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CambiamentoClimatico Sito di informazioni sul cambiamento climatico

22/09/2023

Qualche volta in TV si riesce giusto a dare qualche informazione di base, come il fatto che l'autunno meteorologico è cominciato già da tre settimane, in quanto per la meteorologia l'estate è costituita dagli interi mesi di giugno, luglio e agosto.

Dato che giorni fa ho dato la notizia dell'estate più calda degli ultimi decenni a livello globale e mi hanno infamato, dicendo che divulgavo falsità perché l'estate non era ancora finita, forse anche questa info non guasta.

Poi ho potuto solo accennare a quanto ci aspetta nei prossimi giorni e ho messo in guardia su eventuali eventi estremi in un momento in cui il Mediterraneo è ancora molto caldo.

Il servizio a 23'10" dall'inizio 👇
https://www.rainews.it/notiziari/tg1/video/2023/09/Tg1-ore-2000-del-21092023-88f57874-4d69-47dc-8584-a69adec487a0.html

07/09/2023

E' stata l'estate più calda della serie storica di Copernicus. Ed El Niño si sta espandendo e rinforzando. Cosa potrà accadere a livello globale negli ultimi mesi di quest'anno e nel 2024?

Guardate cosa è successo negli ultimi decenni: al trend in aumento dovuto agli influssi antropici si sovraimpone il segnale "oscillante" di El Niño. Gli anni più caldi dei vari decenni sono quasi sempre stati in corrispondenza di questo riscaldamento delle acque dell'Oceano Pacifico tropicale centro-orientale.

04/09/2023

A soli 14 giorni dal nuovo , l'isoterma di zero gradi sopra la Svizzera è salita di nuovo ad altitudini eccezionali. Misurata a 5253 mslm dalla lanciata da Payerne oggi lunedì 4.9.2023 alle 00UTC, è il secondo valore più alto dall'inizio delle misure nel 1954.

01/09/2023

In questi ultimi mesi stiamo assistendo ad un ritorno delle posizione negazioniste in molti giornali e talk show italiani. Come esperti a sostegno di queste posizioni vengono invitati sempre gli stessi 2-3 scienziati, con nessuna competenza nello studio del cambiamento climatico e delle sue cause.

Tra questi, il più vicino alla scienza del clima è senz'altro Franco Prodi, fisico dell'atmosfera. Le sue posizioni sono lontane da quelle della comunità scientifica negando sia il ruolo antropico del cambiamento climatico, sia la manifestazione dello stesso negli eventi estremi. Prodi è solito citare un recente studio pubblicato su una rivista non specializzata in studi climatici, e con un "fattore di impatto" relativamente basso [1]. Nello studio concludono che la mancanza di tendenze per gli eventi estremi da loro considerati non confermerebbe la crisi climatica in atto.
Questo studio è stato ora ritirato [2], dopo un'inchiesta scaturita dalle forti critiche ricevute, in quanto presenta problemi profondi che non lo rendono più attendibile.

E' un complotto della fantomatica eco-lobby supportata dai climatologi mainstream? Ovviamente no. Il ritiro di alcuni articoli, sebbene molto spiacevole per gli autori, non è una cosa nuova nel mondo scientifico.

Ma perché l'articolo è stato ritirato?
Innanzitutto l'articolo voleva essere una semplice sintesi delle attuali conoscenze nel campo degli eventi estremi. Non portava dei risultati nuovi. Queste “review” sono normali nel campo scientifico, sebbene sugli eventi estremi ci sia un intero capitolo dell'IPCC dedicato ad essi. Ebbene, nonostante il sesto report IPCC [3] sia stato pubblicato un paio di mesi prima dell'invio di questo articolo alla rivista, molti dei dati e delle conclusioni mostrate nell'articolo fanno riferimento al quinto rapporto, pubblicato otto anni prima. Un punto di debolezza non da poco.

A questo si aggiunge il fatto che gli autori hanno presentato le conclusioni in modo parziale, esaltando in particolare le tendenze che non hanno un aumento chiaro, il cosiddetto “cherry picking”. Un esempio è quello dei cicloni tropicali: gli autori sottolineano la mancanza di un segnale di aumento di tutti gli uragani, un fatto conosciuto e previsto da molti modelli. Gli autori però omettono che ci sia un aumento di quelli più intensi [4], cosa prevista dai modelli, probabilmente favorito dalle emissioni antropiche [5]. Esistono poi altri fattori in cui l'uomo sembra giocare un ruolo, come lo spostamento verso i poli dell'intensità massima raggiunta dai cicloni [6]. Tutto questo viene dimenticato dagli autori.
Gli autori danno poi risalto a fenomeni estremi come i tornado, sottolineando l'impossibilità di determinare una tendenza di aumento, ma la scienza climatica non ha una previsione chiara sul futuro dei tornado in un mondo più caldo, essendo fenomeni a piccola scala la cui evoluzione futura è di difficile comprensione. Invece, le ondate di calore, un segnale ormai chiaro del cambiamento climatico in atto, sono a malapena accennate. Sugli eventi estremi di precipitazione, gli autori sono molto tiepidi, scegliendo particolari studi che sosterrebbero tale posizione, ma dimenticando come studi su riviste importanti mostrano ormai un segnale globale [7-9]. Non a caso IPCC conclude:
“Le precipitazioni medie globali su terra sono probabilmente aumentate dal 1950, con un tasso di aumento più rapido dagli anni '80” e “La frequenza e l'intensità degli eventi di precipitazione intensa sono aumentate, dagli anni '50, nella maggior parte delle aree di terra per le quali i dati osservativi sono sufficienti per un’analisi della tendenza (alto livello di confidenza) e il cambiamento climatico causato dall'uomo è probabilmente il fattore principale.” [10-11]
Sulla siccità gli autori riprendono una conclusione molto cauta presente nel report IPCC del 2013, ma da allora abbiamo maggiori conoscenze che hanno portato a trovare un segnale antropico nelle siccità su scala globale [12]. Lo stesso nuovo report di IPCC parla di un segnale emergente. Gli autori poi dedicano una parte dell'articolo al rinverdimento del Pianeta, per sostenere la narrazione secondo la quale la CO2 sia vita, mostrando alcuni grafici di rese agricole. Ma questo non ha nulla a che fare con uno studio sugli eventi estremi. A questo cherry picking si aggiungono delle analisi statistiche deboli e in alcuni casi assenti.

In conclusione, questo articolo non sarebbe mai dovuto essere pubblicato e non a caso gli autori hanno scelto una rivista non di settore e di basso impatto. Il ritiro è una diretta conseguenza di tutto questo.

Roberto Ingrosso

27/08/2023

SIAMO RANE ORMAI BOLLITE

Era inizio agosto piú o meno quando fecero scalpore le immagini di una fugace nevicata a 3.300 metri sulla Marmolada. Tv, giornali passarono l'evento come una notizia quasi eccezionale, ripresa - e te pareva- da chi nega i cambiamenti climatici per dire "Ma guarda, sono caduti 5 centimetri di neve in pieno agosto a oltre 3000 metri, non dovevamo morire tutti di caldo?". Un evento in realtá che dovrebbe essere la normalitá sulle nostre Alpi. Ma che, appunto, merita ormai l'attenzione dei media.

Di questa neve non così inconsueta per queste quote anche in estate non c’è ovviamente più traccia, fusa dalla netta ripresa del caldo anche sul settore alpino dove tra l’altro in questi giorni l'aria subtropicale ha spinto la quota dello zero termico anche oltre i 5000 metri sul Nord Italia.

Sono queste le situazioni che dovrebbero essere seguite con maggiore attenzione e raccontate al grande pubblico perché sono quelle che apportano le condizioni ambientali peggiori per i ghiacciai alpini o per quel che ne resta. Avere infatti la quota dello zero termico oltre i 4000 metri per molti giorni significa che lassù le temperature faticano a scendere al di sotto di 0 °C anche di notte e che quindi diventa costante, nel corso delle ventiquattro ore, il processo di fusione della coltre di ghiaccio, dove presente. Eventi di questo tipo sono ormai triplicati negli ultimi decenni.

Queste sono le stesse ondate calde che portano temperature di molto sopramedia per diversi giorni che abbiamo raccontato anche in pieno autunno o in pieno inverno, ma che ormai non fanno piú notizia. D'altronde "é estate, fa caldo", o "anche se é inverno risparmiamo sul riscaldamento", no? Accettiamo passivamente qualcosa come se fosse inesorabile, senza rendercene conto. Quello che DEVE essere l'eccezione ormai viene percepito come normalitá. Poco a poco non diamo piú peso ai record sbriciolati in successione, uno dopo l'altro, al fatto che gli 8 anni piú caldi mai registrati siano proprio gli ultimi 8, a praticamente tutti i ghiacci in fusione, ai record storici di concentrazione di gas serra da quando l'Homo sapiens é apparso sulla Terra, ai record delle temperature dei mari eccetera eccetera. Siamo rane bollite, come diceva Noam Chomsky. Accettiamo passivamente la successione inesorabile degli eventi, illudendoci di poterci adattare all'infinito ai cambiamenti climatici del pianeta.

Esattamente come la rana. Sperando di non fare la stessa fine.

Matteo

21/08/2023
16/08/2023

LA NASA CONFERMA: LUGLIO 2023 IL PIÚ CALDO MAI REGISTRATO A LIVELLO GLOBALE

Luglio 2023 si conferma mese record assoluto tra tutti i mesi mai registrati a livello globale.

Dopo una prima conferma arrivata dai dati di Copernicus (e pubblicata in pagina qualche giorno fa, anche NOAA e NASA confermano, set di dati caratterizzati da sole osservazioni dirette.
Avevamo giá visto l'enorme scarto di luglio 2023 rispetto a ogni altro mese di luglio (oltre 0.3 gradi rispetto al precedente record di Luglio 2019), scarto a cui hanno contribuito le anomalie positive su tutto l'emisfero Nord e sul Pacifico equatoriale, con un Niño ormai sviluppato.
Diverse aree hanno fatto registrare record assoluti, mentre si registra un solo record negativo a largo dell'isola di Banks, in Canada. Una delle chiare conseguenze del riscaldamento globale ed ormai evidente dai dati. infatti, é un fortissimo aumento dei record di caldo registrati rispetto a quelli di freddo che -ricordiamolo- non scompaiono ma sono in numero nettamente minore.

Luglio di quest'anno fa seguito a Giugno, anche lui risultato il Giugno piú caldo da quando si registrano i dati. Il 2023 è, al momento, il terzo anno più caldo, dopo il 2016 e 2020. C'è un 50% di possibilità che diventi l'anno più caldo mai registrato (fonte NOAA).

Roberto, Matteo

Credits immagine: Galselo Wrapsy

04/08/2023

A prima vista può sembrare che qualcuno abbia versato vernice blu nell'oceano, ma fortunatamente è qualcosa di totalmente naturale!

La foto satellitare mostra una regione a nord della Scandinavia, sulle coste del mare di Barents. Quella roba azzurra è fitoplancton!

Miliardi di miliardi di alghe unicellulari che proliferano di colpo in risposta alla luce estiva e ai nutrienti portati in mare dai fiumi ingrossati dal disgelo. Il fitoplancton è alla base dalla catena alimentare marina (e quindi globale) ed è il responsabile della produzione di oltre metà dell'ossigeno che respiriamo.

Capirne il comportamento stagionale, e monitorarne la risposta ai cambiamenti climatici in corso, è quindi fondamentale per comprendere il funzionamento del grande meccanismo che è il nostro pianeta Terra!

-Lorenzo

Credit: European Union, Copernicus Sentinel-3

03/08/2023

Studio su «Nature» dimostra come il Periodo Caldo Medievale fosse più freddo di quello attuale  

26/07/2023

La storica ondata di caldo è finalmente giunta al termine. Ecco un aggiornamento con i nuovi record di temperatura stabiliti negli ultimi giorni tra Sardegna e Sud Italia, e una rassegna delle rovinose tempeste di vento e grandine grossa che hanno colpito il Nord. Nella carta, medie delle temperature massime e loro anomalie tra Mediterraneo ed Europa meridionale, periodo 12-18 luglio 2023, tratte dallo "studio di attribuzione" (Zachariah et al., 2023) che individua la netta impronta del riscaldamento globale antropogenico nelle molteplici ondate di caldo estremo delle ultime settimane - tra cui quella mediterranea - nell'emisfero boreale (dettagli e link nell'articolo).
http://www.nimbus.it/eventi/2023/230725CaldoEstremoItalia_aggiornamento.htm

26/07/2023

Il clima non è “impazzito” perché il clima e il pianeta non sono enti razionali che si comportano male o ci puniscono. Il clima è lo stato di un sistema connesso (atmosfera/oceani/biosfera) in cui noi siamo immersi e dentro cui la nostra civiltà, come altri ecosistemi, è costruita.

Viviamo nel clima, ma percepiamo eventi meteo come istantanee di tale clima. Un evento (una giornata di bel tempo, o un'alluvione catastrofica) avviene e basta: la probabilità che esso avvenga e le sue caratteristiche sono determinate dal sistema globale anche se l’evento è locale.

Il clima risponde alle forzanti esterne, spostandosi verso un nuovo stato di equilibrio (aumento di T globale) e modificando i suoi modi di variabilità interni (cambio nella frequenza di ENSO): entrambe queste cose possono influenzare il singolo evento meteorologico.

Esempio ondata di calore, comunque definita: temperatura globale più alta renderà le temperature locali più alte (duh), e più umidità aumenterà la temperatura percepita (quella che viene chiamata temperatura di bulbo bagnato, e che ha a che fare con la capacità del corpo di mantenere una temperatura accettabile tramite perspirazione); la sua durata sarà determinata dalla circolazione sinottica, a sua volta influenzata dai pattern globali. A chi percepisce l’evento, che importa?

Importa se le infrastrutture in cui vive e lavora sono state pensate per mitigare tale caldo, e se tale caldo arrivi a superare soglie per cui il corpo umano non può più raffreddarsi da solo col sudore. E se tali eventi influenzano gli ecosistemi su cui si basa (per cibo e acqua, ad esempio).

Nel contesto del cambiamento climatico di origine antropica che stiamo osservando, quindi, importa chiedersi quanto la civiltà sia in grado di modificarsi rapidamente per diventare resiliente a tali cambi -per cui non è stata costruita, sotto molti aspetti- e se tali modifiche siano fattibili all’infinito.

Se fa più caldo d’estate possiamo comprare aria condizionata per tutti, certo. Costruire meglio e modificare le abitudini. I sistemi produttivi per sfamare 8 miliardi di persone possono essere modificati. Ma quanto, e quanto in fretta, e per quanto ciò è possibile, e con quali disuguaglianze?

Tutto questo per dire cosa? Che si sono modi migliori per inquadrare il problema, sia per chi si occupa di informazione che per chi si ritiene preoccupato e vuole parlare della questione. Dato che saremo qui a parlarne per decenni ancora, magari cominciamo?

Daniele

26/07/2023

47,0 °C ALL'OSSERVATORIO DI PALERMO, MAI COSI' CALDO IN ALMENO UN SECOLO E MEZZO
Ieri pomeriggio, lunedì 24 luglio, la stazione meteorologica dell'Osservatorio astronomico "Giuseppe Vaiana" di Palermo (foto al fondo del post, f. L. Leonardi/Inaf Palermo) ha registrato una temperatura massima di 47,0 °C, nuovo record storico nella serie di misura almeno dal 1865 (ovvero la parte di dati che è già stata digitalizzata, ma l'osservatorio, ancora più antico e riconosciuto Centennial Observing Station dall'Organizzazione Meteorologica Mondiale, ha iniziato l'attività nel 1790). All'estremo di caldo ha contribuito il libeccio che fluiva già caldissimo all'interno dell'anticiclone nord-africano, e ulteriormente surriscaldato per l'effetto-foehn sotto i rilievi che circondano a meridione la città. Si tratta di un valore davvero sbalorditivo, che supera di quasi due gradi e mezzo i primati precedenti di 44,6 °C stabiliti il 10 agosto 1999 e il 25 giugno 2007. Straordinario anche il caldo che si è mantenuto (sempre per effetto favonico) la scorsa notte, con minima di 36,4 °C (tuttavia è possibile che la temperatura rientri a valori inferiori entro la mezzanotte di oggi).
Ecco il comunicato dell'INAF/Istituto Nazionale di Astrofisica, che gestisce l'osservatorio:
https://www.media.inaf.it/2023/07/24/palermo-record-temperatura/
Tra i valori eccezionali di ieri, giornata storica per la climatologia italiana, ricordiamo anche i 48,2 °C di Jerzu e Lotzorai, in Ogliastra (fonte: ARPA Sardegna/Rete Unica Regionale), nuovi primati per l'intera regione e per qualunque mese dell'anno, nonché i 47,4 °C di Olbia-aeroporto (rete Aeronautica Militare), che battono di oltre 4 °C il record di 43,0 °C stabilito appena una settimana fa.
Questo non è sensazionalismo, come taluni vorrebbero far credere, ma semplice commento di dati scientifici che dipingono una situazione senza precedenti noti tra Sardegna e Sud Italia.

Antropocene…
17/07/2023

Antropocene…

L’Antropocene è un concetto proposto per identificare nella storia geologica della Terra la traccia dell’impatto delle attività umane sul pianeta nel record geologico. La comunità scientifica discute da diversi anni se e come l’Antropocene debba essere formalizzato all’interno della carta cronostratigrafica internazionale. Dal 2019, l'Anthropocene Working Group della Commissione Stratigrafica dello IUGS ha iniziato a discutere su una rosa ristretta di siti tra i quali selezionare quelli che, sulla base di una serie di indicatori geologici, potrebbero essere utilizzati per formalizzare l’Antropocene come una nuova epoca geologica.
Ad inizio 2023 il gruppo ha ristretto la lista a soli due finalisti: il lago Crawford e il lago Sihailongwan in Cina. Ad aprile di questo anno, il Crawford ha ottenuto l'approvazione dal 60% del gruppo di lavoro.
Nonostante abbia una superficie di appena 2,4 ettari, il lago Crawford è stato scelto perché profondo 24 metri. Poiché è così profondo, infatti, lo strato d'acqua inferiore non si mescola mai con quelli superiori. Ogni estate, il lago si riscalda e il carbonato di calcio precipita, accumulandosi sul fondo per formare un caratteristico strato bianco. Questi sedimenti documentano in particolare l'accumulo di plutonio radioattivo proveniente dai test delle bombe nucleari. I campioni prelevati nel lago Crawford nel 2019 e nel 2022 hanno mostrato che le tracce di plutonio sono aumentate bruscamente nei primi anni '50. Per questo motivo è stato proposto il 1950 come inizio dell'Antropocene.
Nei prossimi mesi, il gruppo di lavoro, sulla base dei dati raccolti, prenderà le sue decisioni finali per definire formalmente il riferimento stratigrafico che segna la fine dell’Olocene e l’inizio dell’Antropocene.
👉 https://buff.ly/471nagn

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