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26/01/2025
"BEATINE" di Ghemme
Le Beatine di Gemme (No), sostanzialmente, sono dei biscotti di pasta frolla friabile e delicata con intenso sapore di b***o. Questi biscotti raffigurano una martire con le mani giunte in preghiera, oppure in posizione distesa con tre fusi in testa, simbolo del martirio. La Beata Panacea infatti fu uccisa dalla matrigna, che la sorprese a pregare invece che a lavorare, e il delitto avvenne usando il fuso che Panacea usava per filare. A volte è anche aggiunto un decoro di codetta zuccherina colorata in rosso, a simboleggiare il sangue sgorgato.
Panacea nacque a Quarona, a circa 30 km da Ghemme, nel 1368, da Lorenzo de Muzi e Maria Gambino, originaria di Ghemme. La morte prematura della madre indusse Lorenzo a risposarsi con Margherita, nativa di Locarno Sesia.
In seguito al matrimonio, Panacea, da sempre dedita alle buone azioni e alla preghiera, iniziò a subire continui maltrattamenti da parte della matrigna.
Questa la faceva lavorare senza sosta, facendole custodire il gregge sui monti, filare la lana e raccogliere la legna. La tradizione vuole che, mentre Panacea era intenta alla preghiera, fossero gli angeli a lavorare al posto suo.
Una sera del 1383 la matrigna, non vedendola arrivare insieme al gregge, che da solo era tornato all'ovile, si recò a cercarla sul monte Tucri, trovandola in preghiera. Furibonda, la colpì violentemente e ripetutamente con la rocca che usava per filare, uccidendola sul colpo. Resasi conto di quel che aveva fatto, la donna si gettò in un vicino b***one.
Le campane della vicina chiesa di S. Giovanni si misero a suonare attirando la popolazione di Quarona che vide il corpo di Panacea accanto al fascio di legna che ardeva senza consumarsi.
La tradizione vuole che solo con l'arrivo del Vescovo di Novara si poté sollevare il corpo e porlo su un carro portandolo verso il paese. Giunto in un campo, il proprietario non volle che vi fosse seppellito, e i vitelli, da soli, condussero Panacea fino a Ghemme, fermandosi vicino alla chiesa parrocchiale di S. Maria dove era stata sepolta la madre, il primo venerdì di maggio del 1383.
L’origine delle Beatine di Ghemme risale all’Ottocento, quando veniva venduto sulle bancarelle in occasione della fiera della Beata, nei giorni della sua festa, dal primo venerdì di maggio fino alla domenica seguente. Secondo tradizione, i pellegrini giunti a Ghemme acquistavano i biscotti e poi si recavano in chiesa. Qui si svolgeva il rito di benedizione, che consisteva nel calare il sacchetto con i dolci all’interno del sepolcro della Beata, al centro della chiesa, dove era sepolto il corpo di Panacea fino alla costruzione dell’attuale chiesa parrocchiale. L’operazione era affidata ad alcuni addetti che in cambio ricevevano un’elemosina.
I dolci così benedetti erano portati a casa e mangiati dai familiari e offerti a coloro che non erano potuti ve**re a Ghemme. Si spiega così la forte carica emozionale e rappresentativa con i fusi conficcati in testa e il sangue che sgorga.
La presenza degli “offellari”, o venditori di dolciumi, è documentata a Ghemme almeno dal 1600, e testimonia l’ininterrotta partecipazione delle popolazioni novaresi e valsesiane alla festa di Ghemme.
Ingredienti
150 g di mandorle
150 g di zucchero a velo
1 uovo intero
150 g di b***o di alta qualità
250 g di farina
1 buccia di limone
sale q.b.
Preparazione
Il primo passo nella preparazione delle nostre Beatine di Ghemme parte dalla mandorle, che per questa ricetta si consigliano sbucciate: per prima cosa, pestiamole, passiamole nel frullatore per qualche seconde e, dopo aver versato il composto ottenuto in una plafoniera, uniamo poco alla volta lo zucchero e l’uovo intero, mescolando lentamente con una spatola.
Bene: a questo punto, versiamo la farina bianca setacciata sul tavolo, formando una conca in cui verseremo il composto appena preparato, il b***o precedentemente ammorbidito, il sale e la buccia di limone grattugiata. Lavoriamo a mano il tutto, fino ad ottenere un impasto consistente e dall’aspetto omogeneo. Rivestiamo il panetto ottenuto con un velo di carta velina e lasciamo a riposare il tutto per un’oretta circa in frigorifero.
Perfetto, siamo pronti per “intagliare” le nostre Beatine di Ghemme e a metterle in forno! Possiamo aiutarci disegnando l’immagine della beata su un foglio (alta quanto desideriamo lo siano i biscotti), così da basarci sulla figura, dopo aver “tirato la pasta”, per intagliare con il coltello la forma dei nostri biscotti. Fatto questo, posiamo le Beatine di Ghemme su una placca imburrata ed infarinata, spennelliamo con un uovo e cuociamo il tutto per cinque minuti in forno preriscaldato a 190°, fino a quando non assumeranno la tipica colorazione dorata.
Le Beatine di Ghemme sono perfette da mangiare così come sono, grazie al sapore dolce intenso e al penetrante profumo di b***o e vaniglia, oppure accompagnate da un the leggero per una perfetto inizio di giornata.