Veneziani a Tavola NOTTE

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Veneziani a Tavola NOTTE Storia, leggenda, fiaba o realtà: un racconto nuovo ogni notte, tutte le notti. Pagina di Pierangelo Federici.

Veneziano, autore sui temi delle tradizioni lagunari venete.

Le Storie di sant'Orsola sono un ciclo di nove "teleri" eseguiti da Vittore Carpaccio tra il 1490 e il 1495 per la Scuol...
15/06/2025

Le Storie di sant'Orsola sono un ciclo di nove "teleri" eseguiti da Vittore Carpaccio tra il 1490 e il 1495 per la Scuola di Sant'Orsola a Venezia: sono esposti alle Gallerie dell'Accademia di Venezia.

👉 Nel 1488 la confraternita di Sant'Orsola, fondata nel 1300, decise di decorare la propria sede, un piccolo edificio accanto alla chiesa dei Santi Giovanni e Paolo, con la "istoria di madonna Santa Orsola", loro protettrice.
👉 L'incarico venne affidato a un giovane pittore, neppure trentenne, Vittore Carpaccio.
Nelle storie della santa, Carpaccio scelse i momenti dal contenuto più festoso, variando anche alcuni argomenti rispetto alla tradizione. Nella f***a simbologia dei teleri furono infatti inclusi temi legati alla storia di quegli anni: tra il 1470 e il 1480 la Serenissima era alle prese con i turchi di Maometto II; le due potenze si scontrano più volte, con esiti sempre drammatici, per le stragi compiute contro il nemico vinto. I resoconti che suscitavano più scalpore riguardavano donne, madri di famiglia, giovani vergini o monache strappate dalla sicurezza delle loro abitazioni e rese oggetto di violenze da parte degli invasori. Tutto questo ispirò l'artista e l'impresa pittorica fu relativamente veloce.
👉 Nel 1493 il Sanudo, nel "De origine situ et magistratibus urbis Venetiae", fece intendere che la decorazione di Sant'Orsola fosse già a buon punto, vicina al completamento, e nel 1495, Carpaccio firmava l'ultimo cartiglio leggibile, eseguendo probabilmente immediatamente dopo le tre tele della serie.
👉 Confrontando le prime opere con le ultime sorprende la rapidissima maturazione artistica di Carpaccio, che superò velocemente ogni impaccio giovanile per approdare, con sicuro istinto figurativo, a traguardi poetici che potevano competere col caposcuola veneziano dell'epoca, Giovanni Bellini.

(Nell'immagine il "Sogno di sant'Orsola")

“Solana”Giornate di festa in spiaggia… occhio alla scottatura solare, che in veneziano si dice “solana”: ti racconto com...
14/06/2025

“Solana”
Giornate di festa in spiaggia… occhio alla scottatura solare, che in veneziano si dice “solana”: ti racconto come mai.

👉 Se alzi gli occhi camminando per la città, noterai delle particolari terrazze di legno sopra i tetti: si chiamano “altane” ed erano l’unica soluzione possibile per stare al sole in una città che è tutta un intrico di ombrose callette.
👉 Ebbene, oltre che per stendere i panni, le altane avevano e hanno altri scopi per l’uso familiare, per esempio trascorrere le calde serate estive lassù al fresco.
👉 Ma un libro parigino del 1865, dal titolo "Les femmes blondes selon les Peintres de l'école de Venise", ci racconta che le altane venivano usate dalle donne veneziane per schiarirsi i capelli. Infatti, durante il periodo della Serenissima, nelle giornate soleggiate, le signore con scialle di seta bianca (detto “schiavoneto”) salivano sull’altana dopo aver bagnato i capelli con una particolare tintura schiarente, quindi utilizzavano un largo cappello di paglia, dotato di un foro centrale dal quale uscivano le folte chiome: quello strano copricapo si chiamava “solana”❗

C'è un antico modo di dire veneziano: "San Simeon no me ne impasso"...Ma, cosa vuol dire "no me ne impasso" e cosa c'ent...
13/06/2025

C'è un antico modo di dire veneziano: "San Simeon no me ne impasso"...

Ma, cosa vuol dire "no me ne impasso" e cosa c'entra S.Simeone❓
👉 Cominciamo col dire che dicendo "no me ne impasso" si intende dire, su per giù, che non me ne interesso.
👉 A fianco della chiesa di S.Simeon Grando (S.Simeone Profeta, nel sestiere di Santa Croce) è murata una immagine antica del 1382 di S.Ermolao rivolto verso la chiesa. La rappresentazione ha l'atteggiamento che sembra voler dire "no, grazie", forse perché la chiesa è dedicata appunto a San Simeone e non a lui.
👉 Da questo nasce il detto: San simeon no me ne impasso (non me ne impiccio) 😉

Dall'archivio di Veneziani a Tavola: Il "Funerale della volpe".👉 Raffigurata la scena di una coppia di galli che traspor...
12/06/2025

Dall'archivio di Veneziani a Tavola: Il "Funerale della volpe".

👉 Raffigurata la scena di una coppia di galli che trasporta una volpe morta. Si tratta del "Funerale della volpe" che si trova nel transetto settentrionale della Basilica di San Marco.
👉 Questo preziosissimo manufatto ha subito nel corso dei secoli continui restauri e rifacimenti, con moltissime sostituzioni dovute alla fragilità del materiale e all'usura a cui è da sempre sottoposto.
👉 Il mosaico è stato rifatto da Alberto Parise nel 1623, ma risale originariamente alla seconda metà dell'XI secolo. Il pavimento marmoreo riveste fin dall'origine tutta l'area della basilica come un grande tappeto orientale caratterizzato da diversi tipi di lavorazione: sono illustrate figure di animali (pavoni, aquile, colombe, galli, volpi) che si rifanno ai significati simbolici dei bestiari medievali.
👉 Il "Funerale della volpe" narra le gesta dell'animale simbolo dell'astuzia, del demonio e della persecuzione contro la Chiesa.

(approfondimenti su basilicasanmarco it)

Dall'archivio di Veneziani a Tavola NOTTE:I Palazzi sul Canal Grande a Venezia sono la meta ideale per chiunque sia alla...
10/06/2025

Dall'archivio di Veneziani a Tavola NOTTE:

I Palazzi sul Canal Grande a Venezia sono la meta ideale per chiunque sia alla ricerca di storie affascinanti e misteriose.
😮
Si racconta, per esempio, che Palazzo Grassi a San Samuele, oggi sede della Fondazione del miliardario e collezionista d'arte contemporanea Francois Pinault, sarebbe abitato dal fantasma di una giovane fanciulla che si sarebbe lanciata (o sarebbe stata gettata), da uno dei balconi della corte interna del palazzo dopo aver subito una violenza.
👉 Le custodi del palazzo avrebbero più volte affermato di avere sentito qualcuno chiamarle per nome, come se la persona fosse lì accanto a sussurrare nel loro orecchio…
Durante i restauri subiti dal palazzo nel corso degli anni '80 accadde un fatto straordinario: un vecchio guardiano notturno camminava per i corridoi quando una voce, dal nulla, lo chiamò e gli intimò di fermarsi; dopo essersi ripreso dallo spavento, l'uomo accese la sua torcia (era abituato a muoversi al buio perché conosceva benissimo i luoghi) e cominciò a cercare la persona che lo aveva chiamato, ma senza successo… Si accorse però che la voce lo aveva fermato ad un passo da una voragine nel pavimento che gli operai avevano fatto di giorno senza metterla in sicurezza: il fantasma di Palazzo Grassi, urlando, gli aveva salvato la vita❗️

I fantasmi, sembrano sempre presenti nei meravigliosi dipinti di William Turner (1775-1851), "Venice at the mouth of the Grand Canal"
(Trato da: venetoinside)

Il pescatore e la sirena...😊La leggenda del pescatore e della sirena narra di un giovane, Orio, che viveva alla Bragora....
08/06/2025

Il pescatore e la sirena...
😊
La leggenda del pescatore e della sirena narra di un giovane, Orio, che viveva alla Bragora. Un ragazzo umile, che viveva di pesca e che non si aspettava mai e poi mai di ti**re su, proprio con le sue reti una creatura tanto strana quanto affascinante. Infatti, durante una notte di pesca come tante altre, il giovane pescatore catturò con le sue reti una sirena, Melusina. Appena la vide se ne innamorò perdutamente. Fu amore a prima vista anche per la sirena, che negli occhi del giovane ragazzo aveva subito visto la luce della più viva sincerità.
👉 I due, così, sulle ali di un amore appena nato cominciarono ad incontrarsi di notte, sulla spiaggia di Malamocco. Dopo diversi incontri, il giovane Orio decise di chiedere alla sua amante di sposarlo. Lei, in lacrime di gioia, disse di sì, pronta a rinunciare al mare e ad acquistare un paio di gambe al posto della sua lunga coda da sirena. L’unico vincolo era che il sabato, fino al giorno delle nozze, lui non si facesse vedere.
👉 Ma, la voglia e la tentazione di vedere la propria amata era troppo forte e il giovane pescatore decise di recarsi alla spiaggia degli appuntamenti anche di sabato. Una volta giunto a destinazione non trovò nessuno. Improvvisamente una grande serpe di mare spuntò tra gli scogli dove si era seduto Orio. Impaurito cominciò a scappare ma una voce lo fece fermare di colpo: era Melusina, che spiegò al giovane di essere vittima di un maleficio, che però poteva essere interrotto con il matrimonio. Ecco perché aveva detto al giovane amato di non recarsi lì di sabato.
Il giovane si tranquillizzò e si convinse ancor di più di sposare Melusina, anche per liberarla dal tremendo maleficio. I due si sposarono e nel corso della loro vita di coppia, felice e serena, ebbero tre bambini. Ma, un brutto giorno Melusina si ammalò e morì poco dopo. Il suo ultimo desiderio fu quello di essere seppellita nel punto esatto dove il giovane pescatore la conobbe, tirandola sulla sua imbarcazione con le reti. Così fece.
👉 Dopo la morte della cara amata, cominciarono a succedere cose strane: in casa tutto veniva pulito e i bambini erano sempre in ordine, senza che Orio facesse niente. Infatti, il giovane subito pensò che qualcuno, di nascosto, entrasse in case per fare tutto. Un sabato, rientrato improvvisamente in casa, trovò un grande serpente in cucina: senza pensarci due volte prese l’accetta per la legna e gli mozzò il capo. Da quel momento, casa e figli rimasero di colpo trascurati. Capì che si trattava di Melusina. La disperazione avvolse l’uomo.
👉 A ricordo di questa storia, un cuore di pietra è stato posto dove in origine sorgeva la casa di Orio e Melusina.

Nella foto di jesolojournal: Sotoportego dei Preti (vicino alla chiesa di San Giovanni in Bragora a Castello)
Da: M. Cheli - ilcomuneinforma it

👉 Anonimo veneziano è un film del 1970 diretto da Enrico Maria Salerno con Florinda Bolkan e Tony Musante.👉 Il film racc...
07/06/2025

👉 Anonimo veneziano è un film del 1970 diretto da Enrico Maria Salerno con Florinda Bolkan e Tony Musante.
👉 Il film racconta la storia di un musicista del Teatro La Fenice che, dopo aver appreso di essere ammalato di un male incurabile, decide di invitare a Venezia sua moglie, da cui è separato da anni. Lei acconsente, nonostante il timore che la richiesta possa rivelarsi un tentativo di riconciliazione o, peggio, un ricatto nei confronti del suo nuovo compagno di vita... (non faccio spoiler sul finale, se per caso non lo hai visto).

👉 La curiosità che ti voglio raccontare riguarda il notissimo brano musicale che il protagonista dirige in chiusura del film. Viene presentato come "Concerto in Do minore per oboe, archi e basso continuo" di Benedetto Marcello... ma è un errore❗
👉 In realtà si tratta del "Concerto in Re minore per oboe, archi e basso continuo" di Alessandro Marcello, fratello più vecchio ma meno famoso di Benedetto.
In particolare, si tratta del secondo di tre movimenti: l'Adagio. Divenuto celebre anche grazie a questo film.

Foto: Florinda Bolkan e Tony Musante seduti alla Locanda Montin, durante le riprese del film "Anonimo Veneziano" di Enrico Maria Salerno - Venezia 1970. (Ph: ANSA - notizie da wikipedia)

Nel gennaio 1324 moriva a Venezia Marco Polo.👉 Della sua vita si crede di conoscere tutto, eppure della sua esistenza ab...
06/06/2025

Nel gennaio 1324 moriva a Venezia Marco Polo.

👉 Della sua vita si crede di conoscere tutto, eppure della sua esistenza abbiamo poche prove scritte, oltre al celebre Milione, che il veneziano dettò a Rustichello da Pisa. Tra queste la più importante è il suo testamento, datato 9 gennaio 1323 (che corrisponde al 1324 in realtà, dato che l’anno veneto iniziava a marzo), che ci è pervenuto piegato in una piccola scatola di legno a forma di libro e attualmente si trova nella Biblioteca Marciana di Venezia.
👉 Marco Polo aveva denaro e beni di ogni natura, comprese alcune merci esotiche, portate dai suoi viaggi nelle lontane terre d'Oriente. E in punto di morte, reso fragile dalla malattia, ha voluto continuare a stupire anche con le proprie disposizioni testamentarie. Donazioni alla chiesa per salvarsi l’anima, la liberazione dello schiavo, l’eredità per la moglie e per le figlie in un momento storico nel quale si lasciava tutto al ramo maschile. Un elenco fatto di proprietà ma anche di oggetti favolosi: bottoni di ambra, stoffe traforate in oro, drappi di seta, redini di foggia singolare, persino il pelo di yak e una 'zoia' in oro con pietre e perle del valore di “14 lire di danari grossi'.

(Da: Biblioteca Marciana Venezia e AdnKronos)

Cosa vuol dire "CHEBA"❓In veneziano "cheba" ha due significati: frottola, bugia, oppure gabbia, trappola.👉 La cheba più ...
05/06/2025

Cosa vuol dire "CHEBA"❓

In veneziano "cheba" ha due significati: frottola, bugia, oppure gabbia, trappola.
👉 La cheba più conosciuta e sicuramente la più malfamata era quella appesa al Campanile di San Marco. Lì venivano rinchiusi i colpevoli di reati gravi. Stava ai giudici decidere il tempo da trascorrere rinchiusi nella cheba alla gogna pubblica. Le cronache del tempo raccontano di condanne a vita❗
👉 Il condannato aveva diritto soltanto al pane e acqua che venivano calati con una corda dall'alto del campanile fino alla gabbia.
Agli inizi del 1500 la pena "a vita" venne sospesa e, qualche anno dopo, anche quella temporanea.

Foto da "Venice Secrets: Crime & Justice"

Mistrà, una storia veneziana❗👉 Nel 1687 la Repubblica di Venezia conquista una città del Peloponneso, il suo nome è Mist...
04/06/2025

Mistrà, una storia veneziana❗

👉 Nel 1687 la Repubblica di Venezia conquista una città del Peloponneso, il suo nome è Mistrà.
Qui i veneziani rimarranno fino al 1715, negli anni scoprono e apprezzano l’ouzo greco, un distillato secco ad alta gradazione alcolica dal gusto caratteristico di anice.
👉 Porteranno quella bevanda a Venezia, dandole proprio il nome della città conquistata: da quel momento il Mistrà diventerà il liquore della Serenissima per eccellenza.
Ideale per correggere il caffè, a Venezia veniva consumato anche mischiato con l’acqua, alla maniera del pastis francese. Purtroppo la dominazione austriaca farà perdere la sua popolarità in città e in tutto il Veneto.
👉 Sul finire del 1800 viene riscoperto nelle Marche come prodotto della tradizione contadina, utilizzato caldo dai pastori contro la malaria, così la ditta Varnelli comincia la produzione dell’Anice Secco, oggi riconosciuto quale prodotto tradizionale dalla Regione Marche.

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