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La Nuova Via della Seta

L’Italia e la Belt and Road Initiative

L’Italia ha seguito fin da quasi subito il progetto Belt and Road Initiative (prima “One Belt, One Road“). Fu uno dei primi paesi occidentali ad aderire all’Asian Infrastructure Investment Bank (AIIB) [7] e Paolo Gentiloni fu l’unico capo di governo dei paesi del G7 a recarsi al primo Belt and Road Forum a Pechino nel 2017 [8][9]. Sorprendono non poco, quindi, le stizzite prese di posizione del Partito Democratico di questi giorni contro questa firma quando sono stati proprio i dirigenti del PD a creare i presupposti per questo importante accordo. Il Mar Mediterraneo sta recuperando molta importanza a livello globale e gli unici che sembrano a non rendersene conto sono gli italiani che, vista posizione e forma dell’Italia, dovrebbero essere attori centrali di questa rinascita mediterranea. Sì continua a guardare il Mar Mediterraneo per quello che abbiamo contribuito a rendere, e cioè ad un cimitero di disperati che cercano fortuna sulle coste europee abbandonando le loro terre d’origine. Non si riesce a vedere invece quel che il Mediterraneo pian piano sta diventando (anche grazie ai massicci investimenti di Pechino): un immenso lago solcato da navi commerciali che trasportano merci e, quindi, ricchezza. Una strategia italiana, nel contesto di una più ampia strategia europea concordata con gli altri paesi, è oggi più che mai necessaria.