Michele Carelli Photography

Michele Carelli Photography Pagina interamente dedicata all'arte della fotografia e della digital art, prodotta con tecnologieAI.
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Esiste una condizione universale che accomuna ogni essere umano: la paura. David Foster Wallace diceva che il 99% della ...
19/02/2025

Esiste una condizione universale che accomuna ogni essere umano: la paura. David Foster Wallace diceva che il 99% della nostra attività mentale consiste nel tentare di terrorizzarci a morte. È un meccanismo che ci portiamo dentro, un incessante lavorio della mente che costruisce scenari catastrofici, immagina il peggio e ci fa sentire impotenti di fronte all’ignoto. La paura mente. La mente mente.

Ma se la paura è inevitabile, esiste un modo per attraversarla senza esserne schiacciati? La Bibbia ci offre una chiave di lettura profonda, non solo religiosa, ma anche antropologica e psicologica. Non dice che la paura non esiste, ma che può essere affrontata.

In uno dei momenti più emblematici del Vangelo, i discepoli si trovano su una barca in mezzo al lago di Tiberiade. Il vento si alza, le onde si fanno minacciose, la tempesta li travolge. E Gesù? Gesù dorme.
I discepoli sono terrorizzati, lo svegliano gridando: "Maestro, non ti importa che siamo perduti?"
Quante volte questa frase potrebbe essere la nostra? "Dove sei, Dio, mentre affondo?"
Gesù si alza, placa il vento, e poi dice loro: "Perché avete paura? Non avete ancora fede?"
La paura è umana, ma la chiave è non lasciarsi definire da essa.

Un altro episodio straordinario ci parla del potere della fiducia. Pietro vede Gesù camminare sulle acque e chiede di poterlo raggiungere.

Quando fissa lo sguardo su di Lui, cammina anche lui. Ma nel momento in cui si lascia distrarre dal vento e dalla tempesta, affonda. Ed è lì che Gesù lo afferra e lo salva.
Questo episodio non è solo un racconto di fede, è una metafora dell’esistenza umana. Abbiamo conosciuto uno che può farci camminare sopra i nostri problemi, esattamente come Lui cammina sulle acque. Ma se distogliamo lo sguardo, se torniamo a fissarci sulla paura, la tempesta ci travolge.

Un altro episodio significativo è quello di Giairo. Sua figlia sta morendo, e lui va a cercare Gesù perché la guarisca. Ma il cammino verso casa sembra eterno, ogni passo è un’agonia. La paura lo assale: arriverà in tempo? Ci sarà ancora speranza?
E infatti, mentre cammina, arrivano quelli che gli dicono: "Tua figlia è morta. Non disturbare più il Maestro."
In quel momento tutto sembra perduto. Ma Gesù lo guarda e dice una frase che è il centro della vita di chiunque stia attraversando la paura:
"Non temere. Soltanto abbi fede."
La figlia di Giairo alla fine viene riportata alla vita, ma il vero miracolo è un altro: Gesù ha camminato con lui attraverso il buio, attraverso la paura, attraverso la disperazione.

E poi c’è il momento più drammatico di tutti. Gesù stesso conosce la paura. Nell’Orto degli Ulivi, prima della croce, suda sangue per l'angoscia. Anche lui, essendo uomo, prova terrore, sente il peso della solitudine e del dolore imminente.
I discepoli dormono. Lui è solo. Sa che dovrà affrontare la croce, ma in quell’agonia arriva al punto decisivo: sceglie di fidarsi.
"Padre, sia fatta la tua volontà."
La paura non scompare. Ma non lo paralizza.

Dal punto di vista scientifico, la paura è un meccanismo ancestrale legato alla sopravvivenza. Ma il problema è che oggi, nella società moderna, la paura non è più solo una risposta a un pericolo immediato, ma una narrazione che ci costruiamo nella mente.
Neuroscienziati come Joseph LeDoux spiegano che l’amigdala, la parte del cervello responsabile della paura, non distingue tra un pericolo reale e uno immaginato. La mente crea mostri che non esistono.
Quante volte la paura di fallire, la paura di essere giudicati, la paura del futuro ci ha paralizzati, impedendoci di vivere? Ma quante di queste paure si sono poi rivelate infondate?

Luigi Maria Epicoco parla spesso della paura come di un passaggio, non come di un muro. Non si può evitare la paura, ma si può scegliere di attraversarla.
E lo si fa imparando gradualmente a fidarsi. Non è un salto nel vuoto, ma un cammino fatto di piccoli passi. È il discepolo che segue Gesù anche senza capire tutto. È Giairo che continua a camminare anche quando gli dicono che è inutile. È Pietro che, tra mille incertezze, almeno prova a camminare sulle acque.

Non possiamo evitare la paura. Ma possiamo smettere di darle potere.
Ogni volta che la mente ci dice che non ce la faremo, ogni volta che ci sentiamo sopraffatti dalle tempeste, ricordiamoci che non siamo soli. C’è una mano che ci afferra, c’è una voce che dice: "Non temere."
E allora, davanti alle onde, possiamo scegliere di restare fermi per paura di affondare.
Oppure possiamo alzare lo sguardo, fidarci, e iniziare a camminare.

Questo è quello che stiamo perdendo.Tra una cattiva politica e la mancata cura dei pini, il nostro patrimonio arboreo st...
18/02/2025

Questo è quello che stiamo perdendo.

Tra una cattiva politica e la mancata cura dei pini, il nostro patrimonio arboreo sta scomparendo sotto i nostri occhi.

Come sottolinea l’agronomo , stiamo assistendo a un suicidio collettivo: invece di investire nella cura e nella manutenzione degli alberi secolari, si procede con abbattimenti indiscriminati, giustificati da logiche errate.

Si sradicano alberi maturi con decenni di storia, sostituendoli con giovani piante che impiegheranno decenni per offrire lo stesso beneficio ecosistemico. A Roma la situazione è tragica: ci priviamo di un servizio ecosistemico cruciale per rincorrere la falsa idea di "verde urbano" fatta solo di numeri e ideologia.

Le piante non muoiono all’improvviso, se non per opera della motosega. La scienza parla chiaro: per compensare un solo albero abbattuto di 80 anni, dovremmo piantarne oltre 3.000. Ma i fondi del PNRR vengono usati più per creare business che per salvaguardare l'esistente.

Continuiamo così e lasceremo alle future generazioni un deserto di cemento e promesse mancate.

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14/02/2025

Arcum meum ponam in nubibus…

La luce splende nelle tenebre, e le tenebre non l’hanno sopraffatta.
13/02/2025

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Non timebis timorem nocturnum.
11/02/2025

Non timebis timorem nocturnum.

Buon compleanno alla donna che ha reso la mia vita un film d’azione🎉🎉🎉 (con qualche scena romantica e parecchie commedie...
09/02/2025

Buon compleanno alla donna che ha reso la mia vita un film d’azione🎉🎉🎉 (con qualche scena romantica e parecchie commedie)!

Da quando ci sei tu, le mie giornate sono più ricche: di risate, di sorprese e di momenti in cui mi chiedo seriamente come tu faccia a sopportarmi. Sei la mia compagna di viaggio perfetta, il mio equilibrio tra caos e meraviglia, l’unica in grado di far funzionare il mio cervello prima del caffè (quasi).

Oggi festeggiamo te, che rendi tutto più bello, più divertente e, soprattutto, me… un uomo incredibilmente fortunato! ❤️

LA TEMPESTA NON AVRÀ L’ULTIMA PAROLACi sono giorni in cui il mondo sembra inghiottirci, come una barca sballottata in me...
02/02/2025

LA TEMPESTA NON AVRÀ L’ULTIMA PAROLA

Ci sono giorni in cui il mondo sembra inghiottirci, come una barca sballottata in mezzo a una tempesta. Le onde si alzano, il vento urla e ci sentiamo piccoli, fragili, incapaci di trovare la terraferma. La paura entra nel cuore come una morsa e sembra che tutto intorno a noi stia crollando. “Non ce la farò… mi sento sopraffatto.”

Anche i discepoli, uomini di fede, si trovarono in quella stessa angoscia. Erano lì, nel bel mezzo della tempesta, sentendosi abbandonati, come se la loro barca stesse per affondare. E Gesù? Dormiva. La sua presenza sembrava così lontana, così silenziosa. La paura li spinse a svegliarlo, chiedendo con il cuore pieno di disperazione: “Non ti importa che moriamo?”

Ma in quel momento di incertezza, la risposta che ci si aspetta non arrivò. Gesù si alzò e, con una calma che sembra fuori luogo, disse semplicemente: “Taci, calmati!” In un attimo, il vento si placò e il mare divenne calmo. La tempesta che aveva preso il controllo del loro mondo si fermò, ma la vera tempesta che Gesù voleva fermare non era quella esterna. Era quella che agitava i loro cuori, quella paura che li spingeva a dubitare della Sua presenza, della Sua promessa.

Quante volte, anche noi, ci siamo sentiti come quei discepoli? Quante volte la vita ci ha travolti, facendoci dubitare della nostra forza, del nostro cammino, del senso di ciò che viviamo? Ci sono momenti in cui il caos sembra inghiottirci, dove il silenzio ci fa sentire soli, persi, in balia delle circostanze. Ma la verità è che la tempesta non ha il potere di definire chi siamo. Non è il vento né le onde a dire chi siamo, ma la forza che risiede dentro di noi, che ci permette di affrontare ogni giorno con coraggio, anche quando non vediamo il senso del nostro cammino.

Se oggi ti senti sopraffatto, se il mondo sembra crollare su di te, ricorda questo: anche la tempesta più grande ha una fine. E anche nei momenti di silenzio, quando tutto sembra perduto, la tua forza interiore è lì, pronta a guidarti verso la pace. Non lasciare che la paura ti inganni. Ogni tempesta passa, e tu resterai. Ogni difficoltà, per quanto grande, è temporanea. La serenità, quella che forse sembra lontana, è dentro di te, pronta a emergere.

Tu sei più forte di quanto pensi. Il fatto che tu stia ancora navigando, che tu stia ancora cercando la luce, dimostra che la tempesta non ha l’ultima parola su di te. La tua resilienza, il tuo cuore, sono più grandi di ogni paura.

Ricorda, tu sei la barca che affronta la tempesta, ma non sei mai solo nel viaggio. La calma arriverà, la luce tornerà. E tu, più forte di prima, sarai pronto/a a vedere la bellezza del nuovo giorno.

Un fiore tutto da sb****re 😂 🌼🥚🍳
02/02/2025

Un fiore tutto da sb****re 😂 🌼🥚🍳

La mente solitamente mente.Ti dirà che sei solo, che nessuno può capire il tuo dolore, che la ferita che porti dentro è ...
01/02/2025

La mente solitamente mente.

Ti dirà che sei solo, che nessuno può capire il tuo dolore, che la ferita che porti dentro è troppo profonda per guarire. Ti convincerà che restare fermi sia più sicuro che andare avanti, che la sofferenza sia la tua unica verità, che non c’è più nulla da sperare.

Ma la mente mente, e la verità è un’altra.

Non sei solo. Non lo sei mai stato. C’è sempre una mano tesa, anche quando credi che nessuno possa vederti. C’è sempre una luce, anche quando gli occhi sono troppo stanchi per cercarla. Il dolore non è la fine del cammino, è solo un passaggio. E se oggi ti sembra di essere in un deserto, sappi che anche nel deserto ci sono fiori che sbocciano, invisibili a chi guarda con troppa fretta, ma presenti per chi ha il coraggio di fermarsi e respirare.

Non farti imprigionare dai tuoi pensieri. Il giudizio degli altri non è la misura del tuo valore. Il passato non è la profezia del tuo futuro. La disperazione è un’ombra che sembra grande solo perché sei fermo a guardarla.

Alzati. Cammina. Anche con il passo più piccolo, anche con il cuore più stanco. Guarda verso la luce, anche quando tutto sembra buio. Non perché sia facile, ma perché dentro di te, nonostante tutto, c’è ancora un seme di speranza. E la speranza è più forte di qualsiasi notte.

Siamo in 4.400! Grazie di cuore! ❤️📷Quando ho creato questa pagina, l’idea era semplice: uno spazio dedicato alla fotogr...
31/01/2025

Siamo in 4.400! Grazie di cuore! ❤️📷

Quando ho creato questa pagina, l’idea era semplice: uno spazio dedicato alla fotografia, alla vita e alla riflessione. Un angolo dove fermarsi un attimo, osservare, emozionarsi e magari trovare ispirazione.

Oggi siamo in 4.400 a condividere questa passione, e questo numero per me significa tanto. Ogni vostro like, commento e messaggio è una spinta a continuare, a raccontare storie attraverso le immagini e le parole.

Grazie per esserci, per il vostro supporto e per rendere speciale questa comunità! Il viaggio continua… insieme. ✨📷

✨
30/01/2025

27/01/2025
Come ogni grande appassionato di surrealismo, oggi sono andato a vedere la mostra dedicata a Salvador Dalí, un artista c...
25/01/2025

Come ogni grande appassionato di surrealismo, oggi sono andato a vedere la mostra dedicata a Salvador Dalí, un artista che adoro profondamente. Tuttavia, con grande amarezza, devo ammettere che è stata una delle peggiori mostre che abbia mai visto a Roma: disorganizzata, povera di approfondimenti significativi sulla figura di Dalí e, soprattutto, priva delle sue opere fondamentali, quelle che incarnano l'essenza del suo genio e della sua visione. Eppure, in mezzo a questa delusione, un bagliore inatteso mi ha sorpreso: tre quadri che mi hanno lasciato senza fiato per la loro bellezza e potenza evocativa.

I primi due sono La Sposa e La Madonna del Gatto di Enrico Colombotto Rosso, un artista di cui Vittorio Sgarbi, che personalmente non stimo, ma che indubbiamente di arte ne capisce, ha detto: «Il più visionario, il più turbinoso, disperatamente solitario, luciferino. Enrico Colombotto Rosso è un puro spiritualista, estraneo a ogni contaminazione con la realtà, in nome di un aristocratico distacco, di una pittura dell'anima nella quale, come spiegava Bataille, c'è spazio anche per il male, per gli abissi dove l'uomo rischia di perdersi senza possibilità di riscatto». Non posso che concordare con queste parole.

Ma poi, quasi come un’apparizione, ho incontrato N**o di fronte di Michel Henricot, un’opera che non esito a definire trascendente. , con la sua pittura iperrealista e al contempo onirica, crea immagini che sembrano appartenere a un mondo parallelo. Le sue figure, umanoidi e al contempo cibernetiche, sono scolpite con una precisione quasi surreale, caratterizzate da superfici metalliche su cui si intrecciano disegni ergonomici. Questo connubio tra l'umano e il tecnologico si trasforma in una visione che trascende la realtà, dando vita a corpi che sembrano esistere in una dimensione sospesa, al di là del tempo e dello spazio. Le sue opere evocano un'atmosfera densa e misteriosa, in cui il sogno e la realtà si fondono in un unico, affascinante paesaggio visivo.

Purtroppo, per ammirare davvero e il suo universo onirico, bisognerà andare al Museo Dalí di Figueres, in Spagna. Tuttavia, questa mostra, seppur deludente, mi ha permesso di scoprire la forza visionaria di due artisti straordinari: Rosso e Henricot. Ed è questo, in fondo, ciò che il surrealismo dovrebbe fare: sorprenderci, portarci altrove, anche quando meno ce lo aspettiamo.

Questa mattina mi sono divertito tantissimo a fotografare il mare in tempesta. Le onde si infrangevano con forza contro ...
19/01/2025

Questa mattina mi sono divertito tantissimo a fotografare il mare in tempesta. Le onde si infrangevano con forza contro gli scogli, una potenza affascinante e caotica. Ma, come spesso accade, nel divertimento è nato un momento di riflessione. Quel mare agitato mi ha ricordato le tempeste della vita, quelle situazioni che ci travolgono e sembrano fuori dal nostro controllo. E subito la mia mente è andata alla storia di Pietro e Gesù che camminano sulle acque. Mi piace parlare di queste cose, perché credo che le parole abbiano il potere di guarire il cuore, di risvegliare speranza e dare forza a chi soffre.

"Non è la tempesta che definisce il nostro cammino, ma il coraggio di fare un passo verso ciò che ci chiama."

Immagina di trovarti nel cuore di una tempesta, sopraffatto da onde e vento. Quante volte ti sei sentito così nella vita, con le difficoltà che ti sommergono e la paura che ti paralizza? Eppure, proprio nel caos, c’è sempre qualcosa che ci chiama a fare un passo. Un sogno, una speranza, una voce interiore. È quel momento di sfida: fidarsi, anche quando non vedi tutta la strada.

La storia di Pietro è la metafora perfetta: cammina sulle acque finché tiene lo sguardo su Gesù, ma inizia ad affondare quando la paura lo distrae. È ciò che succede a tutti noi. Quando ci concentriamo solo sulle difficoltà, esse ci sovrastano. Ma basta un atto di fiducia, anche nella paura, per cambiare tutto. "Signore, salvami!" grida Pietro, ed è immediatamente sollevato. Quella mano tesa rappresenta una verità universale: non siamo mai soli. Anche nei fallimenti, c’è sempre una forza pronta a sostenerci.

La tempesta della vita non sempre si placa subito, ma possiamo trovare pace dentro di noi. La vera forza non è evitare le difficoltà, ma affrontarle sapendo che non dobbiamo farcela da soli. Psicologicamente, la paura nasce dalla sensazione di impotenza, ma quando ci affidiamo a qualcosa di più grande, sia una fede, un ideale o una speranza, scopriamo una forza che ci sostiene.

Alla fine, quando Pietro e Gesù risalgono sulla barca, la tempesta si calma. Non solo fuori, ma dentro il cuore degli apostoli. Non c’è più tempesta nel loro cuore, perché hanno capito che la paura svanisce quando ci affidiamo con fiducia.

"Non è la fine della tempesta che porta pace, ma la certezza che non siamo mai soli."

Scatti realizzati con Nikon D750 + Nikon 14-24mm f/2.8

Video montato con CapCut

Colonna sonora:
Carl Orff - O Fortuna (Carmina Burana)

14/01/2025

Luna, eterna custode dei nostri silenzi,
sorella dei sogni e madre delle ombre, tu ci osservi dall’alto con il tuo volto velato, offrendo rifugio a chi ha perso la via e luce a chi cerca risposte.

Sei specchio della nostra anima: mutevole, misteriosa, incompleta. Ci insegni che mostrare solo una parte di noi non è debolezza, ma sopravvivenza. Eppure, nel tuo abbraccio di luce tenue, ci ricordi che ciò che non si vede è altrettanto vero, altrettanto vivo.

“Non temere le cicatrici: sono stelle che brillano nel firmamento del cuore.”

Oh, Luna, che conosci il peso del tempo e la leggerezza dell’eternità, fai luce su questo fragile respiro umano. Insegna a chi soffre che persino il dolore può essere un ponte verso la bellezza, e che ogni caduta può trasformarsi in volo.

Siamo frammenti del tuo cielo, anime di carta che si consumano al fuoco dell’amore, eppure è con l’amore che tutto vibra, tutto vive, tutto si rinnova.

E tu, che abbracci ogni lacrima che cade, sussurra al nostro cuore:
“L’amore non è assenza di dolore, ma la forza che ci permette di attraversarlo e di tornare a splendere.”

Così, sotto il tuo cielo immenso, impariamo a essere pace, a essere speranza, a essere luce, nonostante tutto.

Indirizzo

Ostia Lido
00122

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