02/06/2024
๐di ๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐๐
C'รจ sempre un rischio nelle celebrazioni: volgere lo sguardo al passato. Il 2 giugno 1946 gli italiani โ e per la prima volta โ le italiane furono chiamati a scegliere tra Monarchia e Repubblica e a eleggere l'Assemblea Costituente. Ancora oggi, al fondo, รจ un mistero come sia potuto accadere che un popolo, cresciuto da sempre con la monarchia, nelle cui case e uffici pubblici c'era la foto del Re e della Regina, stordito dal ventennio fascista e della sua ideologia totalitaria, come abbia potuto scegliere la Repubblica. Ma questo รจ il rischio, appunto, delle celebrazioni. Siamo tanti stupiti e grati per quanto รจ successo settantotto anni fa, che finiamo per dimenticare l'oggi. Diamo per scontato quello che si festeggia. Cos'รจ questa โRepubblicaโ? In effetti, cosa ricordiamo il 2 giugno e perchรฉ facciamo festa?
Per aiutarci proviamo ad ascoltare uno dei protagonisti. E' l'11 maggio 1946; siamo alle battute finali della campagna elettorale per il referendum tra Monarchia e Repubblica. Uno dei protagonisti assoluti di quella scelta, ๐๐ฅ๐๐ข๐๐ ๐๐ ๐๐๐ฌ๐ฉ๐๐ซ๐ข, tiene un comizio e si chiede: โRepubblica o Monarchia? La domanda รจ posta male. La domanda vera รจ questa: Volete instaurare la Repubblica, cioรฉ, vi sentite capaci di assumere su voi, popolo italiano, tutta la responsabilitร , tutto il maggior sacrificio, tutta la maggiore partecipazione che esige un regime, che fa dipendere tutto dalla vostra personale decisione, espressa con la scheda elettorale?. Se rispondete sรฌ, vuole dire che prendete impegno solenne, di essere piรน preoccupati della cosa pubblica di quello che non siete stati finora, d'aver consapevolezza che essa รจ cosa vostra e solo vostra, di dedicarvi ore quotidiane di interessamento e di lavoro; ma soprattutto vorrร dire che avete coscienza di potere con la vostra opera difendere nella Repubblica la libertร che รจ un bene supremoโ. Mi scuso per la citazione un po' lunga, ma in queste parole risuona tutta la novitร radicale portata dalla Repubblica rispetto allo stato liberale. โRes pubblicaโ vuol dire che il destino collettivo รจ affidato alla responsabilitร di ciascuno e che la libertร , bene supremo, non esiste solo come pretesa, ma, innanzitutto, come impegno. L'articolo 2 della nostra Costituzione รจ lo specchio di questa idea fondativa: la Repubblica riconosce tutti i diritti inviolabili e nello stesso tempo, richiede a ciascuno il dovere di solidarietร . Per De Gasperi, dunque, era chiaro che la Repubblica non sarebbe stata una conquista definitiva; essa richiede โore quotidiane d'interessamento e di lavoroโ, in cui ognuno si possa sentire parte di quella svolta nella storia cominciata il 2 giugno 1946.
Un altro grande protagonista del nostro tempo, papa ๐๐๐ง๐๐๐๐ญ๐ญ๐จ ๐๐๐, ha espresso quest'idea in maniera magistrale. โLa libertร dell'uomo รจ sempre nuova e deve sempre nuovamente prendere le sue decisioni. Non sono mai semplicemente giร prese per noi da altri โ in tal caso, infatti, non saremmo piรน liberi. La libertร presuppone che nelle decisioni fondamentali ogni uomo, ogni generazione sia un nuovo inizioโ. La decisione per la Repubblica chiede a ogni generazione un nuovo inizio. I sondaggi ci dicono che alle elezioni che ci saranno nei prossimi giorni, l'astensionismo potrebbe sfiorare il cinquanta per cento, soprattutto tra i giovani. Chi tra noi รจ piรน adultoc, deve chiedersi se e come ha vissuta questa responsabilitร per la โres pubblicaโ; scaricare tutta la colpa sul degrado della classe politica o sul declino delle istituzioni puรฒ rappresentare una giustificazione ma anche un abili. Occorre, infatti, ricordare che il supremo interesse dei poteri di qualsiasi natura โ economica, tecnica, politica โ รจ quello di coltivare cittadini soli e litigiosi, quelli piรน controllabili. ๐๐ณ๐๐ฌ๐ฅ๐๐ฐ ๐๐ข๐ฅ๐จ๐ฌ๐ณ, Premio Nobel per la letteratura nel 1980, ha scritto: โSi รจ riusciti a far capire all'uomo che se vive รจ solo per grazia dei potenti. Pensi dunque a bere il caffรฉ e a dare la caccia alle farfalle. Chi ama la res pubblica avrร la mano mozzataโ.
La domanda che De Gasperi poneva nel maggio del 1946, quindi, risuona ancora oggi: siamo disponibili a tutta la responsabilitร , tutto il maggior sacrificio, tutta la maggiore partecipazione che chiede la scelta per la Repubblica?
(da Toscana Oggi n.21 del 2 giugno 2024 โ Anno ###XII)