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UN AIDA INDIMENTICABILE.Per i cento anni di rappresentazioni all’Arena di Verona, viene proposto un nuovo allestimento f...
28/07/2023

UN AIDA INDIMENTICABILE.

Per i cento anni di rappresentazioni all’Arena di Verona, viene proposto un nuovo allestimento firmato da Stefano Poda alla regia, costumi, scenografia e movimenti scenici. Lo spettacolo si muove come un ponte tra tradizione e innovazione, ci sono le piramidi ma sono fatte di laser, costumi opulenti che diventano essi stessi la scenografia stilizzando un Egitto dalla simbologia classica ma posta su tessuti tecnici cangianti (la scena del trionfo rende gli artisti del coro un insieme di specchi in frantumi che, come all’interno di un caleidoscopio, proietta sul pubblico una miriade di luci) poggiandosi su un palco di vetro illuminato a 360 gradi. Coro, figuranti, ballerini e interpreti diventano parte di una scena che proietta l’opera nel futuro ma senza dimenticare il pianeta d’origine. Su tutti spicca una mano meccanica, forse la mano del destino o la mano del potere che opprime, prega o giudica a seconda della scena.

Sul versante musicale le cose sono piuttosto felici: il coro, preparato dal Maestro Gabbiani, ci regala momenti magici che vanno dallo strapotere del trionfo a intensi, emozionanti pianissimo nella scena del tempio e risulta la prestazione migliore della serata. Il gruppo di solisti ha nel tenore Yusif Eyvazov il punto di forza che, benché non baciato dalla natura quanto a timbro, può contare su ottima musicalità e comprensione della visione del regista. Maria Josè Siri ha una voce lirica che regala ad Aida la giusta dimensione verdiana, senza mai cedimenti o sbavature, forse a volte un po’ troppo volitiva, molto principessa, ma di sicuro impatto. Degna di nota la Petrova nel ruolo di Amneris, ampia voce dal timbro chiaro abbastanza da abbracciare la tessitura richiesta ma che sa affondare nel finale in ombreggiature che danno carattere al ruolo.
Bravi tutti gli altri con particolare menzione al basso Siwek che ha regalato un Ramfis davvero raffinato e sonoro.

Dirige l’orchestra e questa macchina scenica il Maestro Marco Armiliato, polso sicuro e tanto mestiere che aiuta a tenere tutto insieme regalandoci però anche momenti squisiti.

PIER PAOLO TROCCOLI
N.E.Z.

Andare a vedere un’opera all’aperto in uno spazio grande come l’arena di Verona ai tempi del COVID ha un che di verament...
08/09/2021

Andare a vedere un’opera all’aperto in uno spazio grande come l’arena di Verona ai tempi del COVID ha un che di veramente elettrizzante. Battaglia vinta per questa Aida che ha visto delle scene spettacolari e nelle voci dei solisti i punti di forza guidati dalla sapiente bacchetta di Daniel Oren. Radames e Aida (Samuele Simoncini e Maida Hundeling) all’altezza dei loro ruoli vocali e interpretativi hanno regalato emozioni tanto quanto la potenza vocale dell’Amneris di Judit Kutasi. Efficaci sia Alberto Gazale nel ruolo del padre di Aida (Amonasro) che Giorgio Giuseppini (Ramfis). Nota spiacevole: avrei voluto vedere il coro più presente fisicamente nella scena, è un peccato vederlo messo da parte visto che ha tanto da dare in termini di bellezza sonora e impatto. Nota non troppo felice la scelta dei costumi, anche se classici come da tradizione veronese.
Serata molto piacevole, ordinata e precisa, dai controlli dei green pass che non lasciavano tregua.

Pier Paolo Troccoli
Nicola Enrico Zagni

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