VIDEOMarco & Antonella

VIDEOMarco & Antonella LA VIDEOPAGINA DI MARCO E ANTONELLA
VIDEO MUSICALI DI ARTISTI NAZIONALI E INTERNAZIONALI, POESIA

LO SCOGLIO©da "Tra i sogni e la terra. L'altrove"©Di questo mio continuo perdermie ritrovarmi, sotto l'ala indistintadel...
30/03/2025

LO SCOGLIO©

da "Tra i sogni e la terra. L'altrove"©

Di questo mio continuo perdermi
e ritrovarmi, sotto l'ala indistinta
delle mie mille ragioni, e dei torti
dai quali vorrei attingere, per non più
sbagliare, ma che tornano, fantasmi
di altr'epoche, ricordi d'altra gente
dove fui, altro, altra cosa, eppure
tanto simile, pensiero che non può fuggire.

In tutti i bivi che ho superato,
in tutte le vite che ho incontrato,
tu dov'eri, sfinge impassibile?
Qual era il tuo limite, che non potevi
superare per raggiungermi?

Ciò che completa è ancora distante,
inafferrabile nella sua invisibilità.

Ma ci sei, e la certezza non finirà
contro lo scoglio di questa mia esistenza.

Antonella Pederiva
Tutti i diritti riservati ©

Ci sono momenti che vanno conservati, nel cuore e nelle immagini, echi di emozioni che rimbalzano in ogni cavità del tuo...
28/03/2025

Ci sono momenti che vanno conservati, nel cuore e nelle immagini, echi di emozioni che rimbalzano in ogni cavità del tuo essere, fotogrammi che riportano alla mente attimi intensi di gioia. La memoria imprigiona i ricordi, il video cattura gli istanti e li ripete all'infinito.
Il mio grazie più sentito a Marco Bartolomei , videomaker, amico e collaboratore prezioso. Grazie per questo ennesimo regalo. Grazie a tutti coloro che hanno permesso tutto questo, Grazie a Sabrina Tonin, editrice ed organizzatrice, grazie a Set Art Edizioni, casa editrice del mio libro "La Metamorfosi del Cuore". Grazie alla giuria del premio "Le Pietre di Anuaria", con la Presidente, Dott.ssa Elvira Delmonaco Roll, per aver ritenuto la mia silloge inedita "Tra i sogni e la Terra. L'altrove" degna di questo bellissimo riconoscimento, e grazie a Emanuela Dalla Libera per la stupenda motivazione.

https://www.youtube.com/?sub_confirmation=1

Sala Protomoteca del Campidoglio in Roma.Premio Letterario Internazionale "Le pietre di Anuaria". Ringrazio la stimata g...
26/03/2025

Sala Protomoteca del Campidoglio in Roma.
Premio Letterario Internazionale "Le pietre di Anuaria". Ringrazio la stimata giuria, con la Presidente, Dott.ssa Elvira Delmonaco Roll , la Presidente del Premio, Dott.ssa Sabrina Tonin, e, in particolar modo, la Dott.ssa Emanuela Dalla Libera per la graditissima e accurata motivazione.

Vi ripropongo il mio articolo:OMAGGIO AD ALDA MERINIGIORNATA MONDIALE DELLA POESIA di Antonella Pederiva SONO NATA IL VE...
21/03/2025

Vi ripropongo il mio articolo:

OMAGGIO AD ALDA MERINI
GIORNATA MONDIALE DELLA POESIA

di Antonella Pederiva

SONO NATA IL VENTUNO A PRIMAVERA

Sono nata il ventuno a primavera
ma non sapevo che nascere f***e,
aprire le zolle
potesse scatenar tempesta.
Così Proserpina lieve
vede piovere sulle erbe,
sui grossi frumenti gentili
e piange sempre la sera.
Forse è la sua preghiera.

(da “Vuoto d’amore”)

Era il primo giorno di primavera del 1931 quando, a Milano, nella casa di via Mangone, a Porta Genova, nacque una delle più famose poetesse dei giorni nostri, ALDA MERINI. Una vita, la sua, che sarà segnata da gioie ma anche e soprattutto da tanti dolori, una vita difficile ma sempre vissuta con un'intensità incredibile, con coraggio e schiettezza. Una vita presa di petto, mai rinnegata, accettata e combattuta con uno spirito indomito e anticonformista. Alda Merini fu grande non solo per i suoi scritti, in lei viveva una donna che seppe rinascere, come la Fenice, dalle sue ceneri. Dal giorno in cui, a soli 12 anni, aiutò sua madre a partorire suo fratello, dopo la fuga dalle bombe che distrussero la sua casa, la sua anima di poeta subì scosse e sussulti, orrori ed errori forgiarono le sue poesie in versi sempre carichi di sentimento e di verità. Il matrimonio, le incomprensioni, l'allontanamento dalle amate figlie, l'ostilità di una società non ancora pronta ad accogliere il suo genio, l'internamento in manicomio, un'esperienza che resterà per sempre marchio nel suo cuore. Alda farà di quel periodo, testimonianza di vita, monito. Spettatrice di sé stessa, racconterà, con il suo stile crudo e appassionato, le vessazioni e i soprusi, le violenze psicologiche e fisiche e le torture, cui erano sottoposti i "matti" di quei tempi, a volte solo persone indesiderate, sani allontanati per interesse. Un universo, quella della malattia mentale, che ancora oggi è incompreso, nonostante i passi da gigante fatti. Nonostante le prese di posizione della medicina e della scienza, nonostante la decrescita di pregiudizi e preconcetti, infatti, ancora oggi troppa ignoranza separa il mondo dei "normali" dai "pazzi". Fu riconosciuta, alla fine, Alda. Fu riconosciuta grazie alla sua tenacia e alla sua determinazione, al suo spirito indomito. Il suo talento non poté essere più nascosto, il mondo poetico dovette inchinarsi di fronte alla sua bravura e alla sua sensibilità. Poeta degli ultimi, ultima lei stessa, Alda Merini resterà per sempre una delle voci poetiche più influenti e più significative del secolo scorso, una voce potente che ha dato lustro ed onore alla letteratura.

LA MIA POESIA È ALACRE COME IL FUOCO

La mia poesia è alacre come il fuoco,
trascorre tra le mie dita come un rosario.
Non prego perché sono un poeta della sventura
che tace, a volte, le doglie di un parto dentro le ore,
sono il poeta che grida e che gioca con le sue grida,
sono il poeta che canta e non trova parole,
sono la paglia arida sopra cui batte il suono,
sono la ninnananna che fa piangere i figli,
sono la vanagloria che si lascia cadere,
il manto di metallo di una lunga preghiera
del passato cordoglio che non vede la luce

(da “La volpe e il sipario” – 1997)

COLORI

S'io riposo, nel lento divenire
degli occhi, mi soffermo
all'eccesso beato dei colori;
qui non temo più fughe o fantasie
ma la "penetrazione" mi abolisce.

Amo i colori, tempi di un anelito
inquieto, irrisolvibile, vitale,
spiegazione umilissima e sovrana
dei cosmici "perché" del mio respiro.

La luce mi sospinge ma il colore
m'attenua, predicando l'impotenza
del corpo, bello, ma ancor troppo terrestre.

Ed è per il colore cui mi dono
s'io mi ricordo a tratti del mio aspetto
e quindi del mio limite.

(da "La presenza di Orfeo")

Fonte foto: web

È "La Metamorfosi del Cuore" edito da Set Art Edizioni, 85 pagine di poesia, con i miei versi e le immagini di mia figli...
21/03/2025

È "La Metamorfosi del Cuore" edito da Set Art Edizioni, 85 pagine di poesia, con i miei versi e le immagini di mia figlia Elena. Chi si limita a scrivere poesia senza viverla, non è poeta. Il poeta è colui che vive la poesia ogni giorno della sua vita. È colui che respira poesia dai suoi gesti quotidiani. È il testimone degli eventi del mondo, filtrati attraverso il suo proprio "sentire". È colui che raccoglie il "sentire" degli altri per trasformarlo in empatia. Poeti si nasce, poeti si cresce, poeti si muore. Non c'è scampo all'essere poeti. Con tutto ciò che ne deriva, perché essere poeti è divinazione, ma anche dannazione. Buona giornata mondiale della poesia🌼🌻🌼
Un abbraccio a tutti voi, Antonella.
Grazie se vorrete leggermi 🌻

Potete ordinare "La Metamorfosi del Cuore" in tutte le librerie fisiche e online, nonché sul sito della mia casa editrice www.setartedizioni.it

Ieri ho avuto una giornata molto impegnativa e non ho avuto il tempo di seguire i social. Capita, ognuno di noi ha una v...
20/03/2025

Ieri ho avuto una giornata molto impegnativa e non ho avuto il tempo di seguire i social. Capita, ognuno di noi ha una vita "reale" all'infuori delle piattaforme web. Ma era il giorno del papà, e mi premeva scrivere qualcosa per chi, scorrendo, potesse imbattere nelle mie parole. Mio padre non c'è già da dieci anni, il "già" non allude al fatto che sia morto giovane. Era agosto 2015, quando è partito per altri lidi, a dicembre avrebbe compiuto 95 anni. Era nato nel 1920, e lui la guerra l'aveva vissuta eccome, non era solo sceso in piazza per approvare le politiche scellerate del suo Paese. Non sarebbe mai sceso in piazza, allora, per approvare le politiche scellerate del suo Paese, non sarebbe sceso ora. Mio padre era un reduce di guerra, uno che aveva vissuto il fronte, la campagna di Russia, uno che si vantava di non aver ucciso nessuno, di aver sempre sparato alto, a costo di essere ucciso, uno che non voleva macchiarsi di delitti. Perché uccidere in guerra non è più bello, sapete?, di uccidere in pace. Davanti a te, hai, probabilmente, un povero imbecille come te, di nemmeno vent'anni, che ha una mamma, un papà, dei fratelli, parenti, amici, che aveva una casa, che lavorava, che studiava, che forse ha una ragazza, un sogno di futuro. Un povero cristo, a cui, un giorno, è arrivato l'ordine di combattere "per la Patria". Quella patria che, seguendo le sue mire politiche di interesse o di conquista, non esita a mandarti al macello, badando bene di non sporcare le mani dei suoi governanti. Mandano te a fare "il lavoro sporco". Quelle stesse mani, a guerra finita, magari, stringeranno altre mani "candide", quelle dei governanti "nemici", mettendo una pietra sopra al conflitto e una pietra sopra te. Non sono mai andata d'accordo con mio padre, aveva un carattere difficile, beveva molto, troppo, parlava poco, quando gli accennavi della guerra, passava oltre, bofonchiava, penso gli passassero davanti le troppe immagini di sangue e di dolore, di disperazione. Credo che, per i suoi occhi di ventenne, l'orrore sia stato troppo grande, troppo pesante, troppo e basta. Non credo sia tornato uguale a come era partito. Non credo. Certe cose ti cambiano. Per sempre. E cambiano tutto il tuo futuro, e il futuro di chi hai accanto. Certamente ha cambiato anche quello di mia madre, anche il mio, che sono arrivata molto dopo, ma che ho vissuto il suo essere anima disperata e inquieta. Non so se mio padre può vedere quello che sta succedendo ora, se ha potuto vedere la folla "in gita" in piazza, il 15 marzo. C'erano tanti pensionati, i nati "dopo", di nati "prima" non ho dubbi che non ci fosse nessuno, i più sono sotto terra, come mio padre. Se papà ha visto avrà urlato, come solo un morto può urlare, il suo NO. NO. NO. NO. Di questo sono certa e sicura. Ogni morto di allora, ogni croce, ogni superstite, grida BASTA. La guerra NON è la soluzione, il riarmo NON è la soluzione. La guerra conviene solo a chi la progetta, e chi la progetta non fa mai l'interesse del suo popolo. Per farla accettare al popolo, chi la progetta, usa le parole più appropriate, come patria, valori, difesa, e prima di distribuire fucili, carri armati, missili e bombe, distribuisce la paura di un attacco. Resterà solo la paura, nella propria casa, se sarà ancora in piedi, nel campo di battaglia. Resteranno lacrime. E distruzione vera. E il rimpianto di non avere detto a voce alta, da vivi, NO.

NON IN NOME DI MIO PADRE. NON IN MIO NOME

Antonella Pederiva

COSTRUIRE LA PACE SENZA SCALPELLI DI GUERRA. GANDHI, LUTHER KING, THICH NHAT HANH, TERZANIdi Antonella PederivaOggi vi p...
11/03/2025

COSTRUIRE LA PACE SENZA SCALPELLI DI GUERRA.
GANDHI, LUTHER KING, THICH NHAT HANH, TERZANI

di Antonella Pederiva

Oggi vi parlerò di quattro grandi uomini, accomunati dall'impegno per la pace, ma prima vorrei affidarvi una mia riflessione:

Credo avesse ragione Marco Aurelio, nei lontani anni cento dopo Cristo, quando diceva che le conseguenze della collera sono molto più gravi delle sue cause. E io sto ancora con Martin Luther King quando diceva che l'uomo deve elaborare per ogni conflitto umano un metodo che rifiuti la vendetta, l’aggressione, la rappresaglia. Utopie? Continuerò ad essere utopica e a cercare soluzioni attraverso i dialoghi. Attenzione all'ira dei buoni? Forse aveva ragione Helmut Qualtinger, scrittore e drammaturgo austriaco, quando asseriva che certi uomini non sono capaci di far male ad una mosca soltanto perché non sono in grado di acchiapparla.

E ora il pensiero di uomini ben più importanti di me:

MAHATMA GANDHI:

"La guerra è il più grande crimine contro l’umanità".

"Il genere umano può liberarsi della violenza soltanto ricorrendo alla non-violenza. L’odio può essere sconfitto soltanto con l’amore. Rispondendo all’odio con l’odio non si fa altro che accrescere la grandezza e la profondità dell’odio stesso".

TIZIANO TERZANI, Lettere contro la guerra:

"Il mondo non è più quello che conoscevamo, le nostre vite sono definitivamente cambiate. Forse questa è l’occasione per pensare diversamente da come abbiamo fatto finora, l’occasione per reinventarci il futuro e non rifare il cammino che ci ha portato all’oggi e potrebbe domani portarci al nulla. Mai come ora la sopravvivenza dell’umanità è stata in gioco.
Non c’è niente di più pericoloso in una guerra – e noi ci stiamo entrando – che sottovalutare il proprio avversario, ignorare la sua logica e, tanto per negargli ogni possibile ragione, definirlo un «pazzo»."

THICH NHAT HANH:

[...]La maggioranza di noi aspetta che la guerra sia scoppiata prima di fare qualche sforzo per fermarla. Molti ignorano che le radici della guerra sono ovunque, anche nel nostro modo di pensare e di vivere. Noi non siamo capaci di vedere la guerra quando è ancora nascosta, cominciamo a concentrare l'attenzione su di essa solo quando esplode apertamente e se ne comincia a parlare in giro. [...] Credo che i nostri politici debbano praticare la pace. Nella nostra vita politica non c'è la dimensione spirituale, non c'è, l'abbiamo persa. [...] Dobbiamo eleggere solo quelli che sanno come fare pace dentro di sé e nella propria famiglia, perché se non sanno fare questo in sé e nella loro famiglia come possono farlo nel mondo?
La pace è un processo di educazione, di autoeducazione sulla pace e di educazione delle masse, riguardo alla pace. Se non si segue questa linea di azione, dimostrare e gridare la nostra rabbia contro il governo non può aiutare molto.[...]

MARTIN LUTHER KING:

"La più grande debolezza della violenza è l’essere una spirale discendente che dà vita proprio alle cose che cerca di distruggere. Invece di diminuire il male, lo moltiplica."

"Il passato è profetico in quanto afferma a voce alta che le guerre sono pessimi scalpelli per scolpire un domani di pace."

"L’umanità deve porre fine alla guerra o la guerra metterà fine all’umanità."

Fonte foto: web


UMBERTO SABA. L'ARTE DELLA SEMPLICITÀ di Antonella Pederiva SERA DI FEBBRAIOSera di febbraioSpunta la luna.Nel viale è a...
09/03/2025

UMBERTO SABA. L'ARTE DELLA SEMPLICITÀ

di Antonella Pederiva

SERA DI FEBBRAIO

Sera di febbraio
Spunta la luna.
Nel viale è ancora
giorno, una sera che rapida cala.
Indifferente gioventù s’allaccia;
sbanda a povere mete.
Ed è il pensiero
della morte che, infine, aiuta a vivere.

È una poesia semplice, quella di Umberto Poli (Trieste, 9 marzo 1883 – Gorizia, 25 agosto 1957), in arte Saba (cognome probabilmente scelto per onorare l'adorata balia Peppa Sabaz), facilmente comprensibile, popolana e popolare, lontanissima dalla poesia di Ungaretti e di Montale con i quali ha condiviso il periodo storico e le tristi vicende di guerra. Impossibile per un poeta non essere influenzato dalle difficoltà del vivere quotidiano, impossibile non offrire la propria penna e la propria arte a testimonianza del dolore, della sofferenza, dell'insensatezza delle azioni dell'uomo. Le sensazioni, le emozioni, i sentimenti che un poeta esprime attraverso le sue parole, sono le voci del mondo, versi in cui il mondo riconosce sé stesso. Come Ungaretti e Montale, Saba porta la sua esperienza, ma un'esperienza più cruda perché marcata dall'allora infamia di essere ebreo. In più occasioni e nei periodi più bui, né Ungaretti né Montale gli faranno mancare il loro appoggio. Montale, in particolare, andrà a trovarlo ogni giorno, a rischio della sua vita, quando sarà costretto a nascondersi. Gli episodi tragici del conflitto, incideranno non poco sulla sua psiche, come non poco incise il tradimento e l'allontanamento dell'amata moglie Lina, che lo precederà di soli nove mesi nella morte.

Senz’addii m’hai lasciato e senza pianti;
devo di ciò accorarmi?
Tu non piangevi perché avevi tanti,
tanti baci da darmi.
Durano sì certe armoniose intese
quanto una vita e più.
Io so un amore che ha durato un mese,
e vero amore fu.

Eccolo qui, anche nella poesia "L'addio", lo stile di Saba, versi scarni, certamente non ermetici, di facile comprensione, facilmente fruibili e condivisibili. Nessuna pomposità, assenza di mistero, niente da aggiungere e niente da togliere ma ugualmente profondi.

CITTÀ VECCHIA

Spesso, per ritornare alla mia casa
prendo un'oscura via di città vecchia.
Giallo in qualche pozzanghera si specchia
qualche fanale, e affollata è la strada.

Qui tra la gente che viene che va
dall'osteria alla casa o al lupanare,
dove son merci ed uomini il detrito
di un gran porto di mare,
io ritrovo, passando, l'infinito
nell'umiltà.

Qui pr******ta e marinaio, il vecchio
che bestemmia, la femmina che bega,
il dragone che siede alla bottega
del friggitore,
la tumultuante giovane impazzita
d'amore,
sono tutte creature della vita
e del dolore;
s'agita in esse, come in me, il Signore.

Qui degli umili sento in compagnia
il mio pensiero farsi
più puro dove più turpe è la via.

Che sappiamo noi della vita di chi ci cammina accanto? Che sappiamo delle vie che ognuno ha percorso? Chi siamo noi per giudicare? E siamo proprio sicuri che il giusto sia nella "nostra" morale? Saba vede oltre, Saba indaga, senza fermarsi all'apparenza.

Così scrive in una lettera al suo giovane amico e scrittore Pierantonio Quarantotti Gambini (1910-1965):

"Ti accludo un piccolo grafico (una specie di scorciatoia) che spiega cosa pretendo da uno scrittore: da un artista in genere.
linea del cuore
linea della testa
linea dello stile
La maggior parte degli scrittori attuali, anche se superano le prime due linee, raramente arrivano a toccare la terza".

(Umberto Saba, La spada d’amore. Lettere scelte 1902-1957, a cura di Aldo Marcovecchio, con una presentazione di Giovanni Giudici, Mondadori, Milano 1983).

Un promemoria per noi, poeti, che scriviamo. Stile, testa e cuore, perché le parole, da sole, non bastano, le parole hanno bisogno di sentimento profondo, di verità ed estasi, di innocenza e di onestà.

PAROLE

Parole,
dove il cuore dell’uomo si specchiava
-n**o e sorpreso- alle origini; un angolo
cerco nel mondo, l’oasi propizia
a detergere voi con il mio pianto
dalla menzogna che vi acceca. Insieme
delle memorie spaventose il cumulo
si scioglierebbe, come neve al sole.

Fonte foto: web

07/03/2025

Canale di Marco Bartolomei videomaker e Antonella Pederiva coll.giornalistica, scrittrice, poeta. MUSICA POESIA WEB JOURNALISM E MOLTO ALTRO.

07/03/2025

Dubitiamo, dubitate, perché le certezze sono figlie dell’ignoranza.Io faccio poesia, vi propongo perciò delle riflessioni attraverso il mio linguaggio.(Anton...

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