Nel 1996 ho creato il sito l’Isola dei bambini che nel 1999 è diventata Bimbi.it. Ho continuato a dirigere Bimbi.it fino al 2012, poi qualcosa si è rotto ed ecco Bimbì.it con l'accento. Non per scelta ideologica, ma perchè penso che il compito del Contenuto, sia esso inteso come "informazione" o come "cultura", sia di provare a svincolarsi da ogni convenienza legata a logiche di marketing. E' lì c
he vedo il senso di questa attività. L'esaustività nell'elenco degli appuntamenti per i bambini è stato l'obbiettivo primario dal 1996 al 2010. Ma non si tratta solo questo. Penso anche che i bambini non abbiano strumenti per comprendere la differenza tra un contenuto (testo, video, artistico, creativo, sportivo, eccetera) che viene loro servito a fini commerciali e uno che invece ha fini educativi o anche di pura evasione. Questa mancanza di chiarezza ci rende tutti un target. E toglie forza al "Contenuto", in ogni sua forma. Lo relega al ruolo di strumento per ottenere visibilità e gli fa perdere centralità e senso. Solo a me sembra una devastazione culturale? Non credo proprio. Ho creato una piccola rete per provare insieme a incidere in questo senso comune malato. Per me non è una battaglia "idealistica". E' invece una battaglia molto concreta che riguarda la sopravvivenza del Contenuto come l'ho sempre conosciuto. So di poter continuare a distinguere tra l'evocazione artistica e quella di uno spot, ma non sono sicuro che anche le nuove generazioni avranno gli strumenti per farlo. Benvenuti su Bimbì.