06/09/2023
4 GIORNI AL KICKOFF
BRETT FAVRE, QB, 1991-2010
Avvicinatosi al football giocando per il padre Irv alla Hancock North Central HS di Kiln, nel Mississippi, viene utilizzato in diversi ruoli ma emerge in quello di QB, mostrando un ottimo braccio nonostante il sistema offensivo sia incentrato principalmente sulle corse; ignorato dalla maggior parte dei College, viene segnalato da diversi allenatori avversari a Mark McHale, assistant coach della Southern Miss, che spinge per offrirgli una borsa di studio dopo averlo visionato in parecchie partite.
Arrivato a Hattiesburg per essere schierato come S, negl'allenamenti primaverili sfrutta le occasioni concessegli di giocare come QB per scalare rapidamente la depth chart ed essere gettato nella mischia già nel corso della freshman season; abile passer, guida i Golden Eagles alla conquista dell'Indipendence Bowl al termine della stagione successiva e stupisce il mondo della NCAA con una vittoria su Florida State all'inizio del torneo 1989, il penultimo giocato a livello universitario.
Dopo aver rischiato di perdere la vita in un incidente stradale nell'offseason, Favre torna al college per disputare il suo senior year e recupera rapidamente in seguito ad un intervento chirurgico effettuato d'urgenza, nel quale gli viene rimosso parte dell'intestino, risultando determinante in una storica vittoria su Alabama prima di chiudere la carriera in Division I-A con 7.695 yards lanciate, 52 TD pass e 34 intercetti.
Non considerato un top prospect della posizione nelle tappe di avvicinamento al Draft NFL 1991 anche a causa delle voci ricorrenti sul suo amore incondizionato per l'alcool, viene selezionato ad inizio secondo round, trentatreesima pick assoluta dai Falcons, ma ad Atlanta non lega con l'HC Jerry Glenville e, dopo una stagione travagliata in cui si fa notare più per la negligenza che per le apparizioni, poche, sul terreno di gioco, viene tradato con Green Bay, in cambio di 1st round pick, nell'offseason successiva, fortemente voluto dal nuovo GM Ron Wolf, che lo aveva seguito già ai tempi in cui lavorava come scout per i Jets.
Con i Packers Favre conquista in breve tempo lo starting spot, favorito dall'infortunio subito dal titolare Don Majkowski, e sotto la guida dell'head coach Mike Holmgren prende le redini dell'attacco a partire dalla quarta week di regular season, gettando le basi per riportare ai vertici la franchigia del Wisconsin, che diventerà una presenza fissa ai playoffs dalla stagione successiva; in crescita costante nel biennio 93-94, nel 1995 inizia un periodo d'oro che lo porta a vincere per 3 volte consecutive il titolo di NFL MVP, laureandosi in altrettante occasioni TD pass leader della lega e conquistando il NFL Offensive Player of the Year 1995.
Campione della NFC Central ininterrottamente tra il 1995 e il 1997, dopo essersi arreso ai Cowboys il primo anno conquista 2 NFC Championship consecutivi e si presenta ad altrettanti Super Bowl, vincendo il ###I con i Patriots, al termine della stagione 1996, e perdendo il ###II con i Broncos; fuori dai playoffs nelle 2 season a cavallo del nuovo millennio, ci ritorna nel 2001, prima di un triennio segnato da 3 titoli della NFC North in un momento personale molto delicato, con le dipendenze da Vicodin e alcool appena messe alle spalle, il tumore diagnosticato alla moglie Deanna e la morte del padre Irv, prima di un Monday Night contro i Raiders che passerà alla storia come la miglior partita giocata in carriera da Favre, autore di una prestazione da 399 yards e 4 TD pass.
Indispettito dalla scelta al primo round del Draft 2005 di Aaron Rodgers, pone fine ai rumors riguardanti un possibile ritiro e continua a guidare l'attacco dei Packers nelle stagioni successive, riportando la squadra al NFC Championship nel 2007, al termine di una season conclusa con 4.155 yds e 28 TD pass; amareggiato per la sconfitta subita con i Giants annuncia l'imminente ritiro, ma dopo pochi mesi ci ripensa e chiede di tornare a Green Bay ma viene tradato ai Jets in cambio di una scelta al quarto round del Draft successivo.
Reduce da un torneo altalenante con New York e indeciso se appendere il casco al chiodo è corteggiato a lungo dai vecchi rivali di Minnesota, con i quali decide di giocare gli ultimi 2 anni della carriera nel tentativo di raggiungere nuovamente il Super Bowl; missione che fallisce al termine dell'ottimo 2009, quando Brett lancia il numero minore di intercetti, appena 7, da quando è professionista e chiude la regular season con 4.202 yards e 33 touchdown pass, giocando una stagione memorabile, nella quale si arrende solo ai Saints, futuri campioni NFL.
Ritiratosi definitivamente al termine del campionato 2010, chiuso anzitempo per una concussion subita nella quindicesima settimana, lascia il football Pro dopo una carriera longeva durata 20 stagioni, nell'arco delle quali ha disputato 302 parite, con il record di 297 partenze consecutive da titolare, lanciato per 71.838 yards, 508 TD pass, 332 intercetti, e corso per 1.844 yds e 14 touchdowns; convocato in 11 occasioni al Pro Bowl, nominato Sports Illustrated Sportsman of the Year nel 2007, inserito nei NFL 1990s All-Decade Team e NFL 100th Anniversary All-Time Team, è entrato nella Green Bay Packers HoF nel 2015, anticipando di 1 anno il suo ingresso nella Pro Football Hall of Fame di Canton. Sempre nel 2015, le sue leggendarie divise con il numero 4 sono state ritirate sia dalla franchigia del Wisconsin che dall'università di Southern Mississippi con apposite cerimonie.