La via maestra - manifestazione nazionale CGIL a Napoli- Intervista ad Eliana Como
Manifestazione per la Palestina a seguito della presa del valico di Rafah.
Per la prima volta nella Storia, un Paese compie un genocidio sotto i riflettori di tutti i media internazionali e senza l’appoggio della maggior parte delle nazioni mondiali.
Il valico di Rafah è il confine che separa l’Egitto e la Striscia di Gaza. E’ proprio in questo luogo che passa la quasi totalità di quei pochi aiuti umanitari presi d’assalto dalla popolazione palestinese inerme. Lungo tale varco si sono ammassate centinaia di migliaia di profughi a seguito del bombardamento del nord della Striscia di Gaza da parte delle forze sioniste dell’esercito israeliano.
Al momento la popolazione palestinese si trova in una gravissima situazione di sfollamento (circa 360 mila secondo le ultime fonti delle agenzie umanitarie) in quanto due alloggi su tre risultano inaccessibili ed inservibili e, pertanto, è costretta a vivere in tende da campo. La stessa cosa che accade ai tanti profughi di guerra nel mondo, con la differenza che, in questo caso, la guerra in questione non viene portata avanti, come “normalmente” accade, da due o più forze militari che si contendono un campo di battaglia: in questo caso sono mesi che le forze militari di un solo esercito appartenenti ad uno Stato terroristico seminano distruzione e morte unidirezionalmente, essendo il bilancio delle vittime ormai salito a circa 35 mila morti con un impressionante numero di civili, e oltre 78mila feriti.
A ragione, quindi, si può affermare che quello che sta accadendo risponda piuttosto al nome di genocidio e che si tratti del primo sterminio di un popolo perpetuato sotto gli occhi consapevoli del mondo intero. Inoltre, tale genocidio viene materializzato sotto i riflettori dei mass media che, in tempo reale, filmano e documentano gli avvenimenti.
Per quanto sia paradossale e agghiacciante tale situazione, la maggioranza schiacciante della comunità internazionale è contraria a quel che sta accadendo e d
Adesso basta!
50 mila persone scendono in piazza da tutto il bel paese per dire più soldi alla sanità pubblica, basta morti sul lavoro e aumento dei salari. L’opposizione al governo riparte dalla Cgil e dalla Uil.
A Roma hanno sfilato più di 50.000 lavoratrici e lavoratori delle due principali sigle sindacali: Cgil e Uil. Questa manifestazione, estremamente importante, rimette al centro della scena politica italiana diritti fondamentali come il diritto alla salute, costantemente minato dai tagli indiscriminati alla sanità pubblica. Inoltre, prepara il terreno per una vasta mobilitazione generale contro gli incidenti sul lavoro. In più la richiesta di equità fiscale e un aumento dei salari e del loro potere di acquisto è condivisa. L’assoluta cecità politica di questo governo e i continui tagli ai servizi sociali sono un disastro per il nostro paese; inoltre, i continui aumenti nella spesa al riarmo e le spese militari accentuano le disuguaglianze nel nostro paese.
25 aprile 2024
Nei cortei a Roma e Milano si sventolano le bandiere della Palestina della Pace e le bandiere rosse contro il tentativo fallito di provocazione del partito unico del sionismo.
Qualsiasi tentativo di razzismo, antisemitismo e fascismo è stato smascherato, il popolo condanna oltre al governo, il genocidio di Israele contro il popolo palestinese.
A Roma e a Milano si sono verificati momenti di tensione a seguito della presenza della Brigata Ebraica, egemonizzata dai sionisti. A Milano, i sionisti scesi in piazza per provocare si sono fatti proteggere da Calenda e dalle forze del disordine, mentre a Roma, sotto la protezione della polizia, hanno lanciato due bombe carta, colpendo una giovane manifestante fortunatamente illesa. I cortei commemorativi della festa di liberazione non sono caduti nella provocazione: a Roma, hanno isolato la provocazione, provocando di fatto l’allontanamento dello spezzone e l’impossibilità per i sionisti di continuare a rimanere nella stessa piazza degli antifascisti. A Milano, dove si concentrava la mobilitazione nazionale e l’attenzione mediatica, le bandiere palestinesi hanno prevalso i tentativi di infiltrazione e provocazione del partito unico del sionismo che comprende la maggioranza del governo e una parte consistente della finta opposizione.
I mass media nazionali, incapaci di raccontare la realtà dei fatti che avrebbero di fatto smascherato l’ipocrisia del governo e dei sostenitori del sionismo, hanno svolto il loro ruolo di servi fedeli. Tutta la stampa e la televisione degli sfruttatori hanno dato pari rilievo ai pochi (è dir tanto) sionisti rispetto alle centinaia di migliaia di manifestanti che hanno sfilato nelle due principali città italiane per commemorale la liberazione in Italia, collegandola alla lotta di liberazione del popolo palestinese e al contrasto del genocidio attuato dal governo israeliano.
Non sono mancati cori contro il peggiore dei governi degli oppressori in Italia e il lor
Intervista a Maurizio Acerbo sulle prossime elezioni Europee
testo: Maurizio Acerbo , segretario di Rifondazione Comunista giù parlamentare, ci introduce nella prossima campagna elettorale per il parlamento europeo analizzando le ragioni che hanno portato alla nascita della lista Pace Terra e Dignità . Dinanzi ad un orizzonte di guerra che appare sempre più come l’unico progetto possibile del Capitale per uscire dalla crisi da sovrapposizione diviene urgente la parola d’ordine del no alla guerra e del disarmo.
XX Festival Mondiale della Gioventù ed elezioni in Russia
Intervista a Nicolò Monti membro italiano al Fesival Mondiale della Gioventù.
A Sochi per 6 giorni si sono incontrati giovani provenienti da 196 paesi per discutere di futuro e di mondo multipolare, ma in Italia abbiamo saputo della sua esistenza solo per Jorit e la sua foto con Putin. Questo atteggiamento nei confronti della Russia e del mondo al di fuori della nostra bolla occidentale è la normalità riferita dai nostri media, chiusi in un pensiero che divulga un pensiero unico che divide il mondo in bene e male. Il Festival a Sochi e le elezioni presidenziali che hanno visto la vittoria schiacciante di Putin hanno in comune lo stesso filone narrativo che non prevede analisi, ma solo giudizi sommari e superficiali commenti tutti negativi. In questa intervista la convenzionale narrazione sulla Russia proviamo a smontarla, cercando di portare alla luce un’analisi più approfondita, sia sul festival di Sochi, sia sulla vittoria di Putin, senza scadere nei pregiudizi o nell’idealizzazione di un paese così complesso.
Presentazione del numero 480 del settimanale comunista on-line "La città futura"
Á la guerre comme à la guerre
Macron vuole mandare i militari sul campo, la Von der Layen non esclude la possibilità di una guerra in Europa, Scholz ha un piano per attaccare la Russia in quattro fasi e i servizi segreti italiani riferiscono sull’importanza di colonizzare l’Africa, investire in armi, e zittire gli antagonisti. E’ crisi nera della borghesia
Videointervista al grande intellettuale #marxista Vladimiro #Giacché a partire dal suo ultimo libro
Video-intervista a Vladimiro Giacché a partire dalla seconda edizione del suo libro: Hegel. La dialettica. Introduzione al pensiero hegeliano. Nell’intervista si affronta l’attualità del pensiero di Hegel e della dialettica, il rapporto fra il marxismo e il pensiero hegeliano e la leggenda nera liberale che vuole liquidare Hegel come ideologo dell’assolutismo prussiano.
Inauguriamo con questa video-intervista la collaborazione fra il settimanale comunista “La città futura” e il canale youtube Tracce di classe con un podcast dedicato alla presentazione della seconda edizione riveduta e ampliata di uno degli ultimi libri di Vladimiro Giacché fra i più importanti e autorevoli intellettuali hegelo-marxisti. Nell’intervista Giacché ci spiega l’importanza di tornare al pensiero di Hegel e la sua attualità. Affronta in seguito la carica rivoluzionaria della dialettica hegeliana. Si passa quindi ad approfondire l’importanza della filosofia classica tedesca e del pensiero hegeliano, in particolare per il marxismo. Si conclude, dunque, con la confutazione della leggenda nera reazionaria liberale, che ha provato a liquidare il pensiero rivoluzionario di Hegel come opera di un cane morto, in quanto sarebbe espressione dell’assolutismo prussiano.
L’eredità di Gianfranco #Pala nelle parole della sua anima gemella Carla #Filosa
Videointervista alla grande intellettuale marxista Carla Filosa presidente dell’Università popolare Antonio Gramsci sull’eccezionale intellettuale rivoluzionario Gianfranco Pala da poco scomparso, sui motivi della sua condanna alla damnatio memoriae, sulla fondamentale rivista “La contraddizione” e sulla crisi di sovrapproduzione, indispensabile per comprende la nostra epoca storica in funzione di una sua radicale trasformazione.
Antonio Gramsci, inauguriamo una serie di interviste con la grande intellettuale marxista Carla Filosa presidente dell’Unigramsci. Questa serie è dedicata alla conoscenza della eccezionale opera rivoluzionaria del grande intellettuale marxista Gianfranco Pala, condannato alla damnatio memoriae per essersi sempre, nel modo più rigoroso, contrapposto all’ideologia dominante, espressione della classe dominante. Ripercorriamo la magnifica esperienza della rivista marxista “La contraddizione” e analizziamo i lineamenti fondamentali della crisi di sovrapproduzione, indispensabili alla comprensione della nostra epoca storica in funzione di una sua rivoluzionaria trasformazione.
Quali sono le relazioni fra Cina, India, Vietnam?
Il video contiene un’intervista a Giulio Chinappi, insegnante e analista che vive e lavora in Vietnam, collabora con La Città Futura e altre testate, sulla complessa situazione in Estremo oriente e nell’Asia meridionale, in cui si confrontano varie potenze emergenti quali Cina, India, Vietnam. Regione di grandissima importanza per il commercio internazionale, che gli Usa vorrebbero tenere sotto il loro controllo. Il Vietnam sta vivendo un grande sviluppo economico e sociale e molti investitori stranieri hanno trasferito in quell’antico paese, ricco di differenti tradizioni culturali, le loro attività produttive. Esso cerca di mantenere buone relazioni con le varie potenze, per garantirsi la propria autonomia e indipendenza. Anche se l’India sta crescendo economicamente e demograficamente, la sua espansione produttiva è alquanto lenta e non comparabile con quella della Cina, ormai la prima potenza economica al mondo a parità di potere acquisitivo. In questo scenario complicato è intervenuto il cambiamento di politica estera delle Filippine, che sono tornate a volgersi verso gli Usa. Purtroppo, per problemi tecnici, le immagini non sono ottime, ma le argomentazioni interessanti.
Scalata bellica nel Medio Oriente?
Una guerra che non vuole nessuno: Usa/Iran
Gli Usa hanno denunciato un attacco ad una loro base che avrebbe provocato la morte di tre soldati, ma che è realmente avvenuto?
Il video è dedicato al denunciato attacco con droni e razzi da parte del gruppo iracheno Kataib Hezbollah, legato all’Iran, ad una base statunitense in Giordania, Torre 22, al confine con la Siria; il quale avrebbe provocato la morte di tre soldati. In realtà, questa base non sembra essere così importante a differenza di un’altra base, situata invece in Siria, chiamata Al Tanf, che invece non sarebbe stata colpita. Si fa presente che tutte basi Usa presenti in Siria e in Iraq sono illegali e i due paesi arabi hanno chiesto più volte la loro rimozione. Altre basi sono situate nei territori curdi costantemente bombardati dalla Turchia, in particolare dove si trovano i pozzi petroliferi siriani, a cui gli Usa attingono senza problema. L’Iran ha negato di aver appoggiato l’attacco, di cui d’altra parte non ci sono immagini o documenti. Sembrerebbe che sia gli Usa che l’Iran non siano intenzionati ad aumentare le tensioni in una regione sconvolta dalla presenza dei primi e dai conflitti interregionali.
Alla giornata della memoria i sostenitori dei partigiani scendono in piazza contro il genocidio in Palestina
Come allora i comunisti, i partigiani e l’armata rossa hanno sconfitto il nazifascismo e bloccato l’olocausto in corso, oggi gli antifascisti, i comunisti, i nipoti dei partigiani scendono in piazza nella giornata della memoria per fermare il genocidio in corso in Palestina.
Mentre è in corso un genocidio in Palestina, in tutto il territorio nazionale italiano sono stati vietati cortei nella giornata della memoria. Paradossale, visto che in tale importante commemorazione si celebra la liberazione del campo di concentramento nazista di Auschwitz da parte dell’armata rossa. Dovrebbe dunque essere automatico per qualsiasi paese realmente democratico ricordare questa importante giornata affinché non succeda più altrove nel mondo, sarebbe del tutto normale se lo Stato non fosse complice delle atrocità che un esercito, come quello israeliano compie contro una popolazione inerme. Invece paradossalmente nella giornata della memoria lo Stato Italiano, complice dello dello Stato terrorista di Israele, vieta le manifestazioni che vorrebbero la fine del genocidio nella terra santa per tre delle più importanti religioni monoteiste.
Importanti presidi si sono comunque svolti lo scorso sabato in molte città italiane, per sottolineare la continuità ideale e non solo, tra coloro che hanno lottato contro l’orrore nazifascista e coloro che che oggi lottano contro i crimini perpetrati ai danni del popolo palestinese.
Gli Houthi riusciranno a ostacolare l’intervento Usa a favore di Israele?
Tensione nel Mar Rosso
Nuovi scenari bellici si aprono: gli Houthi colpiscono le navi dirette a rifornire Israele che sta massacrando gli abitanti di Gaza.
Il video illustra brevemente la storia degli Houthi e le ragioni delle loro capacità belliche, inoltre ricostruisce le dinamiche degli scontri degli ultimi giorni, che hanno visto come protagonisti gli USA e il Regno Unito. I primi vorrebbero che l’UE con una sua flotta si facesse carico della sorveglianza del Mar Rosso, cui parteciperà anche l’Italia, divenendo così assurdamente bersaglio degli yemeniti. La ragione di fondo del comportamento degli Houthi sta nel tentativo di spingere gli USA a cessare di sostenere i sionisti nella loro guerra totale contro gli inermi abitanti di Gaza. Anche altre forze si stanno muovendo nella regione: per esempio, l’Iran ha colpito gli statunitensi, stanziati nel Kurdistan, evitando di attaccarli direttamente nel Mar Rosso. Nello stesso tempo sono stati colpiti gruppi cosiddetti terroristi in Pakistan e la guerra in Ucraina continua, probabilmente allo scopo di tenere in qualche modo impegnata la Russia.
Giornata internazionale con il popolo palestinese che ha visto a Roma migliaia di manifestanti sfilare per le vie della capitale come in tutto il mondo. Alcuni gruppi di partecipanti hanno dato un significativo flash mob per ricordare le disumane vittime dello sterminio dello stato terrorista d’Israele contro il popolo palestinese inerme.
Non ci sono parole per raccontare le innumerevoli azioni terroriste volte allo sterminio di un popolo, le immagini che riescono a mandarci gli eroici giornalisti decimati anche loro dalle bombe israeliane. A Roma come in molte altre città italiane e del mondo, sono scesi migliaia di manifestanti per denunciare di genocidio lo Stato d’Israele. Molti I riferimenti ai ringraziamenti a quei governi che non si sono macchiati di sangue palestinese come il sud Africa che ha denunciato al tribunale dell’Aja Israele, oltre che lo Yemen attualmente per la loro opposizione e azioni di boicottaggio economico che dovrebbero fare tutti gli Stati contro Israele invece di essere presa d’esempio viene bombardata dagli USA.
Gli Houthi non sono rimasti a guardare ma hanno reagito
L'attacco USA ha aumentato i rischi nel mar Rosso e causato solo danni limitati agli Houthi.
Il bombardamento di Sana da parte degli USA non ha nessun obiettivo militare ma civile. Gli Houthi da parte loro hanno dichiarato che ci sarà una pronta risposta. Intanto durante l'attacco degli USA un F18 e un elicottero sarebbero stati persi dalla coalizione, inoltre una nave da guerra sarebbe stata colpita, ma non affondata da parte degli Houthi. La mancanza di materie prime sta colpendo i porti mediterranei principalmente quelli italiani. L'attacco USA allo Yemen, con lo scopo di proteggere il genocidio di Israele nei confronti del popolo palestinese, ha ulteriormente aggravato la situazione internazionale.
Le misure di Milei e le proteste in Argentina
Javier Milei, nuovo presidente dell’Argentina, ha preso una serie di misure devastanti (DNU) per le masse popolari, che faranno aumentare spaventosamente la povertà già notevole nel paese latino-americano. Ha minacciato che, se non saranno approvate dal Congresso, in cui non è sostenuto dalla maggioranza, convocherà un referendum. Nonostante il ministro della sicurezza Patrizia Bullrich abbia emanato un protocollo che criminalizza le proteste, ci sono state importantissime manifestazioni, l’ultima il 27 dicembre, nel corso della quale i manifestanti hanno chiesto di proclamare uno sciopero generale per esprimere tutta la loro opposizione al nuovo governo di estrema destra.
Palestina libera!
Una lunga manifestazione lo scorso 23 dicembre ha attraversato le strade del centro di Roma per protestare contro l'invasione israeliana della striscia di Gaza.
Il 23 dicembre scorso una manifestazione ha voluto esprimere la propria vicinanza al popolo palestinese, che da mesi ormai sta subendo gli effetti dell'operazione israeliana contro la striscia di Gaza che ha ucciso già decine di migliaia di palestinesi. Inoltre i manifestanti hanno voluto denunciare la connivenza dei governi occidentali, che si preoccupano solo dei loro interessi e esprimono sostegno incondizionato ad Israele, ignorando spesso il parere delle loro rispettive popolazioni, in maggioranza filo palestinesi, come testimoniato dalle grandi manifestazioni pro Palestina in tutto il mondo.
La crisi dei riservisti israeliani
La mancata capacità dell’esercito israeliano di trovare e distruggere i tunnel di Hamas è dovuta alla mancanza di addestramento e esperienza al combattimento in città dei suoi sottufficiali, la cui giovane età mette in mostra le carenza di comando e guida.
In questo video l’autore descrive l’andamento dell’operazione militare condotta dall’esercito israeliano a seguito degli attacchi del 7 ottobre. In particolare si sofferma sulle difficoltà incontrate durante l’operazione nella striscia di Gaza per individuare i tunnel sotterranei dove sarebbero nascosti i componenti delle brigate di Hamas, dove sembra gli israeliani siano in difficoltà, a causa dell’inesperienza dei capi e della giovane età delle reclute. Tutto ciò rende più difficile l’esito dell’operazione, che infatti dura da quasi tre mesi senza soluzioni di sorta.
Quali prospettive della guerra in Ucraina?
Le prospettive della guerra in Ucraina non sono facili da intuire, ma possiamo segnalare l’insuccesso della famosa controffensiva e il sostanziale abbandono economico e finanziario del paese da parte dei suoi alleati occidentali che lo hanno spinto a questa guerra evitabile.
Due sono gli aspetti che dobbiamo tenere in conto per comprendere le prospettive della guerra in Ucraina: la totale inefficacia dell’offensiva lanciata a giugno; l’abbandono di questo paese al suo tragico destino da parte degli alleati occidentali. Infatti, un significativo gruppo di congressisti statunitensi si oppone all’invio di nuovi finanziamenti a Zelensky, il cui ruolo di capo è oggi messo da più parti in discussione; nonostante il disaccordo del leader dell’Ungheria Orban, l’UE ha deciso di avviare negoziati per incorporare il paese negli anni futuri; negoziati che saranno molto faticosi e non è chiaro a cosa porteranno. Nel frattempo gli scontri si fanno sempre più forti, soprattutto nei pressi della città fortificata Avdiivka, che rappresenta la prima linea ucraina, superata la quale i russi troveranno la seconda e la terza. Il problema principale dei russi è quello di allontanare il confine dal loro territorio, per proteggerlo dagli attacchi missilistici statunitensi, dotandosi anche di missili ipersonici non intercettabili. Sembrerebbe, pertanto, che la Federazione Russa abbia utilizzato il conflitto con Ucraina per far evolvere il suo apparato militare, perfezionandolo fino a superare in questo campo gli Usa.