04/09/2024
𝗜𝗹 𝗱𝗲́𝗷𝗮̀-𝘃𝘂 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗦𝗼𝗽𝗿𝗶𝗻𝘁𝗲𝗻𝗱𝗲𝗻𝘇𝗮
Era il (lontano) 2016. C'era Renzi al Governo. C'era la Taranto delle proteste anti-Ilva non ancora assorbita appieno dalla "politica". Soprattutto, per la storia che ci riguarda, c'era Franceschini alla cultura con il suo codazzo di astuti collaboratori che all'uva ci arrivarono veramente, non come nella favola di Esòpo.
Il capolavoro fu allora compiuto: una delle Soprintendenze più antiche d'Italia, che ebbe competenza su tutta la Puglia (e a lungo anche oltre i confini regionali), venne di fatto cancellata. Caso unico e senza precedenti in Italia, pur nell'ampia letteratura di "riforme" della pubblica amministrazione che offre questo sfortunato Paese.
Così a Lecce andò la direzione del nuovo istituto che nacque dalle ceneri fumanti dell'ex ente di tutela. I depositi del materiale archeologico, quelli no però. Rimasero a Taranto. Erano stati costruiti da poco, spendendo bei soldi pubblici.
Roba veramente notevole, non c'è che dire.
Poi qualche anno dopo, con quel senso di compensazione tipico di chi riconosce un torto evidente subìto, ci si inventò per la nostra città una Soprintendenza tutta nuova, che mai prima c'era stata in Italia. Operazione necessaria, mica si poteva togliere la titolarità di un ufficio a un luogo per trasferirla in un altro vicino; quello lo si può fare solo quando è a scapito di Taranto.
Si pensò allora a una Soprintendenza "speciale", dedicata alla tutela del patrimonio subacqueo, con competenza su tutta la Nazione.
Di sicuro una bella novità.
Però i dubbi erano tanti, fra gli addetti ai lavori. E proprio per dar "concretezza" a un istituto che rischiava (come poi è successo?) di rimanere piuttosto vuoto di competenze reali, si chiese e ottenne l'aggiunta di una clausola determinante. Alla nuova Soprintendenza doveva essere assegnata anche la tutela "terrestre" della provincia di Taranto. Doveva ciò svolgere pure le funzioni di una "comune" Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio.
Sono proprio queste ultime competenze che ora stanno per essere trasferite a Lecce, dopo solo pochi anni. Cosa assolutamente non secondaria, anzi.
Ciò in sintesi, quello che è successo.
Ed esattamente come otto anni fa, a dimostrazione del nulla cosmico della politica locale, ci sono le prese di posizione a favore dei provvedimenti governativi assunte da parte dei nostri rappresentanti. Solo che nel 2016 erano i politici di sinistra a fare "spallucce" e a sostenere che "tanto non sarebbe cambiato nulla". Ora sono quelli di destra.
Chapeau.