Gioco Partita Incontro podcast

Gioco Partita Incontro podcast “Gioco, partita, incontro”: ogni venerdì, per una manciata di minuti, diamoci la possibilità di sentirci diversi da come siamo sempre stati.

In una fiction la battuta sarebbe stata questa:"Prima di saperlo da qualcun altro, te lo dico io".E' vero, qui non siamo...
23/05/2023

In una fiction la battuta sarebbe stata questa:
"Prima di saperlo da qualcun altro, te lo dico io".

E' vero, qui non siamo esattamente su un set, ma la frase calza a pennello visto che quella scorsa, la venticinquesima, è stata l'ultima puntata della prima stagione di Gioco Partita Incontro.

Non meditate gesti estremi perché una seconda stagione è già in cantiere oppure, per lo stesso motivo, attrezzatevi pure per metterli in atto 😎

Chiudo con un messaggio agli amanti della nostalgia canaglia: tutte e venticinque le puntate finora pubblicate potete sempre trovarle qui:

In fondo, da qualche parte, c’è sempre qualcuno che sa raccontare le cose meglio di noi.E siccome alcuni lo fanno dannatamente bene, perché non ascoltare que...

La fortuna di poter attraversare una parte del nostro tempo accanto ad un   è un privilegio.Non succede a tutti, ma dovr...
19/05/2023

La fortuna di poter attraversare una parte del nostro tempo accanto ad un è un privilegio.
Non succede a tutti, ma dovrebbe essere così.
Dovrebbe esserlo perché, come ha scritto : «Lasciate entrare il cane coperto di fango, si può lavare il cane e si può lavare il fango... Ma quelli che non amano né il cane né il fango... quelli no, non si possono lavare».
In fondo, avere accanto un cane, potrebbe essere un modo per cercare chiarezza in questo mondo sempre più complicato.
Questa puntata è dedicata a Jazz (che non c'è più) e Dylan, che invece è appena arrivato.

https://www.youtube.com/playlist?list=PL4NVlkmeXobFkQ5DWJmU1b4ReY1hj1W1p

SINOSSI
"Il mio cane Stupido" tratto da "A Ovest di Roma" - - 1986
"Every dog has its day" - - 2000

C'è una forza prorompente che accomuna i nostri giorni a questi due brani scritti da   e   fra gli anni 60/70: la persis...
12/05/2023

C'è una forza prorompente che accomuna i nostri giorni a questi due brani scritti da e fra gli anni 60/70: la persistente contrapposizione dialettica fra lavoro in quanto mezzo di sopravvivenza ed emancipazione sociale e lavoro come malattia, tanto fisica che psicologica.

Anche i loro protagonisti hanno punti in comune con noi e i nostri figli: una condivisione che dovrebbe però farci riflettere.

"Memoriale" di Paolo Volponi - 1962
"Vincenzina e la fabbrica" di Enzo Jannacci - 1974

https://www.youtube.com/playlist?list=PL4NVlkmeXobG7iMD8bKCJTF0zmXT_SLFj

https://open.spotify.com/episode/3fjWVHIPUtDFDD0LuEBp1Z

Il tempo ha nella molteplicità la sua forza. Può essere tangibile e materico, ma anche mentale e spirituale. Una peculia...
05/05/2023

Il tempo ha nella molteplicità la sua forza.
Può essere tangibile e materico, ma anche mentale e spirituale.
Una peculiarità che dovrebbe renderci entusiasti: quanto più vasta è la sua fruibilità, tanto maggiore dovrebbe risultarne l’uso.
Ma è davvero così?

In questo episodio saremmo assieme a Daniel Russo Rendo e il suo "Desde los afectos" e con la splendida "C'è tempo".

https://www.youtube.com/playlist?list=PL4NVlkmeXobEtu5JuuM9STPT-G9KSyZch

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L'appuntamento di domani con il nuovo episodio di "Gioco Partita Incontro" è rimandato a venerdì prossimo.Come al solito...
27/04/2023

L'appuntamento di domani con il nuovo episodio di "Gioco Partita Incontro" è rimandato a venerdì prossimo.
Come al solito il mio consiglio è di non strapparvi i capelli 😂

Durante il ventennio, oltre alle persone, ad essere piegata alle esigenze della propaganda è la parola non solo come str...
21/04/2023

Durante il ventennio, oltre alle persone, ad essere piegata alle esigenze della propaganda è la parola non solo come strumento di comunicazione, ma soprattutto come forma di espressione libera.
Sono anni in cui, accanto a chi imbraccia il fucile, c'è anche chi sceglie l'opposizione e la resistenza fatta in punta di penna.

E' a loro e a tutti i resistenti che è dedicata questa puntata.

I brani di questa puntata sono tratti da:
* "La nostra stampa", articolo pubblicato su "Il Partigiano" da Giovanni Serbandini - agosto 1944
* Nota della direzione pubblicata su "Baita" - settembre 1944 * "Hanno crocifisso Giovanni" - - 1995

https://youtube.com/playlist?list=PL4NVlkmeXobEZSzONKCRdLlLMSXDTyFUz

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Il futuro e il timore che qualcuno o qualcosa del nostro presente possa venir meno. L’assenza delle persone amate come i...
07/04/2023

Il futuro e il timore che qualcuno o qualcosa del nostro presente possa venir meno.
L’assenza delle persone amate come impossibilità a proiettarsi nel tempo: un fardello da cui, talvolta, è possibile liberarsi solo liberandosi da se stessi.
Tutto questo oggi assieme a "Il futuro" di e "When You're gone" dei

https://www.youtube.com/playlist?list=PL4NVlkmeXobFgKVzMelzquE5DAaRI8I3C

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... e per la puntata di domani preparatevi perché ci sarà una bellissima sorpresa 🎉
30/03/2023

... e per la puntata di domani preparatevi perché ci sarà una bellissima sorpresa 🎉

«Perché il nome di mio figlio non lo dicono mai? È morto come gli altri»: questo è quello che chiese la signora Carmela ...
30/03/2023

«Perché il nome di mio figlio non lo dicono mai? È morto come gli altri»: questo è quello che chiese la signora Carmela a Don Luigi Ciotti durante la commemorazione del primo anniversario della strage di Capaci.
La signora Carmela è stata la mamma di Antonino Montinaro, caposcorta di Giovanni Falcone.
E' anche grazie a lei che ogni anno, dal 2017, il 21 di marzo si celebra la “Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime delle mafie”.
Questa puntata è stata dedicata a lei.

https://www.youtube.com/playlist?list=PL4NVlkmeXobFAlwuW40pScurilP051ToM

https://open.spotify.com/episode/17z2WrPQKV8rtZzLn2rJiq

«Perché il nome di mio figlio non lo dicono mai? È morto come gli altri»: questo è quello che chiese la signora Carmela ...
24/03/2023

«Perché il nome di mio figlio non lo dicono mai? È morto come gli altri»: questo è quello che chiese la signora Carmela a Don durante la commemorazione del primo anniversario della strage di Capaci.
La signora Carmela è stata la mamma di Antonino Montinaro, caposcorta di Giovanni Falcone.
E' anche grazie a lei che ogni anno, dal 2017, il 21 di marzo si celebra la "Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime delle mafie”.
Questa puntata assieme a Valentino Zeichen e Frankie hi-nrg mc è dedicata a lei.

https://www.youtube.com/playlist?list=PL4NVlkmeXobFAlwuW40pScurilP051ToM

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L'appuntamento di domani con il nuovo episodio di "Gioco Partita Incontro" è rimandato a venerdì prossimo.Non strappatev...
16/03/2023

L'appuntamento di domani con il nuovo episodio di "Gioco Partita Incontro" è rimandato a venerdì prossimo.
Non strappatevi i capelli, mi raccomando 😂

Grazie a Patrizia Cenciarelli per aver condiviso "Lettera a un bambino mai nato" di   e "Paris" dei The Chainsmokers.Pat...
10/03/2023

Grazie a Patrizia Cenciarelli per aver condiviso "Lettera a un bambino mai nato" di e "Paris" dei The Chainsmokers.

Patrizia mi ha confidato di aver scelto le ultime righe di "Lettera a un bambino mai nato" di Oriana Fallaci dopo aver visto un recente servizio televisivo.
Pochi minuti che le sono stati sufficienti per restare profondamente colpita da una narrazione che credevamo ormai sepolta e che invece ancora persiste.

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https://www.youtube.com/playlist?list=PL4NVlkmeXobFHdaCFL0yrq4QfejZPmKLq

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02/03/2023

Fate come Alessandra Mecocci e diventate anche voi protagonisti di "Gioco Partita Incontro” 👈
Nell'ultimo episodio Alessandra ci ha raccontato attraverso e che se c’è una cosa da cui non si può prescindere, questo è il tempo.
Ci afferra, ci insegue oppure ci aspetta, talvolta dilaniandoci, altre volte ricostruendoci.

https://www.youtube.com/playlist?list=PL4NVlkmeXobHqihTnzzKwd8s0u0UHMgJ6

https://open.spotify.com/episode/6aprCeSFleUIc9ypQI7S9I?si=qGE73_9MSmG69LozOgtRWQ

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Se c’è una cosa da cui non si può prescindere, questo è il tempo. Ci afferra, ci insegue oppure ci aspetta, talvolta dil...
24/02/2023

Se c’è una cosa da cui non si può prescindere, questo è il tempo.
Ci afferra, ci insegue oppure ci aspetta, talvolta dilaniandoci, altre volte ricostruendoci.
Un punto fermo potrebbe aiutarci.

Grazie a Alessandra Mecocci per aver scelto "Il colibrì" di e "A prescindere da me " di

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https://www.youtube.com/playlist?list=PL4NVlkmeXobHqihTnzzKwd8s0u0UHMgJ6

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Marie Cardinal disse d'aver scritto “La chiave nella porta” dopo la morte di sua madre, una figura “incombente e censori...
23/02/2023

Marie Cardinal disse d'aver scritto “La chiave nella porta” dopo la morte di sua madre, una figura “incombente e censoria”.
Ed è attraverso la descrizione del suo rapporto con i figli, ritrovato e reso diverso dal suo nuovo essere donna, che infatti riesce – almeno in parte - ad affrancarsi, rompendo gli schemi della famiglia borghese e stabilendo contatti veri, autentici sia con Gregoire, Charlotte e Dorothée - i suoi figli di 18, 16 e 14 anni -, sia con i loro amici.
Nick Cave invece ha questa sorta di produzione mistica per “Girl in Amber”, “venuta fuori come da un sogno” e nata un anno prima della scomparsa del figlioletto.
Ma è il modo in cui Nick Cave e Marie Cardinal hanno usato la loro arte scritta e cantata a renderli contigui.
Da una parte la scrittrice francese:
“[…] scavo dentro di me fino a essere crudele. Cerco di ti**re fuori anche le cose più sgradevoli. Naturalmente non sempre ci riesco, e allora m' interrompo, non scrivo, perché non voglio essere carina a tutti i costi”.
Dall’altra il cantautore australiano:
" il dolore è diventato un'attitudine, un sistema di credere, una dottrina [...] la rivelazione che non si ha alcun controllo sugli eventi".
“La chiave nella porta” e “Girl in amber” parlano di figli come percorsi inesplorati che, da genitori, è necessario intraprendere.
Ma il percorso è terribilmente complicato e il territorio linguistico in cui dipanare questa strada non sempre è fonte di nuova consapevolezza.
C’è il rischio di restare eternamente estranei ai nostri figli, questo è vero, ma è proprio il viaggio condiviso l’unico modo per renderci, gli uni agli altri, comprensibili.

[Tratto da "Gioco Partita Incontro" di Stefano Paolocci - Eps. 14 "Figli"]
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https://www.youtube.com/playlist?list=PL4NVlkmeXobGTe2r2PDVTf_rUbDz-Vct5

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16/02/2023

Fate come Elena Invernizzi e diventate anche voi protagonisti di "Gioco Partita Incontro” 👈

Nell'ultimo episodio Elena ci ha proposto con la sua percezione dell’essenza del mondo, puro e semplice, al di là delle categorie umane e i con la riscoperta dell’essenza di sé.

Un viaggio attraente, ma anche oscuro alla ricerca di un'innocenza che possa finalmente dirsi libera da ogni sovrastruttura.

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Interrogarsi su bene e male, su responsabilità individuali e collettive.Farlo in estrema solitudine o sorretti dalla pre...
09/02/2023

Interrogarsi su bene e male, su responsabilità individuali e collettive.
Farlo in estrema solitudine o sorretti dalla presenza di qualcuno o qualcosa che promette di non abbandonarci mai.
La franchezza del Gesù narrato da Göran Tunström è tutta nell’escamotage narrativo di una lettera autobiografica in cui ripercorre la sua infanzia e giovinezza: la predicazione, il popolo martoriato dalla dominazione romana, il fanatismo della Legge del tempio e l’avvicinamento alla guerriglia armata degli zeloti.
Ma per farlo è necessario stanare l’ombra della luce anzi, meglio, dalla luce.
Esporci ad una solitudine estrema, al viaggio scarno e prosciugante che ognuno di noi, almeno una volta, compirà durante il suo viaggio terreno, è inevitabile.
“Questo è il deserto. Qui ho bussato per tutta la notte contro la sottile parete che mi separa dal divino” fa dire Tunström al suo Cristo.
Oltre quella sottile parete, Battiato cerca qualcuno che possa difenderlo dalle forze contrarie, “dalla notte nel sonno quando non sono cosciente” e, sopra ogni cosa, quando il percorso si farà incerto, qualcuno o qualcosa che non lo abbandoni mai.
Spaventose le parole che l’autore svedese mette in bocca al suo protagonista: “siamo noi stessi il regno che deve venire”, per spezzare ogni giogo e per trovare l’ombra dalla luce, non servono miracoli, “è l’amore che manca”.

[Tratto da "Gioco Partita Incontro" di Stefano Paolocci - Eps. 12 "Fede"]

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https://www.youtube.com/playlist?list=PL4NVlkmeXobF_6Lcfud-WLTfYg6U7DYbY

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“La sofferenza peggiore è quella che non possiamo condividere” scrive   ad un certo punto di “Vite che non sono la mia”....
02/02/2023

“La sofferenza peggiore è quella che non possiamo condividere” scrive ad un certo punto di “Vite che non sono la mia”.

Ed è proprio lui a mettere in atto questo assioma quando ci racconta, senza filtri, la fine di un rapporto: “ne ho abbastanza”.

In mezzo, c’è l’onda anomala che, nel 2006 ha investito le coste del Pacifico, devastando interi villaggi e causando migliaia di morti, fra cui anche la piccola Juliette, 4 anni.

Carrère è testimone diretto di questa tragedia, così come, appena tornato in Francia, della morte della sorella della moglie, 33 anni, madre di tre figli, colpita da una recidiva del cancro di cui aveva già sofferto da piccola.

Quante volte quell’ “averne abbastanza” è stato compagno di viaggio delle nostre vite.

Sicuramente dei nostri rapporti interpersonali, quelli che i cantano e relazionano con l’“abitudine”: una forza logoratrice e subdola, la cui presenza è quasi sempre percepibile e che, convintamente, ci piace declinare in altre forme, in quel continuo gioco al massacro fatto di inneschi e disinneschi, un gioco pericoloso che contribuisce solo ad una deflagrazione inattesa.

Ma c’è anche l’“averne abbastanza” di una condizione fisica come la malattia, della più devastante: il cancro.

“Da sei mesi a questa parte, ogni giorno, di mia spontanea volontà, passo alcune ore davanti al computer a scrivere di ciò che mi fa più paura al mondo: la morte di un figlio per i suoi genitori, quella di una giovane donna per i suoi figli e suo marito. La vita mi ha reso testimone di queste due sciagure, l’una dopo l’altra, e mi ha assegnato il compito, o almeno io ho capito così, di raccontarle.”

Questo il peso che ha caricato nella sua scrittura Carrère, forse nella vana speranza di esserne sollevato.

[Tratto da "Gioco Partita Incontro" di Stefano Paolocci - Eps. 11 "Stanchezza"]

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https://www.youtube.com/playlist?list=PL4NVlkmeXobGNIKTwYWwwmFqjRA999st_

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28/01/2023

Quando ho pensato a “Gioco Partita Incontro”, il podcast che da qualche mese mi sta accompagnando fra letture e musica, la mia idea era sostanzialmente una: liberarlo dalla mia esclusiva contribuzione.

Da un lato, condividere scrittori e musicisti a cui sono legato mi è risultato da subito stimolante; dall’altro però, mi sono anche reso conto che il progetto, strutturato esclusivamente in questo modo, sarebbe stato un puro esercizio di egoismo.

Per disinnescare la minaccia ho pensato alla cosa più semplice: trasferire la contribuzione da me a chi ascolta.

‼️Quindi, quello che vi sto chiedendo è di far diventare voi protagonisti di una puntata di “Gioco Partita Incontro”.
Che ne dite, vogliamo provare?‼️

Qui di seguito, qualche indicazione per farlo.
Se volete, sono disponibile anche su Messenger.

Quando   scrive “Imperium” è il 1994.L’Unione Sovietica è già implosa e i primi inequivocabili segni del cedimento strut...
26/01/2023

Quando scrive “Imperium” è il 1994.

L’Unione Sovietica è già implosa e i primi inequivocabili segni del cedimento strutturale che stanno ancora devastando quel territorio e quelle popolazioni, cominciavano a mostrarsi nella loro crudezza.
E sebbene il reporter polacco metta in guardia chiunque, il suo monito è soprattutto rivolto a noi abitanti dell’emisfero Ovest del globo:

“[…] l’occidentale gettato allo sbaraglio nel mondo sovietico, sente continuamente il terreno sfuggigli sotto ai piedi, fino a quando non gli viene spiegato che la realtà che vede, non solo non è l’unica, ma neanche la principale”

I tre flagelli di cui Ryszard Kapuściński scrive, pur riguardando nello specifico del suo reportage solo la questione armeno-azera, ha in realtà una scioccante universalità: se coltiviamo una mente unidimensionale e monotematica, allora stiamo auto-alimentando la nostra idea di nemico, la sua necessità, la sua inevitabilità.

Una distorsione che canta con dovizia, anche dall’uso di quel pronome possessivo con cui caratterizza il titolo: “mio”.

In fondo è una personale guerra di liberazione e forse, sarà solo spezzando questo legame che riusciremo ad essere individui, non più soltanto mezzi, armi o strumenti alla mercé di una qualsiasi causa.

[Tratto da "Gioco Partita Incontro" di Stefano Paolocci - Eps. 10 "Nemico"]

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https://www.youtube.com/playlist?list=PL4NVlkmeXobGOn_xxvAXxLovZ9pbWkVZL

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La lezione di Michele Mari è questa: “sapere sempre cosa si ha, dove lo si ha… E ciò che hai amato anche un solo mattino...
19/01/2023

La lezione di Michele Mari è questa: “sapere sempre cosa si ha, dove lo si ha… E ciò che hai amato anche un solo mattino, tenertelo stretto fino alla morte”.
Billy Corgan invece mette in musica e parole un’ode all’adolescenza in grado di resistere alla prova del tempo.
La giovinezza non porta mai con sé il seme della memoria: è solo presente alla massima potenza.
Eppure, poco dopo, ci ritroviamo con la necessità impellente di non poter fare a meno di quel mattino in cui abbiamo amato qualcuno o qualcosa.
Abbiamo bisogno di una prova del nostro passaggio su questa terra, qualcosa da mostrare sul palmo della mano come le biglie che “non chiedevano molto spazio, un sacchettino nell’angolo di un cassetto”, qualcosa da non perdere mai.
Qualcosa da poter barattare, in cambio di quello che è stato e che ormai non è più.

[Tratto da "Gioco Partita Incontro" di Stefano Paolocci - Eps. 10 "Ricordare"]
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https://www.youtube.com/playlist?list=PL4NVlkmeXobFiMBMkpxGZnJNR9-qlhav8

https://open.spotify.com/episode/5f5erC1wRjAulLpyJxJagV?si=Hs6hokPRQCOvA9ta4ZFmjQ

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