11/06/2022
Basta negazionismo climatico in tv
Cartabianca Bianca Berlinguer Raitre
Solidarietà a Luca Mercalli e alla scienza, ancora una volta maltrattata in diretta nazionale da programmi televisivi ospitati dalla tv pubblica, quindi finanziati dalla popolazione che dovrebbe essere informata e invece viene disinformata.
Rieccoci, quindi, a smuovere l’ennesima battaglia probabilmente contro i mulini a vento. La sera del 7 giugno, alla trasmissione di Rai 3 “Cartabianca” condotta da Bianca Berlinguer, si è parlato per qualche minuto dei cambiamenti climatici con ospite Luca Mercalli, presidente della Società Meteorologica Italiana e già ospite di CHPDB.
Dopo alcune frasi di rito, ecco che l’attacco negazionista parte proprio dalla conduttrice, che ripete un mantra tanto amato dai negazionisti del clima ma smentito ormai dall’intera scienza climatica: «Ho letto che in pieno medioevo ci fu un periodo più caldo di quello attuale». Questa affermazione, come sottolineato da Mercalli, è smentita ormai da anni e anni. Gli studi paleoclimatici recenti hanno rivelato che il periodo caldo medievale (come la successiva “piccola era glaciale”) non fu un fenomeno globale bensì regionale, avendo interessato aree diverse in tempi diversi [1]. Non può quindi in alcun modo essere considerato una prova che nello scorso millennio il pianeta era più caldo. La variazione della temperatura media globale in quel periodo fu contenuta, nell’ordine di pochi decimi di grado, non comparabile con l’attuale periodo di riscaldamento, che risulta il più caldo su scala globale da almeno 6000 anni [2-4].
Mercalli inoltre sottolinea, correttamente, come la temperatura attuale non abbia eguali negli ultimi millenni, dati presenti anche negli ultimi rapporti dell’IPCC, il pannel intergovernativo sui cambiamenti climatici che coinvolge oltre 3000 scienziati di quasi 200 paesi. Qui avviene il secondo fatto inaccettabile: Francesco Borgonovo, vicedirettore de “La Verità”, senza alcuna competenza scientifica sul clima afferma falsamente che l’IPCC sarebbe «contestato», dopo aver definito Mercalli un «catastrofista» pur ammettendo lui stesso di essere assolutamente «non esperto» di materie climatiche, costringendo così Mercalli ad abbandonare la scena visto l’agguato mediatico a cui è stato sottoposto e le falsità ripetute più volte.
La chiara idea dietro questi inviti non è ascoltare il parere di un esperto sul tema, ma creare un contraddittorio fittizio. Fittizio perché la discussione scientifica sull’impatto delle attività umane sul clima è ormai ampiamente superata, data la schiacciante presenza di evidenze scientifiche a supporto del ruolo antropico [5-7] e visto che ben oltre il 99% dei climatologi in tutto il mondo sostiene che il riscaldamento globale in corso sia di origine antropica [8]. L’obiettivo dietro questi inviti non è, quindi, di informare lo spettatore sulle varie teorie in materia, ma semplicemente creare ad arte l'illusione di un dibattito che in realtà tra gli scienziati non esiste. Che sia per motivi di audience del programma, per scarsa qualità del lavoro di ricerca giornalistica, episodi di questo tipo sono inaccettabili e da condannare con tutte le forze. Se si vuole organizzare un dibattito televisivo con le giuste proporzioni, si mettano 999 climatologi esperti di fronte a una sola voce scettica: vediamo allora cosa succede.
Per di più, “Cartabianca” in passato era già stata teatro di dibattiti pseudoscientifici sui cambiamenti climatici, con ospiti idoli dell'ambiente negazionista dei cambiamenti climatici. È ora di farla finita di invitare nelle trasmissioni televisive pubbliche personaggi che, con nessuna competenza in ambito climatico, continuano ad affermare cose in alcun modo supportate dai dati o dalla letteratura scientifica, che sembrano avere il preciso intento di seminare dubbi inesistenti. È ora di farla finita di usare la televisione pubblica per diffondere disinformazione scientifica.
Solidarietà a Mercalli. Solidarietà alla scienza, sempre più bistrattata in favore di squallidi teatrini intellettuali dove la caciara, l’audience e la disinformazione sembrano essere ormai l’obiettivo principale. Una situazione inammissibile soprattutto considerato il rischio gravissimo in cui questa generazione sta mettendo le generazioni future a causa delle sue scelte scellerate.
Matteo e Filippo