07/12/2023
LIMPERATORE FIGLIO DEL SOLE
Si dice che Vario Avito, detto Eliogabalo, fosse uomo bellissimo e di grande fascino, perchè a soli quattordici anni portato nel campo militare suscitò lo slancio e l'acclamazione di tutti. Secondo altri perchè somigliava incredibilmente a Caracalla alla stessa età. Nato nell'attuale Siria vicino a Homs (Hemesa per i Romani) e trasferitosi a Palmira, era, per diritto ereditario, l'alto sacerdote del dio sole (El-Gabal) della sua città d'origine.
Il nome «Eliogabalo» deriva infatti da due parole siriache, El («dio») e gabal (concetto associabile a «montagna»), e significa «il dio [che si manifesta in una] montagna», chiaro riferimento alla divinità solare di cui era sacerdote, rappresentata da un betilo (una pietra sacra); non fu mai usato da Avito Bassiano, né dai suoi contemporanei, ma è attestato solo a partire da una fonte del IV secolo, nonostante questo resterà nella storia proprio col nome di Eliogabaloo Elagabalo. Con il sostegno della madre, Giulia Soemia, e della nonna materna, Giulia Mesa la grande tesssitrice, fu acclamato imperatore dalle truppe orientali, in opposizione all'imperatore Macrino, all'età di soli quattordici anni...
Ucciso Macrino Eliogabalo entrò ad Antiochia nel 218, imponendole un tributo di guerra che distribuì alle truppe, si conferì l'imperio proconsolare e la potestà tribunizia, che datò dalla morte di Caracalla, e fece notificare la decisione al Senato di Roma.
ELIOGABALO E LA RELIGIONE
"Insieme alla notifica spedì un suo ritratto in cui appariva con una assurda veste di porpora e d'oro, ingioiellato e con la corona mitraica.
Dall'Asia Minore si spostò a Roma e vi portò l'aerolite di Emesa (un meteorite nero sacro al Dio Sole), per il quale costruì uno splendido tempio sul Palatino: l'Elagabalium.
Erodiano così racconta: Questa pietra è adorata come se fosse stata inviata dal cielo; su essa si trovano piccole protuberanze e segni, che alla gente piace considerare un grezzo ritratto del sole, perché è così che lo vedono.
Fu il primo segno di squilibrio di Eliogabalo che, già sacerdote, si era proclamato Gran sacerdote di Elios, il Dio sole orientale, e alla fine si era messo in testa di essere lui stesso Elios, e come tale voleva essere adorato."
Il Senato, che non era in grado di opporsi alla volontà dell'esercito, ratificò l'elezione del nuovo imperatore, esaltò Caracalla e pose il ritratto di Eliogabalo nel tempio della Vittoria.
Più che a governare fu interessato al sacerdozio per il suo Dio. Fin dal regno di Settimio Severo, l'adorazione di Elios si era diffusa in tutto l'impero, spesso sovrapposta al Dio Mitra.
Eliogabalo, che prese il nome dal suo Dio El-Gabal, rese pubblico il suo culto col nome di Deus Sol Invictus (Dio Sole Invitto) e lo pose al di sopra di Giove, nominando se stesso Sacerdos amplissimus Dei inviati Solis Elagabali.
Ma non finí qui, per celebrare la nuova divinità unì, in qualità di sacerdote del Dio Sole, con la sacerdotessa della Dea Vesta, per procreare, come lui stesso disse "bambini simili a Dei". Non c'era scandalo più grande.
Il popolo, che aveva visto, sotto Caracalla, seppellire vive tre vestali colpevoli di aver violato il voto di castità, vide ora Eliogabalo, ripudiata la moglie Giulia Cornelia Paola, violare questo sacro principio sposando la vestale Giulia Aquilia Severa. Inoltre si riteneva che la violazione della castità delle Vestali portasse grandi sventure a Roma. Ma ancor più grave fu il fatto che per diventare Gran sacerdote, Eliogabalo si fece circoncidere, costringendo dei collaboratori a fare altrettanto. Cassio Dione racconta che pensasse di castrarsi, senza averne però il coraggio. Emulava sia gli Ebrei, costretti alla diaspora da Vespasiano ma pure gli odiatissimi Galli, sacerdoti di Cibele la cui barbara usanza di castrarsi era da tempo stata proibita dai Romani.
I Senatori erano scandalizzati dal comportamento dell'imperatore ma il popolo no, per le frequenti elargizioni dell'imperatore e le feste molto folcloristiche in onore di Elios, ma i Pretoriani erano allarmati, anche perchè Mammea, aiutata da Mesa, aveva con elargizioni raccolto simpatie in favore del figlio Alessiano, il futuro imperatore e suo successore Alessandro Severo, tanto fece che convinse Eliogabalo ad adottare il cugino nel 221, dichiarandolo Cesare col nome di Marco Aurelio Alessandro.
L'immediato favore delle truppe verso di lui allarmarono Eliogabalo, che annullò l'adozione e gli tolse il titolo di Cesare am fu troppo tardi. I soldati si ribellarono e, messo al sicuro nel campo di porta Nomentana il giovane cugino, assalirono la villa in cui si trovava Eliogabalo minacciando di ucciderlo se non avesse revocato la cancellazione e non cacciasse dalla corte i favoriti.
Cessato il pericolo, l'imperatore ricominciò a mostrare il suo malanimo verso il cugino. Nel 222 non permise che Alessandro salisse insieme con lui sul Campidoglio per compiervi i voti; poi ordinò ai senatori di allontanarsi da Roma, con la speranza di far ammazzare il cugino senza che alcuno si opponesse.
LA MORTE
I soldati delle coorti pretorie, che avevano subdorato le intenzioni, insorsero, soprattutto perchè Eliogabalo aveva sparso la notizia allarmante di una malattia di Alessandro. L'imperatore in compagnia della madre corse al campo per calmarli, ma non riuscendovi si nascose in una closea (fogna). I cortigiani vennero trucidati dalle soldatesche inferocite; Eliogabalo e Soemide, trovati nel loro rifugio, furono uccisi e i loro corpi, furono trascinati per le vie e infine gettati nel Tevere. Aveva governato per circa quattro anni tra tripudio e commiserazione.
Ed anche a questo bizzarro imperatore RichFree Exclusive Money Art & Jewellery ha dedicato un gioiello d'arte innestando un Denario in argento originale dell'epoca su un paio di orecchini in lapislazzuli e corallo antico: il degno tributo a colui che si proclamò addirittura Dio del Sole!
(Rodolfo Lanciani)