Elisabetta Bertini Psicoterapeuta

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13/06/2025

🔵 Burnout: riconoscerlo per prevenirlo.

Il burnout è una risposta problematica a uno stato di stress protratto, che si manifesta come una condizione mentale di esaurimento energetico.

Questa condizione può diventare cronica causando alterazioni dell'equilibrio psicologico. Influenza negativamente la qualità della vita e del lavoro e genera un impatto profondo sulla vita delle persone, manifestandosi attraverso conseguenze psicologiche, emotive, fisiche e comportamentali.

Le persone colpite possono sperimentare:

Ansia e depressione
➡ a causa delle continue pressioni sul lavoro

Riduzione dell'autostima
➡ Il senso di inefficacia e la mancanza di successo possono erodere la fiducia in sé stessi.

Irritabilità
➡ Le persone sotto stress prolungato, possono diventare facilmente irascibili.

Carenza di empatia
➡ La capacità di comprendere gli altri può diminuire a causa del crescente stress.

Spesso si manifesta con:
☑ perdita di motivazione
☑ senso di delusione
☑ disinteresse sul piano professionale, personale e sociale.

La consapevolezza è il primo passo. Identificare tempestivamente i segnali del burnout è fondamentale per intervenire in modo efficace, tutelare la salute mentale e ristabilire un equilibrio sostenibile tra impegno professionale e cura di sé.

Condivido in pieno
05/06/2025

Condivido in pieno

L’iper-attenzione non è una amplificazione dell’attenzione, ma la sua più totale disattivazione. Tutto sembra scorrere in una superficie senza rilievi e addensamenti, senza pause e discontinuità. Si tratta di una vera e propria cultura della sovrastimolazione che finisce per disturbare l’attenzione e, di conseguenza, la possibilità stessa del pensiero.

Al link, "Quello che resta dell'intelligenza", il mio articolo apparso ieri su la Repubblica: https://drive.google.com/file/d/1Z_oEPemifzrMW97sMG3xhYqA_-d9Yjp4/view?usp=sharing

02/06/2025

Il 2 giugno 1946 nasceva la Repubblica Italiana.
Un progetto che vive solo se ogni persona può sentirsi libera, accolta, riconosciuta.
La giustizia sociale comincia dalla possibilità di essere pienamente se stessi, anche nei momenti di fragilità. La psicologia, ogni giorno, lavora anche per questo.

24/05/2025
24/05/2025

Oggi, 24 maggio, come psicologi e psicologhe, come cittadini e cittadine, insieme a tante e tanti, partecipiamo simbolicamente all'iniziativa 50.000 sudari per Gaza, per sollecitare, ancora una volta, lo sguardo del mondo sull'abisso di morte che si sta consumando sotto gli occhi di tutti e l’indifferenza di molti.

Questo gesto rappresenta il nostro sgomento e la nostra volontà di non restare in silenzio di fronte alla tragedia umanitaria in corso.
Un genocidio, che si sta consumando nell'indifferenza.

Gaza è ormai un luogo di indicibile sofferenza.
Secondo alcune stime, a partire da ottobre 2023 sono oltre 115.000 i feriti e quasi 80.000 i morti (The Lancet), gran parte dei quali civili, tra cui migliaia di bambini.

Emergency, presente sul campo, conferma una catastrofe umanitaria senza precedenti, con un sistema sanitario al collasso e una popolazione sotto assedio, ridotta alla fame, privata di acqua, cure e dignità.

Come professionisti della salute mentale, non possiamo restare indifferenti davanti alla distruzione sistematica del tessuto umano, psichico e simbolico di un popolo.

Ogni essere umano ha diritto a una vita libera dalla violenza, dalla fame, dal terrore. A Gaza, questi diritti stanno venendo calpestati ogni giorno.
Chi sopravviverà a questa carneficina sarà per sempre segnato, dal trauma, dalla perdita, dall’assenza di futuro.

Non possiamo restare indifferenti davanti a tutta questa disumanizzazione: per essere al fianco di chi soffre, per la pace, per il diritto di esistere.

La distruzione sistematica di infrastrutture civili, il blocco degli aiuti umanitari, l’uccisione indiscriminata di civili e bambini rappresentano violazioni gravi del diritto internazionale e del diritto umanitario. La recente richiesta di mandato d’arresto da parte della Corte Penale Internazionale nei confronti dei leader di Hamas e del governo israeliano è un richiamo potente al principio della responsabilità. Nessuno Stato, nessun leader, può agire al di fuori della legge internazionale.
Il lenzuolo bianco che oggi esponiamo è un simbolo di lutto, ma anche di ricerca di umanità.

La pace non è improvvisazione.
È una scelta politica, culturale e sociale.
È responsabilità.
È rifiuto dell’indifferenza.
È impegno.

Il Direttivo di AltraPsicologia

“La solitudine non è solo l’assenza di persone.È l’assenza di uno scopo, l’assenza di significato.Quando ti ritrovi in u...
23/05/2025

“La solitudine non è solo l’assenza di persone.
È l’assenza di uno scopo, l’assenza di significato.
Quando ti ritrovi in un mondo in cui tutto sembra estraneo e distante,
dove ogni connessione è superficiale
e ogni tentativo di comprensione viene accolto con indifferenza,
capisci che la vera solitudine non è essere soli,
ma sentirsi soli in un mondo che ha smesso di avere senso.”

Haruki Murakami

A proposito di vecchiaia. Ora ho in terapia una signora di 85 anni che soffre di una sindrome ansioso/depressiva. Viene ...
16/05/2025

A proposito di vecchiaia. Ora ho in terapia una signora di 85 anni che soffre di una sindrome ansioso/depressiva. Viene accompagnata in macchina dal marito di 91 anni a cui restano circa 6 mesi di vita per un tumore già metastatizzato. Lui mi dice:"Se può servire, per qualsiasi cosa sono a disposizione!". Sono una coppia eccezionale, con la sola quinta elementare e una vita piena trascorsa tra lavoro e ottime relazioni. Sono giovani, aperti e curiosi. A cosa serve il rapporto terapeutico in situazioni così difficili? 1 - ad evitare terapie farmacologiche spessissimo inefficaci 2 - a permettere una buona qualità di vita perché l'importante non è aggiungere giorni alla vita ma vita ai giorni. Dopo qualche seduta di ascolto e sostegno la signora è già più pronta e serena rispetto a quello che dovranno affrontare. Sono eccezionali, come si fa a non provare per loro non solo empatia, ma una forte simpatia? Le storie belle vanno condivise.

14/05/2025

Le terapie di conversione rivolte a persone LGBTQ+ sono pratiche contestate dalla comunità scientifica internazionale, che ne sottolinea l’inefficacia e il potenziale danno psicologico.
Disturbi d’ansia, depressione, perdita dell’autostima: sono solo alcune delle conseguenze riportate da chi le ha subite.

Il Parlamento Europeo ha chiesto agli Stati membri di vietarle.
In Italia, però, non esiste ancora una legge che le proibisca.

La salute mentale merita attenzione, ascolto e interventi basati sull’evidenza.
Garantire un sostegno psicologico rispettoso dell’identità di ciascuno è una responsabilità sociale e istituzionale.

Leggi l’articolo 👉🏼 https://www.editorialedomani.it/fatti/terapie-di-conversione-anti-lgbt-lue-le-vieta-il-governo-meloni-le-ignora-se1gio8m

Buon 1 Maggio
01/05/2025

Buon 1 Maggio

"Alla più perfetta delle dittature preferirò sempre la più imperfetta delle democrazie" Sandro Pertini
25/04/2025

"Alla più perfetta delle dittature preferirò sempre la più imperfetta delle democrazie" Sandro Pertini

Speriamo 🕊🏳️‍🌈
20/04/2025

Speriamo 🕊🏳️‍🌈

"La mitezza consiste nel lasciar essere l'altro quello che è. È il contrario della protervia e della prepotenza. Il mite...
13/04/2025

"La mitezza consiste nel lasciar essere l'altro quello che è. È il contrario della protervia e della prepotenza. Il mite non entra nel rapporto con gli altri con il proposito di gareggiare, di confliggere, e alla fine di vincere.

Ma la mitezza non è remissività: mentre il remissivo rinuncia alla lotta per debolezza, per paura, per rassegnazione, il mite invece rifiuta la distruttiva gara della vita per un profondo distacco dai beni che accendono la cupidigia dei più, per mancanza di quella vanagloria che spinge gli uomini nella guerra di tutti contro tutti. Il mite non serba rancore, non è vendicativo, non ha astio verso chicchessia. Attraversa il fuoco senza bruciarsi, le tempeste dei sentimenti senza alterarsi, mantenendo la propria misura, la propria compostezza, la propria disponibilità. Ecco quel 'potere su di sé' di cui abbiamo già sentito.

Il mite può essere configurato come l'anticipatore di un mondo migliore. Egli non pretende alcuna reciprocità: la mitezza è una disposizione verso gli altri che non ha bisogno di essere corrisposta per rivelarsi in tutta la sua portata. Amo le persone miti, perché sono quelle che rendono più abitabile questa “aiuola”, tanto da farmi pensare che la città ideale non sia quella fantastica e descritta sin nei più minuti particolari dagli utopisti, dove regna una giustizia tanto rigida e severa da diventare insopportabile, ma quella in cui la gentilezza dei costumi sia diventata una pratica universale".

[Norberto Bobbio - "Elogio della mitezza"]

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