa cosa e cioè la messa in gioco di paradigmi ontologici fondati su gerarchie di potere legate all’essere uno specifico corpo (nero, grasso, disabile, brutto, animale ecc.).
Carattere performativo del corporeo
Il corpo, se proprio deve essere incluso nuovamente nel panorama della nostra dimensione di essere, deve per forza funzionare perfettamente, la performatività è misura del suo valore. Ciò nega la presenza a quei corpi che non sono efficienti: i corpi malati, quelli diversamente abili, quelli strani, storpi e anche quelli grassi hanno un potere politico inferiore ad altri corpi. Per non parlare del corpo animale privo di ogni valore politico e di ogni forma di rappresentanza.
Le categorie di potere generate dal corpo
Queste evidenze politiche messe in atto da una condizione corporea sono in grado di mostrarci come la presa in considerazione dell’emarginato per eccellenza – il corpo – sviluppi categorie di potere apparentemente inesistenti: "La dissidenza corporea rispetto al soggetto egemonico è causa comune di oppressione nelle relazioni interspecifiche e in quelle intraumane".
È a partire da queste categorie di ragionamento che si sviluppa la riflessione di Laura Fernández Auguilera, una rielaborazione intensa che, dal recupero del corpo come vero e proprio oggetto e soggetto politico obbliga a ragionare circa i parametri di diritto, di inclusione ed esclusione, dando alla sua ricerca una validità fondamentale.
L’oppressione per la Fernández Aguilera è sempre un’oppressione incarnata che inizia a partire dalla categorizzazione del corpo e della sua dignità ontologica secondo la prospettiva attraverso la quale lo si guarda.
Essere un corpo significa essere un corpo politico che esso sia umano o animale, che esso sia storpio, grasso, sano, malato. Il corpo è una questione politica. Buona lettura.

https://rewriters.it/le-politiche-del-corpo-mondi-animali-corpi-non-umani-e-binarismo-ontologico-di-laura-fernandez-aguilera/?fbclid=IwZXh0bgNhZW0CMTEAAR11x1SJK3YdWBOr2ROdm2ucHCjyGSPd9b-r6bK57CujMurdSKR1NN80UwE_aem_gtax4mQXotFNc6Pm2g8KWg

Hai mai pensato a quanto il corpo racconti di noi e del mondo in cui viviamo? "Mondi animali. Corpi umani e binarismo on...
21/12/2024

Hai mai pensato a quanto il corpo racconti di noi e del mondo in cui viviamo? "Mondi animali. Corpi umani e binarismo ontologico", scritto dalla filosofa sp****la Laura Fernández Aguilera e curato da Feminoska e Marco Reggio, ci invita a guardare oltre le apparenze. Questo libro rivoluzionario svela come certe categorie— umano/animale, sano/malato, forte/debole — non siano neutrali, ma strumenti di potere che escludono chi non rientra nei modelli dominanti. Un invito a ripensare il corpo, a riconoscerlo come un soggetto politico e a immaginare un mondo più inclusivo per tutte le forme di vita. Sei pronto a scoprire una nuova prospettiva? Ne parla Manuela Macelloni qui 👇

la scheda del libro al primo commento.

Il corpo è il luogo da cui parte e termina ogni oppressione: il grande dimenticato è invece protagonista nella subordinazione ontologica.

Il primo saggio italiano sull’opera di Viet Thanh Nguyen e la memoria di un conflitto che ha cambiato la storia."Rifless...
20/12/2024

Il primo saggio italiano sull’opera di Viet Thanh Nguyen e la memoria di un conflitto che ha cambiato la storia.

"Riflessi di guerra si rivela una lettura fondamentale per chiunque sia interessato a comprendere veramente il Vietnam e la sua complessità culturale. Se state programmando un viaggio in questo affascinante paese del Sud-est asiatico, questo libro vi permetterà di guardare oltre la superficie turistica, dotandovi di strumenti preziosi per comprendere le dinamiche culturali e sociali che incontrerete durante il vostro percorso".

Riflessi di guerra, il primo saggio italiano sull'opera di Viet Thanh Nguyen, esplora la Guerra del Vietnam e il suo impatto sulla cultura contemporanea.

Torna disponibile il grande lavoro di Monique Wittig
19/12/2024

Torna disponibile il grande lavoro di Monique Wittig

Nel primo commento il link al libro 👇
19/12/2024

Nel primo commento il link al libro 👇

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