23/08/2024
SULLA LAPIDE DEDICATA A D’AZEGLIO, ORMAI IN STATO DI DEGRADO, LA STORIA DEL NOSTRO PAESE
L’ex albergo Europa di piazza della Repubblica (in attesa di essere restaurato) è caratterizzato da una lapide dedicata a Massimo d’Azeglio, artista, scrittore e politico italiano (dopo la prima guerra d’indipendenza divenne presidente del consiglio fino al 1852) che soggiornò a Rocca di Papa nel 1821. La lapide (di cui ricorre l’anniversario della collocazione) ci permette di ricordare l’evento che diede inizio a uno dei momenti più brillanti del paese dal punto di vista turistico e culturale. La cerimonia si tenne domenica 27 agosto 1911 promossa dall’associazione Pro Rocca di Papa, fondata e presieduta da Enrico Ferri, personaggio di spicco della politica italiana e uno dei primi studiosi della psicologia applicata alla criminologia. Così il quotidiano “Il popolo romano”, sul numero del 18 agosto, annunciava la manifestazione: «Per la ricorrenza verrà scoperta una lapide con un medaglione recante l’effigie di Massimo d’Azeglio e alcune frasi tolte dai “Miei ricordi”, magnificanti il panorama che si gode da Rocca di Papa». La notizia venne ripresa anche da altri giornali, tra cui la rivista “Ars e labor” diretta da Giulio Ricordi, che ben presto diventerà il più famoso produttore di talenti musicali italiani.
Nello specifico, si tratta di una lapide realizzata su uno spesso piano di travertino di dimensioni piuttosto rilevanti (alta 140 centimetri e larga quasi due metri) con l’applicazione di caratteri in metallo e un tondo in bronzo raffigurante d’Azeglio. Nel 1960 l’amministrazione comunale di Rocca di Papa guidata dal sindaco Nestore Vitali, rinnovò la lapide con un restauro completo. Pochi sanno che la lapide, malgrado oggi appaia in stato d’abbandono a causa delle condizioni dell’ex albergo, è sottoposta a tutela di legge da parte del Ministero della cultura, catalogata con il n. 208962. Motivo per cui andrebbe sottoposta a un nuovo restauro visto che diverse lettere risultano mancanti da molti anni.
Ma torniamo a quel 27 agosto di 113 anni fa. La cerimonia di inaugurazione, richiamò tantissime persone provenienti non solo dai paesi limitrofi ma anche dalla capitale. I partecipanti ebbero anche la possibilità di vincere dei premi messi in palio dalla “Pro Rocca di Papa”. Il quotidiano romano si soffermò proprio sul fatto che, per l’evento, «La Regina Elena ha offerto un magnifico servizio da toilette in argento per signora; l’Onorevole Giolitti [all’epoca presidente del consiglio, n.d.r.] un artistico orologio con due statuette di bronzo; il Ministro della Guerra [Paolo Spingardi, n.d.r.] un bellissimo orologio a pendolo». Notizia che dimostra l’attenzione e la considerazione di cui godeva Rocca di Papa nel panorama nazionale quale meta turistica di primo livello.
Il discorso inaugurale venne tenuto proprio da Enrico Ferri, personaggio di rilievo ormai finito nel dimenticatoio, a cui si deve anche un’altra importante lapide collocata a Rocca di Papa e anch’essa dimenticata, quella dedicata ad Andrea Costa (fondatore del partito socialista italiano) lungo l’attuale corso della Costituente e apposta il 20 settembre 1911, poche settimane dopo quella dedicata a Massimo d’Azeglio. Storicamente, la prima lapide elogiativa a d’Azeglio venne apposta nel 1872 dal municipio roccheggiano guidato da Carlo Botti, il primo sindaco dopo l’Unità d’Italia (altra figura di statura completamente dimenticata), sulla facciata del palazzo in cui si crede che soggiornò l’illustre personaggio nei suoi anni giovanili. Una lapide semplice, di misure ridotte, in cui ci si limitava a evidenziare che “In questa casa abitò Massimo d’Azeglio”, senza nemmeno scrivere la data di collocazione né il periodo in cui d’Azeglio vi soggiornò.
Nel leggere oggi la meravigliosa frase riportata sulla lapide di piazza della Repubblica, scritta da un ormai anziano d’Azeglio per omaggiare Rocca di Papa, non possono non affiorare dei sentimenti contrastanti, un misto di gioia, orgoglio e tanto, troppo rammarico, per tante bellezze andate in parte perdute.