Poto e la riduzione cinema-dramaterapica di E. Gioacchini è diventata una pagina di riflessioni sul personaggio, la vicenda e quanto di teatrale e cinematografico a tutto questo si riferisce. Uno spazio di discussione ed arricchimento alla cultura della libertà, dove, chi lo desideri, è invitato a intervenire e contribuire. "La vita è sempre osservata da dentro e deve apparire buffa a guardarla da
fuori. E più essa è complessa, maggiormente addormenta il risveglio, quella posizione mentale così difficile da assumere, che la potrebbe sospettare positivamente anche diversa. Il teatro azzarda costantemente in questo e nel suo intento esso sta in bilico responsabile tra la dimensione onirica del possibile e quella fattuale dell’avvenuto o probabile. E così, nel “Nuovo Diario Di Anna Frank” l’Annaliese si affaccia “viva” nella vita di una famiglia americana a raccontare come ha visto e come vede il mondo, a chiedere e farci chiedere come noi lo osserviamo e lo stiamo costruendo, oltre i miti e la storia già passata, ma non sempre ben conosciuta. L’autore ci regala ...la sua Anna Frank in uno spazio che non le è mai appartenuto, quello di 67 anni dopo la sua scomparsa e, cosa più violenta, dove lei tenta difficoltosamente di specchiarsi…così diversa. Solo a noi spetta di intrattenere un’identità per lei, cercando una possibile spiegazione della discrasia tra quanto conosciuto di Anna Frank e quanto significabile e rappresentabile oggi. La riduzione cinema-dramaterapica del regista Ermanno Gioacchini con la sua compagnia raccoglie l’invito e promette di esplorare il passaggio e la trasformazione di Anna Frank ed i suoi sogni di vita e giornalismo negati e quell’ombra, pallida anche lei, sul palco possibile di una Anna prostituita alla storia e dalla storia. Davanti a noi l’abuso dell’autore, ma completamente redento per l’operazione artistica, a riproporre invece nella realizzazione teatrale lo iato semantico tra due personaggi: l’Annalise del “primo” e del “secondo” diario. A farvi specchiare il pubblico, tra palco e schermo cinematografico, senza tradire le legittime difficoltà, promettendo “riconciliazione”.