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Il bambino simbolo della Kinder è cresciuto: si chiama Matteo Farneti ed è di Bologna.
15/01/2025

Il bambino simbolo della Kinder è cresciuto: si chiama Matteo Farneti ed è di Bologna.

Cosa voleva dire essere adolescenti negli anni ottanta e novanta?Non esistevano i cellulari e i social non sapevamo nemm...
15/01/2025

Cosa voleva dire essere adolescenti negli anni ottanta e novanta?
Non esistevano i cellulari e i social non sapevamo nemmeno cosa fossero. L'unica cosa veramente "social(e)" era stare assieme agli altri. Per davvero, nella vita reale.
Si stava a giocare a pallone in strada con gli amici fino a quando tua madre non ti urlava che era pronto. E il sabato e la domenica ogni con la propria compagnia sui muretti o al pub.
Le strade erano piene di gente. I bar erano pieni di gente. Alla domenica, nel giorno di riposo per tutti, l'appuntamento al bar dello sport era un rito fisso. Erano tutti ammassati perché i bar una volta erano dei microcosmi pieni di vita e di umanità.E tutti, giovani e non, si intrattenevano in quei locali pieni di fumo (già, perché allora si poteva fumare anche dentro ai bar), aspettando il proprio turno per poter scommettere sulle partite.
E non si giocava la "bolletta", quella è nata dopo. Ma si giocava la schedina. Ricordo ancora la scritta “Totocalcio” in verde, sulla sinistra l’elenco delle partite che si sarebbero disputate ed in rosa gli “1 x 2”. C’era la possibilità di vincite milionarie con “facendo il 13” o di vincite più discrete con il 12. Si discuteva, si parlava e ci si confrontava per cercare il pronostico giusto per "azzeccare" il risultato. Alla mattina c'erano i cartoni animati, quelli belli, pixel sfocati dello schermo della tv a tubo catodico. Su Italia 1 davano "Hello! S***k", "Doraemon", "Georgie", "Sui monti con Annette", "L'incantevole Creamy", "Il mio nome è Jem". Altrimenti, se andavi sulle reti private potevi trovare "Ken il Guerriero", "Mazinga", "Sampei", "Ransie la strega", "Bia la sfida della magia", "Chuck, castoro" e tanti altri.
I film erano dei veri e propri capolavori: da Indiana Jones a Terminator, da Guerre stellari a Rocky, da Lo squalo ai film horror che tutti i mercoledì davano in doppio appuntamento a "Notte Horror" su Italia 1. E siccome il primo film cominciava alle 22:30, quello di mezzanotte e mezza toccava videoregistrarlo perché poi il giorno dopo c'era la scuola. Le VHS: oggetti oramai quasi introvabili e diventati vintage: funzionavano con nastri magnetici che giravano dentro e ci si poteva registrare sopra anche sei, sette, otto volte. L'unico modo per non sovraregistrarle era rimuovere la linguetta in plastica. Ma se poi cambiavi idea ci potevi applicare lo schotch ed ecco che si ripristinava.
Ascoltavamo Vasco, gli 883 e Claudio Baglioni. Ma poi anche Michael Jackson, Prince ed i Queen. Ma c'erano anche i Guns'n'Roses ed i Duran Duran. Capitava di vedere in giro gente con lo stereo a palla e le All Stars ai piedi. Magari anche su uno skateboard.Tutto era diverso: anche l'aria che si respirava. Sia per strada che nei luoghi pubblici. Degli odori che oggi non ci sono più.

Violetta "Bert" Gracheva, modella russa, la nuova fiamma di Weston McKennie
15/01/2025

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Giorgio Gaber in una trattoria di Milano negli anni '60
15/01/2025

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Oggi sono sette anni dalla scomparsa di Dolores O'Riordan dei Cranberries
15/01/2025

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Manuela Arcuri.Buongiorno
15/01/2025

Manuela Arcuri.
Buongiorno

Gloria Guida e Lando Buzzanca, "Il gatto mammone" (1975)
15/01/2025

Gloria Guida e Lando Buzzanca, "Il gatto mammone" (1975)

Le Spice Girls a Parigi nel 1996
14/01/2025

Le Spice Girls a Parigi nel 1996

14/01/2025

Micidiale battuta di Renato Pozzetto dal film "Grandi magazzini" (1986).

Jennifer Lopez55 anni...(in foto ne aveva un altro 53!)
14/01/2025

Jennifer Lopez
55 anni...
(in foto ne aveva un altro 53!)

Mia Martini a "La Bussola" di Marina di Pietrasanta il 3 agosto 1975.
14/01/2025

Mia Martini a "La Bussola" di Marina di Pietrasanta il 3 agosto 1975.

Nel 2000 Marco Tullio Giordana affida ad un giovane sconosciuto la parte di Peppino Impastato (giovane ucciso dalla mafi...
14/01/2025

Nel 2000 Marco Tullio Giordana affida ad un giovane sconosciuto la parte di Peppino Impastato (giovane ucciso dalla mafia negli anni settanta) per il suo film "I cento passi".
Quel giovane era Luigi Lo Cascio e fu un grosso successo per il film e sopratutto per la sua carriera. Vinse vari premi, tra cui il David di Donatello al miglior attore.In breve diventò uno degli attori italiani più bravi e soprattutto più richiesti.
In una manciata di anni, fino al 2006, collezionò vari ruoli importanti nel cinema di quegli anni. Interpretò il ruolo di Mattia Cairati nel capolavoro "La meglio gioventù", sempre di Giordana, accanto ai suoi colleghi e amici di Accademia Fabrizio Gifuni e Alessio Boni. Fu un atroce brigatista nel film "Buongiorno, notte" di Marco Bellocchio, film incentrato sul rapimento di Aldo Moro.
Ebbe nomination a premi italiani per la sua interpretazione in "Luce dei miei occhi" di Giuseppe Piccioni. Recitò al fianco di Sergio Rubini in "Mio cognato"; si avvicendò nel cinema di genere interpretando un commissario nell'audace "Occhi di cristallo" di Eros Puglielli" ed ebbe un ottimo ruolo in "La bestia nel cuore" di Cristina Comencini.
Poi, il periodo d'oro di Lo Cascio sembrò affievolirsi. Continuarono le sue (buone) interpretazioni in film importanti ma queste si diradarono. Ebbe un piccolo ruolo in "Miracolo a Sant'Anna" un film girato in Italia da Spike Lee, un altro breve ruolo nell'ottimo "Romanzo di una strage" del suo fido Giordana, questa volta incentrato sulla strage di Piazza Fontana. Fu uno dei - tanti - protagonisti de "Gli amici del bar Margherita" di Pupi Avati ed ottenne un altro piccolo ruolo in "Baarìa". Ma le parti da protagonista sembravano finite per lui.
Tant'è che per tutti gli anni 2010 le sue partecipazioni nel cinema italiano diminuiscono sempre di più. Si segnalano la sua partecipazione alla trilogia "Smetto quando voglio" e quella di uno dei tanti protagonisti de "Il capitale umano" di Paolo Virzì.Luigi Lo Cascio sembrava, purtroppo, essere stato messo all'angolo dal cinema italiano, che pareva preferisse altri attori.

Questo fino al 2019, quando gli capitò l'occasione - grazie a Marco Bellocchio - di recitare accanto al suo compagno all'Accademia d'arte drammatica Silvio D'Amico di Roma Pierfranceco Favino nel film "Il traditore". Nel film incentrato su Tommaso Buscetta, Lo Cascio interpreta il ruolo di Salvatore Contorno, grazie al quale ha vinto un Nastro d'Argento ed il suo secondo David di Donatello. Proprio in occasione di quest'ultima cerimonia - in pieno periodo covid - Lo Cascio nel suo discorso di ringraziamento ha proprio fatto riferimento alla sua prima vittoria di vent'anni prima con il suo ruolo cinematografico, e di aver capito con il tempo «quanto sia difficile vincerne un altro».
Grazie a questa sua prova, Lo Cascio entra un secondo periodo florido della sua carriera: lo vuole Daniele Luchetti in "Lacci" e Gianni Amelio nel film "Il signore delle formiche" accanto a Elio Germano, dove da un'altra grande prova di interpretazione con l'intensa interpretazione dello scrittore Aldo Braibanti. Fino ad arrivare al culmine delle sue prove attoriali con "The bad guy", un'audace serie televisiva - di impronta americana - diretta da Giancarlo Fontana e Giuseppe Stasi. La serie vince nel riuscire ad ottenere un perfetto equilibrio a metà fra il serio ed il comico/grottesco. Un'operazione non facile ma che riesce alla perfezione ai due registi ed a tutto l'impianto tecnico (fotografia, montaggio, musiche). E soprattutto grazie al ricco cast che vedi nomi come Stefano Accorsi, Antonio Catania, Claudia Pandolfi, Enrico Lo Verso ed Aldo Baglio. Ma a svettare su tutti è proprio lui: un Luigi Lo Cascio in stato di grazia in un "doppio ruolo" del giudice Nino Scotellaro che combatte la mafia e quello di Balduccio Remora, parente dell'America ("del Sud) di una famiglia di Cosa Nostra. L'interpretazione di Lo Cascio è PERFETTA da ogni punto di vista: qualsiasi inflessione vocale, qualsiasi piccolo gesto facciale ci ha finalmente ricordato del grandissimo attore italiano che è, e che speriamo possa far parte di nuovo dell'"olimpo" degli attori italiani accanto a Servillo, Favino, Germano, Marinelli e Borghi.

Le partite di calcio di una volta...
14/01/2025

Le partite di calcio di una volta...

Federica Nargi
14/01/2025

Federica Nargi

Marcello Mastroianni e Massimo Troisi, "Che ora è?" (1989).“Massimo è intelligente, bravo. Non assomiglia a nessun altro...
13/01/2025

Marcello Mastroianni e Massimo Troisi, "Che ora è?" (1989).

“Massimo è intelligente, bravo. Non assomiglia a nessun altro, è interessante quel suo modo di recitare fatto tutto di invenzioni, rotture, recitazione sincopata, sembra che non finisca mai i discorsi, che non abbiano un senso e invece ce l’hanno moltissimo. Mi piace pure essendo molto diverso da me”.

(Marcello Mastroianni su Massimo Troisi )

13/01/2025

PIETRO TARICONE
L'INFLUENCER ANTE-LITTERAM
Influencer ante-litteram. Influencer prima degli influencer, prima di tik-tok, prima di Instagram, prima di Facebook. Addirittura prima degli smartphone.
Pietro Taricone, suo malgrado e a sua insaputa, ha precorso i tempi.
Entrato, nel 2000, nella casa della prima edizione italiana del Grande Fratello (che poteva permettersi di essere un reale esperimento sociologico, lontano dalla deriva trash di marca Barbaradursiana) da perfetto sconosciuto, ne è uscito dopo 100 giorni da star, vate e guru per i più giovani.
Fu per la prima volta che veniva sperimentato il concetto di "sconosciuto" e persona comune che veniva messa sotto i riflettori da un giorno all'altro.
E seppur siano passati poco più di 20 anni era un'Italia totalmente diversa. Un'Italia che sorrideva davanti alle frasi machiste e vagamente anti-femministe di Taricone (frasi per cui oggi sarebbe stato processato per direttessima per misognina!).
Un'Italia più ingenua, ma allo stesso tempo più pura. Meno arroccata dietro l'abbrutimento e l'ignoranza che caratterizzano i tempi moderni i cui nuovi eroi sono i trapper e gli influencer (quelli di tiktok).
Pietro Taricone, per quanto sia stato confuso con l'idea di un'icona rozza ed ignorante, in realtà era un ragazzo di una vasta cultura che non lesinava a snocciolare nei suoi lunghissimi confessionali. Un ragazzo che, dopo il successo che gli è piombato addosso dopo il Grande Fratello, si è negato ai riflettori perché sapeva che non avrebbe campato di rendita a fare lo "sconosciuto famoso"; per cui si è messo a studiare recitazione e si è ritagliato un suo piccolo spazio nel cinema e nella televisione (come non ricordare il suo personaggio in "Tutti pazzi per amore"?).
Un ragazzo simpatico e buono che, nonostante la fama di "sciupafemmine" che si era creato all'interno del reality, una volta fuori si fidanza con l'attrice Kasia Smutniak e mette su famiglia.
Lui, al quale Maurizio Costanzo ha dedicato un'intera puntata con "Pietro Taricone contro tutti" (l'altro è stato Carmelo Bene!).
Lui che durante l'assegnazione dei Telegatti prese la parola contro Alessandro Cecchi Paone che aveva inveito contro i vincitori, sostenendo che il Grande Fratello non dovesse rientrare nella categoria "Costume e Cultura" (salvo poi, partecipare a tutti in Grande Fratello Vip e Isole dei Famosi). E che durante una puntata del programma di Daria Bignardi "Tempi Moderni", discusse le sue ragioni citando Leopardi e Schopenhauer.
Lui che, addirittura, in un programma rai condotto da Carlo Conti ebbe anche dure parole contro l'allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi (è inutile che ne cerchiate traccia sul web, non la troverete!).
Qui vediamo la polemica ai Telegatti 2001.

“Mia madre era una montagna. Quando andavo incontro verso di lei, mi sembrava di avere una madre con cento braccia, mi s...
13/01/2025

“Mia madre era una montagna. Quando andavo incontro verso di lei, mi sembrava di avere una madre con cento braccia, mi sembrava una madre gigante. Avevo proprio il senso della protezione. Era talmente madre, che era dentro di me. Da quando sono uscito da lei, lei è entrata in me. E quando è morta ho capito che il mondo era diventato, da un giorno all’altro, piccolo, stretto. Perché io sapevo quanto lei mi amava, e lì, veramente, è stato come se le montagne si fossero appiattite e non ci fosse più niente. Io sono stato contento, di aver capito, mentre mia madre era in vita, l’amore che lei aveva per me, e di conseguenza io ne dimostravo dell’altro a lei, e le facevo capire che io avevo capito che lei mi amava, e quindi anche lei era contenta.“

Adriano Celentano con la mamma Giuditta.

Oliviero Toscani,il geniale fotografo è morto a 82 anni. Era malato di amiloidosi.Nella su carriera: moda, pubblicità e ...
13/01/2025

Oliviero Toscani,
il geniale fotografo è morto a 82 anni.
Era malato di amiloidosi.
Nella su carriera: moda, pubblicità e provocazioni.

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Milan

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