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22/12/2024
UK: IL PIANO DI LAVORO PER 1,5 MILIONI DI NUOVE CASE NON E' FATTIBILE.Il piano del partito laburista di costruire 1,5 mi...
22/12/2024

UK: IL PIANO DI LAVORO PER 1,5 MILIONI DI NUOVE CASE NON E' FATTIBILE.

Il piano del partito laburista di costruire 1,5 milioni di case durante questa legislatura non è realizzabile a causa della grave carenza di competenze, dell'invecchiamento della forza lavoro e della Brexit, ha affermato il presidente della più grande azienda edile britannica.

Il governo ha delineato giovedì come intende raggiungere questo obiettivo. Le proposte all'interno del quadro normativo nazionale di pianificazione (NPPF) rivisto, includono obiettivi individuali per ogni autorità di pianificazione e nuove regole che consentiranno la costruzione di case su terreni della cintura verde di qualità inferiore.

Il direttore generale di Barratt Redrow, David Thomas, quando la BBC gli ha chiesto se ci fossero abbastanza lavoratori per costruire le case extra promesse da Keir Starmer e Angela Rayner, ha detto: "La risposta breve è no".

Ha aggiunto che il governo dovrà “rivoluzionare il mercato, rivoluzionare la pianificazione, rivoluzionare i metodi di produzione” per rendere raggiungibile il loro obiettivo.

L'HBF ha dichiarato alla BBC che il Regno Unito "non ha un bacino di talenti sufficiente" di costruttori per raggiungere l'obiettivo del partito laburista, citando le limitazioni di reclutamento dovute alla scarsa percezione e alla mancanza di formazione nelle scuole, all'insufficienza di apprendistati e al costo dell'assunzione di apprendisti.

L'associazione di categoria ha affermato che il settore non ha "attratto" abbastanza reclute negli ultimi anni, affermando che un quarto degli artigiani aveva più di 50 anni.

Le preoccupazioni provenienti dall'industria edile hanno frenato le prospettive per gli obiettivi di costruzione del primo ministro, dopo che il 5 dicembre ha dichiarato che il suo governo avrebbe "assolutamente" portato avanti lo sviluppo.

Starmer ha affermato di voler "trovare il giusto equilibrio tra natura e ambiente", ma che "un essere umano che desidera avere una casa" doveva essere la priorità assoluta.

Oltre all'impegno di costruire 1,5 milioni di case, durante questa legislatura il governo laburista intende prendere decisioni su 150 importanti progetti infrastrutturali.

L'NPPF aggiornato si impegna a seguire una strategia "brownfield first", dando priorità ai siti inutilizzati già sviluppati in passato per i nuovi edifici.

La risposta predefinita quando uno sviluppatore vuole costruire su aree industriali dismesse è sì, ma il governo afferma che queste aree non saranno sufficienti per il numero di case necessarie.

Ai consigli verrà ordinato di rivedere i confini della cintura verde identificando i terreni della “cintura grigia” di qualità inferiore su cui potrebbe essere edificato.

Il framework definisce per la prima volta la cintura grigia come territorio della cintura verde che "non contribuisce in modo significativo agli scopi della cintura verde". Tali scopi includono la limitazione dell'espansione urbana, l'impedimento della fusione tra città vicine e la conservazione del carattere speciale delle città storiche.

La salvaguardia delle campagne dall'invasione e il sostegno alla riqualificazione urbana non sono più inclusi tra gli obiettivi della cintura verde.

A gennaio si attenderanno indicazioni più specifiche su come le autorità locali potranno valutare le loro aree verdi.

Il governo ha annunciato uno stanziamento aggiuntivo di 100 milioni di sterline per i consigli, insieme all'assunzione di 300 funzionari di pianificazione aggiuntivi, per accelerare i processi decisionali.

USA: LE BANCHE OMBRA SI STANNO AVVICINANDO ALLE BANCHE REALI.Secondo un nuovo rapporto del Financial Stability Board, lo...
22/12/2024

USA: LE BANCHE OMBRA SI STANNO AVVICINANDO ALLE BANCHE REALI.

Secondo un nuovo rapporto del Financial Stability Board, lo scorso anno un record pari al 36% dei prestiti è stato concesso dalle banche ombra, poiché la crescita degli asset ha superato di gran lunga quella dei finanziatori tradizionali.

La ripartizione annuale dell’FSB, un organismo internazionale che monitora la finanza globale, illustra la rapida crescita dei prestatori non bancari come assicuratori, hedge fund e fondi di credito privati.

Il sistema bancario ombra allontana i rischi dalle banche normali, che possono essere più inclini a fughe improvvise e crisi di fiducia. Ma le autorità di regolamentazione desiderano garantire che i rischi e i collegamenti delle società non bancarie siano ben compresi.

Il rapporto dell'FSB ha mostrato:

- Lo scorso anno la crescita delle attività delle società non bancarie che forniscono credito è stata vicina al 10%, contro appena il 3,3% delle banche.
- Secondo le stime dell’FSB, le attività non bancarie di tutti i tipi, non solo la creazione di credito, rappresentano quasi la metà dei 486.400 miliardi di dollari di attività finanziarie mondiali.
- Un grande motore della crescita nel 2023 è stato l’afflusso di denaro nei fondi del mercato monetario durante la crisi bancaria all’inizio dello scorso anno.

L’FSB considera non bancari ogni entità finanziaria che non sia una banca centrale, una banca o un istituto finanziario pubblico. Una misura più ristretta per l’intermediazione creditizia comprende fondi di investimento, società finanziarie, broker-dealer e veicoli di assicurazione del credito e di cartolarizzazione. Copre circa 70,2 trilioni di dollari di asset.

21/12/2024
GLI UNDER 54 PREFERISCONO IL FAI DA TE AL CONSULENTE FINANZIARIO.Qual è il reale stato di salute dell’industria del risp...
20/12/2024

GLI UNDER 54 PREFERISCONO IL FAI DA TE AL CONSULENTE FINANZIARIO.

Qual è il reale stato di salute dell’industria del risparmio gestito italiano? Qual è il rapporto che le famiglie hanno con il risparmio e con il mondo bancario? E i consulenti finanziari che ruolo svolgono nella gestione del risparmio degli italiani?

La ricerca quest’anno si arricchisce di un focus proprio sul risparmio gestito e permette di avere una fotografia dettagliata del rapporto tra gli italiani, il risparmio, gli investimenti e i consulenti finanziari. Nelle 184 pagine dell’indagine vengono analizzate numerose sfumature sulle scelte finanziarie degli italiani, qui mi limito a segnalare tre elementi che penso siano un utile spunto per l’industria della consulenza finanziaria e del private banking che si appresta ad affrontare le sfide del 2025.

Il primo riguarda l’evoluzione del risparmio complessivo dal 2005 al 2022: mentre a livello globale il risparmio delle famiglie è passato da 11.241,3 miliardi di dollari a quota 27.038,1 miliardi di dollari, registrando un rialzo di oltre 140 punti percentuali, in Italia la crescita nello stesso periodo di tempo è stata di soli 17,7 punti percentuali. Secondo l’indagine, il risparmio complessivo del Bel Paese è passato dai 376,8 miliardi di dollari del 2005 ai 443,5 miliardi di dollari del 2022.

Un andamento decisamente più lento che è in parte determinato dalle scelte di portafoglio degli italiani. E qui emerge il secondo elemento che sicuramente deve essere analizzato con cura dall’industria: la quota assegnata alla moneta e ai depositi, la classe di attività finanziaria dominante in alcuni paesi, come il Giappone, la Germania, l’Italia, la Francia e la Spagna. Dati alla mano, negli ultimi vent’anni, la quota di risparmio parcheggiata in liquidità in Italia è cresciuta dal 22,6% al 31,4%, mentre la quota di denaro investita in strumenti di risparmio gestito (fondi comuni, assicurazioni vita e rendite, fondi pensione) è passata dal 27,4% al 37,1%. Ma negli ultimi due anni il trend si è invertito per i fondi comuni.

E in tutto questo scenario che ruolo giocano e/o possono giocare i consulenti finanziari? Dati alla mano l’industria della consulenza finanziaria e del private banking è un’industria “vecchia”, perché strettamente legata soprattutto al target di clientela con oltre 55 anni, mentre fa ancora fatica a raggiungere gli italiani tra i 25 e i 54 anni. In particolare preferiscono affidarsi al “fai-da-te” quasi 1 italiano su 3 di età compresa tra i 25 e i 44 anni, mentre si affidano ad un consulente finanziario meno del 15% di questi soggetti. La percentuale sale al 18% per i clienti compresi tra i 45 e i 54 anni. La fotografie diventa più positiva quando si guarda ai dati relativi ai soggetti compresi tra i 55 e i 64 anni: in questo caso la percentuale di italiani che si affidano a un consulente o private banker sale al 24,5%. Da segnalare che per tutte le fasce di età la percentuale di italiani che chiede comunque parere a un referente della banca è intorno al 60% (non è escluso che tra questi soggetti vi siano anche consulenti e private banker con contratto di dipendente).

Cosa raccontano questi tre elementi? Che sarà fondamentale nel 2025 lavorare per aumentare la consapevolezza dei bisogni di investimento degli individui se si vorrà ridurre la quota di “fai-da-te”. E migliorare la comprensione delle esigenze dei risparmiatori al di sotto dei 55 anni che, evidentemente, non riconoscono ancora nel consulente finanziario una figura capace di supportarli nei progetti di vita.

IL MONDO DI TRUMP E QUELLO DI BERGOGLIO DEVONO DIALOGARE PER FORZA.Il mondo di Donald Trump e quello di Papa Bergoglio d...
20/12/2024

IL MONDO DI TRUMP E QUELLO DI BERGOGLIO DEVONO DIALOGARE PER FORZA.

Il mondo di Donald Trump e quello di Papa Bergoglio devono dialogare per forza. Perché il primo parla al portafoglio e il secondo alle anime. Ma di questi tempi dobbiamo costruire con la finanza un ponte tra l'oggi e il domani e dunque tra soldi e persone.

Mercoledì 11 dicembre in Sala Nervi, oltre a chi scrive, accolto in uno spazio apposito che permette di incontrare il Pontefice per un rapido saluto e per la sua benedizione al giornale e al proprio trentennale matrimonio, vi erano in ordine sparso tanti componenti dell’umanità cui parla il Santo Padre: diverse scolaresche, un intero istituto di Parigi, i Vigili del Fuoco, l’Unione folclorica italiana con i relativi costumi locali, ampie delegazioni spagnole e del Sud America la città di Latina, un nugolo di militari dell’Onu dai colori di pelle più svariati, una nutrita pattuglia di connazionali sardi, tanti polacchi, alcuni cinesi, una banda di soli ottoni, una dozzina di spose e molti bambini, fragili, uomini e donne in carrozzella o accompagnati nelle file da un servizio d’ordine funzionante come un orologio svizzero. E tutti gridavano con l’euforia degna dei broker di Wall Street: viva il Papa!

Bergoglio la incontra ad uno ad uno ogni giorno e in ogni parte del mondo questa Umanità che compone la famiglia cattolica di un miliardo e trecento milioni di credenti. Il Santo Padre ci parla, anche per un breve momento, insomma la incontra sul serio. Il concetto di umanità grazie alla sua azione diventa così completo ma si forma sommando uno ad uno per un miliardo e trecento milioni di volte.

Per questo quando parla di guerra, unica voce clamantis nel deserto e della necessità di fermare le guerre nell’Ucraina ‘’martoriata’’, nel Medio Oriente e di garantire una tregua in Siria, il Pontefice si rivolge al pianeta - e lo fa in italiano, una lingua che ha oltre un miliardo di potenziali conoscitori – con un linguaggio universale in senso compiuto. Perché sa che la buona volontà può avere successo se diventa somma di tante individuali volontà. Perché sa che la fede e lo Spirito Santo in questo mondo in fiamme possono non bastare. E purtroppo non bastano.

Subito doppo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, già un solido nucleo della finanza mondiale faceva affari d’oro grazie alle armi, un gruppo che sta diventando sempre più numeroso e per di più sdoganato se si pensa all’ottimo andamento di tutte le borse mondiali dal 2022 a questa parte nonostante i tanti conflitti e al boom dell’indice dei titoli della difesa, che purtroppo si sono tramutati spesso in termometri tragici del successo degli strumenti di offesa.

Le guerre convengono più della pace e basta guardarsi attorno per capire quanto avesse ragione Papa Francesco quando disse: "non sapete quanta gente incontro che si sta arricchendo grazie alle armi’’.

Il Papa disvelava questo business oramai consolidato anche dall’assurdo riarmo che la Commissione Europea vorrebbe imporre ai paesi membri, insieme proprio al presidente eletto Donald Trump, per arrivare forse alla difesa unica ma sicuramente ad un sistema in cui sarà più conveniente addirittura costruire un carro armato che un’automobile e dunque meglio vivere in guerra che in pace su un’autostrada.

Che i due mondi si parlino: sarà un guadagno, non solo monetario, per tutti.

VIAGGIARE A NATALE: PRAGA.Quando la neve si posa sulle guglie e i tetti della Città Vecchia e i lampioncini del ponte Ca...
19/12/2024

VIAGGIARE A NATALE: PRAGA.

Quando la neve si posa sulle guglie e i tetti della Città Vecchia e i lampioncini del ponte Carlo si accendono al calar della sera, Praga sembra una città delle fiabe. E se non nevica basta un po’ di nebbia a regalare alla città quel velo di mistero che vi farà sfidare il freddo per girovagare tra palazzi gotici e stradine acciottolate del centro illuminato e addobbato durante le feste di Natale.

Una visita al castello di Praga poi vi farà definitivamente immergere in un’atmosfera fiabesca. La capitale della Repubblica Ceca poi vanta i mercatini di Natale considerati tra i più belli d’Europa, al di fuori della Germania, dove passeggiare tra bancarelle, luci e colori. Infine, l’inverno è la stagione dello Svařák, o vin brûlé, che troverete ovunque nelle strade di Praga per riscaldarsi nelle gelide serate.

2025, SECONDO LA BCE LE BANCHE PIU' SICURE SONO QUELLE ITALIANE. CREDEM LA BANCA PIU' SICURA.Le banche italiane continua...
19/12/2024

2025, SECONDO LA BCE LE BANCHE PIU' SICURE SONO QUELLE ITALIANE. CREDEM LA BANCA PIU' SICURA.

Le banche italiane continuano a brillare nel contesto europeo. Se negli ultimi mesi Intesa Sanpaolo ha infatti raggiunto il primato di capitalizzazione, davanti a storici competitor come la francese BNP Paribas o lo spagnolo Banco Santander, gli istituti di credito nazionali spiccano anche nelle classifiche di solidità.

Lo confermano anche i recenti giudizi emessi dalla Banca Centrale Europea sui rischi specifici (Pillar 2 Requirement) per il 2025, che hanno visto un primato tutto italiano tra le banche con minor necessità di accantonamento preventivo di capitale.

Tra i soggetti più rilevanti attivi nell'Eurozona (comprese le banche svizzere, britanniche o statunitensi) che hanno ufficializzato il dato il requisito P2R più alto per l'anno prossimo è quello pari al 3,70% richiesto a Revolut.

Il 2,90% è invece richiesto a Deutsche Bank, il 2,84% a Barclays e il 2,80% a Citigroup, per citare alcuni degli altri requisiti maggiori assegnati a celebri istituti.

Risalendo la classifica la prima banca italiana che si incontra è Banca Popolare di Sondrio (2,75%) che ha ottenuto la stessa valutazione di Hsbc Europe e Bank of America, mentre Iccrea Banca (2,52%) è subito dietro a Morgan Stanley e Goldman Sachs così come alle nazionali Cassa Centrale Banca e MPS (tutte con un P2R pari al 2,50%).

A Société Générale e Citibank è richiesto il 2,40%, mentre al quartetto formato da Commerzbank, BPCE e dalle italiane BPER e Banco BPM la BCE chiede per il 2025 un accontamento pari al 2,25%.

Sul crinale del 2% UniCredit e Fineco, appaiate a UBS e JP Morgan, mentre è andata meglio alle francesi BNP Paribas (1,84%) e Credit Agricole (1,80%).

L'Italia ritorna con Mediobanca (1,75%), subito dietro a Banco Santander (1,74%), BBVA (1,68%) e ING (1,65%), e sopratutto nel podio tutto tricolore.

Le tre banche più sicure in Europa nel 2025 secondo la Banca Centrale Europea saranno infatti Banca Mediolanum e Intesa Sanpaolo (entrambe con un requisito P2R dell'1,50%) e, in prima posizione, Credem (1%).

DAZI E PAESI POVERI.Gli ultimi dieci anni non sono stati un periodo positivo per le regioni più povere del pianeta. Anzi...
19/12/2024

DAZI E PAESI POVERI.

Gli ultimi dieci anni non sono stati un periodo positivo per le regioni più povere del pianeta. Anzi, l’Economist non esita a parlare di “decennio brutale”. Settecento milioni di persone nel mondo vivono ancora in condizioni di povertà estrema e 2,8 miliardi risiedono in zone che sono comunque ben lontane dagli standard di vita dei paesi ricchi. In realtà rispetto al 2000 la situazione è migliorata: oggi c’è un miliardo di persone in meno che vive sotto la soglia di sussistenza, calcolata dalla Banca mondiale in 2,15 dollari al giorno. Il problema, sottolinea il settimanale britannico, è che questi progressi sono avvenuti in gran parte nei primi quindici anni del millennio. Nel 2022, per esempio, le persone che hanno superato la soglia di sussistenza sono state appena un terzo rispetto a quelle che ce l’avevano fatta nel 2013. Se i casi di malaria avessero continuato a diminuire al ritmo registrato tra il 2000 e il 2012, due anni fa ci sarebbe stata la metà dei malati. Tra il 2000 e il 2016 la mortalità infantile nei paesi in via di sviluppo è passata da 79 a 42 morti ogni mille nati: nei sei anni successivi la tendenza è rallentata, visto che il tasso è sceso solo fino a 37.

Gli economisti Dev Patel, dell’università di Harvard, e Arvind Subramanian, della Brown university, sostengono che a partire dal 1995 la crescita dei paesi a basso e medio reddito è stata ogni cinque anni più alta dello 0,1 per cento rispetto a quella dei paesi ricchi. Gran parte di questo risultato è dovuto ai progressi della Cina, dell’India, dei paesi dell’est asiatico e di quelli dell’Europa orientale. In particolare, tra il 2004 e il 2014 i 58 paesi più poveri del mondo, dove vivono 1,4 miliardi di persone, sono cresciuti del 3,7 per cento all’anno, contro l’1,4 per cento dei paesi ricchi. Poi tutto è cambiato: la pandemia di covid-19 è stato un disastro per il mondo intero, ma soprattutto per i paesi in via di sviluppo; l’aumento dei tassi d’interesse per combattere l’inflazione ha fatto lievitare il costo dei debiti pubblici e ha ridotto il flusso di investimenti; a tutto questo vanno aggiunti i danni prodotti dalla crisi climatica e dai vari conflitti in corso nel mondo, per non parlare dei colpi di stato e degli scandali di corruzione. Le cose vanno particolarmente male in Africa, dove il reddito medio dei paesi subsahariani è di poco superiore a quello del 1970.

La situazione potrebbe anche peggiorare per i dazi promessi da Trump. Ma questa è ancora una storia da scrivere.

LA TASSA IPOTECARIA.Il D.Lgs 347/90, oltre alle imposte ipotecarie, previste con riguardo alle formalità di trascrizione...
19/12/2024

LA TASSA IPOTECARIA.

Il D.Lgs 347/90, oltre alle imposte ipotecarie, previste con riguardo alle formalità di trascrizione, iscrizione, rinnovazione ed annotazione eseguite nei pubblici registri immobiliari, contempla le tasse ipotecarie.

Le tasse ipotecarie hanno per oggetto determinate operazioni inerenti il servizio ipotecario, indicate nella tabella allegata al d. lgs. 347/1990.

In particolare, il primo punto di detta tabella fa riferimento all’esecuzione di formalità per ogni nota di trascrizione, iscrizione o domanda di annotazione.

Ai fini impositivi pertanto deve essere tenuta distinta la formalità, soggetta all’imposta ipotecaria, dalla sua esecuzione, soggetta alla tassa ipotecaria: la “formalità” è costituita dalla trascrizione dei decreti di esproprio o degli atti di cessione (non a favore dello Stato), mentre “l’esecuzione di tale formalità” è rappresentata dalla nota di trascrizione.

La tassa ipotecaria è dovuta per le trascrizioni e volture presso competenti uffici dell’agenzia delle entrate. Le tasse sono dovuta nella misura di:

– euro 90 per ciascuna conservatoria nella quale sono pesanti gli immobili oggetto di successione;
- euro 35 per ciascuna trascrizione.

Nell’ipotesi di formalità con efficacia anche di voltura, doveva essere versato un ulteriore importo di euro 55 previsto dalla tabella allegata al D.Lgs. 347/90.

EDUCATIONAL ASSICURAZIONI: IL SUBAGENTE.Il subagente è una figura professionale che esercita la propria attività per con...
18/12/2024

EDUCATIONAL ASSICURAZIONI: IL SUBAGENTE.

Il subagente è una figura professionale che esercita la propria attività per conto dell’agente di assicurazioni. Egli ha il compito di incassare i premi assicurativi, procurare nuovi contratti e occuparsi dei clienti: le sue mansioni vengono svolte sempre in nome e per conto dell’agente che gli ha conferito l’incarico, in quanto sprovvisto del potere di rappresentanza fornito dall’impresa assicuratrice. A differenza dell’agente, il subagente non può firmare le polizze assicurative; in più il subagente viene iscritto alla sezione E del Registro Unico degli Intermediari Assicurativi (RUI) mentre l'agente necessita dell'iscrizione alla sezione A dello stesso Registro.

Per diventare subagente è necessario frequentare un corso di formazione, al termine del quale si dovrà sostenere un esame per ottenere l’attestato da consegnare all’intermediario presso il quale verrà svolta l’attività.

Lo stipendio di un subagente, come per l’agente, dipende dalla quantità di clienti gestiti: per ognuno di essi, gli viene assegnata una provvigione; tuttavia, non è da escludere che gli possa essere riconosciuto anche un fisso.

A proposito della figura di agente, ricordiamo che egli riceve il mandato dall’impresa assicurativa e può operare per conto di una o più compagnie.

L'agente deve avere spiccate doti commerciali e comunicative e una conoscenza approfondita dei prodotti e delle polizze che propone alla clientela. In più, deve essere in grado di svolgere più compiti contemporaneamente e saper lavorare sia individualmente che come parte di in gruppo.

Tra i compiti più comuni svolti dall’agente, troviamo:

- individuare il prodotto assicurativo più adatto alle esigenze dei singoli clienti;
- offrire consulenza in ambito contrattuale;
- gestire i casi di sinistro;
- aggiornarsi sulle normative del settore assicurativo.

Gli agenti assicurativi responsabili di una agenzia hanno anche il compito di organizzare l’attività e dirigere i propri collaboratori.

PNRR, BIG DATA E SOSTENIBILITA' LE LEVE DI CRESCITA DELLE CONSULTANCY.Oltre 5.500 raccomandazioni valide di clienti e op...
18/12/2024

PNRR, BIG DATA E SOSTENIBILITA' LE LEVE DI CRESCITA DELLE CONSULTANCY.

Oltre 5.500 raccomandazioni valide di clienti e operatori del settore, certificate per qualità e veridicità dalla società internazionale di analisi Statista, hanno segnalato una settantina di imprese meritevoli di entrare nella lista dei Consulenti dell’anno 2025.

L’elenco intende accendere un faro su imprese e organizzazioni eccellenti nel nostro Paese, con l’obiettivo di capire i segreti del loro successo e stimolare emulazione e positività. Il settore della consulenza analizzato stavolta, poi, è davvero cruciale per lo sviluppo sostenibile del Sistema Paese, in quanto le società del comparto abilitano - con i loro consigli - la crescita di altre industrie, di imprese grandi e piccole e della Pubblica amministrazione.

Secondo Assoconsult, la consulenza chiuderà il 2024 con un giro d’affari stimato in oltre sette miliardi di euro, in crescita anche grazie al ruolo giocato per trasformare i progetti e i bandi del Pnrr in cantieri aperti e operazioni rendicontate con precisione. Anche le transizioni gemelle, quella digitale e quella ecologica, hanno spinto la domanda dei servizi offerti da consulenti preparati e costantemente aggiornati su normative, tool e strategie.

Tornando alla lista dei Consulenti dell’anno, non stupisce che nell’elenco siano presenti le grandi società del settore. Ma di fianco a loro spiccano boutique e aziende di professionisti che hanno ottenuto recensioni entusiastiche da clienti e colleghi, con cui evidentemente collaborano con vantaggi evidenti.

All’interno dei questionari destinati a consulenti e clienti sono state aggiunte alcune domande volte a comprendere meglio le opinioni in merito all’evoluzione futura del contesto in cui le società di consulenza saranno chiamate ad operare.

Quanto alle leve di sviluppo del settore, riappare al primo posto l’intelligenza artificiale, croce e delizia, quindi, tallonata dalla digitalizzazione e dalla sostenibilità.

Il 51,3% degli intervistati prevede un aumento della collaborazione con società di consulenza nei prossimi anni, mentre un ulteriore 39,4% dichiara di non voler né aumentare né diminuire tale collaborazione. Questo è sicuramente un segnale positivo per l’industria della consulenza italiana, che si aggiunge agli ottimi risultati e ai traguardi di crescita già raggiunti negli ultimi anni.

INVESTIAMO SU DI NOI E GLI ALTRI.In Italia oltre un terzo degli adulti è in una condizione di analfabetismo funzionale e...
18/12/2024

INVESTIAMO SU DI NOI E GLI ALTRI.

In Italia oltre un terzo degli adulti è in una condizione di analfabetismo funzionale e quasi la metà ha grosse difficoltà nel ‘problem solving’. In generale, l’indagine Piacc dell’Ocse sulle competenze degli adulti vede la Pen*sola agli ultimi posti tra i Paesi industrializzati (all’ultimo tra i big), con un aumento soprattutto delle persone più in difficoltà con la lettura e i numeri.

Le competenze sono «fondamentali per partecipare con successo all’economia e alla società odierna», come sottolinea il ‘Programme for the International Assessment of Adult Competencies’, e tanto più necessarie di fronte alla rapida evoluzione tecnologica, alle sfide della transizione energetica e dell’invecchiamento demografico.

Gli adulti con le competenze più alte «riescono a gestire meglio le complessità della vita contemporanea», ad orientarsi nella massa delle informazioni e «contribuiscono al raggiungimento di decisioni e politiche più consapevoli». Molti adulti con ridotte competenze, invece, «si sentono esclusi dai processi politici e non hanno le competenze necessarie per interagire con informazioni complesse in ambiti digitali, il che rappresenta una preoccupazione crescente per le democrazie moderne».

Costruire una società con adulti che abbiano alte competenze è un compito della politica, intesa in senso ampio ed elevato. Un obiettivo che richiede una visione prospettica, strategie da perseguire e impegno in investimenti anche (ma non solo) finanziari. Questi aspetti non sono nelle possibilità di ognuno, ma quello che sta alle scelte di ciascuno di noi è aprire un libro piuttosto che (nel senso proprio di “e non”, non nel senso scorretto di “oppure” come viene usato nell’ultimo decennio) un social media, leggere un giornale "INDIPENDENTE" piuttosto che affidarci a titoli strillati senza fonti certe, andare a vedere un film piuttosto che passeggiare in un centro commerciale. E poi investire nel futuro, dedicando parte del nostro tempo ai bambini e ai ragazzi (anche non figli nostri). Aiutando loro a crescere, conoscere, comprendere, aiutiamo la società tutta a progredire.

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