Ombre Corte

Ombre Corte ombre corte è una casa editrice indipendente, fondata nel 1996

In libreria dal 27 settembreGilles Ménage, Storia delle donne filosofeTraduzione e cura di Alessia ParolottoIntroduzione...
13/09/2024

In libreria dal 27 settembre

Gilles Ménage, Storia delle donne filosofe
Traduzione e cura di Alessia Parolotto
Introduzione di Chiara Zamboni

Scritto da Gilles Ménage, grande latinista e precettore di madame de Sévigné e di madame de Lafayette, Mulierum philosopharum historia (1690) è un libro sulle pensatrici dell’antichità, una “storia” senza precedenti e senza seguito, fino a tempi molto recenti. Dividendole per correnti di pensiero, ma iniziando da quelle che non appartengono a nessuna scuola, Ménage ci presenta una serie di figure appassionanti: Diotima la maestra di Socrate, Arete la cirenaica, Nicarete la megarica, Iparchia la cinica, Teodora la peripatetica, Leonzia l’epicurea, Temistoclea la pitagorica, per citare solo alcune delle sessantacinque filosofe che l’autore individua studiando i testi antichi e le opere dei padri della chiesa, e che noi oggi difficilmente avremmo l’avventura di incontrare sfogliando le nostre enciclopedie filosofiche.
Lo stile narrativo con il quale l’autore ricostruisce la storia di queste donne e l’insistere sulla loro vita e sugli aspetti più importanti delle loro biografie, legandoli al pensiero, sono sicuramente in sintonia con la tradizione del suo tempo. Ma, come scrive Chiara Zamboni nell’introduzione, in questo insistere sulla vita parlando di filosofia c’è forse qualcosa di più, “un riconoscere senza problemi che il pensiero femminile è inseparabile dalla vita quotidiana”, indivisibile nel suo essere pubblico e privato.

Gilles Ménage (1613-1692), grande latinista, grammatico e precettore di madame de Sévigné e madame de Lafayette, si occupò approfonditamente della lingua francese (Origines de la langue Française, 1650; Observation sur la langue française (1672) e scrisse un’opera satirica sull’Accademia francese intitolata Requête des dictionnaires à l’Académie (1646), poi reintitolata Le Parnasse alarmé. Gli altri suoi lavori sono: Vita Mathaei Menagii, advocati regii Andegavensis (1664), Juris civilis amoenitates (1640), Réponse au Discours sur l’Heautontimorumenos de Térence (1640), Miscellanea (1652), Mescolanze (1678) e Poemata (1656).

Di prossima pubblicazione - in libreria dal 27 settembreBarbara LanatiThe Village GenerationArte e dissenso nel Modernis...
12/09/2024

Di prossima pubblicazione - in libreria dal 27 settembre

Barbara Lanati
The Village Generation
Arte e dissenso nel Modernismo americano. Greenwich Village, Provincetown e Taos

The Village Generation è un viaggio nel tempo, all’inizio del secolo scorso, alla (ri)scoperta di alcune figure chiave dei movimenti artistici, letterari e sociali che diedero forma al Modernismo e a nuove espressioni artistiche negli Stati Uniti. Il libro ripercorre le storie di una generazione di giovani donne e uomini, artisti e scrittori, pensatori e innovatori nati negli ultimi decenni dell’Ottocento che, dal cuore pulsante di New York, contribuì ai cambiamenti culturali e sociali dell’America di inizio Novecento. Un racconto di vite individuali che si sono intrecciate, nei salotti e nei bar, nei teatri e nelle piazze, negli atelier e nelle gallerie d’arte, muovendosi insieme oltre il confine delle convenzioni, oltre la cultura mainstream, per le strade di New York, sulle spiagge di Provincetown, nelle colonie di artisti, fino al deserto di Taos nel New Mexico. È la “Village Generation” che scelse di esprimere la propria creatività attraverso la partecipazione, schierandosi dalla parte delle minoranze, per difendere la libertà (di espressione, di parola e anche sessuale) e i diritti civili. Giovani, precursori dei movimenti di protesta, ambientalisti, pacifisti, promotori della parità di genere e del femminismo, ma anche pionieri del giornalismo di inchiesta, di nuove forme d’arte, della pubblicità e degli happening teatrali.
Questo percorso narrativo di Barbara Lanati vuole stimolare la memoria degli appassionati di letteratura angloamericana rivolgendosi soprattutto ai lettori più giovani, a coloro che si avvicinano alla letteratura degli Stati Uniti e alle arti figurative in questo nuovo millennio, per rivivere insieme “la magia dei luoghi” attraversati da quella prima generazione di “Rebels with a cause” per scoprire come molte delle loro battaglie siano ancora attuali e ricche di spunti.

Barbara Lanati è professore emerito di Letteratura Anglo-americana all’Università di Torino. Ha pubblicato presso Einaudi, Feltrinelli e Tallone Editore. Tra i suoi lavori più importanti, la raccolta di poesie di Emily Dickinson, Silenzi (1986) e Il Diario di Eva di Mark Twain (1983). Ha curato Le Lettere di Edgar Allan Poe (2017) e le Lettere di Emily Dickinson (1982). Vita di Emily Dickinson, uscito nel 1998, è stato finalista al Premio Commisso (2000).

CILE - 11 settembre 1973Alessandro GuidaIl “nuovo” Cile dei militari. Dottrina della sicurezza nazionale, guerra psicolo...
11/09/2024

CILE - 11 settembre 1973

Alessandro Guida
Il “nuovo” Cile dei militari. Dottrina della sicurezza nazionale, guerra psicologica e propaganda, 1973-1975

Quando si pensa a dittature come quella che si affermò in Cile dopo il colpo di Stato che rovesciò Salvador Allende l’11 settembre del 1973, la prima cosa che viene in mente è, nella stragrande maggioranza dei casi, e comprensibilmente, la violenza. L’associazione con le uccisioni, le sparizioni, i campi di detenzione e le torture poste in essere da militari senza scrupoli risulta quasi immediata.
In realtà, quello cileno fu sì un regime del terrore dedito a pratiche di sterminio, ma fu tanto altro ancora, e questo invita a un approccio più problematico alla questione e, allo stesso tempo, amplia la portata delle ferite così come il campo delle responsabilità concrete di queste lacerazioni. Sul fronte interno, infatti, la popolazione venne letteralmente conquistata anche attraverso una manipolazione che fu implacabile, permanente e che venne condotta attraverso tutti i mezzi disponibili. La guerra psicologica del regime si fondò sul lavoro di esperti della comunicazione, tecnici dell’influenza, psicologi, sociologi, e su analisi di tipo scientifico. Sul fronte esterno, quella messa in campo dalla dittatura cilena fu, probabilmente, una delle più grandi e dispendiose campagne di propaganda del periodo della Guerra fredda, dopo, naturalmente, quelle realizzate da Stati Uniti e Unione Sovietica. Il tutto si produsse nel quadro di una versione specifica e originale dell’“ideologia della sicurezza nazionale”, accanto alla quale iniziò a farsi largo, nella seconda metà degli anni Settanta, l’“ideologia del mercato”, che avrebbe a sua volta contribuito al disciplinamento della società.

Alessandro Guida è assegnista di ricerca e professore a contratto di Storia delle relazioni interamericane presso l’Università di Napoli “L’Orientale”. Tra i suoi principali lavori ricordiamo La lezione del Cile. Da Unidad Popular al golpe del 1973 nella stampa italiana di sinistra, Università degli studi di Napoli “L’Orientale”, 2015.

Comune.info pubblica un capitolo del nostro Ecosocialismo. L’alternativa radicale alla catastrofe capitalista di Michael...
09/09/2024

Comune.info pubblica un capitolo del nostro Ecosocialismo. L’alternativa radicale alla catastrofe capitalista di Michael Löwy

Contro e oltre la catastrofe capitalista. Articolo di Michael Löwy

Il capitale mondiale integrato di Felix GuattariIntroduzione e postfazione di Franco Berardi Bifo, ombre corte, Verona 2...
28/08/2024

Il capitale mondiale integrato di Felix Guattari
Introduzione e postfazione di Franco Berardi Bifo, ombre corte, Verona 2024, 128 pagine, 12 euro
di Marc Tibaldi
Pubblicato il 27 Agosto 2024 · in Recensioni ·

Introduzione e postfazione di Franco Berardi Bifo, Ombre Corte, Verona 2024, 128 pagine, 12 euro [...]

Colette GuillauminSesso, razza e pratica del potere. L’idea di naturaPrefazione e cura di Sara Garbagnoli, Vincenza Peri...
08/08/2024

Colette Guillaumin
Sesso, razza e pratica del potere. L’idea di natura
Prefazione e cura di Sara Garbagnoli, Vincenza Perilli, Valeria Ribeiro Corossacz

Dalla fine degli anni Sessanta, la sociologa francese Colette Guillaumin ha rivoluzionato il modo di pensare il sessismo e il razzismo, teorizzandone il carattere sistemico, non accidentale e non innato. Attraverso un’analisi storica e sociologica delle idee di sesso e di razza e dei rapporti sociali che le hanno prodotte, Guillaumin dimostra che le donne e le persone non-bianche sono gruppi oppressi e che è l’oppressione a creare questi gruppi. In altre parole, uomini e donne, persone bianche e persone non-bianche sono categorie che non hanno nulla di “naturale”, e quindi nulla di eterno. Sono gruppi antagonisti prodotti da forme sistemiche di dominio, di sfruttamento, di appropriazione di un gruppo (di sesso, di razza) sull’altro, trasformati in “gruppi naturali” da un’ideologia che fabbrica “l’idea di natura” per nascondere l’origine sociale dell’oppressione. Impensabile, rivoluzionaria, questa è la tesi sostenuta da Guillaumin in questo testo precursore e ormai classico.
Una tale visione caratterizza, più in generale, l’approccio del femminismo materialista, sviluppatosi in Francia a partire dagli anni Settanta. Tale paradigma conta tra le sue principali esponenti, oltre la stessa Guillaumin, Christine Delphy, Monique Wittig, Nicole-Claude Mathieu e Paola Tabet. I testi di Guillaumin hanno il grande pregio di essere vivi, aperti, inesauribili. Da un lato, ispirano senza sosta nuove ricerche (sui processi di razzizzazione, sulla performatività del linguaggio, sulla dominazione adulta), dall’altro, costituiscono un contributo imprescindibile alla prospettiva detta oggi “intersezionale”, che guarda il reciproco riprodursi dei rapporti sociali di oppressione.

Colette Guillaumin (1934-2017), sociologa femminista, è stata ricercatrice presso il Cnrs di Parigi e ha tenuto seminari nelle università di Amiens, Ottawa e Montréal. Ha fatto parte del collettivo della rivista “Questions Féministes” e della redazione di “Le Genre Humain”. Ha scritto numerosi saggi in riviste e opere collettanee, e pubblicato i volumi L’idéologie raciste. Genèse et langage actuel (Mouton, 1972; Gallimard, 2002; L’ideologia razzista. Genesi e linguaggio attuale, a cura di Sara Garbagnoli, il melangolo, 2023) e Racism, Sexism, Power and Ideology (Routledge, 1995).

AMBIENTE E ECOLOGIA MOVIMENTO SOCIALISTA22 LUGLIO 2024Antropocene o Capitalocene? Le critiche di Moore e la difesa di An...
31/07/2024

AMBIENTE E ECOLOGIA MOVIMENTO SOCIALISTA
22 LUGLIO 2024
Antropocene o Capitalocene? Le critiche di Moore e la difesa di Angus

1. Perché Moore è contro l’Antropocene Per Jason W. Moore nel libro Antropocene o Capitalocene?…

🖋🖋 RECENSIONE 🖋🖋Cristina Moroni, che ringraziamo, oggi su "il manifesto" recensisce il fondamentale lavoro di Gisela Boc...
28/07/2024

🖋🖋 RECENSIONE 🖋🖋

Cristina Moroni, che ringraziamo, oggi su "il manifesto" recensisce il fondamentale lavoro di Gisela Bock e Barbara Duden, "Lavoro d'amore - amore come lavoro. La nascita del lavoro domestico nel capitalismo".
Nel primo commento il link al libro 👇👇

✒️✒️ RECENSIONE🖋🖋Su Internetional web Post, Gabriella Bianco recensisce magistralmente il bel libro di Gian Andrea Franc...
25/07/2024

✒️✒️ RECENSIONE🖋🖋
Su Internetional web Post, Gabriella Bianco recensisce magistralmente il bel libro di Gian Andrea Franchi, "Il diritto di antigone", pubblicato ne settembre 2022 e già alla sua seconda ristampa.
"Gian Andrea Franchi non grida, sussurra, non impreca, denuncia, ed in questa denuncia c’è la consapevolezza che “il doloroso varcare confini (dei migranti) è un segnale politico epocale che va raccolto a tutti i costi”. (pag. 52) Nel caso dell’impegno con i migranti, agisce una dinamica sottile che riempie il vuoto politico da parte degli attivisti, nonostante il loro procedere per gruppi indipendenti: “Mi sembra necessario – afferma Franchi – lanciare il messaggio di un’autoriflessione (…) indispensabile, per costruire e mantenere consapevolezza critica in un impegno complesso che ha a che fare con condizioni limite di sopravvivenza”. (pag. 14)

IN DIALOGO CON 'IL DIRITTO DI ANTIGONE'-GIAN ANDREA FRANCHI Approfondimenti e dossier

Il nostro Walter Bruno Renato Toscano, con il suo "Pantere nere, America bianca" è nella terzina finalista per la sezion...
24/07/2024

Il nostro Walter Bruno Renato Toscano, con il suo "Pantere nere, America bianca" è nella terzina finalista per la sezione Storia contemporanea del Pemio nazionale Franciacorta - V edizione
nel primo commento il link al libro 👇

Andrea Fumagalli - che ringraziamo -  recensisce sulle pagine de "il manifesto" di oggi «Anatomia del populismo economic...
23/07/2024

Andrea Fumagalli - che ringraziamo - recensisce sulle pagine de "il manifesto" di oggi «Anatomia del populismo economico» di Mario Pomini. Nel primo commento il link al libro 👇👇

Quando non c’è salario minimo che tenga
di Andrea Fumagalli

Negli ultimi tempi, siamo stati testimoni di alcuni paradossi. In tema di pace, sono i paesi più reazionari e conservatori a volere l’avvio di una trattativa nella guerra tra Nato e Russia mentre i partiti del centro-sinistra sono più proni ai diktat della Nato. In Italia, in tema di nazionalismo, la sinistra (che dovrebbe essere internazionalista) sventola tricolori in aula mente la destra (che si suppone nazionalista) fa sfoggio del più bieco regionalismo. Dulcis in fundo, i partiti di derivazione neofascista si dichiarano pro Israele e pro ebrei e accusano i partiti di sinistra di essere antisemiti. Sembra di essere in un mondo capovolto.
MA C’È UN CAMPO in cui la destra mantiene intatta la sua tradizione storica di forza corporativa, antisociale e reazionaria: è il campo della politica economica. Il libro di Mario Pomini (Anatomia del populismo economico. La melonieconomics: un anno di politiche economiche conservatrici, ombre corte, pp. 202, euro 18) ce lo conferma ampiamente.
OCCORRE però ricordare che le scelte di politica economica del governo Meloni si sono mosse nel solco già tracciato dai governi precedenti. Il primo capitolo del libro («Verso la melonieconomics») lo documenta diffusamente. I capitoli seguenti affrontano invece i capisaldi dell’ideologia economica della destra populista e sono la raccolta di diversi interventi scritti dall’autore su alcuni blog a partire da quello su Il Fatto quotidiano.
Si discute del «virus» della tassa piatta (flat tax), a cui l’autore ha dedicato una precedente monografia (Il prisma della flat tax, sempre edito da ombre corte, 2021), per poi affrontare in modo più generale i pilastri della politica fiscale, tra riduzione del cuneo fiscale come salario assistenziale ma non universale, la proposta di riforma fiscale che riduce la progressività sull’Irpef e, al contempo, aumenta l’imponibile delle partite Iva con regime di flat tax al 15%, il non rinnovo dei contratti dei pubblici dipendenti, per poi partorire, dopo roboanti dichiarazione di rottura con il passato, una manovra finanziaria per il 2024 che poco o nulla ha di nuovo.
PIÙ INCISIVE sono state invece le decisioni relative alla parte destruens: il forte ridimensionamento del reddito di cittadinanza, lo smantellamento del super bonus e la pervicace opposizione all’introduzione di un salario minimo. Si tratta delle poche misure che (con l’eccezione del salario minimo, la cui assenza è responsabilità anche dei precedenti governi di centro sinistra e tecnici) potevano incidere positivamente sulla domanda interna, uno dei fattori principali che spiega la stagnazione oramai strutturale dell’economia italiana.
La politica economica della Meloni si colloca così all’interno della logica della supply economics (politica dell’offerta). Si tratta del classico schema pro impresa secondo il quale condizione sufficiente per stimolare la crescita economica sia favorire gli investimenti delle imprese tramite, da un lato, incentivi fiscali e, dall’altro, la riduzione del costo del lavoro, grazie a politiche di stagnazione salariale e di precarizzazione del lavoro. «Non bisogna disturbare chi produce» è uno dei mantra della premier Meloni. E poiché chi produce ha come finalità il profitto, la politica economica deve favorire la crescita del profitto. È evidente la finalità politica di classe di tale scelta economica, non a caso portata in auge durante la Reaganomics.
MA A DIFFERENZA dei governi precedenti, l’attuale governo meloniano sembra avere qualche problema con i numeri, sviluppando «un atteggiamento schizofrenico nei confronti dei dati economici che vengono demonizzati, oppure ignorati, se negativi e invece esaltati in maniera parossistica se positivi». Il dato più allarmante, in totale contraddizione con le dichiarazioni rilasciate, è la mancanza di interventi di carattere strutturale, che invece avevano caratterizzato alcune amministrazioni precedenti, sia in senso negativo (l’aumento dell’età pensionabile del governo Monti o la liberalizzazione dei licenziamenti individuali anche senza giusta causa del jobs act di Renzi) o in senso parzialmente positivo (l’introduzione del Reddito di cittadinanza del governo Conte 2).
Pomini osserva che anche un altro caposaldo della politica economica di destra viene mantenuto: l’aumento del debito pubblico. È infatti statisticamente dimostrato che tutte le volte che siamo in presenza di un governo di destra o centro destra, il debito pubblico tende a crescere. Così è stato negli Usa di Reagan, così in Francia sotto Sarkozy e Macron, così in Italia sotto Berlusconi e così oggi.

22/07/2024

Nei primi due commenti i link ai libri.
22/07/2024

Nei primi due commenti i link ai libri.

22/07/2024
📚 Gilles Deleuze – Claire ParnetConversazioni - Postfazione di Antonio NegriTraduzione di Gianpiero Comolli“Un’intervist...
21/07/2024

📚 Gilles Deleuze – Claire Parnet
Conversazioni - Postfazione di Antonio Negri
Traduzione di Gianpiero Comolli

“Un’intervista, un dialogo, una conversazione – ‘spiegarsi’ è molto difficile. La maggior parte delle volte, quando uno mi fa una domanda, anche una domanda che mi tocca, m’accorgo di non avere propriamente nulla da dire. Le domande, come qualsiasi altra cosa, si costruiscono: e se non vi lasciano costruire le vostre domande, con elementi raccolti dovunque, con pezzi presi da qualsiasi parte, se ve le ‘pongono’, succede che non avete gran che da raccontare. […] In genere le domande sono tese verso un futuro (o un passato). Il futuro delle donne, il futuro della rivoluzione, il futuro della filosofia, ecc. Ma nel frattempo, intanto che si continua a girare attorno a queste questioni, ci sono dei tipi di divenire che operano in silenzio, in modo pressoché impercettibile. Si pensa troppo in termini di storia, sia essa personale o universale. Mentre i tipi di divenire fanno parte della geografia, sono orientamenti, direzioni, entrate e uscite. Esiste un divenire-donna che non si confonde affatto con le donne, con il loro passato e il loro futuro e bisognerebbe proprio che le donne entrassero in questo divenire, per poter uscire dal loro passato e dal loro futuro, dalla loro storia. Esiste un divenire-rivoluzionario che non è affatto la stessa cosa del futuro della rivoluzione, e che non passa necessariamente attraverso i militanti. Esiste un divenire-filosofia che non ha nulla a che vedere con la storia della filosofia, e che passa piuttosto attraverso coloro che la storia della filosofia non giunge a classificare” (Gilles Deleuze).

“Conversazioni è un libro da leggere, pagina per pagina, forse il mattino, prima di uscire di casa, se si vuol resistere, nel quotidiano, al quotidiano. Se con dolcissima radicalità, si vuol vivere” (dalla Postfazione di Antonio Negri).

Gilles Deleuze (1925-1995) è uno dei maggiori filosofi del nostro tempo. Tra le sue opere: Differenza e ripetizione (1968), Logica del senso (1969), Spinoza. Filosofia pratica (1985). E con Félix Guattari: L’anti-Edipo (1972), Mille piani (1980), Che cos’è la filosofia (1991). Per i nostri tipi: Cosa può un corpo?, Il sapere. Corso su Michel Foucault (1985-1986) / 1, e Il potere. Corso su Michel Foucault (1985-1986) / 2, La soggettivazione. Corso su Michel Foucault (1985-1986) / 3.
Claire Parnet, allieva e amica di Deleuze, è stata anche l’interlocutrice-autrice de L’abécédaire de Gilles Deleuze (1995), registrazione video (8 ore) diffusa postuma, per volontà di Deleuze, dal canale televisivo francese “Arte” e ora disponibile in DVD per i tipi di DeriveApprodi.

2duerighe - RECENSIONI - 17 LUGLIO 2024Una recensione alla nuova edizione del libro di Paolo Grassi, Il limbo urbano."A ...
18/07/2024

2duerighe - RECENSIONI - 17 LUGLIO 2024

Una recensione alla nuova edizione del libro di Paolo Grassi, Il limbo urbano.

"A Città del Guatemala le tienda (i negozi) hanno le grate. I negozi si affacciano sulle strade ma, nella maggior parte dei casi, non si entra. Ci si avvicina, si chiede di cosa si ha bisogno e si attende. Una fessura più larga permette di porgere i prodotti più voluminosi, altrimenti è sufficiente infilare tra le sbarre una mano”.
Note di questo genere, contenute nel saggio di Paolo Grassi- Il limbo urbano, edito da ombre corte -, aiutano a capire come la popolazione guatemalteca della capitale affronti il problema della criminalità. Nel suo scrivere la violenza, l’antropologo adopera la tecnica del racconto a strati, che alterna in maniera equilibrata dati statistici e riflessioni teoriche al più immediato strumento del diario di bordo, di cui il paragrafo precedente ne è un perfetto esempio. Le note di campo scritte durante la permanenza in Centro America aprono delle finestre sul panorama di Città del Guatemala, dove la criminalità ha raggiunto negli ultimi anni un tasso pericolosamente elevato.

Le note di campo scritte da Grassi durante la permanenza in Centro America aprono delle finestre sul panorama di Città del Guatemala.

"Ecologia-mondo e crisi del capitalismo. La fine della natura a buon mercato è una raccolta di saggi di Jason W. Moore t...
15/07/2024

"Ecologia-mondo e crisi del capitalismo. La fine della natura a buon mercato è una raccolta di saggi di Jason W. Moore tradotta da Gennaro Avallone che prova a fornire un contributo innovativo all’analisi marxista della crisi ecologica a partire dalle connessioni con la crisi del 2007-2008 del neoliberismo che viene visto come una fase dello sviluppo del capitalismo e nel fare ciò Moore analizza due fenomeni strettamente legati tra loro che lo caratterizzano. Il primo è il principio del “prima prendere e in un secondo momento fare”. Il neoliberismo, seguendo le analisi di Harvey, Duménil e Lévy, come le precedenti fasi del capitalismo redistribuisce la ricchezza ma non riesce a generare le condizioni per la crescita economica e uno sviluppo sociale definito. L’innovazione tecnologica sotto il neoliberismo non è stato capace di aumentare la produttività per ridurre i costi e liberare il reddito per un’espansione globale. Questo è maggiormente evidente nell’agricoltura, dove gli OGM non sono stati capaci di aumentare la resa. Il secondo elemento è la finanziarizzazione nella vita quotidiana e nella riproduzione della natura extra-umana, in altre parole la transizione della sussunzione formale alla sussunzione reale della natura al capitale iniziata negli anni ‘70. Questi due elementi spiegano la nascita di un modello di sviluppo basato sulla redistribuzione e un’economia della bolla, come dimostrato dalla crisi del 2007-2008. Per Moore il neoliberismo ha raggiunto i limiti della possibilità di sviluppo e le sue crisi sono una “crisi spia” dell’ordine neoliberista dei rapporti tra umani e il resto della natura".

1. Introduzione Ecologia-mondo e crisi del capitalismo. La fine della natura a buon mercato è…

Quand'è quasi mezzogiorno le ombre sono solo neri, acuti margini ai piedi delle cose in procinto di ritirarsi in silenzi...
15/07/2024

Quand'è quasi mezzogiorno le ombre sono solo neri, acuti margini ai piedi delle cose in procinto di ritirarsi in silenzio, all'improvviso, nella loro costruzione, nel loro segreto. Come il sole al sommo della sua orbita, la conoscenza delinea allora i contorni delle cose col massimo rigore. (Walter Benjamin)

Francesco Germinario, «Gente malfida». La critica degli intellettuali nella cultura di destra (1789-1925)>>> In "Archivi...
15/07/2024

Francesco Germinario, «Gente malfida». La critica degli intellettuali nella cultura di destra (1789-1925)

>>> In "Archiviostorico.info"

   🖋🖋 Nel segno filosofico e anticipatorio di Félix Guattari«Il capitale mondiale integrato», dell’autore francese con i...
13/07/2024


🖋🖋 Nel segno filosofico e anticipatorio di Félix Guattari
«Il capitale mondiale integrato», dell’autore francese con introduzione e postfazione di Franco Berardi Bifo. Il pamphlet, ora tradotto per ombre corte, circolò all’inizio degli anni Ottanta
di Marc Tibaldi

Nel 1974 veniva pubblicato Una tomba per Edipo, il primo libro italiano di Félix Guattari, curato da Luisa Muraro per Bertani Editore, mentre oggi, a cinquanta anni di distanza, un altro editore veronese, pubblica Il capitale mondiale integrato (ombre corte, pp. 128, euro 12). Al di là della curiosità geografica e temporale, questa pubblicazione segnala il rinnovato interesse per le anticipatrici analisi del pensatore francese. A iniziare proprio da quella (1980) sul capitalismo mondiale integrato, capitalismo che «tende sempre più a decentrare i suoi centri di potere dalle strutture di produzione di beni e di servizi alle strutture produttrici di segni, di sintassi e di soggettività, in particolar modo attraverso il controllo che esercita sui media, la pubblicità, i sondaggi» e lo raggruppa in quattro grandi regimi semiotici: economico, giuridico, tecnico-scientifico e di soggettivazione.
Franco Berardi Bifo, che presenta il libro in maniera acuta, scrive che «quando Guattari dice che il capitale è un operatore semiotico vuol dire dunque che la pervasività del modello capitalistico non dipende più soltanto da un effetto di surcodifica astratta che si manifesta soprattutto nel momento di scambio, ma dipende dalla integrazione tecnologicamente mediata dei diversi momenti della lavorazione: momenti progettuali, tecnico-scientifici, informativi, materiali, e così via».
GUATTARI SOSTENEVA, nove anni prima del crollo sovietico o meglio di quello che fu un semplice cambio di pelle, che il nuovo capitalismo non si sostituiva completamente al vecchio, ma che ci fosse piuttosto una «coesistenza, stratificazione e gerarchizzazione dei capitalismi di differenti livelli, che mettono in gioco: i Capitalismi segmentari tradizionali, territorializzati sugli Stati-Nazioni»; con «un Capitalismo mondiale integrato, che non si appoggia più unicamente sul modello di semiotizzazione monetaria e finanziaria del Capitale, ma più fondamentalmente su tutto un insieme di procedimenti di regolazione tecnico-scientifica, macro e microsociali, massmediatici ecc».
Oltre a Il capitale mondiale integrato, i libri più significativi del laboratorio guattariano per definire la trasformazione del capitalismo sono Le verità nomadi. Per nuovi spazi di libertà (1985, scritto con Antonio Negri), Le tre ecologie (1989) e Caosmosi (1992). Il capitalismo mondiale integrato era l’alternativa al discorso sull’imperialismo che faceva la sinistra di allora. L’analisi dell’impero capitalista contrapposto all’imperialismo, di Negri e Hardt (2000), nascerà anche da questa suggestione. «Félix è quello che trova i diamanti, io quello che li taglia», così Gilles Deleuze descriveva la collaborazione che aveva prodotto AntiEdipo e Mille piani. Le loro modalità di lavoro prevedevano l’innesco del flusso concettuale guattariano su cui poi Deleuze operava riarticolazioni e messe in prospettiva. Purtroppo il contributo di Guattari a quell’impresa filosofica è stato misconosciuto in alcuni ambienti accademici, infatti i libri firmati con i due nomi sono stati considerati opera di Deleuze. L’apporto di Guattari veniva limitato alle più dirette problematiche politiche. Niente di più sbagliato, la lettura di questo agile e fondamentale volumetto ce lo conferma.
GUATTARI CONTINUERÀ queste analisi e proposte in Le tre ecologie, un’operazione radicale, una cesura anche con innovative teorie ecologiche (Paccino, Bookchin, Fallot, Debord), uno spostamento di visuale, più complesso e completo, in cui la tripartizione tra ecologia ambientale, sociale e mentale oggi si capisce perfettamente. L’ecologia mentale non è solo cura psichica ma analisi collettiva condotta attraverso la lotta che produce soggettivazione contraria a quella imposta dal capitale; è produzione di soggettività adeguata all’orizzonte attuale.
Oltre all’analisi del funzionamento del nuovo capitalismo, il libro contiene una parte propositiva dedicata alla «rivoluzione molecolare». In Effetto Foucault (atti di un convegno milanese del 1985), Guattari scrive: «Per Foucault le relazioni di potere e, di conseguenza, le strategie di lotta non sono riducibili a semplici rapporti di forza oggettivi; esse investono i processi di soggettivazione in ciò che essi hanno di più essenziale, e si troverà sempre in esse la relatività del volere e l’intransitività della libertà». La soggettività è un campo di battaglia. Guattari sosteneva che bisogna farla biforcare dalla sua forma attuale che ha imposto passività, microfascismi, razzismo e sessismo.
BISOGNA risingolarizzarla, esprimendo il suo divenire attraverso alleanze multiple. «La rivoluzione molecolare si farà recuperare se non si fonderà con la lotta di classe. Quest’ultima scivolerà nel dogmatismo se non si farà contaminare dalla rivoluzione molecolare». L’alleanza tra i movimenti di liberazione e quelli della lotta di classe – pur ridefinita secondo le mutazioni del capitalismo – è necessaria. Una convergenza purtroppo – e nonostante le pur corrette prospettive intersezionaliste – non ancora riuscita.

Le politiche della disabilitazione, le leggi e il welfaredi Luca Mozzachiodi"Da poco è uscita in Italia, con il titolo L...
11/07/2024

Le politiche della disabilitazione, le leggi e il welfare
di Luca Mozzachiodi

"Da poco è uscita in Italia, con il titolo Le politiche della disabilitazione, la traduzione di un importante libro di Michael Olivier, pioniere dei Disability Studies anglosassoni. Il curatore Enrico Valtellina insiste a ragione sull’importanza del lavoro quale manifesto del «modello sociale della disabilità», ma bisogna dire che i termini del dibattito, che spesso assume caratteristiche teoriche e accademiche soprattutto nei meno felici interpreti di questi studi, sfuggono al lettore comune nella generale disattenzione alla disabilità che caratterizza la nostra società, mentre naturalmente al disabile, invece, sono spesso chiari, grazie alla sua concreta esperienza di una società abilista."

«Da poco è uscita in Italia - scrive Luca Mozzachiodi in questo suo contributo di riflessione -, la traduzione di un importante libro di Michael Olivier (“Le politiche della disabilitazione”), pioniere dei “Disability Studies” anglosassoni, uno studio ritenuto quale manifesto del “modell...

Karen PinkusCarburanti. Dizionario per un pianeta in crisiUn saggio in veste di dizionario, dalla A di Acqua alla Z di Z...
09/07/2024

Karen Pinkus
Carburanti. Dizionario per un pianeta in crisi

Un saggio in veste di dizionario, dalla A di Acqua alla Z di Zyklon B, Carburanti parla di una gran quantità di “cose” capaci di produrre energia, alcune reali e impiegate ogni giorno, altre verosimili o, come il dilitio di Star Trek, appartenenti al puro campo dell’immaginazione. Gli attuali sogni legati all’energia green – rinnovabile, pulita, addirittura gratuita… – e gli incubi di una modernità costruita sullo sfruttamento di carburanti dal devastante impatto sociale ed ecologico sono messi a confronto passando al vaglio una vasta letteratura che comprende testi poetici e narrativi di vari secoli e autori (Omero, Apollonio Rodio, Verne, Zola, Calvino e Pasolini tra gli altri), trattati scientifici, teorie filosofiche (dall’antichità a Hegel, da Bataille ad Agamben e Negri), documenti storici come le gustose proposte che inventori fai-da-te inviavano a Henry Ford per cercare di “vendergli” i loro carburanti prodigiosi.
Un libro sperimentale che ci spinge ad abbandonare false speranze nel futuro delle energie non-fossili, tentando al contempo di immaginare nuove possibili traiettorie di sopravvivenza su un pianeta in forte crisi. Carburanti intende sfidare il lettore invitandolo a ripensare il rapporto tra “sostanze” e “sistemi energetici” nell’età del cambiamento climatico.

Karen Pinkus, Docente di letteratura italiana e comparata alla Cornell University (Ithaca, New York), è autrice di numerosi studi di critica letteraria e cinematografica, scienze umane ambientali (environmental humanities) e arte. In Italia ha scritto su argomenti culturali per “il manifesto” e “Il giornale dell’architettura”. È redattrice della rivista “Diacritics”.

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Via Alessandro Poerio 9
Verona
37124

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