24/08/2022
LA SOLITUDINE DEI NUMERI PRIMI
di Massimiliano Fede
www.radio4puntozero.it
Il titolo di un famoso libro per rappresentare la fotografia plastica di una campagna elettorale fatta di bassezze che, dall'era Berlusconi, ancora non ci abbandona.
Al meeting di CL (comunione e liberazione) di Rimini, dove sfoggiavano le lobby travestite da chierichetti, si sono ritrovati tutti i leader politici protagonisti di questa campagna elettorale, tranne uno.
Quello che a scuola veniva sempre emarginato, perchè robusto, o introverso, o secchione.
Chi non ha ricevuto l'invito è stato proprio Giuseppe Conte che, in tutta la sua solitudine, su RAI3 da Lucia Annunziata, con rassegnazione, esclamava " ce ne faremo una ragione".
Rimane il fatto che lo scivolone degli organizzatori non è stata una svista, come nei vari talk volevano far credere.
E' una vera e propria operazione di bullismo da parte di tutti gli altri leader che temono di confrontarsi con un leader che potrebbe dare filo da torcere.
Oramai è un mantra a reti unificate.: il M5S è stata una sciagura per l'Italia.
Infatti con il primo governo Conte è stato introdotto il RDC. Un provvedimento così odiato da tutta la classe politica e imprenditoriale, capace di costruire ad arte narrazioni che hanno dell'incredibile, colpendo proprio quelle classi povere che negli anni precedenti è stata da loro massacrata, togliendogli qualsiasi tipo di diritto e protezione.
Una misura di civiltà voluta espressamente dall' Unione Europea che richiamava l'Italia affinché introducesse un sistema di protezione per comba***re la povertà, simile ai sistemi presenti in quasi tutti paesi UE. Soprattutto dopo che nel corso degli anni, prima Berlusconi con la legge 30 che ha di fatto introdotto più flessibilità e più precarietà, senza introdurre ammortizzatori sociali, e poi con l'abolizione dell'articolo 18 dello statuto dei lavoratori, voluto fortemente da Renzi. l'impoverimento di chi perdeva il lavoro era immediato. L'attacco ideologico, da parte di chi per 30 anni aveva svilito il mondo del lavoro, è stato contro quei poveri che sono stati accusati di preferire il divano di casa piuttosto che lavorare. Un lavoro che, come i dati OCSE hanno recentemente dimostrato, in 30 anni nei paesi della UE ha avuto un aumento delle retribuzioni medie, tranne che in Italia dove invece le retribuzioni sono diminuite. Questo la dice lunga sul massacro perpetrato nei confronti dei lavoratori con la complicità dei sindacati che passano all'incasso quando poi ci sono le elezioni, vedi Camusso e Furlan candidate dal PD. Un sistema che prima dell'introduzione del RDC, vedeva i nostri bravi imprenditori smaniosi di mettere mano su una manovalanza giovanile a buon mercato, culminando con l'introduzione, da parte del governo Renzi, dell'alternanza scuola lavoro, che non è altro che manodopera presa dagli istituti scolastici a costo zero, con criteri di sicurezza blandi che poi sono sfociati, in alcuni casi, con morti sul lavoro, che in Italia si attestano su una media di 3 al giorno solo nell'anno 2021 e in 4 anni sono poco meno di 5000.
Il RDC ha rotto gli schemi di una classe imprenditoriale che si è vista messa all'angolo, costretta a passare per i centri per l'impiego e , conseguentemente, essere obbligata ad offrire lavoro con retribuzioni più alte rispetto alle canoniche 780 euro previste per il RDC. Quindi piuttosto che rivolgersi alle agenzie per l'impiego, un carrozzone gestito dalle regioni che servono per lo scambio politico dei voti, si è preferito attaccare questa forma di protezione che, stando proprio a quello che dice l'INPS, non Giuseppe Conte, durante la pandemia ha arginato la povertà dilagante a causa della perdita di molti posti di lavoro.
Dopo il mancato golpe di Salvini al Papeete, dove ha chiesto agli italiani pieni poteri, Conte si è ritrovato a condividere un programma di governo con il PD. Durante tale governo è scaturito il Bonus 110% che ha permesso, di fatto, di rilanciare l'economia portando la crescita del PIL tra i più alti dei paesi europei in piena pandemia. Una pandemia che Conte ha gestito mettendoci la faccia, entrando nelle case degli italiani per rassicurarli e cercare di affrontare un virus di cui poco si conosceva e si conosce ancora.
E' andato a Bruxelles e, dopo una trattativa estenuante durata fino alle 5 del mattino, è riuscito a convincere tutti i paesi UE a dare all'Italia ben 209 miliardi di fondi del PNRR, la cifra più alta rispetto agli altri paesi, da investire per rilanciare l'economia. Anche se lo smemorato di Arcore recentemente ha dichiarato di aver ottenuto lui tali fondi, ma, sicuramente, ciò dev'essere un "sogno di una notte di mezz'estate".
Molte di quelle persone presenti a Rimini tifavano contro l'Italia, anzi proponevano MES e Fiscal compact.
In particolar modo un certo Matteo Renzi, leader di Italia Viva, che, non sopportando questo successo tutto italiano, o meglio che non fosse stato lui l'artefice di ciò, pensò bene di staccare la spina per far salire, con un governo di emergenza, Mario Draghi.
L'insediamento di Draghi è stato visto come una intercessione divina, un essere mitologico metà uomo e metà Dio che, sceso sulla Terra, avrebbe trasformato in oro qualsiasi cosa toccasse. Ma così non è stato. Draghi è stato quello che aveva affermato che con il green pass, avremo avuto " la certezza di ritrovarci tra persone non contagiose", pur sapendo di mentire, e tutto questo davanti al silenzio di tutta la stampa che, a reti unificate, ne aveva elogiato i suoi superpoteri. Draghi aveva sconfitto il virus per decreto. I super poteri di super Mario hanno convinto, anche grazie a una propaganda mediatica che non si ricordava dai tempi di Joseph Goebbels, milioni di italiani che le sanzioni avrebbero messo in ginocchio la Russia, portandola a ritirarsi dai territori Ucraini.
La storia si ripete, prima Napoleone , poi Hi**er e adesso la Nato e L'UE , non si sono resi conto che la Russia è un paese talmente esteso che difficilmente può essere piegato. Non si è compreso che, diversamente da ciò che ci si aspettava, le sanzioni ci sono ritornate, come un boomerang, direttamente in faccia, con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti. Inflazione ai massimi storici, bollette quintuplicate, carburanti alle stelle, generi alimentari aumentati del 30% in media e, dulcis sin fundo, la ciliegina sulla torta : spread al 24 agosto a 231 punti, mentre, quando ha lasciato Conte, lo spread il 12 febbraio 2021 era a 92 punti.
Non gli è sembrato vero a Draghi d'avere avuto l'occasione per buttarsi giù e uscire dal governo prima dell'affondamento della nave. Quando Conte informò Draghi che il M5S non avrebbe votato il decreto aiuti, in quanto erano state inserite scelte non presenti in agenda, come il termovalorizzatore di Roma, e che, nonostante ciò, con il movimento avrebbe comunque votato e sostenuto il governo, Draghi, in risposta , chiese la fiducia con un discorso per niente accomodante e conciliatorio, non risparmiando M5S, Lega e Forza Italia. Sembrava quasi un messaggio del tipo " per favore buttatemi giù che qui le cose stanno precipitando".
E' così è stato. Lega e Forza Italia di fatto hanno affossato il governo Draghi, ma la narrazione a reti unificate indica come unico reo della caduta del governo Giuseppe Conte. Lo stesso Conte che oggi viene emarginato dagli altri leader politici, che siedono al tavolo insieme per spartirsi il potere e le risorse di questo paese .