Bio
Sono Stefano ho quasi 25 anni e mi sto laureando in Scienze Motorie. A questo punto ti starai già chiedendo “Cosa diavolo c’entra questa pagina da Dj/Musicista?”. Sinceramente come darti torto?
Non ho mai fatto il dj professionista, non ho mai avuto voglia di farlo o di diventarlo. Sono un ragazzo introverso a cui non piace essere al centro dell’ attenzione, al centro della scena e se fai il Dj devi essere per forza al centro della scena, non puoi scappare. Eppure ho da sempre nutrito una forte passione per la musica, in un certo senso una passione inconscia perché non volevo quasi esprimerla.
Ho sempre ascoltato musica da quando sono nato, forse per colpa di mio fratello che cantava e suonava la chitarra tutto il giorno. Ho da sempre avuto il desiderio di avere una batteria, in assoluto lo strumento che più mi affascinava quando lo sentivo e vedevo. Ma ho vissuto in un condominio e ho preferito giocare a basket piuttosto che seguire un corso per suonare. Avrei potuto fare entrambe le cose, ma ero leggermente pigro sotto questo punto di vista.
Ho iniziato più o meno come fanno tutti. Nelle prime feste tra amici, c’è chi si occupava delle bevande, chi del barbecue, chi degli invitati e io della musica. Mi prendevo la briga di portare le casse, creare delle playlist e lo facevo perché quelle volte che non me ne occupavo io nessun altro lo faceva dando la stessa importanza che gli davo io e la festa poi finiva per far ca**re. E quindi piano piano inizi a scaricarti Virtual Dj e dato che, come vi ho detto, ero molto timido, passavo ore con l’ aiuto di qualche amico i giorni prima delle feste a preparare delle tracce, a registrarle, a decidere le scalette, a immaginare come si sarebbe evoluta la serata e a sperimentare i primi cambi con la tastiera del Pc che uscivano tremendi. Non ero nemmeno a conoscenza del fatto che 2 canzoni avessero una velocità misurata in bpm e che potessero essere sincronizzate. Non ho mai saputo nulla e non ho mai seguito dei corsi ma evidentemente senza saperlo avevo e ho dentro di me il concetto di Tempo e chi veniva alle nostre feste si divertiva.
Crescendo poi con una conoscenza e una gestione più approfondita dell’alcool e soprattutto delle basi del djing, mi sono lasciato andare e ho iniziato a suonare live. Essendo stato impegnato molto tempo con una ragazza, non avevo motivo di rimorchiare ai Falò di Ferragosto, e anche se la cosa mi metteva molto in soggezione, oppure alcune volte volevo essere con i miei amici a far casino dall’altra parte del computer (perché non avevo ancora una console), alla fine con l’ aiuto di qualche bicchiere mi sentivo a mio agio a mettere pezzi per tutta la notte.
Lo so, sto risultando lungo e credevi che arrivato a questo punto avresti trovato esperienze serie musicali, collaborazioni o non so cos’altro. Ma ti ho già detto che non sono mai stato un dj professionista e tutto ciò che posso raccontarti è la mia esperienza di vita riassunta in punti essenziali fino ad oggi. E se alla fine sei arrivato a leggere fino a qui vuol dire che ti ho suscitato abbastanza interesse che potresti anche andare avanti e capire fino a dove voglio arrivare.
E cosi siamo arrivati all’estate 2014 dove in realtà è cominciata una piccola esperienza musicale, il Masabi.
Per farla semplice : a uno dei miei migliori amici e la sua ragazza viene in mente di organizzare serate in uno stabilimento della riviera. Lo scopo non era farci soldi ma organizzare qualcosa che facesse divertire i ragazzi della nostra città, Vasto, che all’epoca era molto carente di eventi costringendoci ad andare a divertirci fuori nei paesi vicini. Ovviamente il dj sarei dovuto essere io. E ho accettato. Ho anche investito soldi, esattamente 70 euro per un misero controller Hercules Dj Control Instinct. Sinceramente non so chi me l’ abbia fatto fare, forse l’ idea di riscuotere il minimo compenso a fine serata. Tutto ciò che avevo era questa specie di joystick dei dj, un Hp infettato da virus che si bloccava ogni 2 ore se tutto andava bene e un impianto rimediato, non so come, che spesso e volentieri faceva saltare il quadro elettrico del locale.
Non so precisamente il perché nè il come ma la gente ha iniziato a non aspettare altro che il giovedi sera per ve**re al Masabi a ballare, rimanendo fino alla fine. Suonavo ininterrottamente dalle 23.00 alle 3.00(orari di ordinanza comunale), dovevo organizzarmi in alcuni momenti delle scalette mentali con pezzi lunghi che mi permettessero di andare a fare p**ì, convivendo con il terrore costante che da un momento all’ altro si bloccasse tutto (e succedeva sempre). Eppure la gente rimaneva in pista anche quando dovevo spegnere tutto e si accendevano le luci perché non voleva andare via e addirittura reclamava un altro pezzo.
Due estati è durato il Masabi. La terza estate ho deciso di non suonare più. Perché? Potrei stare qui a elencare molte motivazioni ma fondamentalmente non avevo più voglia. Sudavo 3 maglie prima delle serate, ero ansioso e dovevo bere per sciogliere la tensione e proiettarmi nella musica. Avrei voluto migliorare l’ attrezzatura, investire in questo campo, migliorare, evolvermi e non suonare con l’ ansia che tutto si bloccasse ma non l’ ho fatto perché pensavo “ma chi me lo fa fare?”. E cosi ho chiuso.
Da allora sono passati 3 anni. Ho ricevuto proposte, chiamate per compleanni, feste, collaborazioni ma ho sempre rifiutato tutto. Ho preso un’ altra strada e tutto quello che ho fatto in questi anni verrebbe da pensare che sia stato tempo perso. Pensatela come volete ma io penso che non si perda mai tempo nella vita anche se si sta pensando che si stia perdendo tempo. Si, ogni tanto mi diverto a partorire queste massime.
E cosi siamo arrivati finalmente ad oggi. Visto? Vi avevo detto che avrei tagliato.
Cos'è successo? Per farla breve : mi riscrivo in autunno all’ università, mi mancano solo 4 esami, tirocinio, tesi, mi ritrasferisco a Chieti per seguire le lezioni e investo tutti i soldi che avevo da parte di comunioni, battesimi e di lavoretti estivi in un Pc professionale e in un controller Pioneer DDJ-SR2. Ho passato tutto l’ inverno a studiare e a suonare nella mia stanza e a cercare di arrivare pronto per l’ estate, laurearmi e coltivare questa sorta di passione/passatempo con cui non so precisamente cosa vorrei fare. Certamente riniziare a suonare!
Poi come sempre puoi pianificare o ipotizzare quello che vuoi nella vita ma il più delle volte accadono una serie di cose che scombussolano più o meno i tuoi piani sia in positivo che in negativo.
E così il 24 aprile insieme al mio compagno di stanza Antonello (che nel frattempo ha iniziato ad appassionarsi anche lui vedendo il Pioneer in camera e ha iniziato a farsi una cultura su software e programmi per creare musica) decidiamo di vedere il documentario di Avicii, morto il 20 Aprile. Se non lo avete già fatto fatelo ora, vedete il documentario.
Il 25 Aprile mi sveglio insieme a Nello e nonostante fosse rosso sul calendario, una giornata di sole e tutti gli altri studenti sul prato del campus a festeggiare, noi siamo rimasti in casa e, dalla mattina fino alla notte, abbiamo creato musica. E così è nata Journey, il mio primo pezzo di cui ho realizzato tutto: base, melodia, struttura, suoni ma anche e soprattutto il testo. L’ ho fatta cantare a mio fratello Davide e ora è pronta per poter essere ascoltata da tutti.
Non so se piacerà, se vi piacerà il mio stile, il mio “genere”, il mio modo di interpretare la musica. Ma non è un problema che mi sono posto. L’ unico problema che mi sono posto durante questi anni è cercare di capire quello che veramente mi piace fare. Quelle cose che fai senza troppo peso, per cui provi un emozione forte e questa è una di quelle.
Scusami se sono stato troppo lungo e ti ringrazio per essere arrivato fino a qui. Spero possa trasmetterti qualcosa attraverso la mia musica.
Con Affetto
Stalf