“L’Officina, laboratorio delle culture e delle storie” è il nome che questa rivista ha scelto dopo una lunga riflessione e una attenta discussione. Il titolo, si sa, a volte risponde a criteri strettamente estetici, altre volte a scelte tematiche, ma può anche percorrere semplicemente strade fantasiose. Nel nostro caso, la scelta è soprattutto tematica, sebbene colga la storia della realtà in cui
nasce, fortemente caratterizzata dall’impronta industriale che ha mutato gli orizzonti umani morali, sociali, spirituali. Ma l’officina è anche l’ambiente nel quale il lavoro di messa a punto dell’artigiano sperimenta soluzioni in grado di rispondere a precise esigenze. Ecco, l’esigenza colta dall’editore e dalla redazione, in questo caso, è quella di fornire un laboratorio nel quale l’impegno culturale di un gruppo di intellettuali e giornalisti, appassionati e cultori, propongano riflessioni e approfondimenti tesi a stimolare la crescita culturale del Sud, notoriamente non molto fortunata in fatto di qualità della cultura. Occorreranno trasformazioni e innesti radicali per invertire questo andamento, ma è evidente che e non apriamo spazi utili alla consapevolezza culturale, e lasciamo spazio solo a vandalismo istituzionale o al saccheggio da parte di presunte organizzazioni culturali onlus, tese solo a racimolare risorse con atteggiamenti clientelari, non ci saranno mai vere occasioni di crescita. Che nasca a Taranto una nuova rivista che vuole allargare la sua zona d’interesse anche ad altre realtà meridionali, può apparire ambizione eccessiva, e in un certo senso lo è, ma senza ambizioni non si farebbero progetti. E anche il fatto di riecheggiare il titolo della storica rivista pasoliniana è una coincidente provocazione, che preme sul tasto della elaborazione fattuale. Ebbene: le nostre ambizioni sono facilmente definibili, e non necessitano di grandi perifrasi o di ricercate soluzioni oratorie. Offrire uno strumento informativo e divulgativo, che risulti il più possibile interessante e leggibile, mantenendo un tenore giornalistico ma pieno di contenuti, fondati sulla ricerca e sulla qualità. Questa vetrina vuole essere l'occasione per raccogliere idee, provocazioni e fare sintesi della “lettura” complessiva di questa esperienza. Il comitato di redazione è composto da: Antonio Basile, Rosario Quaranta, José Minervini e Paolo Domenico Solito.