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22/08/2024

Domani venerdì' 23 alle 17.15 sarà proiettato al Food Film festival 024 il documentario "Conserva Mara". Ancora una volta il Salento con le sue pratiche millenaria vola a Bergamo in uno dei festival più importanti che tocca il tema della simbiosi tra cinema e cibo.

MCprod arriva a Bergamo grazie al documentario"Conserva Mara"  nominato come finalista all’undicesima edizione di FoodFi...
26/07/2024

MCprod arriva a Bergamo grazie al documentario"Conserva Mara" nominato come finalista all’undicesima edizione di FoodFilmFest 2024. Un'altra produzione filmica che scava nei rituali arcani e ancestrali di una terra magica.
trailer_https://www.youtube.com/watch?v=scI1tJJdrQ0

23/07/2024
31/03/2024

Ultimo passo di Sacri segni ci porta alla morte della Caremma con una poesia scritta e decantata da Gianni de Santis.
Nella tradizione popolare del Salento, la Caremma (o Quaremma) è un pupazzo di paglia dall’aspetto di una vecchia vestita di nero che simboleggia la Quaresima. Esso viene confezionato con della paglia per ottenere il busto completo di braccia e gambe. Le mani sono costituite da un paio di guanti neri attaccati alle maniche della maglia.
La Caremma, era considerata dai contadini la vedova del Carnevale e faceva la sua comparsa alla fine dei festeggiamenti carnevaleschi. Era vestita di nero in segno di lutto e doveva affrontare la vedovanza con mestizia, dato che il marito l’aveva lasciata in miseria. Doveva lavorare per pagare i debiti e per questo motivo si portava appresso il fuso con la lana e una arancia con sette piume di gallina per tenere il conto delle settimane di privazione fino al giorno della Resurrezione. La Caremma era il simbolo della penitenza quaresimale, il grande cammino interiore della purificazione dal peccato e dagli eccessi del Carnevale. Nella rassegna delle tradizioni popolari del Salento legate al periodo di Pasqua, un posto di prim’ordine spettava alla Caremma, sia per la diffusione nella nostra terra, sia per i tanti significati ad essa attribuiti.
L’aspetto della Caremma rappresentava un simbolo per la nostra terra: era vestita di nero perché in lutto con la morte del Carnevale; nella mano sinistra reggeva il fuso e la lana da filare quale segno della laboriosità del tempo e della vita che trascorreva veloce; nella mano destra, invece teneva un’arancia amara, come la sofferenza, nella quale erano conficcate sette piume di gallina a simboleggiare i sette peccati capitali o le sette settimane che dividevano dalla Pasqua; ogni settimana veniva tolta una piuma sino al Sabato Santo, giorno in cui giorno la Caremma veniva bruciata sopra una focareddha in segno di purificazione, mentre il festoso suono delle campane annunciava il nuovo ciclo della vita che poteva così ricominciare nel segno del Signore risorto.

29/03/2024

Sacri Segni vi porta dentro la processione dell'Addolorata a Taranto dove misticismo e realtà si fondono in un unico corpo.
La Processione dell’Addolorata Taranto è tradizionalmente in partenza dalla Chiesa di San Domenico Maggiore alla mezzanotte tra il Giovedì e il Venerdì Santo. A guidare il fiume di gente c’è la statua della Madonna Addolorata, accompagnata dalle coppie di poste (i Perdoni), da varie altre figure tradizionali e da musica dai toni funebri. La processione dell’Addolorata, che fa pensare alla ricerca disperata da parte della Madonna del suo figlio Gesù, si protrae fino al pomeriggio del Venerdì Santo quando, intorno alle ore 17, anche dalla Chiesa del Carmine tutto è pronto per la Processione dei Misteri.

24/03/2024

Continua la rubrica Sacri Segni con il documentario su undolce tipico pasquale la Cuddhura o Puddricha che affonda le sue origini in epoca pagana in quanto è legata a tradizionali riti che si tenevano in primavera.
Questi rituali pagani sono stati ben presto inglobati dalla tradizione cristiana. Si preparava principalmente nel periodo di Quaresima perché era vietato “ncammarare” o “ncammerare”, cioè non si poteva mangiare carne, uova e formaggio per essere poi consumata il Sabato Santo quando il suono delle campane annunciava la Resurrezione.Ed è diffuso con diverse denominazioni da paese a paese.
Troviamo, infatti, “palomba”, “palummeddra”, “panareddha”, “cuddhura cu l’oe”, “scarcella” e tanto altro. Secondo l’antica tradizione venivano preparate con la normale pasta di pane cui si davano diverse forme: colomba (palummeddra), panierino (panareddha o panarieddhru), galletto(caddhuzzu ) per i maschietti, bambolina( pupa) per le femminucce.
Le origini della “puddicha” il dolce della Pasqua salentina sono diverse, ma quella più attendibile è che la “puddhrica” venisse considerata un simbolo di pace e quindi fosse in netta relazione con il significato della Pasqua Cristiana.
Cuddhura viene dal greco κουλούρα o κουλλούρα, couloúra o coulloúra (in greco antico κολλύρα, kollýra) ossia ‘rotondo’ o ‘spirale’ o dal bizantino kollùra.
Perchè l'uovo s**o. “L’uovo, forse per la sua forma e sostanza molto particolare, ha sempre rivestito un ruolo unico, quello del simbolo della vita in sé, ma anche del mistero, quasi della sacralità”.
Al tempo del paganesimo si credeva che il Cielo e la Terra fossero due metà dello stesso uovo; l’uovo rappresentava ritorno della vita, la fine del’inverno, la rinascita della natura e per questo gli uccelli preparano il nido per deporre le uova.
Il Cristianesimo ha innalzato l’uovo a “simbolo della rinascita dell’uomo, della resurrezione del Cristo che uscì vivo dalla sua tomba, come un pulcino esce dell’uovo”.
Anche i Greci, i Cinesi ed i Persiani usavano scambiarsi le uova come dono in occasione della Primavera; e nell’antico Egitto si scambiavano le uova decorate all’equinozio di primavera, data di inizio del “nuovo anno”, quando ancora l’anno si basava sulle stagioni.

22/03/2024

La rubrica Sacri Segni inizia con un documentario che narra la devozione verso San Giuseppe tramite la preparazione delle tavole. Il documentario cerca di trovare la connessione onirica tra i devoti e il santo.
Il 19 marzo di ogni anno, sopravvive in alcuni paesi del basso Salento (Minervino di Lecce, Uggiano La Chiesa), l'antico rito delle "tavole di S. Giuseppe". Le tavole vengono preparate con devozione da persone che hanno ricevuto una grazia dal santo. La tavola deve essere preparata nei minimi particolari ed imbandita con piatti tipici della tradizione contadina.
"Il pane non si taglia ma si spezza" è un originale documentario girato a Cerfignano nella casa di una devota per più di un mese sempre a contatto con queste memorabili donne.
Ha partecipato a Collecchio Film Festival nel 2007
Corto e Mangiato 2010
Rassegna internazionale “Vittorio De Seta” del documentario etnografico 2018

21/03/2024

Motion graphic per amanò_illustrazionisognanti

20/03/2024

Per la settimana santa MCprod propone una rubrica documentaristica dedicata alla ritualizzazione dell'incontro tra il possibile e l'impossibile, all'unione tra cielo e terra, all'incontro tra segni e significati.
Il primo documentario ad aprire questa percorso sarà, "Il pane non si taglia ma si spezza", documentario che tratta la devozione verso San Giuseppe tramite il rito delle tavole di San Giuseppe.

20/02/2024

Dopo due anni di produzione e post produzione arriva il documentario "Conserva Mara".

01/02/2024

Animazione Bowie per amano_iluustarzionisognanti

25/01/2024

Illustrazione Animata per Amanò illustrazionisognanti

23/12/2023

Produzione 2023 2024 Animazione Logo per i Crypta

14/12/2023

Logo MCprod 2023 2024

In questi giorni fatti di incontri ravvicinati con il metafisico MCprod vi propone un documentario sulla commemorazione ...
01/11/2023

In questi giorni fatti di incontri ravvicinati con il metafisico MCprod vi propone un documentario sulla commemorazione dei defunti sia come ricorrenza intima e domestica che come rito collettivo. Il maestro Luigi Di Gianni ne fu tanto colpito dalla natura fenomenologica e intimistica del lavoro filmico tanto da conferirli un premio al Nuartfest.

Il documentario racconta la giornata della commemorazione dei defunti e come l' uomo ritrova in se l' unione tra la terra e ultra terreno.Miglior documentari...

30/08/2023

tutto questo, straniero,
questo per te è campagna
io lo chiamo cimitero.
testo Andrea TI
Straniero una produzione MCprod

Ci sono luoghi che parlano da se...Una nuova produzione è in evoluzione....
16/08/2023

Ci sono luoghi che parlano da se...Una nuova produzione è in evoluzione....

Questa sera verrà presentato e restituito a tuuta la comunità di Giuggianello, il progetto d'archiviazione digitale dell...
07/08/2023

Questa sera verrà presentato e restituito a tuuta la comunità di Giuggianello, il progetto d'archiviazione digitale dell'immateriale. Somo felice di aver contribuito con la realizzazione di un documentario su alcune testimonianze preziose sia per il paese stesso sia per la nostra storia italiana che salentina. Ritengo che questi progetti oggi più che mai siano importanti non solo per conservare riti, storie, usi ma anche per riattualizzate e contestualizzare nel presente uno sgaurdo del passato che si protrae nel futuro come lo sguardo di un ragazzino/a che con speranza perde il suo sguardo verso l'orizzonte infinito.

"Sacrimmaginazione" continua il suo cammino con un documentario che racconta la figura dei cantori della passione di Cri...
05/04/2023

"Sacrimmaginazione" continua il suo cammino con un documentario che racconta la figura dei cantori della passione di Cristo in Grecìa salentina.
"I Kanturi attin passiuna" - I Cantori della passione di Cristo
Nei paesi della Grecìa Salentina, per tutta la settimana che precede la Domenica delle Palme, alcuni cantatori, accompagnati da un suonatore di organetto, ora più spesso di fisarmonica, recando con sé un ramo d'ulivo addobbato con nastri colorati, fazzoletti, immaginette di santi eseguivano il canto di questua della passione di Cristo chiamato in grecanico I Passiuna tu Christù ovvero “La passione di Cristo”. Questo canto rappresenta le ultime ore di vita di Cristo e del dolore straziante di una madre che si aggira piena di dolore alla ricerca del proprio figlio. Ma questi Cantori chi erano, cosa facevano nella vita di tutti i giorni, da quale mondo sociale provenivano, perché avevano questo bisogno di narrare la passione del Cristo.

Nei paesi della Grecìa Salentina, per tutta la settimana che precede la Domenica delle Palme, alcuni cantatori, accompagnati da un suonatore di organetto, or...

La docuserie dal titolo "Sacrimmaginazione" oggi parte con i lsenso dell'atto di fede, ovvero vedere l'infinito nel fini...
26/03/2023

La docuserie dal titolo "Sacrimmaginazione" oggi parte con i lsenso dell'atto di fede, ovvero vedere l'infinito nel finito. Per continuare il percorso dei riti pasquali ci incamminiamo con questo documentario che narra la fede senza se e senza ma dei devoti non solo di tutto un paese, nei confronti di S.an Pantaleo.
Devozione
Il 27 luglio di ogni anno la popolazione di Martignano onora il proprio santo patrono, con festeggiamenti solenni segno esteriore di un'antica devozione straordinariamente sentita e profondamente radicata, non soltanto nei martignanesi ma anche in un gran numero di fedeli provenienti da tutta la provincia e da varie parti d’Italia. La festa comincia il giorno della vigilia, il 26 luglio, durante il quale il santo viene portato in processione per le vie del paese e festeggiato con lo scoppio di fuochi pirotecnici serali. La statua di cartapesta del santo percorre le vie del paese portata a spalla, ornata dagli ori e dai soldi, cuciti addosso come vestiti, che i fedeli offrono in pegno al loro protettore. Ciò costituisce motivo di attrito tra Curia e comitato patronale, ma il rito conserva la propria tradizione. Il giorno della festa, il 27 luglio, si apre con le messe ad oltranza che, dall'alba in poi, accolgono gli innumerevoli pellegrini; sono non pochi i pellegrini che invocano la grazia del Santo con segni e manifestazioni "forti" del proprio disagio. Il documentario tratta e narra la forte devozione dei fedeli nei confronti di San Pantaleo, partendo proprio dalla festa in suo onore. Come un taccuino la macchina da presa trascrive emozioni, racconti e fatti accaduti a diversi devoti per dare e fare luce ad eventi miracolosi che al giorno d’oggi sembrano dissolversi nella nebbia della contemporaneità. L’inspiegabile diviene spiegato grazie alle fede senza sé e senza ma. Per molti può sembrare che la “devozione”, sia vista come una pratica superstiziosa ma in realtà è fiducioso abbandono in Dio. La devozione rappresenta invece un elemento che rivela e rileva la relazione personale e diretta che i fedeli attuano nei confronti della divinità e del santo; il rapporto volontario e personale è, tuttavia, culturalmente condiviso, e incanalato in una dimensione culturale anche quando sembra avere carattere individuale.

Il 27 luglio di ogni anno la popolazione di Martignano onora il proprio santo patrono, con festeggiamenti solenni segno esteriore di un'antica devozione stra...

MCprod da oggi vi proporrà una serie di documentari etmografici dedicati al mondo dei riti sacrali e al senso estremo de...
19/03/2023

MCprod da oggi vi proporrà una serie di documentari etmografici dedicati al mondo dei riti sacrali e al senso estremo dell'atto di fede. La docuserie dal titolo "Sacrimmaginazione", ovvero l'immaginazione che si fa sacrificio per dare senso e risposte che l'ordinario vivere spesso non concede, inizierà con il documemtario ' Il pane non si taglia ma si spezza". Il documentario tratta il rito domestico delle tavole dedicate a San Giuseppe, santo che segna il passaggio dall'inverno alla rinascita della natura con l'arrivo della primavera, ma nella visione di questo doc vedrete altro e altre e altrui visioni e considerazioni dell'esistere.
https://youtu.be/tb_6_Z--Jhg

Il 19 marzo di ogni anno, sopravvive in alcuni paesi del basso Salento (Minervino di Lecce, Uggiano La Chiesa), l'antico rito delle "tavole di S. Giuseppe". ...

Una produzione che continua a far pensare, cammina ascoltando i silenzi del tempo senza affrettarsi sulle insegne lumino...
23/01/2023

Una produzione che continua a far pensare, cammina ascoltando i silenzi del tempo senza affrettarsi sulle insegne luminose.

🔥 IL NUOVO FILM DELLA SETTIMANA - 𝗔𝗥𝗦𝗘 𝗩𝗜𝗧𝗘

📅 13 giugno del 1960: nel Salento in cui è diffusa la tabacchicoltura, in una manifattura si sviluppa un terribile incendio dove rimasero intrappolate 12 donne, sei delle quali morirono.

🎞 Un viaggio nella memoria dei protagonisti e dei testimoni di quella terribile tragedia, per rendere un servizio alla memoria di un’intera comunità ancora molto scossa da questo evento tragico.

🎥 ArseVite, per la regia di Christian Manno e Alberto Giammaruco, è il nuovo film della settimana su OpenDDB!
👉 https://openddb.eu/arsevite

nUOVO Logo Mcprod 2022
27/10/2022

nUOVO Logo Mcprod 2022

“La scena iniziale era sempre la stessa”trailer “La scena iniziale era sempre la stessa”:https://www.youtube.com/watch?v...
17/10/2022

“La scena iniziale era sempre la stessa”
trailer “La scena iniziale era sempre la stessa”:
https://www.youtube.com/watch?v=WDetyQmD3TM&ab_channel=ChrisManno
Cosa si cela dietro ad un semplice piatto. Dove ci riporta un semplice cibo. Basta un semplice assaggio, un profumo che pervade le nostre narici ed in un attimo siamo catapultati in un’altra dimensione, in un altro tempo, negli angoli più remoti del nostro passato, facendoci ripercorrere attimi di gioia, ricordi di un’infanzia o di un episodio particolare della nostra vita. Il cortometraggio vuole raccontare questo aspetto del cibo e di un cibo in particolare, la frisa. Per Andrea è un cibo che lo riporta a casa dei nonni quando ancora ragazzino finito il lavoro li andava a trovare. Ma in fondo è un richiamo a quel mondo semplice fatto di piccoli ma grandi e rituali gesti come condire una sorta di pane realizzato con farina di grano duro, che dopo essere stato cotto una prima volta, viene tagliato a metà e poi viene cotto nuovamente. La frisa stessa si materializza alla fine della narrazione filmica per testimoniare metaforicamente come il ricordare rende vivo il passato.
Con: Andrea Ti
Tratto dallo spettacolo teatrale: "Saziami" di Mauro Scarpa.

14/10/2022

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15/09/2022

Indirizzo

Lecce
73100

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