Sardegna Medievale

Sardegna Medievale Il nostro progetto è la diffusione della conoscenza dell'arte in Sardegna La ricerca è progredita e Saccargia non è più un unicum.

La storia dell’arte è storia del più profondo sentire degli uomini di ogni tempo: senza questa conoscenza ogni conoscenza è incompleta, tarpata di una parte importante, vitale del nostro essere umano. Ogni studente sa che qualsiasi avvenimento della storia si fissa nella memoria in maniera indelebile se può essere associato a una immagine: Francesco senza gli affreschi di Giotto ad Assisi non sare

bbe il santo che tutti conosciamo; le eleganze raffinatissime della civiltà trecentesca toscana non avrebbero alcuna concretezza senza le eteree Madonne di Simone Martini. Fino a non molti decenni or sono la Sardegna è stata rappresentata soltanto dal mondo dei nuraghi e dagli affreschi della abbazia di Saccargia: due momenti culturali assai più espressivi di qualunque racconto storico per quanto alto questo potesse essere e niente affatto estranei ad esso se lo si vuole comprendere fino in fondo. Si è scoperto che qui circolavano ateliers di grande livello; cicli pittorici come quelli di Galtellì o di Trullas ma anche gli affreschi della chiesa del castello di Bosa testimoniano l’assurdità di vecchie tesi secondo le quali l’Isola avrebbe vissuto in orgoglioso isolamento rispetto alla vorticosa circolazione di uomini e di idee lungo le rotte mediterranee durante il corso di tutto il Medioevo. Taglie pisane chiamate dai giudici sardi costruivano alcune tra le più belle chiese medievali sarde, oggetto di stupore quando un visitatore impreparato si trova improvvisamente di fronte ad esse; le decorazioni scultoree medievali spesso non sono inferiori per livello qualitativo alle opere presenti nel duomo pisano; i cicli affrescati e scolpiti mostrano quale melting pot di operatori (lombardi, toscani, laziali, visigoti) lavoravano nelle chiese dell’Isola al servizio dei regnanti locali e dei vescovi. Se poi si dovesse pensare che solo dopo il Mille, come attesterebbe la documentazione storica pervenutaci, la Sardegna si sarebbe aperta alla cultura continentale, ebbene basteranno i dipinti murali della chiesa rupestre di Sant’Andrea Priu a Bonorva o le decorazioni aniconiche di riuso presenti nella facciata del San Nicola di Trullas anteriori al volgere del Millennio per attestare che un solo tipo di ricerca (quella storica) non è in grado di offrire un quadro completo di qualsiasi civiltà. Gli esempi a dimostrazione di quanto affermato sono moltissimi e non dimentichiamo affatto il peso della cultura bizantina ampiamente testimoniata nell’Isola da numerosi edifici sacri e materiale plastico, così come quello dell’eredità paleocristiana attestata da alcuni capitelli conservati nel San Gavino di Porto Torres. Dunque un filo ininterrotto (o meglio: là dove ci sono cesure troppo ampie queste sono addebitabili a perdite o insufficienza della ricerca) che si intreccia intimamente con la storia del continente europeo, dell’Oriente bizantino e del mondo arabo.

Indirizzo

Ittiri
07044

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