21 editore

21 editore Casa editrice indipendente 21 Editore si chiama così in onore dell’omonimo articolo della Costituzione italiana.

La casa editrice è nata a Palermo nel 2011 e la prima pubblicazione è stata una rivista (21 Magazine) dedicata prevalentemente alla Sicilia. Questa iniziativa ha consentito la formazione di un gruppo che ha deciso di dedicarsi alla pubblicazione di libri.

14/07/2022
08/07/2022

‼️ Save the Date ‼️
📖 Round Table "Il secolo dei Vandali. Storia di un'integrazione fallita (The Century of the Vandals. History of a failed integration)"
📅 12 July 2022, 6 pm CET
🗣 Umberto Roberto (Unina Federico II)
⚖️ Sabine Panzram (ATLAS-cities / Toletum)
With the participation of our 🇪🇸 friend, Prof. Dr. Javier Arce (Université de Lille), and our 🇮🇹 academic coordinator, Dr. Rocco Selvaggi (Universität Hamburg)
📍 Universität Hamburg, Hörsaal M
🔗 via Zoom (registration: [email protected])
Click here for more info 😉👇
https://www.romanislam.uni-hamburg.de/events-news/round-table-secolo-dei-vandali.html

Il prossimo 18 ottobre, sempre per la nostra collana Controstoria, uscirà anche il volume "Le guerre dell'oppio. Due imp...
08/10/2021

Il prossimo 18 ottobre, sempre per la nostra collana Controstoria, uscirà anche il volume "Le guerre dell'oppio. Due imperi tra dipendenza e corruzione" degli autori W. Travis Hanes III e Frank Sanello.

Le due guerre dell’oppio si svolsero rispettivamente dal 1839 al 1842 e dal 1856 al 1860 e contrapposero l’Impero cinese, sotto la dinastia Qing, all’impero britannico. Questa storia potente e tragica viene qui raccontata adottando per la prima volta il punto di vista cinese.
L’oppio entrò in Cina durante il Medioevo, quando i commercianti arabi lo vendevano per scopi medicinali. Diffusosi in seguito come droga ricreativa, creò il caos nella società cinese. All’inizio del diciannovesimo secolo, gran parte della popolazione, il novanta per cento dei membri della corte imperiale e la maggior parte dell’esercito erano dipendenti dall’oppio.
La vasta diffusione di questa droga in Cina fu indotta dalla Gran Bretagna che era fortemente dipendente dalle importazioni di tè, divenuto la bevanda nazionale e coltivato allora prevalentemente proprio in Cina.
Quando la bilancia dei pagamenti britannica risentì eccessivamente di questo commercio, che favoriva unicamente la Cina, la Gran Bretagna comprese che avrebbe potuto pagare il tè solo con i profitti ricavati dal commercio dell’oppio. Nel momento in cui il Celeste Impero cercò di vietare l’uso della droga, divenuta una vera e propria piaga, impedendo ai contrabbandieri occidentali di entrare nel Paese, l’Inghilterra decise di combattere per mantenere i porti cinesi aperti al commercio dell’oppio. La Gran Bretagna, superpotenza del suo tempo, riuscì a imporsi in due successive guerre, provocando una vera devastazione del popolo cinese, causata dalla droga, che sarebbe durata 150 anni.

Il prossimo 18 ottobre, per la nostra collana Controstoria, uscirà il nuovo volume di Robert Forczyk dal titolo "Il Caso...
06/10/2021

Il prossimo 18 ottobre, per la nostra collana Controstoria, uscirà il nuovo volume di Robert Forczyk dal titolo "Il Caso bianco. L'invasione della Polonia, 1939".

L’esercito polacco è stato spesso considerato antiquato e sulla base di questo pregiudizio solitamente gli storici hanno liquidato in poche righe la narrazione degli aspetti militari dell’invasione della Polonia.
In realtà l’esercito polacco era ben equipaggiato e dotato di un armamento moderno. I Polacchi possedevano più carri armati degli Inglesi e avevano abilmente decifrato il codice della macchina tedesca Enigma, avendo così l’opportunità di conoscere le mosse del nemico con sufficiente anticipo, un prezioso lavoro che gli Inglesi avrebbero proseguito con successo. L’assalto combinato dalla Germania e dall’Unione Sovietica portò a una rapida sconfitta della Polonia, ma non riuscì a fiaccarne lo spirito combattivo, e migliaia di soldati e aviatori fuggirono, per lo più in Romania, per passare in Occidente e combattere in seguito al fianco degli Alleati su altri fronti.
Utilizzando una vasta gamma di fonti, Robert Forczyk racconta dettagliatamente l’intera storia dell’invasione che ha scatenato il più grande conflitto della storia.

**er

17/04/2021
Recensione su Avvenire al saggio del professore Umberto Roberto  dal titolo  .
02/03/2021

Recensione su Avvenire al saggio del professore Umberto Roberto dal titolo .

12/02/2021

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Dal prossimo 18 febbraio sarà in libreria la nostra nuova pubblicazione dal titolo "La caduta dell'Impero romano, una st...
12/02/2021

Dal prossimo 18 febbraio sarà in libreria la nostra nuova pubblicazione dal titolo "La caduta dell'Impero romano, una storia infinita" di Bertrand Lançon, per la collana "Aspettando i barbari" diretta dal professore Giusto Traina, con la traduzione di Lucia Visonà.

La caduta dell’Impero romano continua a fare scorrere fiumi d’inchiostro: essa ha suscitato in questi ultimi anni un numero di pubblicazioni senza precedenti. La si tratta a torto come un enigma storico che si potrebbe risolvere identificandone le cause, mentre è proprio la longevità dell’Impero romano a essere enigmatica. Tuttavia, se tale caduta affascina, è perché essa è uno specchio che riflette le paure contemporanee di declino e crollo, oggetto di un vero e proprio boom in seno all’“impero americano” e all’Unione Europea. Questo libro si interroga sull’ultimo secolo dell’Impero romano, cercando di dimostrare che la sua caduta è nient’altro che uno spettro. Sebbene sia impossibile trattare un simile argomento in modo del tutto esaustivo, la cultura occidentale non sembra avere alcun desiderio di rinunciarvi. Ciò si deve al fatto che, probabilmente, questa rinuncia metterebbe in dubbio il pessimismo forzato che la sottintende. Questa “caduta” è divenuta una storia infinita, poiché ci si sforza invano di accumulare i fattori incerti di un avvenimento dai contorni non ben definiti, mentre essa in ultima analisi serve essenzialmente a sfogare le nostre angosce.

Bertrand Lançon è professore emerito di Storia romana all’università di Limoges. I suoi lavori vertono principalmente sugli imperatori e sugli aspetti politici, religiosi e sanitari del IV e V secolo d.C. Ha pubblicato, tra l’altro, "Roma nella tarda antichità (312-604)"; "Costantino" e "Teodosio".

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