22/08/2024
L'attenzione di molti leccesi "veraci" in questi giorni è rivolta ai festeggiamenti del Santo Patrono Oronzo ma, a parte qualche tentativo di segnare da parte della nuova amministrazione una qualsivoglia differenza - il prolungamento dei festeggiamenti sulla Marina di San Cataldo - si rileva l'impossibilità di dare seguito a promesse diverse rispetto alla viabilità e trasporti per cui, davvero, "Nihil sub sole novum" come descrive Marco Urban De Matteis nel suo post che invito a leggere.
Ritengo che, preso atto della capacità sintetica dei latini, sia opportuno condividere alcuni spunti di riflessione su una questione che ha un respiro un po' più ampio e soprattutto potrebbe avere finalmente conseguenze positive per questo nostro Paese: lo Ius Scholae. Il diritto di cittadinanza italiana secondo il principio per cui può diventare italiano chiunque abbia completato almeno un ciclo di studi in Italia.
Vado per sintesi e non entro nei dettagli. Racconto però quello che ho visto in 43 anni di insegnamento e dirigenza scolastica. Il numero degli studenti e studentesse straniere è via via aumentato e io stessa sono stata felicissima per ogni ingresso di questi studenti solo formalmente "non italiani".
A chi senza senno, a mio modo di vedere, si oppone a una opportunità come questa dico di guardare bene i dati economici. Se non intende farlo sarà sufficiente la battuta dell'impareggiabile storico Alessandro Barbero che esordisce nell'intervista al Salone del Libro di Torino, venerdì 10 maggio 24, con l'editore Laterza in questo modo : “L’Italia tra 200 anni sarà un Paese ricco, prospero, progredito e potente… leggo sui vostri volti che non è uno scenario probabile, pazienza… (ride, ndr Francesca Falesu del Fatto Quotidiano). Facciamo finta che sia così. Allora ci saranno storici che diranno che è evidente che è merito del grande afflusso di immigrati iniziato intorno agli anni 2000, e ci saranno altri storici che diranno che invece non è vero”. Noi siamo a favore dei primi!
Il nostro Paese ha bisogno di incentivare gli arrivi dai Paesi extra europei è necessario per salvaguardare il sistema previdenziale e superare la carenza di manodopera.
Ancor più sostengo che i cittadini italiani e europei li abbiamo già in casa, PERCHE' SONO GIA' DI CULTURA ITALIANA E EUROPEA COSTRUITA OGNI GIORNO NELLE SCUOLE! Sono anche loro una consistente parte della soluzione del problema e anche a brevissimo termine. Ragazzi e ragazze che sono cresciuti con noi, respirando la nostra aria e i nostri valori e che hanno portato quelli delle loro radici! E ci soprendono con il loro italiano e i loro accenti dialettali del nord, del sud, del centro Italia. Ogni volta che accade, credete, il cuore si riempie di gioia.
Avviso ai naviganti....più del 60% degli Italiani è d'accordo.....speriamo la prossima volta vadano a votare!
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