UZAK

UZAK www.uzak.it ISSN 2039-800X è una rivista trimestrale online di cultura cinematografica diretta da Luigi Abiusi e sostenuta dall'Associazione Rivista Uzak

Uzak è diretta conseguenza di un cinema e, allo stesso tempo, di una critica in via di modificazione, che vaglia nuovi strumenti, nuove modalità di visione. Uzak è un’idea - recupero di un cinema contemporaneo marginalizzato dal Mercato; un cinema scentrato, che si pone per propria natura fuori dagli schemi di ordinaria formulazione (non certo per vezzo elistico), quindi fuori dai parametri di no

rmale fruizione del materiale cinematografico e per questo confinato fuori dagli schermi - confluita prima in una rivista online che ne rileva e ne reinventa le disparate, dialettiche declinazioni, poi in un’omonima collana che pensa il cinema (e la sua geografia) in quanto militanza, attualità, cioè modalità di intervento. Dal primo volume, edito da CaratteriMobili, "Il film in cui nuoto è una febbre. Registi fuori dagli scheRmi", è nata la rassegna:" Registi fuori dagli scheRmi", concepita come approfondimento (seminari di studio con l'apporto degli stessi registi oltre che di critici cinematografici) riguardo le attuali potenzialità del linguaggio cinematografico di riferire, reinventare o captare la realtà, le sue trasformazioni, le sue reticenze, ecc...

Per mezzo di visioni inedite, auspicabilmente fiammeggianti, febbrili, Uzak sostiene il diritto/dovere di immaginare un cinema anarchico, potente, incontrollabile, non riconducibile alla sola dimensione spettacolare, che si esprime attraverso film che possiedono una visione del mondo e un’idea della vita.

Domenico Saracino sul bel film di Enrico Maria Artale, in questi giorni in sala con la distribuzione di I Wonder Picture...
12/06/2024

Domenico Saracino sul bel film di Enrico Maria Artale, in questi giorni in sala con la distribuzione di I Wonder Pictures.

«Artale ricerca la verità del sentimento, la bellezza multiforme e irriducibile che sta dentro e fuori di noi, lo “splendore del vero”, come avrebbe detto Godard (citando Platone e pensando a Rossellini). Che non riguarda tanto o soltanto ambienti e descrizioni, ma la costruzione credibile di stati d’animo e percezioni; perché il cinema consente, per citare nuovamente Godard, «uno sguardo a ogni istante talmente nuovo sulle cose da trafiggerle», un’arte «capace di imprimere con più forza la propria trascendenza, e far esplodere nel segno la bellezza dell’oggetto significato»

Link nel primo commento.

Al suo esordio tra le colonne di immagini e testi che sorreggono l'architettura cinecritica di Uzak, Davide Sette analiz...
10/06/2024

Al suo esordio tra le colonne di immagini e testi che sorreggono l'architettura cinecritica di Uzak, Davide Sette analizza il rapporto tra Francis Ford Coppola e il digitale, partendo dal suo ultimo film-cantiere, Megalopolis, presentato in concorso a Cannes qualche settimana fa.

Il digitale nel cinema di Francis Ford Coppola è sempre stato un elemento traumatico, qualcosa impossibile da applicare in maniera “invisibile”, ma piuttosto un’invasione che lascia segni vi...

Stasera alle 20,45 presso il Multisala Galleria, la consueta incursione di Apulia Film Commission nel Festival del Cinem...
23/05/2024

Stasera alle 20,45 presso il Multisala Galleria, la consueta incursione di Apulia Film Commission nel Festival del Cinema Africano, d'Asia e America Latina, con il film FREMONT di Babak Jalali, reduce dal Sundance. Imperdibile. Ingresso libero fino a esaurimento posti. Intervengono il critico Luigi Abiusi e la co-direttrice del FESCAAAL Annamaria Gallone.

SUBSCRIBE HERE TO MODERN FILMS FOR INTERNATIONAL CINEMA NEWS AND A SHARED COMMUNITY.FREMONT - Donya, a young Afghan who moved to Fremont, California after se...

Il 23 maggio alle ore 20:45 presso il Cinema Galleria si terrà l'anteprima del film "Fremont", distribuito da Wanted Cin...
21/05/2024

Il 23 maggio alle ore 20:45 presso il Cinema Galleria si terrà l'anteprima del film "Fremont", distribuito da Wanted Cinema.

Diretto dal regista anglo-persiano Babak Jalali, "Fremont" è stato acclamato al Sundance Film Festival e alla Festa del Cinema di Roma 2023, e ora approda al Fescaaal e al Riviera International Film Festival 2024.

"Fremont" racconta la storia di Donya, una giovane rifugiata afghana costretta a fuggire dal suo paese e separarsi dalla sua famiglia per lavorare in California.

Interventi di:

Luigi Abiusi: Critico cinematografico.
Anna Maria Gallone: Co-direttrice artistica del Festival del Cinema Africano, d'Asia e America Latina di Milano (Fescaaal).

Luigi Abiusi Apulia Film Commission

21/05/2024

Una proiezione davvero speciale al Multicinema Galleria!

Giovedì 23 maggio alle 20:45 è in programma una evento speciale in collaborazione con il Festival del Cinema Africano, d'Asia e America Latina: la proiezione di "Fremont" di Babak Jalali, vincitore del Premio John Cassavetes all'Indipendent Spirit Awards, 2024 e del premio Miglior Regista al Karlovy Vary International Film Festival, 2023. Vi aspettiamo!

Ingresso gratuito

Una prospettiva alternativa (quella di Luigi Abiusi) su "Challengers" di Luca Guadagnino.Tra tennis e anime."Insomma, mi...
13/05/2024

Una prospettiva alternativa (quella di Luigi Abiusi) su "Challengers" di Luca Guadagnino.
Tra tennis e anime.

"Insomma, mi chiedo: e se il referente di questo film fosse stato un manga, uno di quelli diffusi in Italia tra la fine degli anni Settanta e l'inizio degli Ottanta? Mi pare cioè che quel tipo di avventura, anche enfatica, non dei corpi bensì delle sagome spigolose, gonfie di carne (di luce lattescente, come un plasma circolante in quelle figure a scatto ridotto), sia quella dei cartoni animati giapponesi che gremivano in quegli anni gli schermi convessi dei Telefunken."

Solo qualche considerazione, qualche appunto sull'ultimo Guadagnino: un'idea che è tarlata per un po' nella mente, costruendosi lentamente un passaggio verso il passato, in quella nebulosa d'ombre...

A volte le idee e la loro forza possono portare fino alla fine del mondo. A novembre dell’anno scorso insieme ad autori ...
02/04/2024

A volte le idee e la loro forza possono portare fino alla fine del mondo. A novembre dell’anno scorso insieme ad autori che i lettori di Uzak conoscono bene (Eduardo A. Russo, Gustavo Celedón, Marina de Angelis) abbiamo organizzato un congresso, che presto è divenuto un festival di parole e visioni, nella città più a sud del mondo, Ushuaia. Partecipavano studiose e studiosi, artisti e artiste, cineasti (fra gli altri, Julio Bressane, Giovanni Cioni, Alessandro Gagliardo, Andrea Fogli) cileni, italiani, colombiani, argentini, brasiliani, portoghesi, che, dal vivo o a distanza, hanno tessuto i loro discorsi o proiettato virtualmente le immagini delle loro opere verso quei ghiacci eterni dove si era perduto Gordon Pym.

Ho chiesto loro di scattare una foto di quel mondo agli antipodi e corredare l’immagine con un breve testo. Alcuni hanno accettato l’invito.

Piccolo Atlas della fine del mondo A volte le idee e la loro forza possono portare fino alla fine del mondo. A novembre dell’anno scorso insieme ad autori che i...

La simbologia dell'acqua è stata associata più e più volte al femminile, alle donne e all'emotività dai più diversi sape...
28/03/2024

La simbologia dell'acqua è stata associata più e più volte al femminile, alle donne e all'emotività dai più diversi saperi ancestrali. Da questa idea nacque, un paio di anni fa, l'interesse per le potenzialità poetiche di questo rapporto sociale e storicamente determinato tra donne e acqua (Salinas e Becker 2022 pp 7-8): avevo bisogno di sapere quali fossero le relazioni che intuivo potessero esistere tra le questioni di genere e il recupero delle acque, azione che nel contesto cileno di un neoestrattivismo esacerbato (Svampa 2019 p 38), assume particolare rilevanza. Nello stesso tempo, mi ero resa conto di una certa tendenza presente nelle pubblicazioni poetiche di donne cilene, dove ho trovato una predominanza di immagini acquatiche legate agli affetti del corpo e dove si univano i significati materiali dell'elemento acqua con la dimensione simbolica legata all'emozione.

La simbologia dell'acqua è stata associata più e più volte al femminile, alle donne e all'emotività dai più diversi saperi ancestrali. Da questa idea nacque, un paio di anni fa, l'interesse pe...

È giunto il momento: si prova a riposare e sembra che la gente galleggi, e che all’improvviso già non ci troviamo qui, m...
27/03/2024

È giunto il momento: si prova a riposare e sembra che la gente galleggi, e che all’improvviso già non ci troviamo qui, ma nella Alerce Norte di Puerto Montt o a Calama, Quillota: estate piena: pascoli asciutti, uomo in triciclo verde cloro, una famiglia seminuda sopra un pavimento incerato, mangiando anguria, la tele sempre accesa e le piscine di plastica nei cortili sul retro, nei giardinetti, nei camminamenti, sui marciapiedi, in dubbiose aree verdi, fuori dai blocks! un parco acquatico, un alveare di occhietti di acqua plastificati, terme popolari dove può entrare una piscina dove le acque a quest’ora sono un brodo di umani, ogni persona che si mette nell’acqua lascia la sua impronta: sudore e saliva, per lo meno. un turchese torbido che si arricchisce nell’acqua. quando gli umani smettono di rigirarsi nell’acqua, lasciando lì i propri fluidi, la piscina è abbandonata per un paio di giorni e l’acqua si calma e diventa verdognola, odora di carattere, ed è un regno a parte che inizia ad assorbire le acque stagnanti in progresso, minacciando le flore intime dei vicini.

Alcuni vicini approfittano dell’estate per riparare le proprie case […] È giunto il momento: si prova a riposare e sembra che la gente galleg...

EDIPO: Che vedi?ANTIGONE: Non si vede granchéEDIPO: Che dicono? Di che cosa parlano?ANTIGONE: È un film mutoEDIPO: Davve...
26/03/2024

EDIPO: Che vedi?

ANTIGONE: Non si vede granché

EDIPO: Che dicono? Di che cosa parlano?

ANTIGONE: È un film muto

EDIPO: Davvero? E come proseguiamo? E, innanzitutto, dove ci troviamo?

ANTIGONE: Di fronte al palazzo

EDIPO: Me ne rallegro. Ho detto che me ne rallegro. E tu?

ANTIGONE: Sono qua

EDIPO: Così va meglio. Chiamami padre. Non è così che bisogna fare? Chiamami cosi. Va bene?

ANTIGONE: Padre…

EDIPO: Che lo sappiano. Che si sappia

ANTIGONE: Ho paura

EDIPO: Non dire così

ANTIGONE: Quindi starò zitta

EDIPO: Ed io? Eh? Sei qui? Anti, rispondi a tuo padre! Ehi! Rispondi! Non c’è nessun altro qui? Sembra quasi che sia solo no?

SCENA I [L’opera fu rappresentata originariamente in una sala cinematografica e i personaggi fanno riferimento a un film proiettato. Secondo altri contesti di...

Come uscire dal viaggio rimanendo comunque nel viaggio?Fare di questa follia un fatto di bellezza postuma come questa ro...
25/03/2024

Come uscire dal viaggio rimanendo comunque nel viaggio?
Fare di questa follia un fatto di bellezza postuma come questa rondine
che viene ogni giorno in un nido inesistente sulla porta della capanna,
che persiste qui in questa falsa estate e si inganna volando e volando.

Sabato 17.5.75 Come uscire dal viaggio rimanendo comunque nel viaggio?Fare di questa follia un fatto di bellezza postuma come questa rondineche viene ogni giorn...

mente quando ho cominciato a pensare a come introdurre un montaggio di testi dedicato al Cile, a cinquanta anni dal golp...
22/03/2024

mente quando ho cominciato a pensare a come introdurre un montaggio di testi dedicato al Cile, a cinquanta anni dal golpe di stato civile-militare dell'11 settembre del 1973.

All'inizio di quel film meraviglioso vediamo la capitale del paese, Santiago, dall'alto, circondata dalla cordigliera delle Ande e ricoperta parzialmente da una nube, che sembra un refolo di nebbia, un velo. L'occhio della macchina si avvicina, entra nella nube e, all'improvviso, non vediamo più nulla. Come in un racconto di Maupassant, per un momento, il dispositivo cinematografico, che ha appreso a dimenticarsi della legge di gravità, diventa cieco, ed esce così dalle leggi del nome. Ci troviamo dentro una cataratta.

C'è un'immagine, giusto all'inizio de La cordillera de los sueños di Patricio Guzmán che mi è venuta in mente quando ho cominciato a pensare a come introdurre un montaggio di tes...

Film terragno, ruvido, regolato da attriti tra corpi, psicologie, desideri di persone semplici, provate dal lavoro, dal ...
21/03/2024

Film terragno, ruvido, regolato da attriti tra corpi, psicologie, desideri di persone semplici, provate dal lavoro, dal rapporto obbligato con l'empiria, o bramosie dei potenti, prepotenti (quasi manzoniano, scottiano in quanto a concezione della storia; tra l'altro: scorrerie di bravi, briganti, lanzichenecchi per tutta la brughiera; ma poi c'è anche Scott Cooper e un film forse sottovalutato come Hostiles), La terra promessa (titolo originale Bastarden) diretto dal danese Nikolaj Arcer, in concorso alla scorsa Mostra di Venezia ha il pregio della «credenza».

Film terragno, ruvido, regolato da attriti tra corpi, psicologie, desideri di persone semplici, provate dal lavoro, dal rapporto obbligato con l'empiria, o bramosie dei potenti, prepotenti (quasi m...

20/03/2024

Partire dall’immagine, dal suo essere manifestazione visiva delle cose in sé, epifenomeno, affioramento. Lasciare indugiare lo sguardo, penetrarle, consultarle, quelle immagini, interrogarle (o ...

20/03/2024

Da un po' di tempo imbastiamo delle sezioni speciali su Uzak: è per lo più Giovanni Festa - professore in Argentina; tra un po' sarà in Brasile a scrivere un libro su Julio Bressane - a curarle,...

E' online il numero 45 di Uzak, anno XV.V'è, dopo l'editoriale di Luigi Abiusi, un saggio di Domenico Saracino sul cinem...
18/03/2024

E' online il numero 45 di Uzak, anno XV.
V'è, dopo l'editoriale di Luigi Abiusi, un saggio di Domenico Saracino sul cinema di Francesco Dongiovanni. Poi la recensione a cura di Luigi Abiusi di un film che abbiamo tanto amato, in sala in questi giorni, "La terra promessa" di Nikolaj Arcel. Segue un dossier a cura di Giovanni Festa che raccoglie frammenti di cultura cilena tra il 1973 e il 2023, con testi (inediti in Italia) di Guillermo Núñez, Raúl Ruiz, Juan Carreño, Catalina Soto Caballero. Infine un atlas, sempre a cura di Festa, "Immagini dalla fine del mondo", con foto e testi di Ileana Dell'Unti, Livia Flores, Alessandra Merlo, Alessandro Focareta, Eduardo A. Russo, Giovanni Festa, Alessandro Gagliardo, Alejandra Bottinelli Wolleter, provenienti dalla Terra del Fuoco: "[...] terre desolate, assolate, deserti, spazi vuoti, che sono l'invito del virtuale alle immagini, al loro etereo ingombro perchè vi accedano [...], un mondo, un tempo perduto, o comunque sopravvivente come un engramma nella catastrofe del tempo" (L. Abiusi).

Luigi Abiusi su "Povere creature" di Yorgos Lanthimos"Se l'occhio di questa povera creatura, il congegno attraverso cui ...
29/01/2024

Luigi Abiusi su "Povere creature" di Yorgos Lanthimos

"Se l'occhio di questa povera creatura, il congegno attraverso cui vede, inquadra, è il fish-eye (l'occhio che deforma le cose e le sospende in una sorta di limbo ovattato, afasico, inane), i suoni che emette sono questi stridori, questi aborti armonici, e i suoi movimenti sono quelli sgraziati, straziati degli storpi, dei focomelici, degli scherzi di natura".

La strada del cinismo, del nichilismo passivo, e del gelido grottesco nei cui anfratti si esaurisca l'umano, che era stata del Lanthimos delle origini – ricordo l'impressione che fece all'epoca ...

«Hirayama si carica di questa coscienza resistenziale, ne trabocca, e allora alla fine non può che cedere al dolore dell...
10/01/2024

«Hirayama si carica di questa coscienza resistenziale, ne trabocca, e allora alla fine non può che cedere al dolore dell’essere al mondo e allo stesso tempo goderne (perchè ne restano i segni di un Altro qui, per pagine e nastri e immagini): la commozione e qualche sorriso, in alternanza, sul volto di Koji Yakusho (quasi fosse uno schermo su cui si sintetizzino tutte le espressioni che Hirayama ha avuto per tutto il film), nel tempo miracoloso - adesso sì - di una sequenza, dell’ultima sequenza che, in sé, rappresenta il più bel finale del cinema recente. Sostegno per chi è sconfitto senza avere demeriti, per gli umili che però sono dotati di ricchezza emotiva e intellettuale, per gli ultimi che però conoscono prima di tutti il silenzio delle foglie.»

Luigi Abiusi su Perfect days, il film di Wim Wenders in sala in questi giorni.

La questione del movimento è alle origini del cinema di Wenders, si sa: non tanto la motilità dei personaggi dentro l’inquadratura, quanto la tensione della form...

È qui, esattamente qui, in questa sostanza viscosa, magmatica, che ribolle di pulsazioni, di convulsioni, di disperata u...
09/01/2024

È qui, esattamente qui, in questa sostanza viscosa, magmatica, che ribolle di pulsazioni, di convulsioni, di disperata umanità, che Matarrese immerge il suo dispositivo di scandagliamento, una macchina da presa a mano che resta tanto abbarbicata ai personaggi (in particolare ad Anne) da escludere tutto il resto, tra primi-primissimi piani e scarsa profondità di campo. Un filmare intimo che coglie da vicino i moti ora ascendenti ora catabatici dell’animo umano, senza salvare od opprimere nessuno, ma aprendo squarci nella complessità del sentire, nella febbre dell’esistere che tanto interessava al riferimento ideale ed esplicito dell’opera: Zola. Che in una delle prime pagine di Mes haines scriveva: «Je n'ai guère de souci de beauté ni de perfection... Je n'ai souci que de vie, de lutte, de fièvre».

Domenico Saracino su "L'experience Zola" di Gianluca Matarrese, presentato come evento speciale alle Giornate degli Autori nell'ambito dell'80a Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia.

Se l’esperienza estetica è la più alta forma possibile di interazione tra gli esseri umani e tutto ciò che li circonda – come ha magistralmente teorizzato John Dewey nel suo testo più noto,...

«La poetica dei vinti, degli stranieri non solo in patria altrui ma anche nella propria è una costante nell’opera del re...
29/12/2023

«La poetica dei vinti, degli stranieri non solo in patria altrui ma anche nella propria è una costante nell’opera del regista finlandese il quale rende visibile, mediante un processo sistematico di spoliazione delle scene che però nulla toglie alla poesia dell’immagine, di certi momenti di lucida e ironica e desolata bellezza, la pregnanza e la tenerezza del caos, incurante del cammino da equilibristi che le donne e gli uomini percorrono soltanto per avere una speranza d’essere felici, di occupare un proprio posto nella moltitudine di potenzialità incontrate, sprecate, perse.»

Marika Consoli a proposito di Foglie al vento, l'ultimo film di Kaurismaki, in questi giorni sugli schermi delle sale italiane.

Alla precarietà dell’esistente, ai colpi duri della storia che mescola le carte, disperde opportunità ed esistenze sul piano privato e collettivo, all’urlo sommesso degli ultimi che sopravviv...

Ultimo appuntamento di Registi fuori dagli Schermi (edizione XIII), per l'occasione in  collaborazione con il Bari Inter...
11/12/2023

Ultimo appuntamento di Registi fuori dagli Schermi (edizione XIII), per l'occasione in collaborazione con il Bari International Gender festival.
Si chiude con clamore: ospite sarà il regista di culto Joao Pedro Rodrigues con il suo "O Ornitòlogo", Pardo d'oro al Locarno Film Festival. Insieme a lui come di consueto Luigi Abiusi insieme alla critica e distributrice cinematografica Anette Dujisin-Muharay. Autore di film di culto come "O Fantasma" (in concorso alla Mostra del Cinema Venezia nel 2000) o "Odete" e il recente "Fogo Fatuo" (passati al Festival de Cannes), Rodrigues è senz'altro tra i registi più visionari e raffinati del cinema contemporaneo.
"O ornitòlogo" (versione originale sottotitolata in italiano), uno dei suoi capolavori, parte dalla realtà di un corso d'acqua - rapide, sole, uccelli svolazzanti in aria - per perdersi in un mondo stralunato, un bosco popolato da strani personaggi, alla ricerca della strada per casa. Immaginazione, striature umoristiche, invenzioni cinematografiche in grande quantità e qualità: è il Cinema per antonomasia.
Ingresso libero fino a esaurimento posti.
Illustrazione Amalia Tucci.
Apulia Film Commission

«È tutto un gioco di specchi. Per anni abbiamo guardato a Gigi e alla sua vita come ad una sorta di esperimento umano, o...
11/12/2023

«È tutto un gioco di specchi. Per anni abbiamo guardato a Gigi e alla sua vita come ad una sorta di esperimento umano, ora lui guarda noi e questo strano mondo del cinema, fatto di dati cinetel, rapporti con i gestori, piccole gelosie…». Ci racconta così l’esperienza del tour di autodistribuzione Alessandro Comodin, lo raggiungiamo al telefono mentre sta accompagnando il suo Gigi la legge nelle sale d’Italia insieme al protagonista, lo zio Pier Luigi Mecchia, e il piccolo gruppo che ha curato da vicino la realizzazione.

Il regista friulano racconta il suo «Gigi la legge», attualmente nelle sale grazie ad una distribuzione autonoma

Chi è Alessandro Comodin?Scopriamolo assieme.Ci vediamo oggi alle 20:45 per la proiezione di Gigi la Legge.
11/12/2023

Chi è Alessandro Comodin?

Scopriamolo assieme.

Ci vediamo oggi alle 20:45 per la proiezione di Gigi la Legge.







Sergio Pio Sasso  su The Killer, l'ultimo film di David Fincher. "Il killer di Fincher si pone riflessioni metafisiche p...
08/12/2023

Sergio Pio Sasso su The Killer, l'ultimo film di David Fincher.

"Il killer di Fincher si pone riflessioni metafisiche perché condannato a vivere un’esistenza liminare, caratterizzata da scetticismo (che esclude la verità assoluta ma non rinuncia alla dialettica), da non scambiare per cinismo (che nega qualsiasi valore e forma di alterità)".

«Molti si rifiutano di credere che l’aldilà non è altro che un freddo infinito vuoto, ma io lo accetto insieme alla libertà che deriva nel riconoscere tale verità.» Il killer di Fincher si ...

Prosegue, denso, il programma di Registi fuori dagli Schermi (edizione XIII).Lunedì 11 dicembre, alle ore 20,45, al Cine...
06/12/2023

Prosegue, denso, il programma di Registi fuori dagli Schermi (edizione XIII).
Lunedì 11 dicembre, alle ore 20,45, al Cineporto di Bari, sarà la volta di Alessandro Comodin e del suo Gigi la Legge, vincitore del Premio Speciale della Giuria al Locarno Film Festival 2022. Con lui ci saranno il Direttore artistico Luigi Abiusi e Giona A. Nazzaro, Direttore del Locarno Film Festival.
Comodin, già autore di alcuni dei film più connotati del cinema degli ultimi anni ("L'estate di Giacomo" e "I tempi felici verranno presto") si muove ancora in una zona di transito cinematografico tra realtà e visionarietà: uno strano, spaesante interregno, il regno del cinema. Il film - specie di decostruzione del poliziesco - è la storia di un vigile di provincia che passa le sue giornate tra i casi che il proprio lavoro gli presenta e una strana attenzione verso la natura. Film sorprendente, letteralmente.
Ingresso libero fino a esaurimento posti.
Illustrazione Amalia Tucci.
Apulia Film Commission
OKTA FILM

06/12/2023

(Visioni) Tra le registe contemporanee di punta, Helena Wittmann presenta il suo film stasera a Bari, per «Registi fuori dagli s(c)hermi». Un viaggio acquatico nel mondo, il passato e il presente, l'immagine inquietante della Legione straniera, la memoria antica del Mediterraneo. Di Luigi Abiusi

Stasera alle 20,45 al AncheCinema Helena Whittmann e il suo "Human flowers of Flash": non un film ma un'esperienza cinem...
06/12/2023

Stasera alle 20,45 al AncheCinema Helena Whittmann e il suo "Human flowers of Flash": non un film ma un'esperienza cinematografica.
Registi fuori dagli Schermi

Opens April 14 at Metrograph: After a stirring encounter with the French Foreign Legion, Ida (Dogtooth’s Angeliki Papoulia), sets sail with her own corps of ...

Il marchio Criterion su HUMAN FLOWERS OF FLESH di Helena Wittmann.Mercoledì a Bari, alle 20,45 ad AncheCinema
02/12/2023

Il marchio Criterion su HUMAN FLOWERS OF FLESH di Helena Wittmann.
Mercoledì a Bari, alle 20,45 ad AncheCinema

Directed by Helena Wittmann • 2022 • France, Germany Starring Angeliki Papoulia, Denis Lavant, Vladimir Vulević In her spellbinding, immersive second feature, director Helena Wittmann invites us to relinquish control and join her on a Mediterranean voyage unlike any other. After a stirring enco...

Continua l'indagine della rassegna Registi fuori dagli Schermi sul cinema contemporaneo. E' la volta di Helena Wittmann ...
02/12/2023

Continua l'indagine della rassegna Registi fuori dagli Schermi sul cinema contemporaneo. E' la volta di Helena Wittmann e del suo "Human Flowers of Flesh", in concorso al Locarno Film Festival del 2022 e tra i film selezionati dal New York Film Festival per rappresentare il miglior cinema d'autore dell'anno: tra le cose più stupefacenti viste nei festival negli ultimi anni.
La regista tedesca sarà al teatro AncheCinema mercoledì 6 dicembre alle ore 20,45. Insieme a lei il direttore artistico Luigi Abiusi e Cristina Piccino de il manifesto.
"Human Flowers of Flesh" è un film di ricerca, in tutti i sensi: oltre alla ricerca sul cinema, sulle possibilità di mostrare, nel film i protagonisti sono alla ricerca di personaggi dispersi per il mondo di cui si narrano leggende. E vanno per nave nella speranza di incontrarne uno. Nel frattempo il mondo gli si mostra da ogni parte: mare a perdita d'occhio, apnee, l'ipnosi dello spazio-tempo latente, danze, trance elettroniche. "Un film di soluzioni audio-video strabilianti. Una specie di sinfonia degli elementi. Ci si ritrova dalle parti di Chantal Akerman, di Claire Denis, Herzog, Antonioni. Credo che questo film sia uno dei vertici del cinema contemporaneo degli ultimi anni" (L. Abiusi)
Illustrazione di Amalia Tucci
Ingresso libero fino a esaurimento posti.
Apulia Film Commission

Mostra del Cinema Venezia, settembre 2023: gira voce che c'è un film sorprendente in "Orizzonti", che intreccia realismo...
23/11/2023

Mostra del Cinema Venezia, settembre 2023: gira voce che c'è un film sorprendente in "Orizzonti", che intreccia realismo e favola, ironia e poesia, silenzi e musica, i corpi levigati dal chiaro di luna e le psicologie interne, in ombra. E' "L'homme d'argile" (ovvero "The Drimer") della regista francese Anaïs Tellenne, film d'amore e arte, con musiche strabilianti, che resterà alla fine della Mostra uno dei più belli e misteriosi e luminosi che si siano visti quest'anno.
Anaïs Tellenne sarà a Bari, per "Registi fuori dagli ScheRmi", per l'anteprima nazionale de "L'homme d'argile", l'1 dicembre, alle 20,45, al teatro AncheCinema .
Con lei come di consueto il Direttore artistico Luigi Abiusi.
Raphaël, uomo tozzo e orbo, è il custode di una villa in campagna in cui non vive più nessuno. Condivide con sua madre una piccola casa all'ingresso della dimora e passa il tempo a cacciare talpe, a incontrare la postina del paese e a suonare la cornamusa, finché, a un tratto, in una notte tempestosa arriva una donna.
Ingresso libero fino a esaurimento posti.
Illustrazione (incantata) di Amalia Tucci.
Apulia Film Commission

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Uzak è diretta conseguenza di un cinema e, allo stesso tempo, di una critica in via di modificazione, che vaglia nuovi strumenti, nuove modalità di visione. Uzak è un’idea - recupero di un cinema contemporaneo marginalizzato dal Mercato; un cinema scentrato, che si pone per propria natura fuori dagli schemi di ordinaria formulazione (non certo per vezzo elistico), quindi fuori dai parametri di normale fruizione del materiale cinematografico e per questo confinato fuori dagli schermi - confluita prima in una rivista online che ne rileva e ne reinventa le disparate, dialettiche declinazioni, poi in un’omonima collana che pensa il cinema (e la sua geografia) in quanto militanza, attualità, cioè modalità di intervento. Dal primo volume, edito da CaratteriMobili, "Il film in cui nuoto è una febbre. Registi fuori dagli scheRmi", è nata la rassegna:" Registi fuori dagli scheRmi", concepita come approfondimento (seminari di studio con l'apporto degli stessi registi oltre che di critici cinematografici) riguardo le attuali potenzialità del linguaggio cinematografico di riferire, reinventare o captare la realtà, le sue trasformazioni, le sue reticenze, ecc... Per mezzo di visioni inedite, fiammeggianti, febbrili, Uzak sostiene il diritto/dovere di immaginare un cinema anarchico, potente, incontrollabile, non riconducibile alla sola dimensione spettacolare, che si esprime attraverso film che possiedono una visione del mondo e un’idea della vita. Oggi siamo sottoposti a una terapia di stordimento somministrata a dosi fatali di visioni cristallizzate, divenute ordinarie, quindi stupide, violente, sostanzialmente volgari. Che fare allora? Uzak cerca di opporsi attraverso «strategie di resistenza alla polverizzazione dello sguardo».