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andola a seguire le innovazioni tecnologiche ed i nuovi sistemi di comunicazione. L'associazione Ulixes.it si è costituita nel 2005 per ampliare ulteriormente il raggio d'azione, dando vita ad attività editoriali, potenziando il servizio di informazione, con la creazione di ulixesnews.it, perseguendo l'organizzazione di manifestazioni ed eventi culturali ed incrementando il flusso turistico in tutta la Campania.

01/08/2024

Un farmaco anti-asmatico con potenziali effetti per il trattamento del tumore al pancreas.

"Il budesonide, un farmaco utilizzato per il trattamento dell’asma, può avere significativi effetti antiproliferativi sulle cellule del tumore pancreatico. La scoperta è avvenuta nell’ambito di uno studio coordinato da ricercatori e ricercatrici dell’Istituto di genetica e biofisica “A. Buzzati-Traverso” del Cnr di Napoli, in collaborazione con l’Università della Campania “Luigi Vanvitelli” e istituzioni di ricerca straniere. I risultati sono stati pubblicati a luglio 2024 sul Journal of Experimental & Clinical Cancer Research"
https://ulixesnews.it/un-farmaco-anti-asmatico-con-potenziali-effetti-per-il-trattamento-del-tumore-al-pancreas

Quattro scosse in quattro minuti. Nuovo sciame sismico a Pozzuolihttps://ulixesnews.it/quattro-scosse-in-quattro-minuti-...
02/07/2024

Quattro scosse in quattro minuti. Nuovo sciame sismico a Pozzuoli
https://ulixesnews.it/quattro-scosse-in-quattro-minuti-nuovo-sciame-sismico-a-pozzuoli

Quattro scosse in quattro minuti. Nuovo sciame sismico a Pozzuoli TOPICS:Campi FlegreiNapoliPozzuoli Scritto da: UlixesNews 2 luglio 2024 Questa la sequenza dello sciame sismico di oggi, ancora in corso. Ore 15:10 Md 2.9, 15:11 Md 2.7, 15:13 Md 2.8, 15:14 Md 2.5. Alle 0re 18:35, sono stati rilevati....

𝗠𝗶𝗖: 𝗕𝗮𝗻𝗱𝗼 𝗽𝗲𝗿 𝟳𝟱 𝗻𝘂𝗼𝘃𝗶 “𝘀𝘂𝗽𝗲𝗿𝗳𝘂𝗻𝘇𝗶𝗼𝗻𝗮𝗿𝗶”Il Ministero della Cultura assumerà 75 unità di personale appartenente all’area...
31/05/2024

𝗠𝗶𝗖: 𝗕𝗮𝗻𝗱𝗼 𝗽𝗲𝗿 𝟳𝟱 𝗻𝘂𝗼𝘃𝗶 “𝘀𝘂𝗽𝗲𝗿𝗳𝘂𝗻𝘇𝗶𝗼𝗻𝗮𝗿𝗶”
Il Ministero della Cultura assumerà 75 unità di personale appartenente all’area delle elevate professionalità con profilo specialistico. Il bando del concorso pubblico, per titoli ed esami, curato dal Dipartimento della funzione pubblica e dalla Commissione RIPAM, prevede l’ingresso nell’organico del Ministero di un contingente di personale così ripartito:

- 17 unità appartenenti alla famiglia professionale dei sistemi statistico-informativi, di cui 15 con competenze informatiche e 2 con competenze statistiche;
- 13 unità appartenenti alla famiglia professionale tecnico-scientifica per la tutela del patrimonio culturale di cui: 3 unità con competenze in biologia, 4 con competenze in chimica, 3 con competenze in fisica, 3 con competenze in geologia;
- 35 unità appartenenti alla famiglia professionale tecnico-specialistica per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale, secondo la seguente suddivisione: 10 unità con competenze in architettura, 5 con competenze in restauro, 20 con competenze in ingegneria;
- 10 unità appartenenti alla famiglia professionale amministrativa e gestionale e con competenze in ingegneria gestionale.

Il Ministero della Cultura è, così, il primo ad avviare le procedure per l’assunzione di questi nuovi profili professionali, previsti dal decreto-legge n. 80 del 2021. L’autorizzazione e le risorse erano state messe a disposizione, per iniziativa del Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, con il decreto legge n. 75 del 2023.

Ulteriori 25 risorse in possesso dei requisiti previsti per le elevate professionalità saranno reclutate attraverso un interpello interno al Ministero della Cultura.

“I musei statali e tutto il Ministero della Cultura hanno bisogno di elevate professionalità, figure di alto profilo che purtroppo la Pubblica amministrazione in passato ha fatto fatica ad attrarre. Negli ultimi anni, molti professionisti vincitori di concorso non hanno accettato l’immissione nei ruoli dell’amministrazione per una retribuzione e un inquadramento non sempre adeguati rispetto alle responsabilità e ai nuovi obiettivi che questa amministrazione si è prefissata di raggiungere. È un problema serio che stiamo cercando di risolvere, anche offrendo una grande opportunità ai professionisti del settore. Questo è un altro momento significativo del nostro impegno per immettere energie e competenze nuove grazie alle quali affronteremo al meglio le sfide ambiziose che ci attendono”, ha dichiarato il Ministro Gennaro Sangiuliano.

Il concorso prevede un’eventuale prova preselettiva, una prova scritta e una orale. Tra i requisiti di partecipazione, oltre ai titoli accademici specifici, è richiesta anche un’esperienza professionale triennale nell’ambito lavorativo relativo a ciascun profilo.

Il bando del concorso è disponibile al seguente link:
https://www.funzionepubblica.gov.it/articolo/dipartimento/27-05-2024/elevate-professionalita-pubblicato-il-bando-75-unita-di-personale

Roma, 27 maggio 2024
Ufficio Stampa e Comunicazione MiC

https://cultura.gov.it/comunicato/26393

Sangiuliano: “Competenze di alto profilo per l’amministrazione”Il Ministero della Cultura assumerà 75 unità di personale...

𝗶𝗻𝗴𝗿𝗲𝘀𝘀𝗼 𝗴𝗿𝗮𝘁𝘂𝗶𝘁𝗼 𝗻𝗲𝗶 𝗺𝘂𝘀𝗲𝗶 𝗲 𝗻𝗲𝗶 𝗽𝗮𝗿𝗰𝗵𝗶 𝗮𝗿𝗰𝗵𝗲𝗼𝗹𝗼𝗴𝗶𝗰𝗶 𝘀𝘁𝗮𝘁𝗮𝗹𝗶
31/05/2024

𝗶𝗻𝗴𝗿𝗲𝘀𝘀𝗼 𝗴𝗿𝗮𝘁𝘂𝗶𝘁𝗼 𝗻𝗲𝗶 𝗺𝘂𝘀𝗲𝗶 𝗲 𝗻𝗲𝗶 𝗽𝗮𝗿𝗰𝗵𝗶 𝗮𝗿𝗰𝗵𝗲𝗼𝗹𝗼𝗴𝗶𝗰𝗶 𝘀𝘁𝗮𝘁𝗮𝗹𝗶

2giugnoalmuseo

23/05/2024

𝗜 𝗖𝗔𝗠𝗣𝗜 𝗙𝗟𝗘𝗚𝗥𝗘𝗜 𝗣𝗥𝗜𝗠𝗔 𝗗𝗘𝗟𝗟’𝗘𝗥𝗨𝗭𝗜𝗢𝗡𝗘 𝗗𝗜 𝗠𝗢𝗡𝗧𝗘𝗡𝗨𝗢𝗩𝗢 - 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗲 𝘀𝗲𝗰𝗼𝗻𝗱𝗮
Nella prima parte ho mostrato le testimonianze della visita di Leandro Alberti a Baia e ai Bagni che da qui proseguivano per Lucrino, l’Averno e il villaggio di Tripergole. Considerato che attualmente viviamo una ennesima 𝗰𝗿𝗶𝘀𝗶 𝗯𝗿𝗮𝗱𝗶𝘀𝗶𝘀𝗺𝗶𝗰𝗮, mi sembra opportuno prendere in esame alcuni dettagli:

• Il nostro viaggiatore arriva a 𝗧𝗿𝗶𝗽𝗲𝗿𝗴𝗼𝗹𝗲 nel maggio 1526 e scrive che il villaggio, sebbene pieno di abitazioni, era 𝗰𝗼𝗺𝗽𝗹𝗲𝘁𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗮𝗯𝗯𝗮𝗻𝗱𝗼𝗻𝗮𝘁𝗼 a causa dei frequenti 𝘁𝗲𝗿𝗿𝗲𝗺𝗼𝘁𝗶 e i continui attacchi dei 𝗽𝗶𝗿𝗮𝘁𝗶. Una fuga iniziata molti anni prima tant’è che le case cadevano in rovina.
• La medesima scena si era presentata tre anni prima quando i 𝗖𝗮𝘃𝗮𝗹𝗶𝗲𝗿𝗶 𝗢𝘀𝗽𝗶𝘁𝗮𝗹𝗶𝗲𝗿𝗶 giunsero a 𝗕𝗮𝗶𝗮 in fuga dall’isola di Rodi e si fermarono per circa un mese “𝗻𝗲𝗹 𝗱𝗶𝘀𝗮𝗯𝗶𝘁𝗮𝘁𝗼” per curarsi dalla peste.

Queste due osservazioni ci fanno capire per quale motivo, durante l’eruzione che portò alla nascita di 𝗠𝗼𝗻𝘁𝗲𝗻𝘂𝗼𝘃𝗼, gli unici a morire furono quei curiosi che si avventurarono troppo presto sui bordi del nascente vulcano. Quindi, nonostante la totale assenza di tecnologia, ebbero tutto il tempo per mettersi in salvo con notevole anticipo basandosi sull’osservazione empirica dei segnali precursori.
Restando sul tema, in questa seconda parte il nostro osservatore domenicano visita la 𝗦𝗼𝗹𝗳𝗮𝘁𝗮𝗿𝗮 e racconta, come tanti altri fino ai nostri giorni, dei 𝗿𝗶𝗺𝗯𝗼𝗺𝗯𝗶 e del 𝘃𝘂𝗼𝘁𝗼 percepiti sotto i piedi tant’è che un incauto cavaliere sprofondò assieme al suo cavallo senza lasciare traccia.
Un’altra “perla” archeologica che voglio sottolineare è la 𝗳𝗼𝗻𝘁𝗮𝗻𝗮 𝗱𝗶 𝗮𝗰𝗾𝘂𝗮 𝗱𝗼𝗹𝗰𝗲 𝗶𝗻 𝗺𝗲𝘇𝘇𝗼 𝗮𝗹 𝗺𝗮𝗿𝗲. Come lui stesso immagina, si tratta di una diramazione dell’acquedotto Augusteo che doveva servire una importante villa ubicata lungo l’antica costa romana e dopo mille anni continuava a svolgere appieno la sua funzione.
La parola ora a Leandro Alberti:

“Scendendo al litto & caminando verso
𝗣𝘂𝘇𝘇𝗼𝗹𝗶, appareno nell'acqua marina vestigi di grandi & sontuosi edifici, delli quali par che fossero fatti con gran spesa, reticulati. Et pertanto si può facilmente conoscere, che cominciando dalla foce del 𝗠𝗮𝗿 𝗠𝗼𝗿𝘁𝗼 & seguitando infino à 𝗕𝗮𝗶𝗲, e quindi lungo il 𝗟𝘂𝗰𝗿𝗶𝗻𝗼, infino all'𝗔𝘃𝗲𝗿𝗻𝗼, & quindi piegandosi & venendo verso Puzzoli, era per cosi fatto modo habitato intorno a questo Mare, che parea una 𝗖𝗼𝗻𝘁𝗿𝗮𝗱𝗮 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗶𝗻𝘂𝗮𝘁𝗮 & di soperbissimi edifici ornata. Delli quali nissuno in piedi si' vede, anzi tutti robinati, & nell'acque marine sono sommersi, che è cosa certamente di gran considerazione, à pensare la fragilità delle cose humane come passano.
Poscia non molto discosto dalla riva de'l mare, ove havemo detto esser la 𝗩𝗶𝗮 𝗔𝘁𝗲𝗹𝗹𝗮𝗻𝗮, quasi di riscontro ad essa, nell'acque marine scaturisse anzi con gran forza salisse una 𝗙𝗼𝗻𝘁𝗮𝗻𝗮 𝗱'𝗔𝗰𝗾𝘂𝗮 𝗗𝗼𝗹𝗰𝗲 sopra il mare, come chiaramente si vede uscire del fondo d'esso. Et questa cosa molto maravegliosa. Io credo che quest’acqua dolce quivi scenda da terraferma per alcuni occolti coniculi, & che la sia quella, di un certo picciolo fiume, che corre non molto discoto da'l fine della Via Atellana, & essendo quivi vicino pare esser ingiottita dalla terra, & così non se vede ove la mette capo, che forse ritrovando un soterraneo passo quivi finisca. Et scendendo da tanta altezza poi con tanta furia quivi esca, & salisca tanto alto quanto è scenduta spacando l'acqua marina, come si vede.
Potrebbe anche essere che ne tempi, ch’erano habitati questi luoghi vi fossero fatti questi canaletti sotto terra dagli habitatori per condurre detta Acqua dolce alle loro habitationi, che parea una Fontana, & che poi essendo sommersi da'l mare tutti detti edifici (come si veggiono) vi sia rimasa detta acqua, che scende da'l detto luogo, overo da altro alto luogo, & così con tanta furia salisca. Sia come si voglia.

Salendo poi alle ripi oltre il lito, & caminando verso Puzzoli, incontrasi in un'𝗔𝗺𝗽𝗵𝗶𝘁𝗵𝗲𝗮𝘁𝗿𝗼 di pietre quadrate quasi tutto intiero, ma piu lungo che largo, cioè di forma ovale, con ciò sia cosa che la piazza di esso ella è longa piedi Cento settanta due & larga ottanta otto. Fu fatto questo edificio per far li giuochi, in honore di Volcano come dice Svetonio, Nelli quali si ritrovò Augusto.
𝗛𝗼𝗿𝗮 𝗲̀ 𝗰𝘂𝗹𝘁𝗶𝘃𝗮𝘁𝗼, & l'ho veduto di 𝗴𝗿𝗮𝗻𝗼 𝘀𝗲𝗺𝗶𝗻𝗮𝘁𝗼. Quivi vicino vedesi un'altro grande edificio tutto sotterrato, con gran numero di camerette, che si passa di l’una nell’altra per alcuni uscioli dal luogo detto 𝗟𝗮𝗯𝗶𝗿𝗶𝗻𝘁𝗵𝗼 per la moltitudine delle Camerette & degli piccioli usci, & perché, non vi si vede lume, & entrandovi alcuno senza lume, & senza il gomisselo de'l filo o con altra cosa da signare la Via per la quale vi si entra, serebbe pericolo di non mai poterne uscire, per la moltitudine degli usci. Vero è ch'io credo che tanto edificio fusse fatto per una Conserba d’acqua.

Al fine di queste rovine, si scopre la 𝗦𝗼𝗹𝗳𝗮𝘁𝗮𝗿𝗶𝗮 così da'l volgo detto, ma da Strabone Forum Vulcani, quando dice che incontinente sopra Puzzoli si ritrova il Foro di Vulcano, ch'è un campo chiuso da alte rupi, che di continuo ardeno, à simigliaza de fornaci, mandano grand'esalationi con molti strepiti, & rimbombi. Et è tutto questo campo pieno di Solfo. Ma secondo Plinio fù dimandato questo luogo dagli antichi 𝗖𝗮𝗺𝗽𝗶 𝗙𝗹𝗲𝗴𝗿𝗶, come etiando dimostra Sillio nel 8.libro, 𝘪𝘭𝘭𝘪𝘤, 𝘲𝘶𝘰𝘴 𝘴𝘶𝘭𝘱𝘩𝘶𝘳𝘦 𝘱𝘪𝘯𝘨𝘶𝘦𝘴, 𝘱𝘩𝘭𝘦𝘨𝘳𝘦𝘪 𝘭𝘦𝘨𝘦𝘳𝘦 𝘴𝘪𝘯𝘶𝘴.
Egliè questo luogo talmete dalla maravegliosa natura fatto, che prima si vede una Piazza à forma ovale, cioè più lunga che larga, conciosia cosa che ella è lunga da mille cinquecento piedi, & larga mille, tutta intorniata da alti colli, eccetto dal lato ove s'entra verso Puzzoli. Et talmente sono continuati essi colli, che paiono esser così composti dall'arte. Tutta questa Piazza è solata di Solfo dalla natura produtto, Sopra cui caminando (essendo cavernoso) 𝗿𝗶𝗺𝗯𝗼𝗺𝗯𝗮 𝗱𝗮 𝗼𝗴𝗻𝗶 𝗹𝗮𝘁𝗼, sicome rimbombano le cose vacue essendo toccate.

Nel fine di questa Piazza si vede una gran 𝗙𝗼𝘀𝘀𝗮 più tosto ritonda che d’altra forma, piena d'acqua nera, & spessa, che di continuo bolle, con grand'impito mandando gran vapori fuori. Di cui ella è volgata fama, & etiandio è cosa isprimentata, che essendovi tuffato qualche cosa da cuocere, incontinente istratta cotta si vede, mancandogline però una parte, sicome a' me fu referito da Geronimo Lino nostro Bolognese, che vi tuffò, quattro uova, & solamente tre cotte ne istrasse. Non sempre si vede detta Fossa in un medesimo luogo nè di tanta grandezza come ne posso rendere vero testimonio che essendo io quivi ritornato dopo dieci anni, da che vi era stato, la ritrovai quasi la terza parte otturata per la compositione chi fa la materia crassa circa l'istrimita' di quella.
Intorno a'detta Fossa assai Bucchi si veggiono nel suolo, dalli quali escono sottilissimi fumi solfurei con intensissimo caldo.
Sono in questa Piazza molte officine da stilare il Solpho bianco. Et vi è 𝗴𝗿𝗮𝗻 𝗽𝗲𝗿𝗶𝗰𝗼𝗹𝗼 𝗮' 𝗰𝗮𝘃𝗮𝗹𝗰𝗮𝗿𝗲 infino alla Bucca sopra descritta essedo il tutto 𝗰𝗮𝘃𝗲𝗿𝗻𝗼𝘀𝗼, Onde nararon gli habitatori de'l paese, che di poco innanzi eravi profondato un Gentil huomo co'l cavallo, chi prosuntuosamente (contro l'avisationi fatte à lui) havea voluto ivi cavalcare, che 𝗺𝗮𝗶 𝗽𝗶𝘂̀ 𝗳𝘂 𝘃𝗲𝗱𝘂𝘁𝗼.

Di questo Solpho ne parla Plinio nel quartodecimo capo del trentesimo quinto libro così. 𝘐𝘯 𝘐𝘵𝘢𝘭𝘪𝘢 𝘪𝘯𝘷𝘦𝘯𝘪𝘵𝘶𝘳 𝘴𝘶𝘭𝘱𝘩𝘶𝘳 𝘪𝘯 𝘕𝘦𝘢𝘱𝘰𝘭𝘪𝘵𝘢𝘯𝘰, 𝘊𝘢𝘮𝘱𝘢𝘯𝘰 𝘲𝘶𝘦 𝘢𝘨𝘳𝘰 𝘤𝘰𝘭𝘭𝘪𝘣𝘶𝘴, 𝘲𝘶𝘪 𝘷𝘰𝘤𝘢𝘯𝘵𝘶𝘳 𝘓𝘦𝘶𝘤𝘰𝘨𝘢𝘣𝘪, 𝘲𝘶𝘰𝘥 𝘦 𝘤𝘶𝘯𝘪𝘤𝘶𝘭𝘪𝘴 𝘦𝘴𝘴𝘰𝘴𝘶𝘮, 𝘱𝘦𝘳𝘧𝘪𝘤𝘪𝘵𝘶𝘳 𝘪𝘨𝘯𝘪.
Si vede da ogni lato abbrusciare quelli colli, & mandare gran fumi all'aria, con puzzolente odore di Solfo che si sente per tutto, è non solamente quivi, ma infino à 𝗡𝗮𝗽𝗼𝗹𝗶, secondo ch'è conduto da venti, Egliè però giovevole questo puzzolente odore à quelli che sono cattharosi & freddi di capo. Anche se dice che l'acqua di quella bucca mollifica li nerbi, chiarifica gli occhi, spegne le lagrime, con il vomito, sana il dolore del stomacho, agouta le donne sterili a concepire, scaccia le febri fredde, purga la rogna.

Passato il colle, chi cinge questa Solfataria, dall’oriente, appare una 𝗩𝗮𝗹𝗹𝗲 ove si confetta lo 𝗔𝗹𝘂𝗺𝗲 delle pietre istratte da questo colle, chi serra la Solfataria, Così conducesi. Cocquono dette pietre nella fornace, & istratte le compongono insieme, & vi superinfondano l'acqua istratta di alcuni Pozzi che quivi sono, alquanti giorni. Onde per tal infusione d'acqua tanto sono macerate che in ceneri si resolveno. Di poi ne istraheno il liscivio di dette ceneri, & lo ripongono ne vasi di legno. Il qual a poco a poco circa l'istrimità de vasi antidetti congelandosi, che vi rimane congiunta tal congelatura di grossezza di un'unza, o circa, che par un natural ghiaccio, o vero Christallo, che sie bisogno co'l ferro separarlo, Ella e' questa cosa molto bella da vedere Di cui gran guadagno se ne cava.

Piegandosi poi al settentrione dopo poco appare 𝗠𝗼𝗻𝘁𝗲 𝗔𝘀𝘁𝗿𝘂𝗻𝗼 molto alto. Nel cui mezo evi una largha bucca, che a poco a poco si va astrengendo, che intorno di sopra gira da tre miglia, & nel fondo poi è di poco ambito, Et pare a simigliaza fatto dun'artificioso Theatro. Po esser di profondità circa d'un stadio, Nella piazza del Fondo si vede un picciolo fiume di chiare acque trascorre presso cui un bel boschetto.”


𝙸𝚗𝚝𝚛𝚘𝚍𝚞𝚣𝚒𝚘𝚗𝚎: Biagio Sol

𝙿𝚊𝚛𝚝𝚒𝚌𝚘𝚕𝚊𝚛𝚎 𝚍𝚎𝚕𝚕’𝚒𝚖𝚖𝚊𝚐𝚒𝚗𝚎 𝚝𝚛𝚊𝚝𝚝𝚘 𝚍𝚊 : Theatrvm civitatvm nec non admirandorvm Neapolis et Siciliae regnorvm

𝙵𝚘𝚗𝚝𝚎: Descrittione di tutta Italia, etc. di Leandro Alberti · 1550

Campi Flegrei Online

23/05/2024

𝐈 𝐂𝐀𝐌𝐏𝐈 𝐅𝐋𝐄𝐆𝐑𝐄𝐈 𝐏𝐑𝐈𝐌𝐀 𝐃𝐄𝐋𝐋’𝐄𝐑𝐔𝐙𝐈𝐎𝐍𝐄 𝐃𝐈 𝐌𝐎𝐍𝐓𝐄𝐍𝐔𝐎𝐕𝐎
Una descrizione accurata dei Campi Flegrei e dei bagni termali presenti prima e dopo la nascita di Monte Nuovo la effettua Leandro Alberti, domenicano bolognese, perché li visita durante il suo viaggio a 𝗺𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝟭𝟱𝟮𝟲, quindi 12 anni prima, e vi ritorna successivamente all’eruzione annotando nel suo libro “𝐷𝑒𝑠𝑐𝑟𝑖𝑡𝑡𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑖 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑎 𝑙’𝐼𝑡𝑎𝑙𝑖𝑎…” edito nel 1550, gli effetti del catastrofico evento.
È una importante testimonianza poiché effettua una disamina del 𝗽𝗿𝗶𝗺𝗮 e 𝗱𝗼𝗽𝗼 eruzione raccontando particolari inediti non più visibili nella nostra epoca ma significativi per risalire alle origini e alle funzioni che avevano alcune strutture archeologiche.
Salto, per non dilungarmi eccessivamente, i precedenti ed inizio il suo racconto da quando arriva a Baia:

“Ritrovandomi quivi nell'anno della gratia 𝗺𝗶𝗹𝗹𝗲 𝗰𝗶𝗻𝗾𝘂𝗲𝗰𝗲𝗻𝘁𝗼 𝘃𝗲𝗻𝘁𝗶 𝘀𝗲𝗶 del mese di Maggio con alquanti compagni e con la Barchetta varcando per questi luoghi e curiosamente considerandogli, e giunto a questo luogo, ove era 𝗕𝗮𝗶𝗲, e già essendo hora del pranzo, fussimo condutti dalla guida nostra ad una parte dell'edificio di Baie posta nel mare, che parea un scoglio, nel quale per alcuni rusceletti fatti nel mezo di esso, trascorreano l'onde marine, mo’ parendol di passare avanti, mo’ di ritornare a`dietro secondo il movimento dell'acqua marina, onde a noi tal cosa gran piacere ci dava.
Scesi adunque in questo luogo, & apparecchiata la mensa, & essendoci portati li cibi dal lito (ove era sceso uno dei nostri & fatto il fuogo, havea apparecchiato i cibi), con gran piacere mangiando, alquanti pescatori portandoci delli 𝗥𝗶𝘇𝘇𝗶 𝗺𝗮𝗿𝗶𝗻𝗶, delli quali quivi gran d'abondanza se ritrova, onde gran trastullo ne pigliassimo vedendoci posti in
mezo dell'acque, & anche sotto li piedi vedendole trascorere per quelli rusceletti.

Finito il pranzo con tali piaceri, scendesimo al litto, & alquanto caminato presso dette ripe, ove erano gia li prefatti soperbi edifici, ritrovasimo li 𝗕𝗮𝗴𝗻𝗶, 𝗻𝗼𝗺𝗶𝗻𝗮𝘁𝗶 𝗱𝗶 𝗕𝗮𝗶𝗲, ma dalli medici, 𝗦𝗶𝗹𝘃𝗮𝗻𝗶, dalla Dea Selva. Vedensi quelli alquanto cavati ne dette ripe.

Passando più avanti seguitando le prefatte ripe, presso al litto del mare, appare una gran stanza cavata nelle dette sassose ripe, ove sono i 𝗕𝗮𝗴𝗻𝗶
𝗱𝗶 𝗧𝗿𝗶𝘁𝗼𝗹𝗶, talmente dalli medici nominati, ma dal volgo, di Cicerone, & parimente di Prato per essere ne Prati, nella Via di 𝗧𝗿𝗶𝗽𝗲𝗿𝗴𝗼𝗹𝗮 ad Anversa, passato l'𝗛𝗼𝘀𝗽𝗶𝘁𝗮𝗹𝗲 a' man sinistra di detta Via, ove è una Grotta per la quale alquanto scendendo se dimostra la sorgiva dell'acqua. Et che siano questi li 𝗕𝗮𝗴𝗻𝗶 𝗱𝗶 𝗖𝗶𝗰𝗲𝗿𝗼𝗻𝗲, oltra la commun' openione, anche lo dice Boccaccio nel libro delle Fontane scrivendo che trassero detto nome per esser nella Villa di Cicerone nomata Achademia. Vero è che non furo fatti ne tempi di Cicerone, ma dopo la sua morte da Antisteo, ch'a lui successe nella detta Villa, li quali poi ornò con verso Laurina liberto di Cicerone, lasciando quivi la sua memoria, come dice Plinio. Et ciò fece per dimostrare l'amore che portava a Cicerone. Egliè questo luogo molto bello, con grand'artificio cavato nella sassosa rupe, ove erano intagliate le figure degli huomini accenando colle mani al membro, al quale era questa acqua profittevole. Sono hora per maggior parte guasti questi Bagni, quali erano sontuosamente dipinti di finissimi colori, come infino ad hoggi appare in qualche parte.
Quivi scaturiscono l'acque solamente una volta il giorno & similmente la notte, secondo il principio & fine della Luna. Escono esse calde con gran fumo, & entrano in un vaso cavato, anch'egli fatto nel sasso, & come è pieno parte d'esse scendino fuori la stanza per un ruscelletto, chi mette capo nel mare, & parte ritornano al luogo, ove escono.

Sopra questo Bagno alquanti gradi salendo, ritrovasi una Grotta artificiosamente nel sasso cavata, sei piedi alta, & cinque larga tortuosamente girando, di soave odore. Nella quale entrando alcun in piedi, quasi in continente comincerà a sudare, ma se a basso caminera' presso al pavimento, si rifreschera'. Entrato alquanto che'l sarà a' man destra, & un puoco essendo scenduto, vedrà un'acqua bella & chiara tanto calda, che a' fatica la potrà toccare, de la quale molti pensano, che sia quella che scenda di sotto nel 𝗕𝗮𝗴𝗻𝗼 𝗱𝗶 𝗖𝗶𝗰𝗲𝗿𝗼𝗻𝗲 per secretti rusceletti.
Volendosi bagnare alcuno, gli fa bisogno, havendo caminato dui passi, di pigliare il camino alla destra, & avanti caminando arriverà ad una pietra la quale e' nominata il 𝗖𝗮𝘃𝗮𝗹𝗹𝗼. Oltre di questo, passando sopra la calda polvere, ritroverà il fine di quella Grotta, ove ha lasciato il scolpello di cavar più oltra.

Lasciando questi luoghi del 𝗦𝗲𝗻𝗼 𝗕𝗮𝗶𝗮𝗻𝗼 e ritornando a quella 𝗙𝗼𝘀𝘀𝗮, per la quale dicessimo passare il Pesce dal 𝗦𝗲𝗻𝗼 𝗟𝘂𝗰𝗿𝗶𝗻𝗼 𝗮𝗹 𝗟𝗮𝗴𝗼 𝗱'𝗔𝘃𝗲𝗿𝗻𝗼 quale hoggidi totalmente è otturata, per la rovina fatta dal fuocho nel mille cinquecento trenta otto (come poi se dimostrerà) & passata detta Fossa, ritrovavansi avanti detta rovina, li 𝗕𝗮𝗴𝗻𝗶 𝗱𝗶 𝗧𝗿𝗶𝗽𝗲𝗿𝗴𝘂𝗹𝗮. Avanti che seguita la descrittione d'alcuni Bagni, che erano in questi luoghi, voglio nominare altri Bagni ch'erano intorno il 𝗟𝗮𝗴𝗼 𝗱𝗶 𝗔𝘃𝗲𝗿𝗻𝗼.
Et prima se ritrovava à man sinestra d'esso, il 𝗕𝗮𝗴𝗻𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹'𝗔𝗿𝗰𝗼, talmente nominato dalla figura dell'edificio, ove se ritrovava. Eravi poi il 𝗕𝗮𝗴𝗻𝗼 𝗱𝗶 𝗥𝗮𝗻𝗲𝗿𝗶𝗼 così chiamato dall'auttore.
Piegandosi dall'altro lato del Lago, per passare à 𝗣𝘂𝘇𝘇𝗼𝗹𝗶, vi erano gli antidetti Bagni di Tripergola già detti vecchi. Et così erano nomati avanti la rovina del 1538 dalla 𝗖𝗮𝘀𝗮 𝘁𝗿𝗶𝗽𝗮𝗿𝘁𝗶𝘁𝗮 o' fosse divisa in tre parti, ove erano conservate le veste & altre cose di quelli, quali quivi erano passati à ba****si. 𝗗𝗮 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗶 𝗕𝗮𝗴𝗻𝗶 𝘁𝗿𝗮𝘀𝘀𝗲 𝗶𝗹 𝗻𝗼𝗺𝗲 𝗹𝗮 𝗴𝗿𝗮𝗻𝗱𝗲 𝗖𝗼𝗻𝘁𝗿𝗮𝗱𝗮 𝗱’𝗵𝗮𝗯𝗶𝘁𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 𝗽𝗶𝗲𝗻𝗮, che quivi era avanti detta rovina, avenga che la fosse 𝗮𝗯𝗯𝗮𝗻𝗱𝗼𝗻𝗮𝘁𝗮 𝗽𝗲𝗿 𝗹𝗶 𝘁𝗲𝗿𝗿𝗲𝗺𝗼𝘁𝘁𝗶 & 𝗶𝗻𝗰𝘂𝗿𝘀𝗶𝗼𝗻𝗶 𝗱𝗲𝗶 𝗣𝗶𝗿𝗮𝘁𝗶.
Invero ella era una bella Contrada piena di honorevoli edifici, ma per non esser habitata di mano in mano rovinavano. Et essendo il caso horrendo del fuogo (come io dimostrerò) ogni cosa è somersa, & quivi è fatto una montagna alta da tre miglia. Ma avanti descriva tal è tanto caso, voglio nominare alcuni Bagni, & descrivere alcuni edifici, ch'erano qui & nelli luoghi vicini, sopra questa parte dell’Averno, ove si vede Tripergula & l'antidetti Bagni vi è 𝗠𝗼𝗻𝘁𝗲 𝗖𝗵𝗿𝗶𝘀𝘁𝗼 talmente nominato (secondo il volgo) perché (dicono) Christo nostro servatore quindi passasse colle squadre de Santi Padri ritornando dall'inferno.

Vedeii poi il 𝗕𝗮𝗴𝗻𝗼 𝗱𝗶 𝗦. 𝗡𝗶𝗰𝗼𝗹𝗼̀. Vi fù imposto a questo Bagno tal nome sovenendo alli poveri, come facea S. Nicolò. Poscia se dimostra il 𝗕𝗮𝗴𝗻𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗦𝗰𝗿𝗼𝗳𝗮. E qui vicino il 𝗕𝗮𝗴𝗻𝗼 𝗱𝗶 𝗦. 𝗟𝘂𝗰𝗶𝗮 et vi fu posto tal nome per essere molto profittevole agli occhi.
Appare poi il 𝗕𝗮𝗴𝗻𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗔𝗿𝗰𝗼𝗹𝗼, che trasse tal nome dalla forma dell'edificio. Etiandio nominasi 𝗕𝗮𝗴𝗻𝗼 𝗱𝗶 𝗦. 𝗠𝗮𝗿𝗶𝗮. Seguita il 𝗕𝗮𝗴𝗻𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗖𝗿𝗼𝗰𝗲, vi fu posto tal nome per esser giovevole alli mali de piedi, delle mani & del costato. Ne quali luoghi forono l’insegne della Passione di Christo nostro redentore, & pertanto così della Croce fu detto.
Poscia al lito de'l mare scorgiese il 𝗕𝗮𝗴𝗻𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝗖𝗮𝗻𝘁𝗮𝗿𝗲𝗹𝗹𝗼, talmente chiamato dalla forma dell’edificio. Da un lato di questo Bagno se dimostra il 𝗕𝗮𝗴𝗻𝗼 𝗱𝗶 𝗙𝗼𝗻𝘁𝗮𝗻𝗮. Acquistò tal nome dal sorgere a simiglianza della Fontana.
Avanti che più oltra passi agli altri Bagni vicini, voglio narrare il gran caso occorso al luogo della Contrada di Tripergole sopra descritta e alli luoghi conturni, nell’anno 𝟭𝟱𝟯𝟴 nel giorno di S. Michele di Settembre.

Essendo prima sentiti per piu giorni alcuni terremoti con tanto paventevole tuono & rimbombo, si aperse la terra qui à 𝗧𝗿𝗶𝗽𝗲𝗿𝗴𝗼𝗹𝗮, che parvero rovinasse tutta la machina mondiale, essendo il Cielo sereno. Onde tutti i circostanti popoli stupefatti stando, & come fuori di se istessi, cominciorno ad uscire di questa apertura fiamme di fuogo conducendo seco cenere accompagnata da sassi affochati con gran fiume & caligine.
Erano portate dette pietre con tanto impeto al Cielo, ch'era cosa maravegliosa da vedere, & paventosa da considerare. Essalando altresì 𝗴𝗿𝗮𝗻 𝗳𝘂𝗿𝗶𝗮 𝗱𝗶 𝘃𝗲𝗻𝘁𝗼 da ogni lato, erano portate da ogni lato l'antidette cinere, & massimamente verso 𝗣𝘂𝘇𝘇𝗼𝗹𝗶 e 𝗡𝗮𝗽𝗼𝗹𝗶, ove con tanto impeto erano condotte dal vento, che passando altresì Napoli arrivarono a 𝗦. 𝗦𝗲𝘃𝗲𝗿𝗶𝗻𝗼 (da Napoli venti quattro miglia discosto) guastando, & rovinando ogni cosa, & massimamente gli 𝗮𝗹𝗯𝗲𝗿𝗶 & 𝗮𝗻𝗶𝗺𝗮𝗹𝗶.

Aperta adunque la terra, & uscendo le fiamme di fuogo con pietre & cenere, talmente intorno intorno à detta apertura l'antidette ceneri composero colle pietre spongose le rive, che ne risultò un'alto & largo Monte, rimanendovi nel mezo un bucco, di larghezza (come si puote giudicare) di passa cinquanta, alle radici girando quattro miglia.
Per tal apertura & composizione di Monte, 𝘀𝗼𝗻𝘃𝗶 𝗿𝗶𝗺𝗮𝘀𝗶 𝘀𝗼𝘁𝘁𝗼 𝗺𝗼𝗹𝘁𝗶 𝗕𝗮𝗴𝗻𝗶 𝗱𝗶 𝗧𝗿𝗶𝗽𝗲𝗿𝗴𝗼𝗹𝗮, 𝗰𝗼𝗻 𝗴𝗿𝗮𝗻 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗔𝘃𝗲𝗿𝗻𝗼, 𝗱𝗲𝗹 𝗟𝘂𝗰𝗿𝗶𝗻𝗼, & etiando alquanto l'acque marine paiono à dietro esser retratte per gran spazio.

Cessata la gran furia delle fiamme di fuogo, quale uscivano, rimase quest’alto Monte nella sommità con detta bocca ritonda, sempre più in giù strengendosi, à simiglianza d'un arteficioso Theatro, tal che nel fondo d'esso, vi è solamente una picciola piazza, ove si vede chiara acqua, dalla quale di continuo essala fumo d’odore di Solfo. Laonde sono perduti assai Bagni molto giovevoli alli mortali.
Vicino alla 𝗰𝗵𝗶𝗲𝘀𝗮 𝗱𝗲 𝗦. 𝗠𝗮𝗿𝗶𝗮, evi il bagno dell'𝗢𝗹𝗲𝗼 𝗣𝗲𝘁𝗿𝗼𝗹𝗶𝗼, talmente dimandato perché vedesi uscire insieme coll'acqua un certo liquore che par oglio, tanto nel colore quanto nel odore. Appare etiandio alle radici del monte qual è di sopra di detta chiesa il 𝗯𝗮𝗴𝗻𝗼 𝗱𝗶 𝗖𝘂𝗹𝗺𝗮, così chiamato dal detto monte. Poscia, lungo il lito, ritrovasi il 𝗯𝗮𝗴𝗻𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝗦𝗼𝗹𝗲 𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗟𝘂𝗻𝗮. E perciò così è detto che si come il sole e la luna superano le stelle nel splendore, così parimente quest'acqua avanza tutte l'altre acque nella virtù. E a quella non si vi può passare, eccetto per le rovine d'alcuni antichi edifici. E quivi vedesi quest'edificio tutto derocato e dal mare somerso. Vero è che cavando alquanto l'arena, sorge l'acqua grassa e di colore varia. Già fu nominata quest'acqua 𝗯𝗮𝗴𝗻𝗼 𝗱𝗲𝗴𝗹𝗶 𝗜𝗺𝗽𝗲𝗿𝗮𝗱𝗼𝗿𝗶.

Ritrovasi poi il 𝗯𝗮𝗴𝗻𝗼 𝗱𝗶 𝗚𝗶𝗺𝗯𝗼𝗿𝗼𝘀𝗼. Ha tratto questo nome dalla figura dell'edificio, quale è alzato a simiglianza del gibbo. Scendesi a quest'acqua per alcuni gradi.
Si vede poi il 𝗯𝗮𝗴𝗻𝗼 𝗱𝗲𝘁𝘁𝗼 𝗙𝗼𝗻𝘁𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝗩𝗲𝘀𝗰𝗼𝘃𝗼, essendo stato ristorato da un vescovo, come dicono alcuni, o sia, come vogliono altri, per esser molto usata quest'acqua dalli grandi prelati, li quali per la abbondanza delle delitie soleno esser podagrosi, per esser quest'acqua giovevole alle podagre.
Salendo poi alcuni passi, se dimostrano i 𝗯𝗮𝗴𝗻𝗶 𝗱𝗲 𝗙𝗮𝘁𝗶𝘀, forse così nominati dal Fatto per lo quale furon ritrovati, come dicono alcuni, ma, come vogliono altri, dalla volta da cui sono coperti, cioè fatti.
Appare poi il 𝗯𝗮𝗴𝗻𝗼 𝗱𝗶 𝗕𝗿𝗮𝗰𝘂𝗹𝗮, per aventura talmente detto per esser basso e ritondo il luogo. Evi etiandio in questi luoghi il 𝗯𝗮𝗴𝗻𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗦𝗽𝗲𝗹𝘂𝗻𝗰𝗮, così nominato dalla spelunca ove è posto. Conforta il cervello. E come dice Galeno, bevendone ogni giorno di essa calda cinque dramme, serà sanato dall'infermitati che sono sopra e altresì sotto il diastemma.
𝐶𝘰𝑛𝘵𝑖𝘯𝑢𝘢 …

𝙸𝚗𝚝𝚛𝚘𝚍𝚞𝚣𝚒𝚘𝚗𝚎 Biagio Sol

𝙿𝚊𝚛𝚝𝚒𝚌𝚘𝚕𝚊𝚛𝚎 𝚍𝚎𝚕𝚕’𝚒𝚖𝚖𝚊𝚐𝚒𝚗𝚎 𝚝𝚛𝚊𝚝𝚝𝚘 𝚍𝚊 : Theatrvm civitatvm nec non admirandorvm Neapolis et Siciliae regnorvm

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