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Festival delle Culture 2024
Dal 4 marzo al 20 luglio,
Mostre, film, concerti, laboratori, incontri con autori, approfondimenti per affrontare, attraverso tante chiavi di lettura, i temi dell’intercultura di oggi.

Lasciare la propria vita all'improvviso, scappare da un Paese in cui si era costruito tutto. A tre anni dall'inizio dell...
01/03/2025

Lasciare la propria vita all'improvviso, scappare da un Paese in cui si era costruito tutto. A tre anni dall'inizio della guerra in Ucraina, Silvia Spada ha raccolto le testimonianze di chi è scappato in Italia, si è trasferito a Ravenna ed è stato accolto nel progetto Accoglienza Diffusa. Com'è ricominciare da un giorno all'altro, lasciandosi alle spalle solo macerie? Un racconto emozionante, che parte dal desiderio che, da bambini, tante volte tutti abbiamo espresso: "Da grande vorrei..."

Succede che siamo a scuola, e la maestra ci chiede: “Che cosa vuoi fare da grande?” È una delle prime domande che ci vengono rivolte, ma è anche la domanda più complessa, più piena, che ci accompagna poi per tutta la nostra esistenza. È la domanda che ci spinge a guardare al nostro futuro, ...

08/02/2025

Il film documentario di Sabrina Varani ispirato al romanzo di Francesca Melandri "Sangue giusto".Istituto Luce Cinecittà: tutte le immagini e i fotogrammi pi...

08/02/2025
«La mia nascita porta con sé un trauma che si è manifestato in una diaspora. Mia madre, quando era incinta di me, è dovu...
08/02/2025

«La mia nascita porta con sé un trauma che si è manifestato in una diaspora. Mia madre, quando era incinta di me, è dovuta fuggire dalla Somalia assieme a mio padre e mio fratello per raggiungere la Tanzania, dove io sono venuta alla luce. Infatti, all’epoca, in Somalia c’era molto razzismo a la nostra etnia non era ben vista. I “Wazigua” venivano discriminati perché erano quelli con i capelli duri, labbra grosse e naso grande. Mio fratello è stato mandato in Italia prima di me, io quando sono arrivata in Italia avevo cinque anni e sono entrata prima in affido e poi in adozione presso la mia famiglia, i Mancino, perché la mia famiglia aveva già preso accordi uno dei miei zii già presenti in Italia. Era il maggio del 1985: i miei genitori, la sorella di mia madre e suo marito vennero a prendermi a Fiumicino. Quando arrivai a Ravenna, ad aspettarmi calorosamente, c’erano mia nonna, mio fratello Emanuele, la mia futura madrina e il mio padrino del battesimo, così come sua figlia e tante persone del condominio in cui ho abitato per anni. Solo nel 2000 ho saputo che appartengo all’etnia Wazigua. Noi Wazigua crediamo di provenire dalla Tanzania ma siamo incerti sulle nostre origini, forse i miei avi si erano spostati dalla Tanzania verso la Somalia. I miei nonni, i miei genitori e tanti altri parenti sono nati e cresciuti in Somalia. I motivi dello spostamento di secoli fa da Tanzania, Kenya, Mozambico verso la Somalia sono, per alcuni gruppi come il mio, di natura economica e per altri gruppi di bantù (noi siamo bantù, ma questo ceppo comprende tantissime etnie), il motivo è stato quello della schiavitù. La paura che ho provato quando ho riflettuto sulle mie origini e quelle dei Wazigua l’ho raccontata nel secondo singolo “Eccoci qua”, perché parla di vari viaggi: quello di mia madre e mio padre e mio fratello e il mio nel ventre di mia madre dalla Somalia alla Tanzania, quello mio e di mio fratello e dei tanti miei parenti dall’Africa all’Italia, quello antico dei miei avi, quello degli attuali miei parenti che a fatica sono riusciti ad andare in America come rifugiati Wazigua, stando per tanti anni nei campi profughi in Kenya, quello di alcuni miei parenti che non ce l’hanno fatta e si sono tolti la vita qui in Italia, a causa del razzismo e dei traumi di quando erano piccoli»

La musica che libera i pensieri, tira fuori gli stati d’animo e svolge una funzione catartica dentro al corpo e nello spirito. Una vita non facile, ma che sa trovare il coraggio di farsi avanti, curare il dolore e iniziare a respirare aria pulita. E cantare diventa un modo per ricongiungersi con l...

Silvia, universitaria a Ravenna, ci racconta in questo testo emotivo la sua esperienza con due studentesse liceali, una ...
02/02/2025

Silvia, universitaria a Ravenna, ci racconta in questo testo emotivo la sua esperienza con due studentesse liceali, una messicana e una thailandese, all'interno del programma Intercultura. Le due ragazze hanno deciso di frequentare parte del loro percorso scolastico tra i mosaici, dove Silvia le ha affiancate per le lezioni di italiano: “Io ordino sempre il mio caffè espresso, e sono a mia volta affascinata dai loro discorsi: così giovani, ma così d’ispirazione. Le guardo e rifletto: dovrei insegnare io qualcosa a loro, ed invece ogni volta finisce che sono loro ad insegnare qualcosa a me"

È martedì pomeriggio. Sono le due e come al solito ho i minuti contati per raggiungere la Casa delle Culture senza fare tardi. Prendo la borsa con un paio di libri sulla grammatica italiana già infilati dentro, infilo la giacca, il cappello e la sciarpa che, con questa umidità non si sa mai.Chiu...

Avete mai sentito o detto la frase "sei diverso da tutti gli altri stranieri"? Come se fosse un complimento. Come se non...
28/01/2025

Avete mai sentito o detto la frase "sei diverso da tutti gli altri stranieri"? Come se fosse un complimento. Come se non fosse, a sua volta, l’ennesima discriminazione. Magari pronunciata con l’intento di far sentire l’altro “come noi”, di non creare ghetti. Creandoli, invece, ancora una volta

Come se fosse un complimento. Come se non fosse, a sua volta, l’ennesima discriminazione. Magari pronunciata con l’intento di far sentire l’altro “come noi”, di non creare ghetti. Creandoli, invece, ancora una volta.

Viki è solo un bambino. Solo che è straniero. Solo che è albanese. Solo che non può definirsi europeo. Solo che vive in ...
11/01/2025

Viki è solo un bambino. Solo che è straniero. Solo che è albanese. Solo che non può definirsi europeo. Solo che vive in una baracca senza il bagno. Viki vede suo padre andare al lavoro. Ma quel lavoro è in nero. E senza contratto non si può avere un permesso di soggiorno.

Viki è solo un bambino. Solo che è straniero. Solo che è albanese. Solo che non può definirsi europeo. Solo che vive in una baracca senza il bagno. Viki vede suo padre andare al lavoro. Ma quel lavoro è in nero. E senza contratto non si può avere un permesso di soggiorno. “Viki che voleva an...

Chi lavora con i migranti (o comunque li ha a cuore) non arriva a Shëngjin e Gjadër con lo sguardo neutrale e la testa v...
08/12/2024

Chi lavora con i migranti (o comunque li ha a cuore) non arriva a Shëngjin e Gjadër con lo sguardo neutrale e la testa vuota. Chi arriva qui, davanti alle cancellate dei Cpr aperti in Albania, si avvicina con gli occhi e il petto stracolmi di nomi ben precisi: Ahmed, Yaya, Sidikiba, Mustapha, Famara…. Anzi, a dire il vero si appropinqua a quei muri di ferro avendo addosso tutto, ma proprio tutto, di loro: le storie che hanno raccontato, le loro famiglie (sempre che ci siano), i loro sorrisi, le loro giornate no, i loro occhi a volte persi e a volte speranzosi, la loro tristezza e la loro voglia di emancipazione

Chi lavora con i migranti (o comunque li ha a cuore) non arriva a Shëngjin e Gjadër con lo sguardo neutrale e la testa vuota. Chi arriva qui, davanti alle cancellate dei Cpr aperti in Albania, si avvicina con gli occhi e il petto stracolmi di nomi ben precisi: Ahmed, Yaya, Sidikiba, Mustapha,...

Quanto è difficile essere genitori efficaci in terra straniera?«Con la rottura dell’involucro culturale d’appartenenza v...
27/11/2024

Quanto è difficile essere genitori efficaci in terra straniera?
«Con la rottura dell’involucro culturale d’appartenenza vengono a mancare le strategie che consentono di affrontare le difficoltà. Questo può favorire la costruzione di sistemi d’attaccamento problematici che possono portare alla nascita di relazioni disfunzionali. E’ importante aiutare i genitori nell’elaborazione del trauma migratorio e promuovere modelli di attaccamento “sani”. Alcuni non vedono l’ora che i figli entrino nel nuovo mondo, ma hanno paura che questa nuova realtà li allontani da loro. Altri, li spingono verso un’acculturazione veloce, mettendo a rischio il mantenimento delle loro radici»

Si è rivelato un vero e proprio concerto di idee, dialoghi, scambi di opinioni, dibattiti, esibizioni teatrali e note musicali. Tante piccole tessere di un unico “puzzle” che il 20 novembre presso la Rocca di Vignola hanno dato vita al convegno Armonie – Genitori e figli in terra di migrazion...

Sicuri che non siano libere le donne che, in Italia, scelgono di indossare il velo?
19/11/2024

Sicuri che non siano libere le donne che, in Italia, scelgono di indossare il velo?

«A signò, qui ci sono nata e mi sento libera»Takoua Ben MohamedNovembre 19, 2024Uncategorized Previous Post Tutori volontari dei minori non accompagnati, al via un nuovo corso: Carlotta: «La forza della presenza»

30/10/2024
Sapere esserci. Sapere ascoltare. Mettersi a disposizione. Far sentire la forza della presenza. Essere pronti al conflit...
26/10/2024

Sapere esserci. Sapere ascoltare. Mettersi a disposizione. Far sentire la forza della presenza. Essere pronti al conflitto.
Parte in Emilia-Romagna un nuovo corso per diventare tutori volontari dei minori stranieri non accompagnati.
L'esperienza di Carlotta, da Ravenna.

Provengono da Paesi, stili di vita e culture diversi e hanno bisogno di essere non solo accolti, ma anche seguiti nel loro percorso, che avverrà all’interno di una nuova realtà. Parliamo dei minori stranieri non accompagnati che, a volte, quando li guardi, sembrano ancora bambini, altre volte po...

Se un 16enne della Guinea ti fa ascoltare "A mano a mano" di Rino Gaetano. Se cinque 18enni del Gambia, dell'Egitto, del...
21/10/2024

Se un 16enne della Guinea ti fa ascoltare "A mano a mano" di Rino Gaetano. Se cinque 18enni del Gambia, dell'Egitto, del Pakistan e del Bangladesh passano la domenica a dipingere l'ultima casa che li accoglierà
Se continui a leggere dei Cpr in Albania.

Freccia Rossa Bologna-Roma. D. si è messo dei jeans larghi con i bordi color bronzo, ha una catena argentata al collo, gli occhiali da sole e una camicia fantasia bianca e nera. Stiamo andando all’Ambasciata della Guinea a ritirare il suo passaporto, mesi e mesi d’attesa per quel cartoncino ver...

13/10/2024

Corso Gratuito per SPID e Servizi Online📢

Dal 14 ottobre, ogni lunedì e mercoledì, dalle 16:30 alle 18:30 alla Casa delle Culture potrai attivare il tuo SPID o imparare ad utilizzare i servizi online.

Partecipa al corso digitale gratuito rivolto a tutti coloro che vogliono conoscere meglio gli strumenti digitali utili nella vita di tutti i giorni.

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Chiama il numero 📞 0544/591876

Il corso è offerto gratuitamente nell'ambito del progetto PASSI - Prossimità e Affiancamento Solidale.

13/10/2024

Foto di Marco Parollo Assessora, allora ripartite dopo una breve pausa estiva? Questa lunga edizione ha affrontato il tema del rapporto tra tutela dei diritti…

  sulla  Abbiamo intervistato Theodore Gbola Noka, ivoriano, tra trent'anni a Ravenna: “Per me questa proposta è un segn...
04/10/2024

sulla
Abbiamo intervistato Theodore Gbola Noka, ivoriano, tra trent'anni a Ravenna: “Per me questa proposta è un segno di apertura, di speranza, un grande passo avanti. Vuol dire che il nostro paese si sta evolvendo verso una visione differente, con maggiore voglia di accogliere e impegnarsi per favorire l’integrazione dei suoi cittadini. Un modo per uniformarsi alla realtà di altri paesi europei, come Francia e Inghilterra, che hanno lavorato molto, a livello politico, sul fenomeno immigrazione e oggi si trovano in una situazione molto diversa rispetto alla nostra”

Ecco un’Italia che è riuscita a scrollarsi di dosso un velo di arretratezza e stavolta ha detto sì. Il quorum delle cinquecentomila firme è stato raggiunto e sarà sottoposto alla Corte Costituzionale. Il nocciolo della proposta del referendum riguarda la riduzione da 10 a 5 anni di residenza i...

Per fare il rider, ci vuole una bicicletta. Per fare una bicicletta, ci vogliono i soldi. Per fare i soldi, ci vuole un ...
02/10/2024

Per fare il rider, ci vuole una bicicletta. Per fare una bicicletta, ci vogliono i soldi. Per fare i soldi, ci vuole un lavoro. Per fare un lavoro, ci vuole un permesso di soggiorno o un amico prestanome che ti passa il suo smartphone e il suo account perché “un rider nero è un rider nero”, nessuno si chiede come ti chiami. Per fare un permesso di soggiorno, ci vuole un lavoro in regola e così siamo punto e a capo.
Andate a vedere “Anywhere anytime” ❤️

Per fare il rider, ci vuole una bicicletta. Per fare una bicicletta, ci vogliono i soldi. Per fare i soldi, ci vuole un lavoro. Per fare un lavoro, ci vuole un permesso di soggiorno o un amico prestanome che ti passa il suo smartphone e il suo account perché “un rider nero è un rider nero”, ne...

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