08/10/2021
Il prossimo 18 ottobre, sempre per la nostra collana Controstoria, uscirà anche il volume "Le guerre dell'oppio. Due imperi tra dipendenza e corruzione" degli autori W. Travis Hanes III e Frank Sanello.
Le due guerre dell’oppio si svolsero rispettivamente dal 1839 al 1842 e dal 1856 al 1860 e contrapposero l’Impero cinese, sotto la dinastia Qing, all’impero britannico. Questa storia potente e tragica viene qui raccontata adottando per la prima volta il punto di vista cinese.
L’oppio entrò in Cina durante il Medioevo, quando i commercianti arabi lo vendevano per scopi medicinali. Diffusosi in seguito come droga ricreativa, creò il caos nella società cinese. All’inizio del diciannovesimo secolo, gran parte della popolazione, il novanta per cento dei membri della corte imperiale e la maggior parte dell’esercito erano dipendenti dall’oppio.
La vasta diffusione di questa droga in Cina fu indotta dalla Gran Bretagna che era fortemente dipendente dalle importazioni di tè, divenuto la bevanda nazionale e coltivato allora prevalentemente proprio in Cina.
Quando la bilancia dei pagamenti britannica risentì eccessivamente di questo commercio, che favoriva unicamente la Cina, la Gran Bretagna comprese che avrebbe potuto pagare il tè solo con i profitti ricavati dal commercio dell’oppio. Nel momento in cui il Celeste Impero cercò di vietare l’uso della droga, divenuta una vera e propria piaga, impedendo ai contrabbandieri occidentali di entrare nel Paese, l’Inghilterra decise di combattere per mantenere i porti cinesi aperti al commercio dell’oppio. La Gran Bretagna, superpotenza del suo tempo, riuscì a imporsi in due successive guerre, provocando una vera devastazione del popolo cinese, causata dalla droga, che sarebbe durata 150 anni.