09/09/2024
[A cura di Elisabetta Paganelli per Cocktail and the City ]
“Chi guarda nelle profondità di Parigi ha le vertigini. Niente di più fantastico, niente di più tragico, niente di più superbo” Victor Hugo
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Profondità sublime, vertigini frizzanti, profumi inebrianti. Questo l’incantesimo proibito di Argot, nel cuore caotico e pulsante di Roma, precisamente a Campo de’ Fiori.
In una sera all’alba di settembre, con la malinconia dolce del sapore di sale che sfiorisce sulla pelle, il vento fresco della fine d’estate che muove le foglie sul Tevere.
Ecco le prime gocce di pioggia.
Battono il tempo di un tango sui sampietrini eterni che si idratano di Roma e di Settembre.
Passeggiando per i vicoli bui, ad un angolo, si scorge una porta scura.
Una luce fioca ne indica l’esistenza.
Una luce che sa di rifugio.
Si suona il campanello, e come nella tana del Bianconiglio si viene risucchiati in un mondo diverso, non uovo, bensì antico, fascinoso.
Eccole le vertigini di Hugo.
Un’accoglienza impeccabile indica la via verso le scale che scendono nelle profondità di questa piccola magia.
Gli specchi ed i complementi di design messi a regola d’arte sono in grado di affascinarti e trasportarti in quella Parigi proibita del 1600, odore di legno, cuoio, e incenso ovattano la realtà.
Non è il 2024.
Nono è Roma.
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Parigi, 1624.
Fuori piove, il mondo diventa nuovo. Scendendo le scale ci si trova ad un piccolo bivio. Sulla destra si sviluppa una piccola e intima sala con un bancone in legno che si erge malizioso davanti ad una bottiglieria invidiabilissima.
La sala è composta da pochi tavoli, tutti in legno.
Sulla destra, invece, si prosegue in un piccolo corridoio che sfocia in una sala dai toni più British. Due divani Chesterfield in pelle marrone sono i padroni della sala, un grande dipinto che ritrae una dama che ricorda i tratti sognanti di Boldini. Tavolini bassi e antichi, posaceneri e candele.
Giochi di ombre, fumo, specchi, violini alle pareti.
Atmosfere sognanti. E tutto questo incanto si ritrova nella nuova drink list di Argot.
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POV - Point of View.
Un’opera d’arte rilegata e data in mano agli ospiti.
Disegni a carboncino che riproducono i vari angoli del locale, i veri punti di vista dell’ospite nei diversi tavoli. Ogni angolo accompagna un cocktail della drink list.
Nella scelta, il fascino proibito dell’Argot incontra l’elegante decadenza di Roma fondendo insieme tradizione, innovazione ed eleganza.
Ne è un esempio perfetto il Sora Teresa, un drink che si presenta elegante, nero, on the rock. Rum scuro, cordiale al tamarindo e un pizzico di peperoncino che si fondono in un sensuale e fresco cocktail ispirato alla grattachecca più storica di Roma: Sora Teresa. Un cocktail in grado di unire i record d’infanzia, delle nonne, con la freschezza e la piccantezza della sensualità degli amori estivi.
Interessante ed elegante anche il twist sul classico whisky sour: il Cinema. La nota speziata, affumicata di sciroppo al pop corn ti porta indietro nel tempo, a sentire le emulsioni dei nastri che scivolano nella
cinepresa, l’odore polveroso di poltrone in velluto rosso e la pellicola in bianco e nero che si spalanca davanti agli occhi meravigliati degli spettatori, come fossimo davanti alla prima proiezione di “Le Voyage dans
la Lune” di Georges Méliès.
L’attenzione ad ogni dettaglio dentro l’Argot, la gentilezza e preparazione dello staff ti trasportano in un viaggio unico.
Quasi ti scordi che fuori piove.
Elisabetta Paganelli