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31/12/2023

Buon #2024

SABATO 09 DICEMBRE 2023 14.42.30FEMMINICIDIO. ADINOLFI (PDF): VALDITARA SBAGLIA SU DISCORSO PAPÀ GIULIADIR1105 3 POL 0 R...
09/12/2023

SABATO 09 DICEMBRE 2023 14.42.30

FEMMINICIDIO. ADINOLFI (PDF): VALDITARA SBAGLIA SU DISCORSO PAPÀ GIULIA

DIR1105 3 POL 0 RR1 N/POL / DIR /TXT FEMMINICIDIO. ADINOLFI (PDF): VALDITARA SBAGLIA SU DISCORSO PAPÀ GIULIA (DIRE) Roma, 9 dic. - "Il ministro Valditara ha revocato la nomina della commissione Concia, bene così, lottare produce effetti. Siamo stati i primi già giovedì sera a spiegare in tv perché fosse una decisione sbagliata. Sempre in quel contesto ho spiegato perché trasformare un momento emotivo come il commosso discorso del papà di Giulia Cecchettin in un programma politico da adottare subito mi sembrasse un gravissimo errore. Lo è". Così in una nota Mario Adinolfi, presidente del Popolo della Famiglia (PdF), che giudica positivamente la cancellazione della nomina di Paola Concia ad opera del ministro Valditara, ma apre subito un altro fronte. "In quel discorso - prosegue - si dice che il 'femminicidio' si batte 'investendo in programmi educativi a scuola' e chi non è d'accordo 'difende il patriarcato'. Trovo quel discorso totalmente sbagliato a partire dal vocabolario utilizzato. Rispetto il dolore di chi l'ha pronunciato ma se la proposta è, come si è detto, di trasformarlo in un programma politico la mia risposta è che io quel programma politico lo rifiuto perché non voglio l'ingerenza dello Stato nell'educazione delle mie figlie sui temi sensibili. Il ministro Valditara invece è corso a scrivere una circolare per obbligare a leggere il discorso di Cecchettin in tutte le aule scolastiche d'Italia fin dalle elementari, decisione forse più grave della nomina della commissione Concia, per le stesse ragioni di subalternità culturale della destra italiana alla sinistra che ho descritto anche in tv. Va cancellata quella circolare, perché lo Stato deve togliersi dalla testa l'idea di andare in aula da mia figlia di sei anni e inculcarle l'idea che esista un fantomatico 'patriarcato' che produce 'femminicidi'. Il mio programma politico, signor ministro Valditara, è alternativo a quello statalista e istintivamente totalitario delle sinistre. Credevo anche il suo", termina Adinolfi. (Red/ Dire) 14:41 09-12-23 NNNN

CAPPATO COME MUSSOLINI. E VA ARRESTATOdi  Adinolfi Ennesima autodenuncia per Marco Cappato che si dichiara stavolta “cap...
30/11/2023

CAPPATO COME MUSSOLINI. E VA ARRESTATO
di Adinolfi

Ennesima autodenuncia per Marco Cappato che si dichiara stavolta “capo dell’associazione a delinquere” di chi aiuta gli italiani ad andarsi a suicidare in Svizzera, contro gli stessi limiti fissati dalla Corte Costituzionale nella comunque contestabile “sentenza dj Fabo” che ha aperto al suicidio assistito in Italia.

L’aiuto al suicidio resta senza dubbio un reato (art. 580 codice penale) con pena edittale pesante che arriva a 12 anni di carcere. La legge è chiarissima, non ha elementi di ambiguità: “Chiunque determina altri al suicidio o rafforza l'altrui proposito di suicidio, ovvero ne agevola in qualsiasi modo l'esecuzione, è punito, se il suicidio avviene, con la reclusione da 5 a 12 anni”.

Qualsiasi studente di giurisprudenza sa che tra le cause che impongono la custodia cautelare in attesa di processo c’è il “rischio di reiterazione del reato”. Uniamo i puntini: agisce in Italia una associazione a delinquere il cui capo si autodenuncia regolarmente, mostrando l’intenzione dell’associazione di reiterare ormai settimanalmente un grave reato. Qualcuno mi spiega perché Cappato non viene arrestato?

Può farsi beffe impunemente delle leggi dello Stato, può sfrontatamente sfidare anche le sentenze della Corte Costituzionale evidenziando come sia impossibile porre “paletti” (lo avevamo spiegato a suo tempo), può irridere caserme e forze dell’ordine usandole come strumento di marketing politico con le autodenunce che sono solo comizi fatti sul ca****re ancora caldo di malati e addolorati?

Proclamandosi “capo dell’associazione a delinquere” Cappato riecheggia il discorso con cui Benito Mussolini chiuse in Parlamento la stagione della democrazia italiana dopo la scoperta del ca****re di Giacomo Matteotti. Non è un ignorante, non lo fa a caso. Cappato sa che non otterrà mai la sua legge per sopprimere i sofferenti tramite la democrazia e le corrette procedure parlamentari, si è appena confrontato con le urne e come sempre ha fatto perdere voti a chi l’ha sostenuto. Quindi Cappato e i suoi scelgono una via eversiva. Lo fanno platealmente, permettendosi comportamenti che sanno perfettamente essere totalmente illegali. Perché è loro consentito farlo? Possibile che non esista un magistrato rispettoso delle leggi e della democrazia del nostro Paese che alla prossima autodenuncia compiuta da Cappato col sorriso furbo di chi sa di farla sempre franca, lo arresti per violazione dell’articolo 580 del codice penale, come reo confesso su cui pende non “il rischio” ma la certezza proclamata della reiterazione del reato?

Se siamo uno Stato di diritto, Cappato va arrestato. Altrimenti andrò a rapinare una banca, mi autodenuncerò e dirò che la considero una battaglia contro la diseguaglianza, per la redistribuzione della ricchezza. Ovviamente proclamerò l’intenzione di rapinarne altre e credo che il mio manifesto per la redistribuzione possa ottenere più aderenti rispetto all’associazione Coscioni. Mi aspetto telecamere e fotografi fuori dalla caserma e articoli elogiativi per la mia autodenuncia. Altrimenti dovrete spiegare il perché dei due pesi e delle due misure. E, insieme, certificare la fine dello Stato di diritto oltre che di quel che resta della democrazia italiana. Cappato, come Benito, avrà vinto.

30/11/2023

AgenPress. Mario Adinolfi, nel presentare l’assemblea nazionale del Popolo della Famiglia (PdF) che si terrà a Pomezia (Roma) il 2 e 3 dicembre prossimi, ha

28/11/2023

QUATTRO DIRITTI
di Mario Adinolfi
Ci sono questioni marginali e questioni cruciali. Questioni marginali sono i test attitudinali per i magistrati o quanti punti di cuneo fiscale si possono tagliare. Questioni cruciali sono chi decide chi può nascere e chi no, come si deve trattare l’area delicata del rapporto tra i generi e della sessualità, il diritto di famiglia, il tema della fragilità, dell’anzianità, della sofferenza e in ultimo della morte. Le definisco cruciali perché riguardano da vicino ciascuno di noi.
Dico da anni che “nascere, vivere, amare e morire” sono i quattro territori determinanti dell’esistenza umana. Ne ho derivato un impegno per quattro fondamentali diritti collegati: diritto universale a nascere, diritto inalienabile alla vita, diritto di massima tutela al frutto dell’amore umano che sono i figli, diritto alla cura e al sostegno anche dei più fragili e degli inguaribili fino alla morte naturale. Per me questo è un programma di azione politica perché la politica tende ad essere cedevole su questi nodi e nega ogni diritto ai nascituri, è già riuscita a slabbrare un ordinamento giuridico che definiva bene indisponibile la vita umana, teme di ostacolare le pratiche contemporanee di compravendita dei figli in omaggio a presunte nuove dimensioni familiari non a caso naturalmente sterili perché si può pure essere gender fluid ma la fecondità deriva da una sola possibile interazione tra i due soli generi esistenti in natura, infine subisce pressioni affinché sia ribaltato l’istinto che ci fa interve**re per impedire il suicidio di uno sconosciuto trasformandoci in macchine che lo agevolano in virtù di una ideologia del rispetto dell’autodeterminazione che ci rende disumani davanti alla persona che vuol darsi o farsi dare la morte.
Credo che questo sia il terreno di conflitto più rilevante perché queste sono le questioni cruciali del nostro tempo. L’istinto violento di alcuni a voler silenziare le posizioni di altri spiega quanto cruciali siano. E sono questioni politiche, cioè saranno e sono in taluni casi già state prese decisioni normative che avranno e hanno valore erga omnes, con la conseguente costruzione di un costume sociale. Più arretreremo sui quattro diritti che ho indicato, più la nostra società finirà preda di moti autodistruttivi. I cui primi segnali sono già, ahimè, clamorosamente evidenti.

 - 83 MINUTI CON FEDEZPremessa. Ringrazio Fedez per aver avuto la curiosità intellettuale di confrontarsi non solo con l...
20/11/2023

- 83 MINUTI CON FEDEZ

Premessa. Ringrazio Fedez per aver avuto la curiosità intellettuale di confrontarsi non solo con le mie idee ma con me. Come racconta lui stesso all’inizio della puntata di Muschio Selvaggio, al solo fare il mio nome ogni possibile interlocutore “avverso” rifiutava seccamente l’invito. Gli ho spiegato perché costoro avessero tanta paura. Fedez non s’è perso d’animo, ha voluto fortemente la puntata e, sostenuto nel dibattito dalla sua amica attivista Lgbt Cathy La Torre, l’ha portata a casa.
Ne sono usciti 83 minuti densissimi che invito tutti a guardare come fosse un film perché, per quanto mi riguarda, è il documento più preciso mai prodotto della differenza profonda tra due visioni opposte del mondo. Inevitabilmente il livello di conflittualità è stato alto dovendo parlare di famiglia naturale o q***r, matrimonio e unioni gay, ab**to, omofobia, ideologia gender, chiesa, Vaticano, fede. Ho visto che i giornali riportano lo scontro durissimo scattato sul tema della somministrazione ai bambini under 12 dei bloccanti della pubertà. Sono stato accusato di scarsa empatia perché ho rifiutato l’ennesima riproposizione dello schema dialettico “se fosse tua figlia a voler cambiare sesso”, ho detto chiaramente che operare la castrazione chimica di un bambino sano che sta per entrare nella fase puberale o la virilizzazione di una bambina che sta per avere le sue prime mestruazioni è da “matti criminali”. Cathy La Torre è avvocato ed ha invitato a denunciarmi per quelle mie parole, garantendo il suo sostegno legale. Il solito metodo intimidatorio, ma ho ribadito: “Io le vostre dottrine le rifiuto”. Sulla somministrazione della triptorelina ai minori anche Fedez si è mostrato dubbioso. La vivo come un’importante vittoria.
Fedez ha 14 milioni di followers ed è, con la moglie che ne ha 30, di gran lunga il più potente influencer italiano. Muschio Selvaggio anche solo sul canale Youtube scatena migliaia di commenti e non mi aspetto che siano lusinghieri, ho giocato assolutamente fuori casa, ma hanno dovuto ascoltare. A Fedez rimprovereranno di avermi invitato, quando l’ordine ormai è di silenziarmi e farmi terra bruciata attorno. La sua ostinata volontà di non piegarsi al diktat mi ha fatto piacere e sono lieto di aver accettato il suo invito per un’altra ragione che svelo nei primi minuti della puntata. Poi resta il fatto, ribadito apertamente, che abbiamo “idee opposte” quasi su tutto. Ma in un momento in cui l’attacco alla famiglia naturale è ossessivo (caso Giambruno? Film della Cortellesi? Episodi di cronaca nera? Demolite la famiglia “patriarcale”) aver visto un papà così “alla moda” ammettere che le sole persone per cui si butterebbe nel fuoco sono i propri figli forse servirà a far capire a qualcuno che proprio di padri questo mondo ha disperatamente bisogno.

    - 18novembre
18/11/2023

- 18novembre

13/11/2023

ORA SIATE CONSEGUENTIdi Mario Adinolfi “Siamo arrabbiati, affranti e pieni di vergogna. Da quando è nata hanno cercato d...
13/11/2023

ORA SIATE CONSEGUENTI
di Mario Adinolfi

“Siamo arrabbiati, affranti e pieni di vergogna. Da quando è nata hanno cercato di sbarazzarsi di lei senza che nessuno lo sapesse ma io e Clare ci siamo assicurati che sarebbe stata ricordata per sempre”. Nelle parole del papà di Indi Gregory c’è tutto. Sono le parole dei genitori di Alfie Evans, di Charlie Gard, ma anche di T.S. ragazza 19enne disabile soppressa per sentenza in un ospedale inglese nonostante lei dicesse chiaramente che voleva vivere e dei tanti uccisi dagli apparati sanitari degli Stati che usano la cultura della morte per tagliare i costi, partendo da quelli della cura degli inguaribili. Non mi attardo sul dato emotivo, oggi tutti hanno chiaro lo strazio di quei genitori e la bellezza eroica della piccola morta stanotte. Vi voglio portare sul dato razionale che questa e tutte le altre vicende spiegano oltre ogni ragionevole dubbio: l’eutanasia è una pratica che nulla a che fare con la libertà, ci verrà imposta, viene imposta, è stata imposta a Indi e non è un caso isolato. Se non sei più produttivo, se sei malato e non puoi guarire (sorte che toccherà a quasi tutti noi) la società dei produttivi farà in modo di farti sentire come un peso, fin quando o chiederai tu stesso di essere soppresso o provvederanno loro: “Hanno cercato di sbarazzarsi di lei senza che nessuno lo sapesse”. Questa è la verità. Accadrà e talvolta già accade nel silenzio generale. Il Nord Europa, utilitarista e pragmatico, già procede in quella barbara direzione. Ancora una volta spetta all’Italia essere faro del diritto e della civiltà tra le genti. Per questo la battaglia per mantenere l’Italia nel solco della sua splendente tradizione giuridica che vede nella vita un bene indisponibile è la battaglia cruciale da comba***re. L’Italia avrebbe accolto Indi perché in Italia non uccidiamo i sofferenti, in Italia curiamo gli inguaribili, in Italia nessun giudice può disporre della vita altrui. Capiamola bene questa lezione, perché i barbari sono anche tra di noi e vorrebbero portare quei boia tra noi. La trincea della resistenza a costoro è la trincea in cui è necessario spendere la propria vita, per Indi e ancor di più per T.S. della cui soppressione si sono talmente vergognati da non dare alcun dettaglio, facendoci capire che è una tra le tante, il Milite Ignoto di questa guerra per la civiltà e il diritto alla vita. Non dimenticatele le parole del papà di Indi: “Hanno cercato di sbarazzarsi di lei senza che nessuno lo sapesse”. Prima proveranno a imporre la cultura della morte, magari senza le leggi ma usando i tribunali. Poi tenteranno di renderci assuefatti a suicidi assistiti e uccisione di Stato. I più arditi racconteranno la frottola, efficace mediaticamente fin dal Terzo Reich, che è uno straordinario nuovo diritto che viene concesso al cittadino quello di farsi ammazzare da un medico che ti toglie aria, acqua e cibo, poi se non basta ti inietta il Pentobarbital. Infine ci saremo talmente abituati che ci consegneremo noi stessi, storditi, al carnefice e diranno che lo abbiamo liberamente chiesto. Ricordatevi allora la lezione di Indi: vogliono solo sbarazzarsi dei non produttivi, che sono un costo, senza far rumore. Ma quella bambina è andata via urlando e svegliando il mondo intero. Il “senza che nessuno lo sapesse”, stavolta, è operazione fallita. Ora siate conseguenti a quel che Indi con il suo sacrificio vi ha spiegato.

11/11/2023
     Sono passati 5 anni dalla presentazione del nostro ddl sul reddito di maternità. In questi 5 anni sarebbero nati al...
10/11/2023


Sono passati 5 anni dalla presentazione del nostro ddl sul reddito di maternità. In questi 5 anni sarebbero nati almeno un milione di bambini in più. Decisivi per il futuro del nostro welfare, che di questo passo tra meno di vent’anni collasserà. Invece di un milione di bambini in più in questi 5 anni abbiamo sempre battuto il record di denatalità, ogni anno. Siamo passati dai 439mila del 2018 ai 393mila del 2022 e nel 2023 saranno ancora di meno per un complessivo -15% in appena un quinquennio. Tutti i governi hanno proposto ricette, nessuna ha funzionato. Può funzionare solo il reddito di maternità. Non so quando lo capiranno, ma prima o poi saranno costretti a vararlo e probabilmente sarà troppo tardi. Per ora, hanno accumulato 5 anni di ritardo (e 350mila bambini abortiti, molti dei quali con il reddito di maternità sarebbero nati).

SI È SUICIDATA? EVVIVA, PARTA IL CAN CANdi Mario Adinolfi Come fossimo al Moulin Rouge della morte, va in scena sempre l...
06/11/2023

SI È SUICIDATA? EVVIVA, PARTA IL CAN CAN
di Mario Adinolfi
Come fossimo al Moulin Rouge della morte, va in scena sempre lo stesso squallido spettacolo: la nota associazione tenta di forzare le norme italiane, se non riesce scorta in Svizzera la malata, assiste al suicidio che avviene a pagamento, poi sventola il bandierone con comunicati stampa e annunci di autodenuncia per ottenere spazio sui media sulla pelle della povera deceduta. A ca****re ancora caldo fanno partire il solito can can, ormai manierista e sempre uguale, che ricalca perfettamente la trama di Ich klage an (Io accuso): lei soffre tanto, lui fa in modo che muoia, c’è il processo e lui viene assolto perché lei soffriva tanto. Il film è del 1941 e fu lo strumento con cui Hi**er giustificò la soppressione massiccia di malati mentali e disabili chiamata Aktion T4, prima legge sull’eutanasia. Il film è emotivamente molto coinvolgente. Costruito con la logica con cui oggi viene costruita la comunicazione della nota associazione: la persona soffre, un lui porta la persona a morire, poi processo penale come palcoscenico mediatico e di legittimazione dell’uccisione. Lo stesso can can del 1941. Mi provoca un misto di disgusto per il cinismo della strumentalizzazione mediatica del sofferente a ca****re caldo e di terrore attonito per i destini di un mondo dove una malata oncologica di 58 anni viene accompagnata a suicidarsi a pagamento anziché accompagnarla con amore a vivere in pienezza la sua sofferenza e anche la sua fine naturale.
Secondo i medici il 66enne Stefano Tacconi aveva scarsissime possibilità di riprendersi da una devastante emorragia derivata da un aneurisma cerebrale. Totalmente immobilizzato ha dichiarato: “Ho dovuto reimparare a parlare e camminare” e ce l’ha fatta in un tempo record di 18 mesi grazie all’amore e all’assistenza totalizzante del figlio. Nella società che vorrebbero i tizi emuli della Aktion T4 avremmo tutti redatto un testamento biologico in cui diciamo di non voler sopravvivere se un accadimento compromette totalmente le nostre possibilità di relazione, di movimento e di parola. Figli educati da decenni di una cultura mortifera userebbero il testamento biologico per “liberare il corpo dalla sofferenza inutile” e magari anche per incassare prima l’appartamento in eredità.
Ora dovete solo scegliere in quale mondo vorrete vivere e morire nel prossimo futuro: secondo lo schema del Moulin Rouge della morte, della propaganda alla Io accuso (1941) con i processi farsa per forzare l’ordinamento (ora anche con la bo**ta delle leggi regionali che ovviamente non possono mai confliggere con la legge nazionale) oppure secondo le nostre radici. Che producono affetto e cura per i sofferenti, gratitudine per gli anziani, sollecitudine per i familiari ammalati. E un conseguente ordinamento giuridico secondo cui la vita non è un bene disponibile.
Dovete solo scegliere tra il martellante can can del falso diritto all’autodeterminazione e la naturale difesa del diritto alla vita.https://www.associazionelucacoscioni.it/notizie/comunicati/sibilla-barbieri

 :I genitori di Indi Gregory, bambina di otto mesi, stanno letteralmente implorando il National Health Service britannic...
31/10/2023

:
I genitori di Indi Gregory, bambina di otto mesi, stanno letteralmente implorando il National Health Service britannico di rinunciare all’uccisione della figlia deliberata da un giudice, per portarla in Italia vista la disponibilità dell’ospedale Bambino Gesù ad accoglierla. Quando parlate a vanvera di eutanasia senza capire che quella cultura aprirà alla soppressione dei più deboli per decisione dello Stato, ricordatevi di questa e delle innumerevoli ormai vicende simili. E siate orgogliosi di essere italiani, del nostro ordinamento giuridico intriso di “non uccidere”, grazie al quale da noi Indi sarà curata mentre dai barbari sarà ammazzata tramite asfissia.

The parents say the offer from a hospital in Rome "restores their faith in humanity" after the High Court and the European Court of Human Rights declined to support their attempts to extend Indi's life-support care at a hospital in Nottingham. But they face a further legal fight.

27/10/2023

CINQUE (PRECISE) DOMANDE A TIZIANO FERROdi Mario Adinolfi Tiziano Ferro gode di un clamoroso scudo di protezione da part...
26/10/2023

CINQUE (PRECISE) DOMANDE A TIZIANO FERRO
di Mario Adinolfi
Tiziano Ferro gode di un clamoroso scudo di protezione da parte della stampa italiana, che più lui è ambiguo su alcune questioni cruciali, più evita di fargli domande precise. Nonostante questo il cantante di Latina che vive in California è nervosissimo, dice di non potersi muovere dallo Stato americano perché teme di essere considerato “un criminale internazionale” e qualche giorno fa se l’è presa con “articoli omofobi”. Francamente non so dove li abbia letti, visto che i media sono unanimemente schierati a fargli da scudo senza porgli mai quesiti scomodi. Ma Ferro in un video su Instagram ha sbraitato: “Possono scrivere quegli articoli di m***a perché io sono stato sincero. Vi ho dato il pane per potermi attaccare e voi lo utilizzate, pensate a quanto sete scemi. Non è che avete fatto una scoperta, non è che avete fatto un lavoro di indagine, non è che mi avete smascherato”. Strani toni e strane parole.
La tensione riguarda evidentemente le sue vicissitudini familiari piuttosto frenetiche. Il “matrimonio” con il suo Victor era stato celebrato con grande hype mediatico nel 2019, nel 2022 l’arrivo nella coppia con modalità mai spiegate di due bambini di 4 e 9 mesi (Andreas e Margherita), nel 2023 il divorzio che, a quello che scrive la simpatizzante Vanity Fair, ai bambini è almeno in parte dovuto: “Il loro arrivo ha acuito le crepe invece che appianarle”. In tutti questi passaggi non è mai mancato un riferimento costante alla presunta “omofobia” del sistema normativo italiano che in effetti considera illegale il “matrimonio” gay e qualsiasi pratica relativa all’utero in affitto e alla fecondazione eterologa per coppie non sposate. Inizialmente, subito dopo la notizia del divorzio di Ferro da Victor, i media provarono ad affermare che il cantante non potesse ve**re in Italia ad onorare i contratti relativi alla presentazione del suo ultimo lavoro (un libro) per via ancora una volta della legislazione “omofoba” del nostro Paese che avrebbe impedito a Ferro di ve**re in Italia con Andreas e Margherita. L’affermazione era così totalmente falsa che lo stesso cantante si era trovato costretto a far filtrare una smentita.
Io non sono interessato ai fatti privati delle persone, ma questi assumono ormai una rilevanza pubblica dopo i reiterati riferimenti a inesistente stampa “omofoba” o presunta condizione omofobica dell’intero sistema Italia. Così io che vengo considerato omofobo (e Dio sa quanto questa definizione sia falsa, basta conoscermi minimamente) ora porrò cinque domande precise sulle questioni che Tiziano Ferro ha mantenuto nel territorio dell’ambiguità e invece è persino suo interesse che vengano chiarite.
1. Di che nazionalità sono le due mamme diverse che hanno partorito Andreas e Margherita? Sono certamente donne diverse, vista la differenza di pochi mesi tra i due bambini, incompatibile con l’ipotesi che ci sia un’unica madre.
2. Chi sono le donatrici dell’ovulo da cui sono nati Andreas e Margherita? Sono anonime o le loro identità sono note a Tiziano Ferro?
3. Dal seme di chi gli ovuli che hanno dato vita a Andreas e Margherita sono stati fecondati? Insomma, è identificabile il papà e la mamma di ciascuno dei bambini?
4. Passando dalle decisive questioni biologiche a quelle legali, con quale procedura i due bambini sono arrivati nella custodia genitoriale di Victor e Tiziano? Quanto è costato l’acquisto dei bambini e con quale copertura normativa?
5. Quale norma impedisce, come da lui ripetutamente asserito, a Tiziano Ferro di adempiere agli obblighi contrattuali connessi alla presentazione del suo libro in Italia? Perché non può muoversi dallo Stato della California con Andreas e Margherita se sono legalmente i suoi figli? Ferro ha affermato di non aver voluto dare ai figli il passaporto italiano per via della presunta omofobia della legislazione del nostro paese, dunque avranno cittadinanza americana se sono nati negli Usa, dove vige lo ius soli. Con il passaporto americano i bambini possono tranquillamente entrare e uscire dal Paese con un loro genitore legale, a meno che l’altro non si opponga per ragioni motivate. Esiste questo tipo di opposizione di Victor? O forse i bambini non hanno passaporto americano?
Queste cinque precise domande possono suonare come un’invasione della sfera intima di Tiziano Ferro. Non lo sono. Servono a spiegare quanti problemi concreti sono dietro i processi di acquisto dei bambini da parte di soggetti che non li hanno partoriti. Questi problemi si scaricano tutti poi sui bambini. Se non si ha piena conoscenza dell’intera mappatura genetica e biologica delle origini dei bimbi, come si possono affrontare le questioni di salute che spesso hanno l’anamnesi familiare come elemento fondante? Quanta violenza subisce un bambino privato del rapporto centrale con la propria madre? Che tipo di leva è il denaro per le donne in stato di bisogno che per denaro accettano di subire l’umiliazione di dover vendere i propri ovuli, i propri bimbi partoriti? È giusto, per la paura di essere definiti “omofobi”, non porre domande precise sulle ragioni dei comportamenti di Tiziano Ferro che adombra una complessiva condizione di omofobia dell’Italia e del suo ordinamento giuridico, quando invece le ragioni di quei comportamenti risiedono altrove e non vengono mai adeguatamente spiegate? Fossero solo questioni private non sarebbero interessanti e io delle questioni private non mi interesso, ma queste invece assumono rilevanza pubblica. Perché quello che ha fatto Tiziano Ferro in California, in Italia non si può fare, è illegale. E allora o è illegale con delle ragioni o Tiziano Ferro ha subito un sopruso: è tempo di chiarire questo punto.
Ecco, io le cinque domande precise le ho poste e spero in cinque precise risposte. Le pongo senza acrimonia, per niente animato da spirito omofobico, anzi per Ferro ho anche una discreta ammirazione da fan. Canticchio spesso e quasi a memoria La differenza tra me e te, testo che a proprio modo doveva rendere chiaro allo stesso autore quanto complicato sia il mettersi in relazione con l’altro. Io provo così a farlo con lui, perché le risposte è interesse suo fornirle, interesse di Andreas e Margherita conoscerle, interesse di noi tutti saperle per comprendere a pieno le criticità di un percorso che le star mediatiche tendono a rappresentare con tonalità tranquillizzanti e invece è solo l’ennesima trappola costruita dall’illusione dell’uomo di farsi Dio.

25/10/2023

On social media, I was constantly told I was a boy trapped in a girl's body. I came to believe it. I decided I was a boy and my body had to reflect it, or life wasn't worth living.

LE 3 CONSEGUENZE DEL CASO GIAMBRUNOdi Mario AdinolfiLa mia regola è non commentare mai le vicende personali dolorose (lu...
20/10/2023

LE 3 CONSEGUENZE DEL CASO GIAMBRUNO
di Mario Adinolfi
La mia regola è non commentare mai le vicende personali dolorose (lutti, separazioni, allontanamenti), mi limito sempre a trarre le conseguenze quando un evento di costume tende a modificare il comune sentire rispetto a un tema cruciale. La Meloni che scarica Giambruno è circondata da consenso: a quello di chi l’ha votata si somma ora quello di chi tifa per la donna forte, emancipata e autonoma contro l’uomo debosciato. Qualcuno (pochi) pensa al dolore della bimba e inevitabilmente c’è chi gioca con cinismo con lo spot della Esselunga. Io che dal divorzio sono passato in condizioni non dissimili dico che siamo dentro una vicenda personalissima e devastante, sulla cui soglia mi fermo. Ne derivano però 3 conseguenze più complessive che mi preoccupano.
1. Sarà sempre più difficile la difesa della tenuta della famiglia naturale come valore. Giusto qualche giorno fa la riforma Cartabia (ancora una volta, una donna cattolica) vedeva entrare in vigore il divorzio lampo. Ci si separa e si divorzia con un unico singolo atto. Nessuno spazio per la riflessione, per provare la riappacificazione. Con un meccanismo già introdotto nelle unioni civili, il rapporto si scioglie con un moto d’impeto. La società progressivamente considera questo come un valore, assai prossimo al consueto tema dell’autodeterminazione, anch’essa valorizzata pure rispetto a scelte d’impeto non razionali (abortisco, mi drogo, mi ammazzo).
2. L’istituto matrimoniale sarà ulteriormente svalutato. Qualcuno si spiega ora perché Meloni e Giambruno non si fossero mai sposati, considerando questa una scelta lungimirante, visto l’esito del rapporto. Sempre più persone saranno portate a vedere il vincolo matrimoniale come non solo inutile, ma dannoso. In un segmento della società, specie presso le giovani generazioni, cresce l’idea per cui il “per sempre” sia innaturale e impraticabile.
3. La difesa politica della famiglia secondo i parametri dell’articolo 29 della Costituzione non ha più partiti di riferimento. In Parlamento nessuno crede più che la famiglia meritevole di riconoscimento sia quella costituzionalmente descritta: società naturale fondata sul matrimonio. Io rimango convinto, da divorziato che c’è passato, che il benessere di un Paese derivi principalmente dalla tenuta della famiglia. Se una famiglia è solida fa figli e li cresce in una sostanziale serenità. Se tali famiglie sono aiutate a tenere e a crescere, cresce l’Italia. Guardavo la puntata di XFactor e sono rimasto impressionato da una ragazza che si dichiarava depressa e faceva risalire la sua condizione “come tutti” alla separazione dei genitori, avvenuta quando aveva sette anni. Quella frase, quel “come tutti”, era una dichiarazione di fallimento per la società che abbiamo costruito. Se le forze politiche di centrodestra hanno tutte nella loro leadership (perfino Almirante, Bossi e Berlusconi erano divorziati, padri dei Meloni e dei Salvini di oggi) la dimostrazione che non considerano la tenuta della famiglia naturale come valore, a chi si può affidare tale difesa?
In conclusione oggi viene assestato un colpo a chi si batte anche politicamente per quei valori fondanti (alcuni li sintetizzano in Dio, Patria e Famiglia) che molti diranno essere sostenuti da un branco di ipocriti: “Non fateci più la retorica dello spot di Esselunga, siete i primi a sfasciare le famiglie”. Io invece so che quello spot racconta un dolore indicibile e non detto, lo so perché dallo sfascio di una famiglia sono passato ed è un male. Politicamente non dobbiamo rassegnarci a vedere devastato l’istituto matrimoniale che va anzi rafforzato, così come non deve essere reso sempre più agevole il divorzio ma va anzi scoraggiato in presenza di figli minori. Va contestato lo sciacallaggio di Alessandro Zan che sui social subito scrive: “Almeno lasciate in pace le famiglie che vogliono stare insieme”, accanto a un simbolo dell’arcobaleno. E sulla stessa linea c’è il segretario di +Europa, Riccardo Magi: “Chiedo ai politici di maggioranza di astenersi da ora in poi dal fare a chiunque la morale sulla famiglia tradizionale”. Se vogliamo ba***re la denatalità e veder rinascere la patria, dobbiamo invece passare necessariamente dalla famiglia naturale e se non siamo abbastanza forti, chiedere forza a Dio. Affermare tutto questo da oggi sarà politicamente e socialmente molto più difficile, prenderemo schiaffi dai fan di Giorgia e dai suoi avversari. Ma mai come oggi sarà necessario farlo, anche con una certa coraggiosa insistenza: sposatevi e fate figli. Spieghiamolo ai giovani, altrimenti è finita.

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