15/08/2022
😌 Auguriamo a tutti i nostri iscritti una buona festa dell’Assunzione. Vi proponiamo un pezzo di Don Paolo Quattrone. Buona lettura.
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Il 15 di agosto è la solennità dell’Assunzione, Maria re soli nell’affrontare le sfide quotidiane, conclude il suo cammino terreno e viene accolta in Paradiso dal Figlio per divenire Madre di tutta l’umanità. Il Vangelo è quello della visitazione. Maria trascorre tre mesi da sua cugina Elisabetta incinta di Giovanni Battista e nel momento del loro incontro è tutto un sussultare di gioia, il bambino di Elisabetta sobbalza nel suo grembo e Maria prorompe in un cantico di ringraziamento e di lode a Dio detto Magnificat. La Madonna ha a che fare con la gioia, la suscita e la dona.
Spesso invece dalla nostra interiorità avvertiamo affiorare solo angoscia, preoccupazione, rabbia, ansia: è per questa ragione che è importante pregarla ogni giorno. Le due donne sicuramente dentro di loro avvertivano una certa dose di preoccupazione e di incertezza pensando ai loro figli che portavano in grembo, chissà quale sarebbe stato il loro destino eppure non perdono la gioia, anzi essa si alimenta nel momento del loro incontro. Spesso le vicende dell’esistenza, le preoccupazioni, le incertezze nelle quali viviamo rischiano di farci smarrire la gioia cadendo nel pessimismo, nella lamentazione o nell’angoscia.
Per mantenere un sottofondo gioioso nel nostro intimo è fondamentale incontrarci quotidianamente con Maria che è donna e madre della gioia. Non a caso l’angelo quando le annuncia che sarà la Madre di Dio esordirà così: “Rallegrati, gioisci Ma- ria, piena di grazia...”. E lei accoglierà nel suo grembo la gioia di un Dio che si fa uomo, che viene in mezzo a noi a condividere la nostra storia. Nel racconto poi della nascita di Cristo leggiamo che l’angelo si rivolge ai pastori dicendo loro: “Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia”. E più avanti viene raccontato che: “I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro”. Stare alla presenza di Dio arreca gioia, ma vale anche per Maria che è altamente contagiosa. Stare a contatto con lei fa nascere in noi la gioia, quella vera che consiste nel percepire che nonostante i problemi, le preoccupazioni, le incertezze del tempo presente, i dubbi, i timori, le ansie, sappiamo di non essere mai abbandonati.
Elisabetta e Maria provano gioia perché non si sentono smarrite in ciò che stanno vivendo, mentre spesso la tristezza, la rabbia e l’angoscia affiorano quando avvertiamo la sensazione di esse
quando ci chiudiamo in noi stessi e non sappiamo vedere oltre, non ci accorgiamo degli spiragli di luce che Dio mette nella nostra vita e nella storia umana. A maggior ragione in questo tempo, dove si avverte il
peso dell’incertezza, è importante affidarci a Maria per chiederle di non farci smarrire mai la gioia interiore, di far sì che il nostro grembo ne sia colmo. Il cristiano, come ricorda spesso Papa Francesco dev’essere uomo e donna di gioia. Lui stesso afferma nell’esortazione apostolica Gaudete et exsultate: “Ci sono momenti duri, tempi di croce, ma niente può distruggere la gioia soprannaturale, che si adatta e si
trasforma, e sempre rimane almeno come uno spiraglio di luce che nasce dalla certezza personale di essere infinitamente amato, al di là di tutto. Ordinariamente la gioia cristiana è accompagnata dal senso dell’umorismo, così evidente, ad esempio,
in san Tommaso Moro, in san Vincenzo de Paoli o in san Filippo Neri. Il malumore non è segno di santità, la tristezza è legata all’ingratitudine, allo stare talmente chiusi in sé stessi da diventare incapaci di riconoscere i doni di Dio... Dio ci vuole positivi,
grati e non troppo complicati”.
Cosa c’è nel mio grembo? Cosa vi abita? Solo malumore, rabbia, rancore e angoscia per il presente ed il futuro? Se avverto questi stati d’animo è proprio l’occasione propizia per alzarmi e andare da Maria per affidarmi a lei, invece di passare il tempo per esempio ad indugiare sui social ingurgitando commenti e notizie più o meno affidabili che non fanno altro che gettare il panico, alimentare il pessimismo e la sfiducia negli altri e nel presente, troviamo invece venti minuti per recitare il rosario che certamente ci fa bene. La Madonna del Parto è un dipinto di Antonio Veneziano conservato nella Pieve di San Lorenzo nel comune di Pontassieve (FI). Maria è incinta e serenamente è intenta a leggere. Cosa abita nel mio grembo? Cosa mi sto portando dentro? Avverto di essere abitato da Dio? Avverto questa gioia?