16/03/2024
UECI
si appella al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Nelle prossime settimane il Consiglio dei Ministri discuterà una norma sull’audiovisivo (TUSMA), ovvero la revisione sulle quote d’investimento, con una forte riduzione degli obblighi per i Broadcaster e le OTT.
La riduzione proposta approvata a maggioranza provocherà nel settore molte contestazioni in quanto mette a rischio la sopravvivenza di moltissime aziende medio e piccole Italiane e tendenzialmente favorirà i GIGANTI ossia le aziende come Netfix e Amazon , etc .
È opportuno che le quote vengano riviste mitigando gli impegni per i Broadcaster e contestualmente aumentare gli obblighi per le OTT ( Netflix , Amazon , etc portando la loro quota da 20% a una quota tra il 22/25%.
Va ribadita anche la sotto quote per il Cinema , l’animazione e i Documentari.
Per le produzioni cinematografiche indipendenti è’ opportuno l’inserimento delle finestre di sfruttamento delle opere Cinematografiche con un’esclusiva per la sala di 6 mesi per il diritto Tvod e Home video 1 anno per il diritto free (broadcaster) 15 mesi per il diritto svod (per le OTT).
Questo placherà le contestazioni che nasceranno dall’eventuale approvazione della proposta approvata dalla commissione cultura.
La riforma sulle quote d’investimento è un atto che favorirà soltanto i poteri forti ossia le OTT e porterà alla chiusura migliagli d’imprese.
Questa riforma ci coglie di sorpresa soprattutto su un Governo che ha basato la propria campagna elettorale sulla difesa delle imprese Italiane e del Made in Italy.
Ci aspettavamo da questo Governo un interlocuzione più propositiva sul nostro mondo e, dopo un’attenta analisi del mercato dell’audiovisivo, un programma industriale a tutela di tutte le imprese Italiane della filiera, riconoscendo finalmente anche questo settore come un “Mercato”, e avere una regolamentazione per contrastare lo strapotere delle OTT ed evitare concentrazioni e distorsioni della concorrenza come previsto in nazioni Europee più virtuose.
Abbattere le quote d’investimento ai Broadcaster e alle OTT e non regolamentare le finestre di sfruttamento e il mercato Theatrical, porterà alla chiusura di migliaia di medie e piccole imprese Italiane, avvantaggiando piuttosto le imprese straniere.
La sottoquota dedicata al cinema di solo 1,5% invece di una quota del 4% inevitabilmente porterà ad avere sempre meno prodotto per le sale cinematografiche e in seguito alla chiusura di molte sale italiane.