01/12/2021
IL DONO DELL'ANGELO
Gli angeli non sono tutti uguali: ci sono quelli che portano i messaggi e quelli che custodiscono
i bambini, quelli che suonano e quelli che lodano il Signore.
Ma gli angeli raccoglitori, chi li conosce? Certo non sono belli come i Cherubini, né sono bravi a parlare
come i Messaggeri; sono angeli modesti, anche nei vestiti, e molto indaffarati. Eppure sono angeli importanti.
Sono quelli che raccolgono le preghiere degli uomini, anche le imprecazioni, non fanno differenza, purché
siano sincere. Ed è una faticaccia. Tutto il giorno a volare raso terra, per sentire i più piccoli bisbigli, con
una borsa a tracolla da riempire. Quand'è piena, s'impennano verso l'alto, tagliano le nuvole e arrivano al sereno.
Qui scaricano le borse, come su un grande prato, e fanno mucchi e mucchi di messaggi: parole in tutte le lingue,
frasi lunghe e brevi, anche sospiri.
Gli angeli vuotano e scendono in picchiata sulla terra a raccogliere ancora.
Perché il Signore li vuole sentire tutti, questi messaggi, guai a lasciarne uno!
Immaginatevi dunque come rimase un angelo, morto di fatica, che, mentre si preparava a ritornare, trovò
un ultimo messaggio sospeso in aria, una frase breve, che aspettava d'essere raccolta: «Ti sei dimenticato di noi».
Da dove provenisse era un mistero, sotto c'era una nebbia così f***a che nemmeno un angelo riusciva a penetrarla.
L'angelo rabbrividì. Cosa avrebbe pensato di lui il Signore? Che non faceva bene il suo lavoro?
Fu tentato di non raccogliere la frase, ma era troppo diligente: sospirando la mise nella borsa e volò dritto
a scaricare il peso. Quello, per fortuna, era l'ultimo volo. Ma il messaggio, forse perché breve, arrivò subito
all'orecchio del Signore.
- Dimenticato? E com'è possibile! Dove l'hai raccolto? Chi me l'ha mandato? Dimenticato?
E il Signore ordinò all' angelo di scendere subito sulla terra e di cercare il luogo da cui il messaggio era partito.
- Non posso essermi dimenticato di qualcuno! Non faccio altro che ascoltarli! - sospirava. E non si dava pace.
L'angelo scese allora sulla terra e cominciò la sua ricerca. L'impresa non era facile.
Tutti i messaggi che gli angeli raccolgono sono firmati, anche le imprecazioni. Ma quello non aveva un nome.
Dove cercare? L'angelo volò dovunque, visitò chiese, ospedali e case.
Passò sulle città, attraversò i fiumi, i mari e le foreste; domandò agli uomini, ai pesci e agli uccelli.
Nessuno seppe dargli una risposta.
Stanco e scoraggiato, fu sul punto di tornare dal Signore, ma era un angelo ubbidiente e continuò a cercare.
Era passato un intero giorno, l'angelo aveva volato senza sosta ed era ormai sfinito.
Le ali si piegavano verso terra, non si reggeva in volo; cercò dunque un posto dove riposare.
Sotto di lui c'era una pianura sconosciuta, coperta d'erba, con due alberelli appartati e vicini, quasi
a tenersi compagnia. L'angelo scese. Il sole era forte, faceva un gran caldo, l'angelo si sedette sotto gli alberi.
- Finalmente sei arrivato! - dissero quelli. - Fatemi riposare, - sospirò l'angelo e s'addormentò.
Gli alberi aspettarono. Aspettarono tanto, perché il sonno di quell' angelo fu lunghissimo, e quando si risvegliò
era primavera, tutto era in fiore e la pianura non pareva la stessa.
Ma i due alberelli erano sempre uguali, nemmeno un fiore, solo foglie piccole e scure,
da far malinconia.
- Come vedi, il Signore s'è dimenticato di noi, - dissero gli alberi e l'angelo,
solo a sentire queste parole, arrossì un poco.
Continuarono gli alberi: - Aveva detto, mentre ci faceva:
«Vi faccio le foglie piccole così, perché vi riempio
di fiori colorati e luccicanti».
Poi s'è distratto per finire un albero bellissimo, che voleva mettere al centro di un giardino.
Doveva aggiungere i frutti, ha detto, e s'è allontanato. - E dopo? - domandò l'angelo.
- Aveva tanto da fare... Non è tornato più.! - sospirarono gli alberi. L'angelo arrossì di nuovo. «Com' è possibile?»
pensò tra sé, non era mai successo...
Ma non disse nulla. Si strappò un ciuffo di capelli, lunghi, sottili, lucenti come l'oro,
e li avvolse uno a uno ai rami;
poi prese un lembo della sua veste, ne fece dei fiocchi e li sparse qua e là.
Infine si staccò due piume e le attaccò alle cime.
- Non posso fare altro per voi, - disse l'angelo agli alberi e volò via.
In mezzo al prato, verde e fiorito, essi brillavano come se avessero mille luci accese.
Li vide il Signore dalle nuvole.-
E' vero, - disse sospirando, - dovevo finire gli abeti di Natale! Per fortuna ci ha pensato lui!