19/11/2025
Ho letto il romanzo in un pomeriggio, quasi d’un fiato.
Dico quasi, perché a volte ho dovuto fermarmi a prendere respiro.
La storia si apre con Eleonora affacciata dal balcone del nono piano. Non è una scena costruita: è il punto di arrivo di una vita che ha retto troppo, per troppo tempo. Da lì parte un lungo flashback che ricostruisce tutto ciò che l’ha portata fin lì.
La scrittura è diretta, i capitoli scorrono, e l’esperienza dell’autore in ospedale si sente in ogni dettaglio.
Ma quello che mi ha colpita davvero è altro: la maternità raccontata senza retorica, le paure, il senso di colpa, quella fatica silenziosa di tenere tutto in piedi mentre dentro qualcosa si sgretola.
Come madre, in molte sue fragilità mi sono rivista.
Devo essere onesta: a un certo punto i drammi diventano tanti, forse troppi, e questo mi ha un po’ allontanata.
Ma la sensibilità con cui il romanzo affronta temi come solitudine, violenza e inadeguatezza resta potente.
È un libro che mi sento di consigliare , soprattutto se si cercano storie che scavano nelle emozioni e nei rapporti umani.
E’ un’ottima opera prima che ha il merito di non prenderti in giro con lieti fine preconfezionati e di mostrarti, con realismo a volte crudo, cosa significa davvero resistere
Lo leggeresti?