15/11/2024
IL MINUTO CAPO RUTENICO SI DIMENAVA SUL TATAMI COME UNA CARPA APPENA PESCATA, IL RESPIRO AFFANNOSO, LE LABBRA CIANOTICHE, LE MANI CHE ANNASPAVANO AGGUANTANDO L'ARIA ALLA RICERCA DI UN PUNTO DEBOLE NEL CORPO MARMOREO DELL'IMPASSIBILE AVVERSARIO. MA PER QUANTO TENTASSE DI LIBERARSI DALL'OPPRIMENTE GANASCIA COSACCA DI PUTIN, NON CI RIUSCIVA. O FORSE, SEMPLICEMENTE, NON VOLEVA.
PUR NELLA TEMPESTA ADRENALINICA DELLA LOTTA ZELENSKY INFATTI PERCEPIVA, ATTRAVERSO IL SOTTILISSIMO STRATO DI TESSUTO DEI PANTALONCINI DA JUDO, CHE L'ARSENALE CARNEO DEL PRESIDENTE RUSSO SI STAVA GONFIANDO DI SANGUE E POTENZA.
BATTÈ TRE VOLTE CON LA MANO SUL TATAMI, SEGNO CONCORDATO PER LA RESA.
PUTIN MOLLÒ LA PRESA E CON L'INCHINO RITUALE SI CONGEDÒ, AVVIANDOSI VERSO LE DOCCE.
ZELENSKY SI MORSE LE LABBRA.
LA SFIDA DELLA FORZA, QUELLA CHE NON POTEVA VINCERE, ERA TERMINATA.
ORA INIZIAVA LA GUERRA PIÙ IMPORTANTE: QUELLA DEL DESIDERIO.
RAGGIUNSE LO ZAR NELLE DOCCE.
PUTIN DAVA LE SPALLE ALLA PORTA, UNA LEGGEREZZA PER CUI AI TEMPI DEL KGB I SUOI ISTRUTTORI GLI AVREBBERO FATTO PASSARE UN BRUTTO QUARTO D'ORA. MA IN QUELLA POSIZIONE ZELENSKY POTEVA AMMIRARE UN RIVOLO DI ACQUA E SAPONE COLARGLI LENTAMENTE DALLE SPALLE MUSCOLOSE, INSINUANDOSI TRA I SUOI GLUTEI LEVIGATI E IPERTROFICI.
"VLADIMIR VLADIMIROVIC", RANTOLÒ IN TONO DI SFIDA.
PUTIN SI VOLTÒ, E QUEL MOVIMENTO IMPRESSE ALLA SUA BECCA D'ASSALTO SPETSNAZ (DICHIARATA ILLEGALE DA SVARIATE RISOLUZIONI ONU) UN IPNOTICO CIONDOLÌO.
ZELENSKY LA FISSÒ PER ALCUNI ISTANTI A BOCCA APERTA, IMMOBILE E INCAPACE DI FARE ALTRO.
POI IL PRESIDENTE RUSSO SCHIOCCÒ LE DITA, ROMPENDO L'INCANTESIMO, E GLI FECE CENNO DI AVVICINARSI.
ORMAI PRIVO DI QUALSIASI CAPACITÀ DI AUTODETERMINAZIONE, ZELENSKY OBBEDÌ.
PUTIN LO AFFERRÒ PER UN BRACCIO E CON MISURATA VIOLENZA GLI SPINSE LA FACCIA CONTRO IL MURO.
ZELENSKY SORRISE: PUTIN SAPEVA CHE GLI SAREBBE PIACIUTO.
QUINDI IL COMICO DIVARICÒ LE COSCE E SI PREPARÒ ALLA TORRIDA INEVITABILITÀ EURASIATICA.
IL GRASSO MISSILE ISKANDER VIOLÒ LE SUE TERGA CON TENERA FEROCIA, STRAPPANDOGLI UN GEMITO DI GODIMENTO NELL'ISTANTE IN CUI LA PUNTA LAMBÌ PULSANTE LA PARETE PROSTATICA.
CIAF CIAF CIAF.
A OGNI DIASTOLE DEL SENSUALE AMPLESSO PANSLAVICO L'ACQUA E IL SAPONE SCENDEVANO NEGLI ANFRATTI DEI LORO CORPI, PER POI SCHIZZARE GIOIOSAMENTE IN OGNI DIREZIONE AL COLPO SUCCESSIVO.
CIAF CIAF CIAF.
"È TUTTO QUELLO CHE HAI?" ESCLAMÒ ZELENSKY IN TONO DI SFIDA, ANSIMANTE, MENTRE LA MAREA DEL GODIMENTO RISALIVA DALLE SUE INTERIORA.
CIAF CIAF CIAF CIAF CIAF CIAF.
PUTIN AUMENTÒ IL RITMO, GLI AFFERRÒ I FIANCHI ATTIRANDOLO A SÉ.
CIAF CIAF CIAF CIAF CIAF CIAF.
L'ESTASI GIUNSE COME IL CROLLO DI UN OSPEDALE PEDIATRICO, NELL'ISTANTE IN CUI IL PRESIDENTE UCRAINO SENTÌ LE BUDELLA RIEMPIRSI DEL BOLLENTE BORSCHT DEL DOMINIO.
URLÒ INCONTENIBILE IL SUO PIACERE, UN URLO PROTRATTO, LIBERATORIO.
POI L'URLO SI TRASFORMÒ IN UN SIBILO, E QUINDI SCEMÒ NEL SILENZIO.
L'UNICO RUMORE RIMASTO ERA IL GETTO D'ACQUA DELLA DOCCIA.
E ORA CHE LA FRENESIA DEL SESSO AVEVA LASCIATO SPAZIO ALLA MALINCONIA POST-ORGASMICA, LA MENTE DI ZELENSKY SI MISE A VAGARE.
LA LORO STORIA D'AMORE SAREBBE SOPRAVVISSUTA ALL'IMMINENTE ARMISTIZIO? ALLA PACE?
O ERA PROPRIO LA NATURA PROIBITA DEL LORO RAPPORTO A CONFERIRE AD ESSO QUEL CARATTERE DI TORBIDA E INCONTENIBILE PASSIONE?
PUTIN CHIUSE IL RUBINETTO E SE NE ANDÒ SENZA DIRE NULLA, SENZA SCIOGLIERE MAI NEANCHE PER UN ISTANTE IL SUO CONTEGNO ALTERO.
A ZELENSKY PIACEVANO COSÌ I SUOI UOMINI: FREDDI, DISTANTI, EMOTIVAMENTE INDISPONIBILI.
SCUOTENDO IL CAPO SI LASCIÒ ANDARE ALL'AMARA CONSIDERAZIONE:
"IN OGNI GUERRA C'È UN AMANTE E UN AMATO."