12/09/2024
La versione celtica della religione europea è forse la più enigmatica, ma ha lasciato nella nostra cultura l’impronta indelebile di tutta una civiltà la cui memoria storica va da Brenno a Vercingetorige e Boudicca ad Artù e Merlino; dal Portogallo all’Anatolia ed alla Boemia, dal nord della Scozia ai confini appenninici della Padania. Il senso del meraviglioso, l’onnipresenza della magia, la passionalità amorosa e il gusto per l’eccesso, l’intreccio più stretto che mai tra la dimensione naturale, quella umana e quella divina, la dimensione fiabesca, sono le sue principali caratteristiche, che lasceranno tracce inconfondibili nelle tradizioni popolari quanto nei prodotti culturali di tutte le epoche successive.
Per contro, ricostruirne per quanto possibile la forma originale è un’operazione difficile, perché, anche senza contare la propensione alla oralità ed all’esoterismo dei druidi, mai come in questo caso è venuta a pesare una profonda falsificazione cristiana del mito, in parte legata alla guerra culturale del monoteismo dilagante, ma in parte anche al tentativo di chi voleva tramandarlo di eludere la relativa censura.
A concludere il volume, un saggio di Ada Cattaneo Depositaria dei nostri Valori e Tradizioni che affronta in modo comparativo tra la cultura celtica, la nordica e la classica, varie tematiche (dal destino, agli uomini, gli dei, gli eroi, i semi-dei, dalla magia alla tradizione...
Il presente volume è il secondo tomo di un dittico intitolato “L’altro paganesimo”. La prima parte è costituita da Gli dèi maledetti, di Jean Mabire, che si occupa invece del pantheon nordico e delle sue storie
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