Libri.Sparsi

Libri.Sparsi Parlo dei libri che leggo, dalla letteratura alla saggistica. Senza un ordine preciso. Libri sparsi.

Murales en Tulum
19/08/2024

Murales en Tulum

Dopo l'incontro folgorante di alcuni anni fa con "Furore", è stato merito del Bookstagram l'occasione per riavvicinarmi ...
14/08/2024

Dopo l'incontro folgorante di alcuni anni fa con "Furore", è stato merito del Bookstagram l'occasione per riavvicinarmi alla lettura di John Steinbeck e al suo altrettanto celebre romanzo, "Uomini e topi".

Ancora una volta, nell'opera di Steinbeck è ritratto il volto dell'America degli anni '30, quella che aveva conosciuto la Grande Depressione e veniva attraversata da costa a costa da un'umanità derelitta che non aveva altro su cui contare se non sulle proprie braccia in cambio di sudore e sfruttamento.

È un mondo di costante precarietà, di vittime e carnefici, in cui la facoltà di garantire un tozzo di pane sancisce il diritto alla prevaricazione sul più debole.

È un mondo di affollate solitudini, permeate dalla speranza di riuscire un giorno a tirarsi fuori dalle sabbie mobili della propria esistenza e trascorrere serenamente il resto dei giorni.

È un mondo in cui, nonostante tutto, sgorga la fonte della pietas a dissetare il deserto del mondo circostante.

In poco più di centotrenta pagine, Steinbeck condensa un racconto di grande profondità che per certi aspetti, anche se consapevole della forzatura, mi ha ricordato Il miglio verde di Stephen King.

"𝗙𝗮𝗰𝗰𝗶𝗮𝗺𝗼𝗹𝗼 𝗮𝗱𝗲𝘀𝘀𝗼" 𝘀𝘂𝗽𝗽𝗹𝗶𝗰𝗼̀ 𝗟𝗲𝗻𝗻𝗶𝗲 "𝗣𝗿𝗲𝗻𝗱𝗶𝗮𝗺𝗼𝗹𝗼 𝗮𝗱𝗲𝘀𝘀𝗼 𝗾𝘂𝗲𝗹 𝗽𝗼𝘀𝘁𝗼".

"𝗖𝗲𝗿𝘁𝗼, 𝘀𝘂𝗯𝗶𝘁𝗼...𝗗𝗲𝘃𝗼 𝗳𝗮𝗿𝗹𝗼 𝗶𝗼. 𝗟𝗼 𝗳𝗮𝗰𝗰𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗶𝗻𝘀𝗶𝗲𝗺𝗲".

10/08/2024

Un giovane giornalista partecipa come inviato al Campionato statunitense della memoria e si ritrova catapultato in un mo...
08/08/2024

Un giovane giornalista partecipa come inviato al Campionato statunitense della memoria e si ritrova catapultato in un mondo fatto di sequenze interminabili di numeri, lunghissime liste di nomi e immagini governate con sicurezza a memoria da un singolare stuolo di "atleti della mente".

Con la curiosità che lo anima, il giornalista, Joshua Foer, decide di approfondire il mondo della mnemotecnica e delle sue sbalorditive potenzialità con uno dei maggiori studiosi in circolazione, l'inglese Ed Booke.

Passione, impegno e costanza fanno il resto, portando il giornalista a conquistare nel giro di un anno il titolo di campione della memoria degli Stati Uniti e a raggiungere dei traguardi che fino a poco prima nemmeno immaginava.

"L'arte di ricordare tutto" è il resoconto del viaggio personale dell'autore nell'arte della memoria e al contempo una panoramica storica su uno degli strumenti più potenti inventati nell'antichità, coltivato fino al Medioevo, e poi colpevolmente abbandonato nella modernità.

Cicerone, Quintiliano, Pietro da Ravenna, Giordano Bruno. È incredibile leggere come i principi dell'ars memoriae, tutt'oggi ancora utilizzati dagli esperti, siano stati creati da queste grandissime personalità proprio nella nostra pen*sola ma poi relegati nel dimenticatoio e cancellati dalla formazione scolastica degli studenti, quando, invece, in epoca classica costituivano gli elementi fondamentali dell'educazione di una persona.

Tutti ricordiamo la fatica di ricordare l'abbondante materiale di studio al liceo o all'università. Probabilmente il percorso sarebbe stato più facile con qualche tecnica a disposizione che, se non altro, possono essere imparate a qualsiasi età e applicate nella vita di tutti i giorni.

Dal canto mio, con lo stesso metodo dei loci spiegato da Cicerone, l'altro giorno ho pure imparato la sequenza degli accordi jazz di Blue Bossa da suonare col mio sassofono. Il pezzo mi è venuto benissimo, ma questa è un'altra storia...di che stavamo parlando? 😅

Music and graffiti 🎶Riconoscete questi artisti?! Scrivete i loro nomi nei commenti! 🙂
03/08/2024

Music and graffiti 🎶

Riconoscete questi artisti?! Scrivete i loro nomi nei commenti! 🙂

1993. Roma, via Fauro. Firenze, via Dei Georgofili. Milano, via Palestro. Tre autobombe insanguinano nuovamente il Paese...
30/07/2024

1993. Roma, via Fauro. Firenze, via Dei Georgofili. Milano, via Palestro. Tre autobombe insanguinano nuovamente il Paese dopo gli orribili attentati di Capaci e via D'Amelio dell'anno precedente.
Stragi di mafia da contorni molto indefiniti, dato che le indagini successive hanno appurato che in tutti i luoghi colpiti erano presenti anche soggetti estranei a Cosa Nostra. Secondo le numerose inchieste ancora in corso si tratterebbe di individui contigui ai servizi segreti paralleli, massoneria, ndrangheta ed eversione nera che hanno operato con le stesse modalità stragiste che investirono l'Italia tra la fine degli anni Sessanta e gli inizi degli anni Ottanta.

A conferma di questa tesi, le inchieste hanno accertato che nei luoghi degli attentati del 92/93 vi erano anche alcune presenze femminili, che notoriamente non hanno mai avuto un ruolo esecutivo nella storia della malavita siciliana, a cui dopo anni si è dato un volto e che sono tutt'ora sotto indagine.

Nel libro "Le donne delle stragi" il giornalista Massimiliano Giannantoni indaga un aspetto tutt'ora poco conosciuto della serie di attentati dei primi anni Novanta ma di primaria importanza. Chi erano queste donne? Da dove provenivano? Qual era il loro ruolo? E infine, qual era il filo che le accomunava? Per rispondere a quest'ultima domanda basta un nome: Giovanni Aiello, l'ex poliziotto dai trascorsi torbidi per anni conosciuto come "Faccia da mostro", alla cui identità si è risaliti nel 2009 grazie alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Vito Lo Forte e Francesco Marullo e scomparso nel 2017 portando con sé numerosi segreti.

"Le donne delle stragi" è un libro da leggere con interesse perché con serietà e accuratezza aggiunge una tessera al frastagliato mosaico della nostra storia recente.

28/07/2024

Dopo la chiusura dell'operazione Mare Nostrum che per anni aveva salvato migliaia di profughi disperati nelle acque del ...
25/07/2024

Dopo la chiusura dell'operazione Mare Nostrum che per anni aveva salvato migliaia di profughi disperati nelle acque del Mediterraneo, nel 2017 il governo italiano e l'UE hanno barattato con la Libia il contenimento dei migranti che partono dalle sue coste in cambio di fiumi di denaro. Ad oggi si stimano circa 450 milioni di euro che sono finiti nelle tasche delle milizie, trafficanti di uomini e politici collusi dell'instabile paese nordafricano ma che, al contempo, non hanno fermato la spaventosa tratta di esseri umani e violazioni dei diritti che avvengono nei centri di detenzione libici.

Negli stessi anni, a giustificazione del cambio di prospettiva, in Italia si è assistito ad una campagna mediatica di criminalizzazione delle ONG che operano nel Mar Mediterraneo e ad una spoliazione delle funzioni della guardia costiera nelle operazioni di salvataggio. In questo contesto buio si è arrivati, tra gli altri, ai vergognosi casi del divieto di attracco della nave della ONG Sea Watch ordinato da Matteo Salvini nel 2019 o alla strage di 94 migranti avvenuta sulle coste di Cutro nel 2023 dopo giorni in balìa delle onde senza ricevere soccorsi umanitari.

"Le mani sulla guardia costiera" di Nello Scavo, giornalista d'inchiesta di Avvenire, pubblicato da Chiare Lettere, dissipa la mole di bugie costruita sull'umanità disperata di persone che fuggono da guerre, carestie, emergenze climatiche, che l'Occidente stesso ha contributo ampiamente ad alimentare.

Al contempo, il giornalista analizza le conseguenze disastrose di accordi con criminali senza scrupoli che hanno reinvestito i capitali ricevuti in altre attività illecite come il contrabbando di stupefacenti e di petrolio.

"Le mani sulla guardia costiera" è un grido di denuncia verso le omissioni, gli errori, i silenzi, le mezze verità ampiamente documentate che vedono coinvolte anche le istituzioni del nostro paese e della UE sulla pelle dei più deboli.

Avete letto questo libro? Vi aspetto con piacere nei commenti! :)

Buon sabato, amici lettori, come state? Ho terminato finalmente Blankets di Craig Thompson e devo dire che non mi ha ent...
22/06/2024

Buon sabato, amici lettori, come state? Ho terminato finalmente Blankets di Craig Thompson e devo dire che non mi ha entusiasmato.

Lo avevo acquistato perché ne aveva parlato decisamente bene Zerocalcare, autore che amo, però la storia raccontata, ovvero quella dell'infanzia, adolescenza e della famiglia dell'autore, non mi ha coinvolto particolarmente. Non aggiungo altri dettagli per non svelare la trama a chi volesse leggerlo.

I disegni, invece, li ho trovati particolarmente belli ed efficaci.

Avete letto questo romanzo a fumetti? Aspetto con piacere i vostri commenti! 🙂

Un minuto e cinquantadue secondi bastarono agli Smiths per incastonare il gioiello musicale di "Please, Please, Please, ...
03/06/2024

Un minuto e cinquantadue secondi bastarono agli Smiths per incastonare il gioiello musicale di "Please, Please, Please, Let me get what I want".

Un centinaio di pagine a Fedor Dostoevskij per immortalare le notti luminose e cariche di desiderio di San Pietroburgo.

A riprova che l'Arte può assumere la forma di una breve canzone o di una sinfonia, di un haiku o di un poema, di una miniatura o di un polittico, di un lungo romanzo o di un breve racconto.

Dalle prime alle ultime righe si viene traghettati nella dimensione altra, sospesa e universale a cui dà forma il genio russo. Notti bianche. Letteratura e meraviglia.

02/06/2024

Da molti anni Giovanni Fasanella e Mario José Cereghino conducono una importante attività di ricerca storica presso gli ...
31/05/2024

Da molti anni Giovanni Fasanella e Mario José Cereghino conducono una importante attività di ricerca storica presso gli archivi di Stato britannici di Kew Gardens, vicino a Londra.

La loro attività è basata su un'ampia mole di documenti dei servizi segreti inglesi che, dopo decenni, sono stati desecretati e resi accessibili agli studiosi.

"Il golpe inglese" è il frutto di un'attività di ricostruzione storica basata su documenti e dimostra gli interessi e le manovre dietro le quinte che i britannici hanno sempre attuato in Italia.

Lontani da comodi complottismi, è un dato di fatto che soprattutto i paesi a vocazione imperialista hanno sempre cercato di esercitare la loro influenza nelle aree strategiche ai loro interessi.

C'è poco da stupirsi, quindi, che lo stesso sia avvenuto anche in Italia, stato centrale del Mediterraneo, porta verso il Medioriente ricco di petrolio, nonché, nel dopoguerra, il paese con il più influente Partito Comunista dell'Europa Occidentale.

Insomma, per i sudditi di sua maestà gli ingredienti per condizionare un paese che sullo scacchiere internazionale doveva contare quanto un due di picche ci sono sempre stati, soprattutto dopo la disfatta della seconda guerra mondiale

Fasanella e Cereghino lo dimostrano attraverso una rigorosa ricerca documentale, analizzando in una nuova prospettiva numerosi casi, tra i più eclatanti dei quali compaiono quelli di Giacomo Matteotti, Enrico Mattei e, infine, di Aldo Moro.

Avete letto questo libro? Vi aspetto con piacere nei commenti! 😊

Colors at World Trade Center, NY.
30/05/2024

Colors at World Trade Center, NY.

È un interessantissimo pamphlet quello scritto dal giornalista Alberto Mattioli, e appena pubblicato da Chiare Lettere, ...
18/05/2024

È un interessantissimo pamphlet quello scritto dal giornalista Alberto Mattioli, e appena pubblicato da Chiare Lettere, dal titolo 𝗗𝗲𝘀𝘁𝗿𝗮 𝗺𝗮𝗹𝗱𝗲𝘀𝘁𝗿𝗮. 𝗟𝗮 𝘀𝗽𝗼𝗹𝗶𝘁𝗶𝗰𝗮 𝗰𝘂𝗹𝘁𝘂𝗿𝗮𝗹𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝗴𝗼𝘃𝗲𝗿𝗻𝗼 𝗠𝗲𝗹𝗼𝗻𝗶.

Ad un anno e mezzo dall'insediamento del primo governo di destra post fascista (ma non diciamolo troppo in giro) dal 1947, e con sessant'anni di tempo per elaborare il lutto della sconfitta storica oltre che politica dei loro progenitori, ci si sarebbe potuti aspettare chissà quali grandi novità anche culturali dal partito che mantiene pervicacemente nel simbolo la fiammella (fuoco fatuo?) che esce dalla bara del duce. E invece l'elefante ha partorito il topolino.

Dopo il Decreto Rave di cui tutti sentivano l'urgenza, l'unica preoccupazione dell'esecutivo de Il Presidente Giorgia Meloni è stata di piazzare una corte dei miracoli di individui anche nelle principali poltrone culturali di questo Paese.

Tra questi, Gennaro Sangiuliano, il Ministro della Cultura che la sera della finale del Premio Strega 2023 disse, nell'incredulità generale, di non avere letto i romanzi che egli stesso era chiamato a votare, guadagnando una magnifica sbertucciata dalla caustica presentatrice Geppi Cucciari.

Abbiamo poi Vittorio Sgarbi, ex sottosegretario alla Cultura dopo l'inchiesta di Report su un'oscura vicenda di un'opera d'arte del Seicento che risulta rubata, e nel frattempo artefatta, per la quale è tutt'ora indagato.

Si passa per Geronimo La Russa, figlio di cotanto Ignazio, avvocato e presidente dell'automobile club di Milano, uniche credenziali, evidentemente in assenza di altre, per sbarcare nel consiglio direttivo del Teatro alla Scala.

Si vola alto con Beatrice Venezi, direttrice d'orchestra salita alla ribalta nazionale più per le sue continue dichiarazioni di supporto a Giorgia e i suoi Fratelli che per i modesti, a detta degli esperti, meriti artistici.

Nella disamina con stile sagace e ironico di questi e altri dimenticabili episodi, Alberto Mattioli pone una domanda drammaticamente seria: quali sono gli spazi per la cultura in una parte politica che sul populismo ha costruito le sue fortune?

Il punto dirimente è proprio questo, perché, e qui c'è poco da ridere, il destinatario delle cosiddette politiche culturali di un esecutivo composto da famigli e amici degli amici è, alla fine di tutto, una impotente collettività.

Nel 1987 un giovane militante di sinistra, Mario Scrocca, venne incarcerato nel carcere di Regina Coeli a Roma con l'acc...
15/05/2024

Nel 1987 un giovane militante di sinistra, Mario Scrocca, venne incarcerato nel carcere di Regina Coeli a Roma con l'accusa di essere uno degli autori dell' omicidio di due militanti del MSI avvenuto nove anni prima nel quartiere di Acca Larentia.

Travolto dalla vicenda, Mario Scrocca si tolse la vita nella cella dopo meno di due giorni. Anni dopo, caddero tutte le accuse agli altri coimputati, mentre la ragazza che aveva fatto il suo nome ammise di non riconoscerne il volto.

"Dalla stessa parte mi troverai", di Valentina Mira, ricostruisce con delicatezza la vicenda dimenticata di un'altra vittima di quegli anni, riconsegnandola in questo modo alla memoria collettiva.

Questo romanzo, finalista al Premio Strega 2024, nasce anche da un perché profondo dell'autrice e dal filo che lega il suo personale vissuto con la storia raccontata.

L'opera di Valentina Mira è un libro partigiano, nell'accezione più elevata del termine, che fa nomi e cognomi, e mescola sapientemente il racconto letterario con riflessioni personali e contestualizzazioni storiche. Valentina Mira traccia nettamente i confini della Storia, denunciando anche la mistificazione della cosiddetta pacificazione nazionale tra chi è animato dal reale spirito democratico e i nipotini del fascismo di oggi, dichiarati (pochi) e non dichiarati (molti) che inquinano da anni il discorso politico nazionale.

Proprio per questa ragione il libro e l'autrice hanno subìto molteplici attacchi da esponenti dell'attuale governo, nel loro tentativo, riuscito, di occupare "militarmente" i principali luoghi di confronto pubblico, spazi culturali compresi.

"Dalla stessa parte mi troverai" narra la storia di una vittima dimenticata di una parte giusta del Paese, raccontando, in realtà, anche una parte della nostra storia recente.

Buon Primo Maggio, amici lettori! 🌹L'opera nella foto è il celebre Quarto stato, di Pellizza da Volpedo, oggi custodito ...
01/05/2024

Buon Primo Maggio, amici lettori! 🌹

L'opera nella foto è il celebre Quarto stato, di Pellizza da Volpedo, oggi custodito presso la Galleria d'Arte Moderna di Milano.

Un quadro dal grande contenuto simbolico perché celebra la dignità del lavoro e la tutela dei diritti dei lavoratori.

Lo avete mai visto dal vivo? 😉

Quel luogo che per molti di noi è simbolo di bellezza e serenità, per migliaia di persone molto meno fortunate rappresen...
27/04/2024

Quel luogo che per molti di noi è simbolo di bellezza e serenità, per migliaia di persone molto meno fortunate rappresenta, invece, l'ultimo e periglioso ostacolo prima della salvezza o della fine.

Il Mediterraneo, che per secoli è stato ponte tra i popoli, oggi si è trasformato in una barriera che separa la speranza dalla condanna certa.

Il Mare Nostrum è diventato, infatti, il teatro di una crisi umanitaria permanente a cui per negligenza o calcolo non si è riusciti a trovare una soluzione condivisa e che, in Europa, ha visto anche trasformare la gestione della migrazione in una delle principali leve di costruzione del consenso.

È questo il difficile contesto in cui lavorano gli operatori umanitari nel quotidiano tentativo di strappare alla morte le vittime del traffico di esseri umani e nel quale è ambientato "Il giorno in cui siamo morti" , di Maria Eugenia Veneri.

Nel suo bel romanzo, l'autrice intreccia le vicende dei protagonisti, Emma ed Edgard, in missione nell'isola di Agarab e uno dei luoghi di approdo di questa umanità disperata, con una spy story all'interno del palazzo dell'ONU dove vengono prese le decisioni che possono cambiare il corso degli eventi.

Buon 25 aprile, amici lettori! 🌹
25/04/2024

Buon 25 aprile, amici lettori! 🌹

Alle soglie del Duemila centinaia di organizzazioni provenienti da ogni parte del mondo si erano raccolte in un piattafo...
17/04/2024

Alle soglie del Duemila centinaia di organizzazioni provenienti da ogni parte del mondo si erano raccolte in un piattaforma comune per avanzare le proprie legittime rivendicazioni ai “grandi della terra”.
Si trattava di un movimento globale variegato e dalle mille anime che, parafrasando una canzone dell’epoca di Jovanotti, “passava da Che Guevara e arrivava fino a Madre Teresa”, avanzando nuove istanze sociali, economiche e ambientali. Un altro mondo possibile, dicevano, con una prospettiva ben differente da quella che abbiamo conosciuto successivamente.
La colonna sonora di quel periodo era rappresentata da Manu Chao e dal suo album Clandestino; la “bibbia” di quel movimento era No Logo, scritto da una giovane giornalista canadese di nome Naomi Klein.
Accanto a questo movimento pulito e colorato c’era un’ala di contestazione dura caratterizzata da frange difficilmente identificabili, non inclini al dialogo, facinorosi convinti di fare la rivoluzione ribaltando un cassonetto della spazzatura o sfasciando il vetro di una banca. Poche centinaia di individui che con la loro furia sarebbero tornate utili per mettere in ombra un intero movimento pacifista globale e la sua significativa spinta politica. Politicamente miopi perché inconsapevoli che la degenerazione nella violenza avrebbe soltanto indebolito la posizione di tutti. O semplicemente indifferenti a questo tipo di considerazioni, obnubilati dal ribellismo di chi sa che non conta e mai conterà. Sicuramente comodi.

Poi c’erano le Istituzioni, i rappresentanti di Stato, gli apparati di pubblica sicurezza, le grandi organizzazioni transnazionali come il Fondo Monetario Internazionale, il WTO, politicamente sorde alle istanze sociali in quell’atteggiamento così ben immortalato da Alberto Sordi nel film Il Marchese del Grillo.

Fu in questo contesto che nel 2001 si tenne il G8 di Genova, il forum degli otto governi dei Paesi più potenti della terra, l’occasione che avrebbe potuto mostrare al mondo intero la carica delle spinte progressiste della società globale e invece si trasformò nella sua tomba.

Amnesty International definì i fatti che sconvolsero il G8 “la più grave sospensione dei diritti democratici in Europa dopo la seconda guerra mondiale”, riferendosi in particolare alle violenze inaudite della forze di polizia ai danni dei manifestanti (300 mila persone) in via Tolemaide, nella Scuola Diaz, nella caserma di Bolzaneto, mentre imprendibili e mai identificati gruppi di Black Block mettevano a ferro e a fuoco la città. Violenze per cui nessuno ha pagato.

Di tutto questo, parla bene e approfonditamente Giovanni Riva nel suo libro “Genova, vent’anni dopo” edito da Peoplepub.

Senza fare sconti a nessuno, compresi gli organizzatori del Genoa Social Forum e i movimenti antagonisti dell'epoca, l’autore analizza le cause del disastro di un evento che fu un fallimento sotto molteplici punti di vista: politico, di gestione della pubblica sicurezza, di dialogo tra le parti, di rappresentazione mediatica.

E che a distanza di più di vent’anni resta una ferita ancora aperta.

Colours 🌈
12/04/2024

Colours 🌈

Dopo la guerra nella ex Jugoslavia nei primi anni anni Novanta sembrava veramente remota la possibilità di una nuova gue...
09/04/2024

Dopo la guerra nella ex Jugoslavia nei primi anni anni Novanta sembrava veramente remota la possibilità di una nuova guerra in Europa.

Certo, le tensioni nelle aree più calde dei Balcani non si erano mai del tutto esaurite, ma due anni fa pochi immaginavano il conflitto che stava per deflagrare in Ucraina.

Scatenato da chi, poi? Proprio da quel Paese, la Russia, oggi dipinto come il male assoluto, con cui negli ultimi anni tutti i Paesi dell'UE avevano fatto a gara per stringere accordi energetici e relazioni diplomatiche osannando il suo Presidente. L'amico Putin, veniva chiamato in Italia da Berlusconi a favore di telecamere e sorrisi a trentadue denti.

Eppure erano anni che dietro l' apparente distensione tra due mondi per decenni contrapposti, la Nato conduceva in Ucraina una partita a risiko che prima o poi sarebbe scalata di livello. A che cosa doveva condurre il programma di espansione del Patto Atlantico ai confini con la Russia, se non a esacerbare le relazioni tra superpotenze a discapito di un Paese debole quale l'Ucraina?

Era dal 2014 che, nel torpore mediatico occidentale, in Ucraina si conduceva una vera e propria guerra sporca ai danni della popolazione a maggioranza russofona del Donbass che chiedeva, anche appoggiata, o aizzata dalla Russia, una maggiore autonomia da Kiev.

Come sempre, la realtà è molto più complessa e sfaccettata di quanto la rappresentazione del conflitto in corso non dimostri. C'è un Paese aggressore, la Russia, e un Paese aggredito, l'Ucraina. Poi ci sono centinaia di migliaia di civili che, come in ogni guerra, sono le vittime sacrificali di una serie di scelte politiche dettate dalla legge della sopraffazione e dalla perdita del buon senso. Realismo politico, lo chiamano gli esperti.

Il libro di Benedetta Sabene, alias , "Ucraina. Controstoria del conflitto oltre i miti occidentali", pubblicato da , è una occasione per farsi un'idea più chiara e contestualizzare al meglio le cause che hanno scatenato la guerra nella terra dove nacque Nikolaj Gogol', autore, profetico, de Le anime morte .

Buon pomeriggio, amici lettori! Ieri è stata la Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Autismo e per questo motivo ...
03/04/2024

Buon pomeriggio, amici lettori! Ieri è stata la Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Autismo e per questo motivo vi vorrei segnalare un bel romanzo letto alcuni anni fa.

Il libro si intitola "Se ti abbraccio non aver paura", scritto da Fulvio Ervas e pubblicato da .

Mi ero avvicinato alla sua lettura perché, da motociclista, mi incuriosiva la storia incentrata su un viaggio in moto dagli Stati Uniti all'America Latina, compiuto da un padre e un figlio nell'arco di tre mesi.

In realtà, poi nel romanzo ho trovato molto di più. Il libro narra la storia del legame intenso tra i due protagonisti e di un viaggio che diventa un modo per conoscersi meglio e allargare giorno dopo giorno i confini dell'autismo di cui è affetto il figlio.

"Se ti abbraccio non aver paura" è la storia degli sforzi immani di un padre che non si rassegna ai verdetti definitivi e di un figlio consapevole della propria neurodivergenza che, tuttavia, cercano di abbattere i muri dell'incomunicabilità causati dalla sindrome.

Soprattutto, questo romanzo è il racconto del lungo viaggio compiuto da due persone che esistono realmente: Franco Antonello e suo figlio Andrea.

Dopo il viaggio immortalato nel romanzo, Franco e Andrea non si sono fermati e oggi sono conosciuti ai più perché svolgono una grande opera di sensibilizzazione sull'autismo. Padre e figlio hanno creato, infatti, l'associazione I bambini delle fate per dare supporto alle persone affette dalla sindrome costruendo intorno a loro una solida rete di relazioni.

Infine, nel 2019 dal libro è stato tratto un bel film diretto da Gabriele Salvatore, con Claudio Santamaria, dal titolo "Tutto il mio f***e amore" .

Conoscevate questo libro e la storia dei suoi protagonisti, o avete visto il film 📽?

Vi aspetto con piacere nei commenti! 💥

In giro a Philadelphia 🇺🇸📸
02/04/2024

In giro a Philadelphia 🇺🇸📸

Se volete leggere un giallo ben scritto e ambientato in una località a noi tutti familiare per il famoso festival che os...
31/03/2024

Se volete leggere un giallo ben scritto e ambientato in una località a noi tutti familiare per il famoso festival che ospita, Sanremo, allora Il breve mestiere di vivere, scritto da Adriano Morosetti, è una buona scelta.

1993. Sanremo. Sono i giorni del festival e del carrozzone che vi gira intorno. Dopo anni di assenza dalla sua città, Arturo Ferretti, giornalista, vi ritorna per intervistare uno degli artisti di punta della kermesse, compito ingrato per chi come lui anni addietro aveva abbracciato il giornalismo per ben più alti ideali, una scelta che aveva pagato ad alto prezzo dopo avere pestato i piedi sbagliati.

Il protagonista incontra Nino, un vecchio compagno di lotte e dagli ideali incrollabili, che gli vuole raccontare qualcosa ma non fa in tempo perché qualcuno gli chiude la bocca per sempre.

La narrazione si dipana in un continuo rimando di ricordi del protagonista, con i suoi conti in sospeso con la città da cui è stato costretto ad allontanarsi, i giorni frenetici del Festival, e quelli che seguono all'omicidio dell'amico.

L'immagine della città dei fiori, degli artisti con la corte di nani e ballerini, dei canti stonati al karaoke di "fiorellana", se è permesso il brutto neologismo, memoria, nasconde altro. Quello del malaffare, dell'abusivismo edilizio endemico, delle infiltrazioni mafiose e delle collusioni politiche. Di quello che si può e di quello che non si può dire. A cui, nonostante tutto, o forse proprio per questo, Arturo Ferretti, è profondamente legato e nella quale, indagando sull'omicidio dell' amico, chiude il cerchio con il proprio passato.

Vi piacciono i romanzi gialli? Fatemelo sapere nei commenti! 😉

Se volete leggere un giallo ben scritto e ambientato in una località a noi tutti familiare per il famoso festival che os...
31/03/2024

Se volete leggere un giallo ben scritto e ambientato in una località a noi tutti familiare per il famoso festival che ospita, Sanremo, allora "Il breve mestiere di vivere" , scritto da Adriano Morosetti, è una buona scelta.

1993. Sanremo. Sono i giorni del festival e del carrozzone che vi gira intorno. Dopo anni di assenza dalla sua città, Arturo Ferretti, giornalista, vi ritorna per intervistare uno degli artisti di punta della kermesse, compito ingrato per chi come lui anni addietro aveva abbracciato il giornalismo per ben più alti ideali, scelta che aveva pagato ad alto prezzo dopo avere pestato i piedi sbagliati.

Il protagonista incontra Nino, un vecchio compagno di lotte e dagli ideali incrollabili, che vorrebbe raccontargli qualcosa di grave ma non fa in tempo perché gli chiudono la bocca per sempre.

La narrazione si dipana in un continuo rimando di ricordi del protagonista, con i suoi conti in sospeso con la città da cui è stato costretto ad allontanarsi, i giorni frenetici del Festival, e quelli che seguono all'omicidio dell'amico.

L'immagine della città dei fiori, degli artisti con la corte di nani e ballerini, dei canti a squarciagola al karaoke di "fiorellana", se è concesso il brutto neologismo, memoria, nasconde altro. Quello del malaffare, dell'abusivismo edilizio endemico, delle infiltrazioni mafiose e delle collusioni politiche. Di quello che si può e di quello che non si può dire. Città a cui, nonostante tutto, o forse proprio per questo, Arturo Ferretti, è profondamente legato e nella quale termina il lavoro che da tempo aspettava la conclusione.

Vi piacciono i romanzi gialli? Fatemelo sapere nei commenti!

"Leggere e viaggiare sono due verbi che possono fondersi. Le parole di un autore ci possono portare in territori che non...
26/03/2024

"Leggere e viaggiare sono due verbi che possono fondersi. Le parole di un autore ci possono portare in territori che non conoscevamo, incuriosirci facendo nascere in noi il desiderio di visitare i luoghi descritti." scrive nelle prime pagine di "In Puglia". Ed è sul connubio di leggere viaggiando e viaggiare leggendo che l'autore ci porta nella sua, e anche mia, meravigliosa regione per conoscerla attraverso il gli strumenti della letteratura.

Sono stati numerosissimi gli scrittori che nel corso dei decenni hanno raccontato la Puglia, ne hanno tratto ispirazione poetica, vi hanno ambientato storie.

Paolo Meli ci porta poi nei luoghi della sua infanzia e della sua giovinezza prendendo spunto anche da episodi di vita vissuta e passando poi il testimone agli scrittori che abbondantemente cita nel suo libro.

Tra questi Alda Merini, che a Taranto visse per tre anni e scrisse alcuni dei suoi componimenti più celebri; Maria Teresa Di Lascia che, pur non nomimandolo, nel suo paese della Daunia, Rocchetta Sant'Antonio, ambienta il libro che le è valso postumo il Premio Strega nel 1995.

Conosciamo, poi, Bari, raccontata nelle inchieste di Pier Paolo Pasolini e nei romanzi degli scrittori contemporanei Nicola Lagioia, Gianfranco Carofiglio e Gabriella Genisi, creatrice del personaggio di Lo**ta Lobosco.

Visitiamo la BAT (acronimo della provincia di Barletta, Andria, Trani) attraverso l'opera di Alfredo De Giovanni; la Valled'Itria di Mario Desiati e il Salento di Vittorio Bodini, Omar Monopoli e Maria Pia Romano. Autori che, ciascuno a proprio modo, raccontano il territorio e da esso ne traggono nutrimento.

"In Puglia" è un' ottima guida, in definitiva, per iniziare a visitare luoghi imperdibili anche attraverso la letteratura.

Quali sono i vostri posti del cuore? Vi leggo con piacere nei commenti!

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