02/11/2023
Le nanoplastiche guastano anche il microambiente osseo
Le nanoplastiche possono interagire direttamente con le cellule ossee fino ad alterare il delicato equilibrio e la relazione esistente nel microambiente osseo. Attività che potrebbe anche sviluppare patologie legate all’impoverimento osseo. È la conclusione a cui è giunto un gruppo di ricercatori coordinato da Lavinia Casati, ricercatore di Patologia Generale al Dipartimento di Scienze della Salute della Statale di Milano, il laboratorio di Patologia Generale coordinato da Raffaella Chiaramonte, docente di Patologia Generale dello stesso Ateneo, e altri gruppi di ricercatori, tra cui il gruppo di ricerca di Marco Parolini, docente di Ecologia del Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali, i ricercatori del Dipartimento di Biotecnologie Mediche e Medicina Traslazionale dell’Università di Milano e dell’Università di Parma. Lo studio è stato recentemente pubblicato su Science Direct - Journal of Hazardous Materials.
La gestione errata del rifiuto plastico ha determinato un accumulo massivo di oggetti plastici nell’ambiente, che, a seguito della degradazione e della frammentazione a causa di processi chimici, fisici e biologici, originano micro e nanoplastiche, misurate rispettivamente in micrometri (ovvero con dimensioni comprese tra 0,1 e 5.000 µm, ovvero 5mm) e nanometri (le cui dimensioni vanno da 0,001 a 0,1 µm, cioè da 1 a 100 nanometri)...
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Nella foto. Fila superiore (localizzazione delle nanoplastiche) compaiono da sinistra: osteociti, osteoblasti e osteoclasti; fila inferiore, visibili i nuclei e i contorni delle cellule (credit: Lavinia Casati)